Accademia dei Segreti

L'Accademia dei Segreti (in latino: Academia Secretorum Naturae) fu fondata a Napoli intorno al 1560 dallo scienziato, filosofo e alchimista Giovanni Battista Della Porta. La sede era nel palazzo estivo dello stesso della Porta, in Salita Due Porte all'Arenella.[2]

Accademia dei Segreti
(LA) Academia Secretorum Naturae
(IT) Accademia dei Segreti della Natura
Parete del "teschio", in una delle stanze ritenute appartenenti all'Accademia dei Segreti[1]
TipoAccademia
Fondazione1560
Scioglimento1580
Scoposcientifico, culturale
Sede centraleItalia (bandiera) Napoli
Area di azioneItalia, Europa, Schiavonia, Grecia, Ebrei
Principe Signor della TerraItalia (bandiera) Giovanni Battista della Porta
Lingue ufficialiNapoletano, italiano, latino
Membri27 (1567)
Bilancio5.000 scudi napoletani (1567)
Impiegati13 + i serventi (1567)

Quella "dei Segreti" viene considerata la prima accademia scientifica d'Europa.[3][4] Per esservi ammessi era necessario dimostrare di aver effettuato una nuova scoperta nell'ambito delle scienze naturali, sconosciuta al resto dell'umanità;[5] l'accento tuttavia veniva posto più sul meraviglioso che sul metodo scientifico.[6][7]

Vi si svolgevano presumibilmente anche esperimenti di magia e rituali di occultismo.[1] L'Accademia ebbe perciò vita breve, in quanto fu oggetto delle indagini dell'Inquisizione, e venne chiusa nel 1580 per ordine del papa.

 
Ritratto di Giambattista della Porta, «professore dei segreti»

Il nome dell'Accademia si riferisce a quelle «raccolte di segreti», conosciute già durante il Medioevo, che incontrarono una straordinaria fortuna con l'avvento della stampa a caratteri mobili. Si trattava di un vero e proprio genere letterario a cui contribuirono diversi umanisti fra cui lo stesso Della Porta coi suoi libri.

In questi testi non si parlava solo di conoscenze segrete o arcane, come preannunciato dal titolo, ma Secreto era spesso un termine sinonimo di «ricetta», cioè di preparazione di farmaci o pozioni dagli effetti prodigiosi, riguardante argomenti di medicina, chimica, metallurgia, cosmesi, agricoltura, caccia, ottica, costruzione di macchine, ecc.[8]

 
Un interno dell'Accademia dei Segreti.

I libri di segreti raccoglievano al loro interno informazioni di tal genere, conoscendo una notevole diffusione anche al di fuori del contesto accademico, finalizzati ad un pubblico vasto.[8] Colui che insegnava a padroneggiarli era chiamato «professore di segreti».[9]

 
Affresco ispirato alla mitologia egizia rinvenuto nell'ambiente d'ingresso dell'Accademia, forse raffigurante il dio Seth e la dea Iside mentre allatta Horus.[1]

In questa veste il Della Porta portò così nell'Accademia, situata all'interno della propria villa oggi scomparsa,[10] i suoi contributi e le sue esperienze nell'ambito di tali segreti appartenenti al complesso della magia naturale, oltre che alla criptografia, al magnetismo e alla chiromanzia.[1]

Gli ambienti che sono stati rinvenuti nel 1988 circa in una cavità sotterranea,[10] spesso decorati con un opus reticolatum, in cui spicca tra l'altro un affresco con una scena sacra dell'antico Egitto, rimandi al simbolismo numerologico del sei e dell'otto, e la figura di un enorme teschio con la bocca spalancata in un muro di blocchi di tufo, lasciano tuttavia supporre una funzione cerimoniale oltre che scientifica dell'Accademia.[1]

Tra i suoi frequentatori vi furono lo speziale Ferrante Imperato, lo storico Giulio Cesare Capaccio, lo scrittore Giambattista Basile, il marchese e poeta Giovanni Battista Manso.[11]

Chiusura dell'Accademia

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L'Accademia venne sospettata ben presto di occuparsi di occultismo. Il Cardinale di Pisa Scipione Rebiba iniziò la pratica inquirente presso il Sant'Uffizio, sicché Giovanni Battista della Porta e la sua "Accademia dei Segreti" caddero nelle maglie dell'Inquisizione nel 1579.

