Abies flinckii

specie di abete

Abies flinckii Rushforth, 1989, è una specie di abete appartenente alla famiglia delle Pinaceae, endemica di alcune località di montagna degli stati di Jalisco e Michoacán, in Messico.[2]

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Abies flinckii
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisionePinophyta
ClassePinopsida
OrdinePinales
FamigliaPinaceae
GenereAbies
SpecieA. flinckii
Nomenclatura binomiale
Abies flinckii
Rushforth, 1989
Nomi comuni

(EN) Jalisco Fir

Etimologia

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Il nome generico Abies, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare dalla parola greca ἄβιος = longevo.[3] Il nome specifico flinckii è in onore del botanico Karl Evert Flinck.

Descrizione

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Portamento

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Albero alto fino a 25-35 m, con tronco che può raggiungere 1 m di diametro, con rami che tendono a propagarsi orizzontalmente in prossimità della cima.[4]

Le foglie sono aghiformi, lunghe 3,5-7 cm (tra le più grandi nel genere Abies), sono verdi superiormente, con due bande bianche di stomi inferiormente, a forma attorcigliata o dritta. Le gemme sono resinose.[4]

Gli strobili femminili sono oblunghi-conici, lunghi 12-16 cm e larghi fino a 4,5 cm, con un corto stelo di un cm; i semi sono lunghi circa 1  cm, di colore marrone chiaro, con parte alata lunga 2,5 cm. Vengono rilasciati dai coni in novembre.[4]

Corteccia

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La corteccia è di colore grigio, liscia da giovane e nella parte sommitale del fusto, solcata e rugosa negli esemplari anziani alla base dello stesso.[4]

Distribuzione e habitat

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Frequenta i pendii montani rivolti a settentrione con clima oceanico fresco e umido (precipitazioni annue superiori a 1.000 mm), a quote comprese tra i 1.800 e i 4.000 m. I boschi puri sono rari, prediligendo le formazioni miste con Abies religiosa, Cupressus lusitanica, Pinus ayacahuite, Pinus hartwegii, Pinus michoacana, Pinus montezumae e Pinus pseudostrobus alle alte quote. Alle basse quote si rinviene in associazione con specie dei generi Quercus, Juniperus e Arbutus. Tra le specie arbustive dominanti si annoverano Arbutus xalapensis, Baccharis vaccinioides, Cestrum guatemalense, Litsea glaucescens, Rubus trilobus, Salvia cinnabarina e Sambucus mexicana.[1]

Tassonomia

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La classificazione di questo taxon non è ancora pienamente risolta ed esistono altre interpretazioni, come quella recente (1995) di Govaerts, che lo ritiene indistinto da A. guatemalensis o quella, ancor più recente (2010), di Farjon, che lo considera una varietà di A. guatemalensis.[2] Rushforth, per la sua interpretazione di taxon come specie distinta, si è avvalso tuttavia di studi effettuati direttamente sul campo, su campioni vivi, e non sulle collezioni di esemplari conservati nell'herbarium dei Kew Gardens, come gli altri autori.[4]

Il suo legno, nel passato, veniva sfruttato abbondantemente per la produzione di carbone vegetale, essendo questa una varietà che si rinviene in località più accessibili; nonostante che attualmente la maggior parte delle subpopolazioni vegetino in aree protette, lo sfruttamento illegale è ancora presente.[1]

Conservazione

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Si conoscono 11-12 località dove questa varietà vegeta, con un areale stimato di 48 km²; non vi sono dati certi sui rischi specifici ai quali è sottoposta, per cui è inserita precauzionalmente come specie prossima alla minaccia (near threatened in inglese) nella Lista rossa IUCN.[1]

  1. ^ a b c d (EN) Thomas, P. 2013, Abies flinckii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) Abies flinckii Rushforth, in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 27/4/2020.
  3. ^ Pier Luigi Nimis, Nevio Agostini, Marco Verdecchia e Elias Ceccarelli, Guida agli alberi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (PDF), su Dryades project Dipartimento di Scienze della Vita Università di Trieste, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. URL consultato l'8 maggio 2019.
  4. ^ a b c d e (EN) Abies flinkii, su American Conifer Society. URL consultato l'8 maggio 2019.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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