Acate

comune italiano
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Acate (/aˈka.tɛ/) è un comune italiano di 10 548 abitanti[2] del libero consorzio comunale di Ragusa in Sicilia.

Acate
comune
Acate – Stemma
Acate – Bandiera
Acate – Veduta
Acate – Veduta
Piazza Libertà
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Ragusa
Amministrazione
SindacoGianfranco Fidone (indipendente di centro-destra) dal 29-5-2023
Territorio
Coordinate37°01′31.03″N 14°29′32.87″E
Altitudine199 m s.l.m.
Superficie102,47[1] km²
Abitanti10 548[2] (31-12-2023)
Densità102,94 ab./km²
FrazioniMarina di Acate
Comuni confinantiCaltagirone (CT), Gela (CL), Mazzarrone (CT), Vittoria
Altre informazioni
Cod. postale97011
Prefisso0932
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT088001
Cod. catastaleA014
TargaRG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona C, 1 006 GG[4]
Nome abitantiacatesi
Patronosan Biagio
Giorno festivo3 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Acate
Acate
Acate – Mappa
Acate – Mappa
Posizione del comune di Acate nel libero consorzio comunale di Ragusa
Sito istituzionale

Geografia fisica

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Territorio

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Acàte si trova sul bordo della piana di Vittoria che si affaccia dalla sponda sinistra del fiume Dirillo a 34 chilometri da Ragusa, a un'altezza di 199 m s.l.m.. È il comune più occidentale della provincia.

La cittadina possiede un impianto urbanistico a vie ortogonali. A 13 km dal paese sorge la frazione marinara Marina di Acate, chiamata dagli abitanti "Macconi" e compresa tra la foce del Dirillo e Scoglitti

  • Classificazione climatica: zona C, 1006 GG[5].

Origini del nome

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In lingua siciliana il nome di Acate è Vìschiri e gli abitanti sono detti Viscaràni. Fino al 1938 il nome del comune era infatti "Biscari"[6], di origine non ricostruibile, che fu registrato nel 1299 con la concessione come feudo da Carlo II d'Angiò a Gualtiero Pantaleone. Il cambio di nome fu proposto dallo studioso locale Carlo Addario. Il nome odierno[7] si riferisce all'antico nome del vicino fiume Dirillo, denominato dai romani Acates amnis, e dai greci Acathes. Il nome del fiume è legato ai ritrovamenti di pietre d'agata nel suo corso superiore, come testimoniano Plinio il Vecchio[8] e, ancor prima, Teofrasto. L'etimologia di Dirillo potrebbe anche provenire dal toponimo "Acrilla"[9] che, trasformandosi, lasciò il suo nome alla valle del Dirillo[10].

Un'altra ipotesi si basa sul fatto che il nome attuale fosse l'antica denominazione di quest'insediamento, provenendo proprio dal personaggio virgiliano dell'Eneide, Acate[11], che l'autore fa passare da queste parti e si immagina fu sepolto, per l'appunto, nei pressi delle rive del suddetto fiume (ipotesi non sostenibile, giacché il personaggio dell'Eneide non muore in Sicilia, ma è presente con Enea all'arrivo dei Troiani nel Lazio).

La storia di Acate affonda le sue radici in età preistorica. Alcuni scavi a Poggio Bidine, nel territorio acatese, hanno portato alla luce una serie di capanne e un'ara funeraria risalenti all'età del Bronzo.

In zona sono stati anche rinvenute tracce di siculi, greci, romani, bizantini, arabi, normanni e aragonesi.

Il casale di Odogrillo rappresentò il primo nucleo abitativo della zona. Di questo casale, di probabile origine saracena, resta oggi solo una muraglia, chiamata u casali, in Contrada Casale. Importanti documenti risalenti al 1278 e al 1283 testimoniano la sua esistenza. Successivamente, Odogrillo entrò a far parte del feudo dei Chiaramonte, con il nome di Biscari, ed entrò a far parte della Contea di Modica. A questo punto iniziò un periodo di declino, probabilmente dovuto alla modesta popolazione e alle insalubri condizioni paludose in cui versava la campagna circostante.

Al declino di Odogrillo corrispose l'ascesa di Casale di Bìscari, che sotto la famiglia dei Castello assume sempre più importanza come centro abitato. Biscari sarebbe stata fondata da Raimondo Castello nel 1478, ma si trattò certamente di una rifondazione, perché il paese esisteva da molto tempo. Sotto i Castello, Biscari visse un periodo di crescita e benessere, dovute a un discreto sviluppo agricolo e demografico, fino ad assumere una certa importanza come centro abitato. Lo storico Fazello lo descrive, intorno al 1555, come un "piccolo centro fortificato".

Secondo lo storico Gianni Morando, Biscari nel 1308 aveva due chiese (S. Biagio e S. Nicola) e nel 1593 era solo un villaggio di 620 persone. Il quartiere più grande era Casi novi con 39 case, seguito da S. Antoni (30 case), Canalicchio (26 case), Castello (25 case), Piazza (15 case), S. Nicola (14 case) e poi Ruga grandi, Bucheria, Mandraza ed altri quartieri minori. Con il disastroso terremoto del 1693, Biscari fu distrutta completamente e risorse nell'attuale sito, poco distante da quello originario.

