Abbas Ali Khalatbari
Abbas Ali Khalatbari (Teheran, 1912 – Teheran, 11 aprile 1979) è stato un politico e diplomatico iraniano, Ministro degli affari esteri nel governo Hoveyda, ucciso dal neo-nato regime islamico.
Abbas Ali Khalatbari | |
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Ministro degli affari esteri | |
Durata mandato | 13 settembre 1971 – 27 agosto 1978 |
Capo del governo | Amir-Abbas Hoveyda |
Predecessore | Ardeshir Zahedi |
Successore | Amir Khosrow Afshar |
Segretario generale CENTO | |
Durata mandato | giugno 1962 – gennaio 1968 |
Predecessore | Osman Ali Baig |
Successore | Rıfat Turgut Menemencioğlu |
Dati generali | |
Partito politico | Rastakhiz Party |
Biografia
modificaFinalizzò gli studi a Parigi, dove conseguì la laurea in scienze politiche presso la Faculté de droit de Paris nel 1936 e un dottorato in giurisprudenza nel 1938.[1]
Diplomatico,[2] iniziò la sua carriera nel Ministero delle Finanze nel 1940, poi al ministero degli esteri nel 1942. Ha rivestito brevemente il ruolo d'ambasciatore dell'Iran in Polonia nel 1961.[1]
Khalatbari venne nominato segretario generale della CENTO nel gennaio 1962, in sostituzione del pakistano Mirza Osman Ali Baig.[3] Rimase in carica fino al gennaio 1968, quando Rıfat Turgut Menemencioğlu prese il suo posto.[4] Dal 1968 al 1970 fu viceministro degli affari esteri.[5]
Abbas venne nominato ministro degli esteri nel gabinetto guidato dal primo ministro Amir-Abbas Hoveyda il 13 settembre 1971,[6] sostituendo Ardeshir Zahedi.[7] Khalatbari si recò in visita ufficiale in Israele nel 1977 come ospite del suo omologo israeliano Yigal Allon.[8]
Khalatbari fu inoltre membro della Commissione Musa Sadr creata nel 1977 per discutere sul come rapportarsi con Musa al-Sadr, influente politico sciita libanese.[9] La commissione concluse che Al Sadr dovesse essere un agente dell'Iran.[9]
Il suo mandato come ministro degli Esteri terminò il 27 agosto 1978,[10] e fu sostituito da Amir Khosrow Afshar. Pur essendo fedele allo scià, Khalatbari apprese la sua rimozione dalle prime notizie radiofoniche del mattino.[11]
Morte
modificaDopo la rivoluzione islamica del 1979 Khalatbari venne arrestato e condannato a morte con l'accusa di "corruzione sulla terra; appartenenza all'ex regime, essere un ministro del precedente governo, essere un agente della SAVAK, essere membro di una delegazione governativa che agisce contro gli interessi della nazione; essere pagati dalla CIA; tradimento, agire contro l'interesse del popolo, contro la sicurezza della nazione".[12] Fu inoltre accusato di aver permesso agli agenti della SAVAK di essere impiegati come diplomatici in diverse ambasciate dell'Iran imperiale.[13]
Khalatbari e altri dieci funzionari dello scià, tra cui l'ex ministro dell'agricoltura Mansour Rouhani, vennero giustiziati dalle forze di sicurezza della Repubblica islamica dell'Iran a Teheran l'11 aprile 1979.[13]
Sposato con la sorella di Safi Asfia, responsabile delle prime ambizioni nucleari dell'Iran. Ebbe quattro figli.[14]
Note
modifica- ^ a b In Memory of Abbas Ali Khalatbary Foreign Minister of Iran, in Sedona. URL consultato il 9 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2002).
- ^ Law And Human Rights in The Islamic Republic of Iran (PDF), in Amnesty International, febbraio 1980. URL consultato il 25 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
- ^ Biographical Sketches, in Massachusetts Historical Society. URL consultato il 6 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2013).
- ^ Bob Reinalda e Kent Kille, Biographical Dictionary of Secretaries-General of International Organizations (PDF), in IO BIO Database, 21 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2013).
- ^ Mahmoud Ghaffari, Sense and humor, in The Iranian, 7 maggio 2004. URL consultato il 25 luglio 2013.
- ^ Chronology August 16, 1971-November 15, 1971, in The Middle East Journal, vol. 26, n. 1, 1972, p. 43, JSTOR 4324874.
- ^ Iran Rulers effective 1694 to Date, in Peymanmeli. URL consultato il 25 luglio 2013.
- ^ Benjamin Beit Hallahmi, The Israeli Connection: Whom Israel Arms and why, New York, Pantheon Books, 1987, p. 10, ISBN 978-1-85043-069-8.
- ^ a b Arash Reisinezhad, The Shah of Iran, the Iraqi Kurds, and the Lebanese Shia, Cham, Palgrave Macmillan, 2019, pp. 271–272, DOI:10.1007/978-3-319-89947-3, ISBN 978-3-319-89947-3.
- ^ A chronology of the Iranian Revolution (1978–79), in Derkeiler. URL consultato il 25 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2014).
- ^ James A. Bill, Iran and the crisis of '78, in Foreign Affairs, Winter 1978–79, p. 326, ISSN 0015-7120 .
- ^ One person's story. Mr. Abbas Ali Khal'atbari, in OMID. URL consultato il 25 luglio 2013.
- ^ a b Total put to death stands at 101 11 Shah officials executed in Tehran, in The Globe and Mail, Tehran, Reuters, 12 aprile 1979. URL consultato il 27 giugno 2023.
- ^ Abbas Milani, Eminent Persians: The men and women who made modern Iran, 1941-1979, Syracuse,NY, Syracuse University Press, 2008, ISBN 978-0-8156-0907-0, OCLC 225870858.
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