Uno dei principali accusatori fu Jean Bodin, avvocato al Parlamento parigino, consigliere alla corte del Re di Francia Enrico III e autore nel 1580 del testo Démonomanie des sorciers, che definiva Giovanni Battista della Porta essere un «Mago venefico» e «Grand Sorcier Neapolitain». Dopo l'abiura da parte di della Porta, l'Accademia fu chiusa nel 1580 per ordine di papa Gregorio XIII.

Composizione dei membri

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Secondo Girolamo Ruscelli (alias Alexius Pedemontanus), uno dei membri più influenti dell'Accademia, autore di un testo intitolato Secreti nuovi di maravigliosa virtù in cui ne descrive la composizione,[3] dell'Accademia dei Segreti avrebbero fatto parte 27 Accademici, ognuno portatore di un contributo economico,[12] così suddivisi:

  • 3 Signori e Capi,[13]
  • 24 Compagni, che «mangiavano & dormivano tutti alle case loro. Et solamente ogni primo dì di ogni mese si radunavano a ricrearsi tutti insieme la mattina a desinare nella detta casa commune a tutti».[14]

Vi erano poi Ministri & Serventi, «i quali tutti, per essere persone bisognose, si tenevano a spese continue della compagnia & a' convenevoli salari, & stavano contentissimi essendo ancor'essi persone di bel'animo & desiderosi d'imparare & d'acquistar virtù». I Ministri erano suddivisi in:

  • Simplicisti intendenti,[15]
  • 2 spetiali,
  • 2 Orefici,
  • 2 profumieri,
  • 1 dipintore,
  • 4 Erbolarij,

mentre i Serventi erano suddivisi a loro volta in due categorie.[16]

È in dubbio tuttavia se Ruscelli si riferisca effettivamente all'Accademia di Giambattista Della Porta, dato che egli sarebbe forse stato il fondatore di una precedente accademia segreta,[17] a cui si sarebbe ispirato lo stesso Della Porta.[18]

Descrizione dell'attività

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Le attività dell'Accademia sono così descritte da Girolamo Ruscelli, per il quale il loro scopo primario era socraticamente lo studio della propria essenza interiore,[3][17] e in tal senso la ricerca dei segreti della natura esteriore, cioè del macrocosmo, aiutavano per analogia, secondo la corrispondenza tipica dell'astrologia medica rinascimentale di ascendenza tolemaica,[19] a far luce sui misteri del microcosmo umano:[17]

«L'intention nostra era stata primieramente di studiare & imparare noi stessi, non essendo studio né altro essercitio alcuno che più sia vero della Filosofia naturale, che questo di far diligentissima inquisitione & come una vera anatomia delle cose & dell'operationi della Natura in se stessa. Et aiutata dall'arte si vede aver'avuto origine & accrescimento la Medicina & tante altre arti importantissime alla vita Umana & all'ornamento del mondo. Et insieme con questa dilettatione & utilità nostra noi avevamo parimente caro di far beneficio al mondo in generale & in particolare, con ridurre a certezza & a notizia vera tanti utilissimi & importantissimi secreti d'ogni sorte & per ogni qualità di persona, così ricca & povera, Dotta & indotta, & maschio & femina, gioveni o vecchi che essi sieno.

Et però primieramente in tutti questi anni attendemmo di continuo a fare esperienze di tutte le sorti di secreti che in libri a stampa o a penna, così antichi come moderni potessimo ritrovare.

Et nel far tale esperienze abbiamo tenuto & tenemmo un ordine & un modo che non si può forse trovare né imaginare il migliore, come appresso si narrerà.

