(120216) 2004 EW95

asteroide
Il titolo di questa pagina non è corretto per via delle caratteristiche del software MediaWiki. Il titolo corretto è (120216) 2004 EW95.

(120216) 2004 EW95 è un oggetto transnettuniano risonante nella fascia di Kuiper. Misura circa 291 chilometri di diametro.[2] Ha più carbonio di quanto è tipico per gli oggetti nella fascia di Kuiper ed è il primo oggetto ad essere confermato con questa composizione in questa regione dello spazio.[3] Si ritiene che abbia avuto origine in una zona più vicina al Sole, come la cintura principale degli asteroidi.[3]

(120216) 2004 EW95
Stella madreSole
Scoperta14 marzo 2004
ScopritoreOsservatorio di Kitt Peak
ClassificazioneOggetto transnettuniano risonante, plutino
Parametri orbitali
(all'epoca JD 2458200,5
23 marzo 2018)
Semiasse maggiore5.9515 Tm
39.783 UA
Perielio4.0354 Tm
26.975 UA
Afelio7.8674  Tm
52.590 UA
Periodo orbitale91652 giorni
(250.93 anni)
Eccentricità0.32193
Longitudine del
nodo ascendente
25,7° e 25,823185997041°
Anomalia media250.93°
Dati fisici
Dimensioni291 km[1]
Albedo0.04
Dati osservativi
Magnitudine ass.6,3 e 6,58
 
2004 EW95 è attualmente all'interno dell'orbita di Nettuno.

Come Plutone, 2004 EW95 è classificato come plutino in quanto rimane in risonanza 2:3 con Nettuno[4]: per ogni 2 orbite compiute da un plutino, Nettuno orbita 3 volte.

2004 EW95 è attualmente a 27,0 AU dal Sole, ed ha raggiunto il suo perielio (26,98 AU) nell'aprile del 2018. Come Plutone, questo plutino passa parte della sua orbita più vicino al sole che a Nettuno anche se le loro orbite sono controllate da Nettuno.

È stato osservato 158 volte con un arco di osservazione di 13 anni e ha un parametro di incertezza dell'orbita di 2.

Caratteristiche fisiche

modifica
 
Rappresentazione artistica del plutino 2004 EW95.[5]

2004 EW95 ha un'albedo piuttosto scura di 0,04, in base alla quale è possibile supporre che il suo diametro sia di 291 km.[6] Il suo spettro di riflettanza è notevolmente simile a quello degli asteroidi di tipo C, indicando che quest'oggetto si sia formato nello stesso ambiente degli asteroidi di tipo C che oggi si trovano nella fascia principale più esterna.[7]

A differenza della maggior parte dei piccoli oggetti nella fascia di Kuiper osservati finora, lo spettro visibile di 2004 EW95 presenta due caratteristiche, associate rispettivamente agli ossidi ferrici e ai fillosilicati:[7] la presenza di un fillosilicato nello spettro di un pianeta minore indica che la componente rocciosa della sua composizione è stata alterata dalla presenza di acqua liquida ad un certo punto dalla sua formazione.[8] Affinché ciò possa essersi verificato nel corpo in questione, data la sua attuale orbita e la temperatura prossima a ~35K,[9] sarebbero state necessarie quantità significative di energia termica. Sebbene questa energia potrebbe essere stata rilasciata da una collisione fortuita molto ampia, la forte somiglianza complessiva tra i moderni asteroidi di tipo C nella fascia esterna degli asteroidi e 2004 EW95 suggerisce che questi oggetti si siano formati nella stessa regione del disco protoplanetario del Sole primordiale, cioè molto più vicino alla stella e in una situazione di temperature più elevate.

L'ipotesi della grande virata[10] prevede che i primitivi asteroidi di tipo C siano stati dispersi dalla loro posizione di formazione a causa delle migrazioni di Giove e Saturno e che molti siano stati iniettati nella fascia esterna degli asteroidi dove è possibile trovarli al giorno d'oggi. Con lo stesso meccanismo (e altri che risultano dalla formazione planetaria),[11] le simulazioni mostrano che gli asteroidi di tipo C possono anche essere stati scagliati verso l'esterno nella regione transnettuniana, dove successivamente sarebbero stati catturati nelle risonanze del moto medio di Nettuno.[10][11]

  1. ^ (EN) List of Known Trans-Neptunian Objects, su johnstonsarchive.net. URL consultato il 12 ottobre 2022.
  2. ^ This Asteroid Shouldn’t Be Where Astronomers Found It, in nytimes.com.
  3. ^ a b (EN) Exiled asteroid discovered in outer reaches of solar system, in sciencedaily, 9 maggio 2018.
  4. ^ (EN) Marc W. Buie. "Orbit Fit and Astrometric record for 120216" (last observation: 2009-05-26 using 44 observations). SwRI (Space Science Department), su boulder.swri.edu. URL consultato il 12 ottobre 2022.
  5. ^ Exiled Asteroid Discovered in Outer Reaches of Solar System, su eso.org, 9 maggio 2018. URL consultato il 4 novembre 2022.
  6. ^ Wm. Robert Johnston, List of Known Trans-Neptunian Objects, su johnstonsarchive.net, Johnston's Archive, 22 agosto 2008. URL consultato il 24 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2009).
  7. ^ a b (EN) Seccull, Tom; Fraser, Wesley C.; Puzia, Thomas H.; Brown, Michael E.; Schönebeck, Frederik (2018). "2004 EW95: A phyllosilicate bearing carbonaceous asteroid in the Kuiper Belt". The Astrophysical Journal., su arxiv.org. URL consultato il 12 ottobre 2022.
  8. ^ S. Fornasier, C. Lantz, M. A. Barucci e M. Lazzarin, Aqueous alteration on main belt primitive asteroids: Results from visible spectroscopy, in Icarus, vol. 233, 2014, pp. 163–178, Bibcode:2014Icar..233..163F, DOI:10.1016/j.icarus.2014.01.040, arXiv:1402.0175.
  9. ^ M. Mommert, A. W. Harris, C. Kiss, A. Pál, P. Santos-Sanz, J. Stansberry, A. Delsanti, E. Vilenius, T. G. Müller, N. Peixinho, E. Lellouch, N. Szalai, F. Henry, R. Duffard, S. Fornasier, P. Hartogh, M. Mueller, J. L. Ortiz, S. Protopapa, M. Rengel e A. Thirouin, TNOs are cool: A survey of the trans-Neptunian region V. Physical characterization of 18 Plutinos using Herschel-PACS observations, in Astronomy and Astrophysics, vol. 541, A93, 2012, pp. A93, Bibcode:2012A&A...541A..93M, DOI:10.1051/0004-6361/201118562, arXiv:1202.3657.
  10. ^ a b (EN) Walsh, Kevin J.; Morbidelli, Alessandro; Raymond, Sean N.; O'Brien, David P.; Mandell, Avi M. (2011), A low mass for Mars from Jupiter's early gas-driven migration, su arxiv.org. URL consultato il 12 ottobre 2022.
  11. ^ a b Sean N. Raymond e Andre Izidoro, Origin of water in the inner Solar System: Planetesimals scattered inward during Jupiter and Saturn's rapid gas accretion, in Icarus, vol. 297, 2017, pp. 134–148, Bibcode:2017Icar..297..134R, DOI:10.1016/j.icarus.2017.06.030, arXiv:1707.01234.

Bibliografia

modifica

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica
  Portale Astronomia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di astronomia e astrofisica