Nel 1633 Agatino Paternò Castello ottenne per il feudo, uno dei più importanti di Sicilia, il titolo principesco per cui venne fondato il Principato di Biscari.

Intorno al 1824 il borgo divenne libero comune. Nel 1938, su iniziativa di Carlo Addario, uno studioso locale, il nome del comune fu cambiato da Biscari in Acate.

Nel luglio 1943, a seguito dello sbarco in Sicilia, le forze armate statunitensi, dopo la conquista del centro, perpetrarono nel suo territorio il massacro di Biscari a danno di prigionieri di guerra italiani e tedeschi, che furono fucilati sommariamente dopo la loro resa. Fra loro, anche il trentenne Carl Ludwig Long, atleta tedesco, medaglia d'argento nel salto in lungo alle Olimpiadi di Berlino del 1936, alle spalle dell'amico Jesse Owens.

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa madre di San Nicola di Bari.
 
Facciata sinistra del Castello dei Principi di Biscari - Acate.

Architetture religiose

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Chiesa madre di San Nicola di Bari

Fu distrutta e ricostruita in seguito ai due terremoti del 1693 e 1846. Ha solo resti dell'edificio originario, tra cui gli archi della volta del coro, parte dell'abside e del transetto.

Chiesa di San Vincenzo

Annessa al castello, le sue navate sono ricche di stucchi; conserva il corpo santo di San Vincenzo, protettore della città, e un organo di squisita fattura.

 
Chiesa di San Vincenzo.
Convento dei frati cappuccini

Fu costruito nel 1737 dal principe Vincenzo Paternò, uomo molto religioso. L'opera fu molto apprezzata dai fedeli, ma durò appena cinquant'anni; a causa della soppressione degli enti religiosi il convento fu abbandonato e rimase disabitato fino al 1997, data in cui è stato restaurato e adibito a sede della biblioteca comunale. Al suo interno si trova la chiesa dei frati minori cappuccini.

Istituto delle suore del Sacro Cuore

Inizialmente chiamato "Collegio di Maria" ed eretto sulla chiesa di Sant'Agata, l'istituto andò in rovina a causa del terremoto del 1693. Fu ricostruito e completato nel 1739, sotto il principato di Vincenzo Paternò Castello. L'istituto si prefiggeva l'assistenza, l'educazione e la formazione religiosa, culturale e artigianale (scuola del ricamo) delle fanciulle, figlie dei vassalli. Di recente, l'edificio, che comprende anche un'aggiunta di nuova costruzione, è stato lasciato dalle suore ed è stato ceduto a dei privati: la chiesetta, comunque, continua a essere usata per scopi religiosi.

Architetture civili

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Castello dei principi di Biscari

La costruzione del castello di Acate, voluta da Guglielmo Raimondo Lo Castello, ebbe inizio nel 1494. Il castello sorse sul bordo del lato sud della valle del fiume Dirillo. Ha subito nei successivi tre secoli varie modifiche e ampliamenti, che ne hanno mutato la fisionomia. Il suo prospetto principale oggi si affaccia su Piazza Libertà. Nella seconda metà del ventesimo secolo subì l'abbandono quasi totale, ma è stato successivamente acquistato dal comune e restaurato, per cui oggi si presenta in tutto il suo splendore originario.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[12]

Etnie e minoranze straniere

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Al 31 dicembre 2019 gli stranieri residenti nel comune di Acate in totale sono 3445,[13] pari al 31,62% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono:

  1. Romania, 1864
  2. Tunisia, 986
  3. Marocco, 214
  4. Albania, 76
  5. Polonia, 52

Lingue e dialetti

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Distribuzione del gruppo siciliano.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua siciliana e Dialetto siciliano metafonetico sudorientale.

Oltre alla lingua ufficiale italiana, ad Acate si parla la lingua siciliana nella sua variante metafonetica sud-orientale. La ricchezza di influenze del siciliano, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, deriva dalla posizione geografica dell'isola, la cui centralità nel mar Mediterraneo ne ha fatto terra di conquista di numerosi popoli gravitanti nell'area mediterranea.

Tradizioni e folclore

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Festa di San Giuseppe (u Patriarca)

La festa di San Giuseppe (19 marzo), che in Italia coincide la festa del papà, assume particolare importanza ad Acate. Alcune famiglie che sono grate al santo o che sperano nella sua intercessione preparano un "Pranzo Sacro", disposto su un altare ricoperto da lenzuola bianche ricamate. Questo altare è chiamato u patriarca, nome che in dialetto acatese indica anche il santo e la festa stessa a lui dedicata. Ogni Pranzo Sacro viene offerto ad una Sacra Famiglia, impersonata da tre bisognosi del comune.