Et di tutti quei secreti & esperimenti che abbiamo trovati esser veri con farne di ciascuno tre esperienze, nel modo che si dirà più basso, noi, per comandamento del nostro Principe et Signore, facemmo scelta d'una parte, cioè di quelli che sono più facili da farsi da ciascheduno, di minore spesa & più da esser cari ad ogni sorte di persone generalmente, & così li mando hora in luce a beneficio et dilettatione commune d'ogni bello ingegno che se ne diletti & che stia per avergli cari.»

  1. ^ a b c d e f Luigi Braco, L'Accademia dei Segreti (PDF), su iniziazioneantica.altervista.org.
  2. ^ Il nome delle «Due Porte» doveva essere un riferimento a due ingressi a forma di antro che immettevano nella casa del celebre alchimista.[1]
  3. ^ a b c Immapaola Memoli, L'Accademia dei Segreti di Napoli: la prima accademia scientifica d'Europa, su vesuviolive.it, 2019.
  4. ^ Cfr. anche: Karl-Heinz Schlote, Chronologie der Naturwissenschaften: der Weg der Mathematik und der Naturwissenschaften von den Anfängen in das 21° Jahrhundert, pag. 154, Verlag Harri Deutsch, 2002 ISBN 978-3-8171-1610-2.
    (EN) William Eamon, Francoise Paheau, The Accademia Segreta of Girolamo Ruscelli: a Sixteenth-Century Italian Scientific Society, in "Isis", vol. 75, n. 2, giugno 1984, pp. 327-342.
  5. ^ Fausto Nicolini, Giambattista Della Porta, in Enciclopedia Italiana, Treccani, 1931.
  6. ^ Enrico Sigfrido, Francesco Höbel, Il Dio del silenzio: permanenze della tradizione esoterica egizia a Napoli, Napoli, Stamperia del Valentino, 2017, p. 339, ISBN 9788895063706.
  7. ^ (EN) Louise George Clubb, Della Porta's Life, su homepages.tscnet.com, New Jersey, Princeton University Press, 1965. URL consultato il 2 luglio 2023 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2004).
  8. ^ a b Umberto Eco, Riccardo Fedriga, Storia della filosofia. Vol. 2: Dall'Umanesimo a Hegel, Laterza Edizioni Scolastiche, 2014.
  9. ^ William Eamon, Il professore di segreti. Mistero, medicina e alchimia nell'Italia del Rinascimento, trad. it. di A. M. Paci, Carocci, 2014.
  10. ^ a b Recentemente oggetto di indagini archeologiche urbane, cfr. Antonello Di Biase, Misteriosi affreschi ritrovati in una grotta nei sotterranei dell'Arenella, su napolipiu.com, 2018.
  11. ^ Giovanbattista della Porta e l'Accademia dei Segreti, su esserealtrove.it.
  12. ^ «...haveva da spendere ogni anno ordinariamente 5.000 scudi, oltre a qualche migliaro che se ne guadagnava nel modo che si dirà appresso» (Girolamo Ruscelli, cfr. in proposito i suoi Secreti nuovi di maravigliosa virtù, usciti postumi nel 1567, in un'edizione curata da Francesco Sansovino).
  13. ^ A loro volta così suddivisi:
    • Principe Signor della Terra (che «contribuiva 1.000 scudi ogni anno, & altri 1.000 ce ne aveva conceduti sopra d'un Datio, che, incantandosi ogni anno, colui a chi restava s'intendeva d'esser obligato a pagar questi mille scudi in più che venivano alla nostra compagnia. Ma perché ella si faceva secreta, si riscuotevano detti 1.000 scudi sotto altro nome per terza mano. Egli si aveva posto da se stesso, generosamente, obligo di volersi trovare ogni 1ª Domenica di mese ad una general congregatione che noi facevamo, ove si narravano & mostravano tutte le cose che in tutto il mese precedente si erano fatte. Et fin allora per certo non haveva mai in 10 anni mancato se non 6 volte per giustissimi impedimenti. Ma tuttavia haveva voluto sempre supplire con venirvi poi una dell'altre Domeniche o feste che havevano seguito appresso»)
