Abd al-Rahman Shahbandar
ʿAbd al-Raḥmān Shahbandar (in arabo عبد الرحمن الشهبندر?; 1880 – giugno 1940) è stato un politico siriano di orientamento nazionalista.
Politico attivo durante il periodo mandatario della Francia in Siria, perseguì un disegno politico di compromesso con la Potenza mandataria. I suoi ideali nazionalistici risalgono ai giorni dell'attività del Comitato Unione e Progresso e alle sue politiche di riformismo. Sostenne la rivolta araba durante la prima guerra mondiale e fu per breve periodo ministro degli Esteri nell'effimero Regno Arabo di Siria affidato a Fayṣal.[1]
Quando la Francia occupò la Siria nel luglio del 1920, egli fuggì per tornarvi nel 1921, al fine di organizzare l'Associazione del pugno d'acciaio (in arabo جمعية القبضة الفولاذية?, Jamʿiyyat al-qabḍa al-fūlādhiyya) contro il potere francese. Questo fu il primo gruppo nazionalistico a nascere nella Siria mandataria e Shahbandar organizzò le sue sezioni a Homs e a Hama.[2] Nell'aprile del 1922 i francesi arrestarono lui e altri esponenti del Pugno d'acciaio per incitamento all'ostilità nei loro confronti. Gli arresti comportarono diversi giorni di manifestazioni e sanguinosi scontri con le forze francesi a Damasco. Nondimeno i francesi arrestarono Shahbandar per "attività sovversive" e lo condannarono a 20 anni di carcere.
Dopo aver scontato due anni di prigione, i francesi esiliarono Shahbandar in Egitto, dove egli raggiunse il Congresso Siro-Palestinese basato al Cairo. I francesi consentirono a un suo ritorno in patria nel 1924 e l'anno seguente Shahbandar guidò la costituzione del primo partito nazionalistico di Siria, il Partito del Popolo. Aiutò quindi a organizzare l'inclusione, nell'ambito del progetto della grande rivoluzione siriana, del Gebel druso al resto della Siria. Riuscì a eludere il controllo delle autorità francesi, muovendosi lungo tutto il Gebel druso per tutta la durata della rivoluzione. Qui assieme a Sultan al-Atrash formò un governo provvisorio ma, quando i moti furono stroncati dalla Francia nel 1927, Shahbandar fuggì in Transgiordania e da lì in Egitto.
Nel 1937 un'altra amnistia francese gli consentì di riguadagnare la patria ed egli guidò ancora i suoi sostenitori ad opporsi alla presenza francese, espressa dal trattato d'indipendenza franco-siriana che era in discussione e che garantiva a Parigi di mantenere i suoi privilegi a scapito della piena e reale sovranità della Siria. Fu sostenuto in questo da politici siriani quali Munir al-Ajlani. Shahbandar diresse ancyhe una campagna politica per discreditare il governo del Blocco Nazionale del primo ministro Jamil Mardam Bey.
Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e il repentino crollo militare della Francia, i filo-gaullisti si convinsero dell'opportunità di coinvolgere nella lotta contro il nazi-fascismo e il regime di Petain i siriani e Shahbandar, ostile al Blocco Nazionale e favorito dal Regno Unito dalle monarchie arabe hascemite.
Nel giugno del 1940 il popolarissimo patriota siriano fu però assassinato. I francesi accusarono del misfatto numerosi esponenti del Blocco Nazionale, inclusi Jamil Mardam Bey e Sa'dallah al-Jabiri, e gli accusati furono pertanto costretti a fuggire nell'Iraq mandatario.
Note
modifica- ^ Il suo vice fu allora Jamil Mardam Bey, poi suo alleato e infine antagonista in Siria.
- ^ Ad Aleppo un'organizzazione simile, chiamata Associazione della Mano Rossa, si propose la lotta contro i francese.
Bibliografia
modifica- (EN) David DeanCommins, Historical Dictionary of Syria, Scarecrow Press, 2004, pp. 142, 236-37, ISBN 0-8108-4934-8.
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