Festa di San Vincenzo

La festa di San Vincenzo, che dura quattro giorni fino alla terza domenica dopo la festa di Pasqua, continua un'antica tradizione cominciata nel 1722. In passato rivestiva un ruolo centrale nella festa il Palio di San Vincenzo, in siciliano a cursa di San Vicenzu (pronuncia acatese IPA: /aˈkur.saˈɾi.saɱ.mɪˈt͡ʃjɛn.t͡sʊ/), una competizione equestre che si svolgeva in Corso Indipendenza. Il palio non si svolge più ad Acate dal 2008 per motivi di ordine pubblico. A completare l'aspetto folcloristico della festa la presenza di sbandieratori, gruppi siciliani e il corteo storico, formato da giovani in abiti del Settecento.

Geografia antropica

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Frazioni

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Al 15º censimento generale della popolazione e delle abitazioni dell'ISTAT (2011), il territorio di Acate risulta così suddiviso[14]:

Nome Tipologia Abitanti Altitudine Coordinate
Acate centro abitato / capoluogo comunale 7 919 199 37°01′30.95″N 14°29′32.83″E
Marina di Acate centro abitato 0[15] 15 36°59′05.54″N 14°21′34.33″E
Villaggio Odissea nucleo abitato 84 195 37°00′51.68″N 14°29′50.1″E
- Case sparse 1 571 - -
totale 2 centri abitati + 1 nucleo abitato 9 574 0/268

Economia

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L'economia è prevalentemente agricola e consiste in gran parte di uliveti, vigneti, agrumeti, prodotti stagionali e prodotti di serricoltura. In particolare, la zona più vicina alla costa ospita serre specializzate in primizie. Il territorio di Acate rientra nei terreni di produzione:

Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
15 dicembre 1986 23 luglio 1990 Francesco Raffo Democrazia Cristiana Sindaco [16]
23 luglio 1990 13 novembre 1991 Francesco Raffo Democrazia Cristiana Sindaco [16]
13 novembre 1991 26 novembre 1993 Giovanni Mario Caruso Democrazia Cristiana Sindaco [16]
15 febbraio 1994 25 maggio 1998 Gaetano Giovanni Masaracchio - Sindaco [16]
1º giugno 1998 27 maggio 2003 Maria Ignazia Battaglia L'Ulivo Sindaco [16]
30 maggio 2003 17 giugno 2008 Giovanni Mario Caruso Casa delle Libertà Sindaco [16]
17 giugno 2008 14 giugno 2013 Giovanni Mario Caruso lista civica Sindaco [16]
15 giugno 2013 13 giugno 2018 Francesco Raffo Sindaco [16]
13 giugno 2018 29 maggio 2023 Giovanni Di Natale lista civica Sindaco [16]
29 maggio 2023 in carica Gianfranco Fidone lista civica di centro-destra Sindaco [16]


Gemellaggi

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  1. ^ Dati Istat 2011, su istat.it. URL consultato il 6 luglio 2015.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 15 dicembre 2022. URL consultato il 19 dicembre 2022.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Dati Confedilizia - Sicilia, su confedilizia.it. URL consultato il 7 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2002).
  6. ^ In data 23 ottobre 1937, con deliberazione n. 54, il Rettorato Provinciale di Ragusa esprimeva parere favorevole al cambiamento; il Decreto Regio definitivo (R.D. 17 maggio 1938, n. 806), pubblicato in "Leggi e Decreti del Regno d'Italia dal 1851", alla pagina 2456, veniva promulgato il 17 maggio 1938 col n. 806 l'autorizzazione al Comune di Biscari, in provincia di Ragusa, a modificare la propria denominazione in "Acate".
  7. ^ G. Coria, Viaggio negli Iblei, Provincia Regionale di Ragusa, Avola 1997, p. 33.
  8. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXVII, 54 (traduzione in inglese) dal Perseus Project
  9. ^ Acrilla fu un insediamento greco antico situato circa 15 km a monte lungo il corso del fiume.
  10. ^ Si è creduto per molto tempo che "Odogrillo" fosse l'antica Biscari. Si deve allo storico Gianni Morando l'individuazione esatta del sito di Odogrillo che si trovava sulla riva opposta del fiume Dirillo rispetto al centro abitato di Biscari.
  11. ^ Più volte citato nell'Eneide di Virgilio sin dal primo libro, viene indicato come uno dei fedelissimi di Enea, sempre al suo fianco in tutte le sue peripezie, ed è il capitano di una delle navi con cui Enea e i suoi lasciano Troia. Enea è tanto sicuro della fedeltà di Acate da arrivare ad affidargli le proprie armi.
  12. ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  13. ^ Dati demografici ISTAT.
  14. ^ Acate - linkedopendata, su datiopen.istat.it. URL consultato il 7 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2015).
  15. ^ Classificato come "centro temporaneo", ovvero «luoghi di convegno turistico, gruppi di villini, alberghi e simili destinati alla villeggiatura, abitati stagionalmente che nel periodo dell'attività stagionale presentano i requisiti del centro abitato»; cfr. Centro Temporaneo . linkedopendata, su datiopen.istat.it. URL consultato il 7 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2015).
  16. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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