    • un suo Parente (che «contribuiva 100 scudi per uno l'anno. Egli, come il Ministro di Sua Eccellenza, aveva obligo volontario di venir alla filosofia (che così fra noi chiamavamo la detta nostra casa comune) una volta la settimana. Ma perché erano signori che si dilettavano, vi venivano molte volte più delle lor'obligationi & erano quasi così continui come ciascuno di noi. I quali per volontà & per obligation non lasciavamo mai giorno che non vi andassimo».)
    • un Ministro di Sua Eccellenza (contribuiva «100 scudi per uno l'anno». Egli aveva lo stesso obbligo del Parente sopraccitato).
  14. ^ Costoro erano a loro volta così suddivisi, tra 7 cittadini di Napoli, 14 forestieri, e altri 3:
    • 7 Cittadini di Napoli («erano tutte persone di Studi & di lettere di Filosofia, & tutti accomodati di beni della Fortuna, di modo che fra tutti havevano da 9.000 scudi d'entrata», e questi «s'erano da loro stessi tassati a contribuire ciascun d'essi 700 scudi l'anno»):
      • 5 celibi
      • 1 sposato ma sterile («di 27 anni»)
      • 1 vedovo con 1 sola figlia («maritata a persona comodissima & conforme al suo grado»)
    • 14 Forestieri («9 erano ancora essi accomodati de beni della Fortuna alle patrie loro, et vivevano onoratamente de' loro denari che si facevano venir da casa per li ministri lavoranti & servitori & per ogni altra cosa che si dirà qui seguente», ma «sì ancora per far tra essi & gl'Italiani il numero di 7, non volle che essi mettessero più che 300 scudi fra tutti insieme»):
      • 7 di diversi luoghi d'Italia («2 loro non havevano da poter contribuire a spese comuni» e «gli altri 4 s'erano tassati volontariamente a metter l'anno 100 scudi per uno»')
      • 7 Oltremontani di diverse Province (500 scudi «fra tutti loro ne volevano contribuire ogni anno i facoltosi»)
    • 3 altri («erano senza alcuna entrata o facultà, ancora che per se stessi s'essercitassero in alcune onorate operationi da guadagno, & la nostra compagnia non mancava di supplir loro a quanto bisognava»):
      • 1 Schiavone
      • 1 Greco
      • 1 Ebreo di Salonicco («vecchio & che più volte era andato di Levante in Christianità»).
  15. ^ Costoro «comandavano i sopradetti spetiali, orefici & profumieri & dipintori, secondo che erano le cose che si venivano facendo. Cioè se erano cose di spetiarie, l'ordinava gli spetiali, se di profumerie i profumieri, se di colori i dipintori & così l'altre, non mancando ancor'essi soprastanti di metter le mani lietamente & d'adoperarsi dove bisognava».
  16. ^ La prima parte «che attendeva solamente alla cura della casa ove si mangiava, provvedendo alla cucina, all'apparecchio delle tavole, al far di letti & a tutt'altre cose necessarie per il vivere di tutti i ministri & operarij della Filosofia & di se stessi»;
    mentre la seconda parte (gli Operarij della Filosofia) «era deputata tutta al servitio & ministerio della Filosofia, come al portare acqua, pestare, macinare, fabricar forni & altre tai cose, attendere ai fuochi, lutar vasi, far luti, crivellar ceneri, far capitelli, nettar i vasi & le stanze, & tutti gli altri servitij di fatica necessari in tal Filosofia».
  17. ^ a b c Donato Verardi, La scienza e i segreti della natura a Napoli nel Rinascimento, nota 13, Firenze University Press, 2018, p. 14, ISBN 978-88-6453-788-7.
  18. ^ (EN) William Eamon, Francoise Paheau, The Accademia Segreta of Girolamo Ruscelli: A Sixteenth-Century Italian Scientific Society, in "Isis", vol. 75, n. 2, giugno 1984, pp. 328-330.
  19. ^ Donato Verardi, La scienza e i segreti della natura a Napoli nel Rinascimento, op. cit., p. 106.

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