Litorale austriaco

regione amministrativa degli Imperi austriaco (1849-1867) ed austro-ungarico (1867-1919)
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Il Litorale austriaco (in tedesco Österreichisches Küstenland, in sloveno Avstrijsko primorje, in croato Austrijsko primorje, in ungherese Tengermellék) era una regione amministrativa dell'Impero austriaco, nata nel 1849 dalla soppressione del previgente Regno d'Illiria. Fu ricompreso anche nella Confederazione Germanica fintanto che essa esistette. Nel 1863 il glottologo goriziano Graziadio Isaia Ascoli usò per primo il termine Venezia Giulia traducendo la denominazione latina di epoca augustea di Venetia (regio X Venetia et Histria) e specificandola con riferimento all'estesa influenza della Gens Julia nel territorio (Julium Carnicum - Zuglio, Forum Julii - Cividale, Pietas Julia - Pola). Lo scopo era di perorare la causa dell'italianità della regione, in realtà avente a quel tempo composizione multietnica e plurilinguistica.[1]

Litorale austriaco
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Il Litorale austriaco all'interno dell'Impero austro-ungarico, 1914.

     Contea Principesca di Gorizia e Gradisca

     Città imperiale di Trieste

     Margraviato d'Istria

Dati amministrativi
Nome completoÖsterreichisch-illirisches Küstenland
Nome ufficialeKüstenland
Lingue ufficialitedesco, italiano, sloveno
Lingue parlatetedesco, italiano, sloveno, croato, istrioto, veneto, friulano, romeno.
CapitaleTrieste  (178.599 ab. / 1900)
Altre capitaliGorizia
Parenzo
Dipendente da Impero austriaco
Politica
Organi deliberativiLandtag
Nascita1849
CausaReazione ai moti del 1848
Fine1919
CausaTrattato di Saint-Germain
Territorio e popolazione
Massima estensione7967 km² nel 1910
Popolazione894 287 nel 1910
Evoluzione storica
Preceduto da Regno d'Illiria
Succeduto daItalia (bandiera) Venezia Giulia
Ora parte diItalia (bandiera) Italia
Slovenia (bandiera) Slovenia
Croazia (bandiera) Croazia

Geografia

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Confinava ad ovest con il Regno Lombardo-Veneto, a nord per un breve tratto con il Ducato di Carinzia, ad est con il Ducato di Carniola e a sudest con il Regno di Croazia (dopo il 1868 il Regno di Croazia e Slavonia). La provincia era ulteriormente suddivisa in tre territori (länder) autonomi: la città imperiale di Trieste con il suo territorio, la Contea Principesca di Gorizia e Gradisca ed il Margraviato d'Istria, ciascuno dei quali aveva amministrazioni indipendenti sotto il controllo del governatore (luogotenente) della regione che aveva sede a Trieste, capoluogo del Küstenland (l'imperial regia luogotenenza del Litorale). Il primo governatore del Litorale fu il conte Federico Maurizio Barone von Burger, sino al 1862. Il Litorale non possedeva una propria bandiera, in quanto tale territorio era una mera espressione dell'insieme dei tre länder citati, ciascuno invece dotato di propria bandiera. È frequente l'errore per il quale la bandiera dell'Istria viene attribuita all'intero Litorale.

Cronotassi degli i. r. luogotenenti del Litorale

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Il Litorale e l'irredentismo

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Durante il Risorgimento per molti aderenti o futuri aderenti al movimento irredentista, e anche per alcune personalità politiche non ascrivibili a tale movimento (fra cui Giuseppe Mazzini[2][3] e il liberale di idee moderate Ruggiero Bonghi[4]), il Litorale austriaco sarebbe dovuto entrare a far parte, interamente o nella sua quasi totalità, del giovane Regno d'Italia. Cavour riteneva corrette le aspirazioni italiane verso Trieste, l'Istria e la Dalmazia, problema da rinviare però ai suoi successori,[5][6] disse: «Quanto all'Istria ed al Tirolo [...]. Sarà il lavoro di un'altra generazione»;[7][8] riguardo alla città di Trieste in particolare scrisse: «Non già ch'io pensi alla prossima annessione di quella città; ma perché conviene seminare onde i nostri figli possano raccogliere».[9][10][11][12] Garibaldi nelle sue lettere si rivolse più volte ai «fratelli d'Istria».[13] Mazzini con le sue parole dà il via all'irredentismo adriatico:[2][3][14]

«Il litorale istriano è la parte orientale, il compimento del litorale Veneto. Nostro è l'Alto Friuli. Per condizione etnografiche, politiche, commerciali, nostra è l'Istria: necessaria all'Italia come sono necessari i porti della Dalmazia agli slavi meridionali. [...] Dai passi dell'Alto Friuli scesero nel 1848 le forze che ci sconfissero in Lombardia e isolarono Venezia. E l'Istria è la chiave della nostra frontiera orientale, la Porta d'Italia dal lato dell'Adriatico, il ponte ch'è fra noi, gli ungaresi e gli slavi. Abbandonandola, quei popoli rimangono nemici nostri: avendola sono sottratti all'esercito nemico e alleati del nostro.»

Il territorio dopo la scomparsa del Kronland

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Nel marzo del 1921 gran parte della provincia venne annessa al Regno d'Italia (eccezion fatta per l'isola di Veglia e per alcune parti del retroterra fiumano nella zona di Castua, che non verranno annesse se non durante la seconda guerra mondiale) in base a trattati internazionali, dopo essere stata da questo occupata ed amministrata già dalla fine del 1918. Sotto il Regno d'Italia l'ex-Litorale fu ripartito nella Provincia di Gorizia, nella Provincia di Trieste, nella Provincia di Pola e nella Provincia di Fiume.

Col nome alquanto simile di zona d'operazioni del Litorale adriatico (in acronimo OZAK), essendo stata istituita col chiaro intento di una restaurazione secondo la memoria asburgica, nacque la zona militare e amministrativa del Reich nazista composta, a partire dal settembre 1943, dalle province tolte alla sovranità di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume più quella autonoma di Lubiana, e con a capo il Gauleiter della Carinzia Friedrich Rainer.

Società

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Descrizione amministrativa e linguistica

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La regione nel 1910 aveva una superficie di 7 969 km² e una popolazione di 894 568 composta in prevalenza da italiani, friulani, sloveni e croati. Da notarsi che i dati sulla popolazione dell'epoca ci indicano unicamente i locutori delle lingue italiana, slovena o serbo-croata, dato che i censimenti austro-ungarici non chiedevano la nazionalità degli interrogati ma la loro lingua d'uso (Umgangssprache)[15]. È quindi impossibile stabilire statistiche etniche certe per il periodo.

Trieste era a maggioranza italiana: contava 118.959 italiani e 59.308 sloveni: divisi tra città con 95 730 italiani e 22 521 sloveni, sobborghi con 22 604 italiani e 28 759 sloveni, dintorni con 538 italiani e 8 208 sloveni.[16]

Nella Contea di Gorizia e Gradisca, la città di Gorizia aveva dal 1850 uno statuto proprio in base al quale il Podestà locale aveva delegate delle funzioni di autorità politica distrettuale, tolto il comando della gendarmeria e della vigilanza sulla stampa svolti dal capitano distrettuale.[17] Contava 154 564 sloveni, 90 146 friulani ed italiani e 10 828 stranieri. Da notarsi che durante i censimenti veniva utilizzata dall'amministrazione austro-ungarica la categoria "Italiani e Ladini": infatti si trattava per la Statistichen Zentralkommission di determinare se, si o no, considerare i Friulani un popolo (Volkstamm) distinto[18]. In un opuscolo del 1885, il figlio di Carl von Czoernig stimava per esempio i Friulani del Goriziano a 52 567 locutori[19].

Il Margraviato d'Istria contava quindi 168 116 croati, 147 416 italiani, 55 365 sloveni e 17 135 stranieri.

In tutto il Litorale risiedevano inoltre 29 615 austriaci di lingua tedesca, per lo più funzionari di stato ed ufficiali dell'esercito[20].

Rimarchevole era anche la percentuale di stranieri, in massima parte italiani, attratti soprattutto dalle possibilità di lavoro offerte da Trieste e Pola. 38 597 stranieri vivevano a Trieste (dove molti - come per esempio il poeta Umberto Saba - erano nati e vissuti sempre in città), 10 828 a Gorizia e Gradisca e 17 135 in Istria, per un totale di 66 560: gli italiani - chiamati "regnicoli"[21], in vari casi sposati con sudditi dell'Impero - erano all'incirca 50 000[22].

Dati statistici nel 1910

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censimento del 1910[23] - Ripartizione sintetica della popolazione nei territori del Litorale austriaco secondo alla lingua d'uso
POPOLAZIONE CENSITA italiano LOCUTORI
(in migliaia)
% sloveno LOCUTORI
(in migliaia)
% croato LOCUTORI
(in migliaia)
% tedesco LOCUTORI
(in migliaia)
% altro LOCUTORI
(in migliaia)
% stranieri[24] LOCUTORI
(in migliaia)
% TOTALE LOCUTORI
(in migliaia)
Trieste 229510 119 52 57 25 2 1 12 5 1 39 17 230
Gorizia e Gradisca 260721 90 34 155 59 4 2 1 11 4 261
Istria 403566 147 36 55 14 168 42 13 3 3 1 17 4 403

Popolazione:

  • Gorizia e Gradisca: 249 921 pertinenti e 10 828 stranieri = 260 749
Consistenze percentuali
 
Sloveni (154.564)
  
59,3%
Italiani e Friulani (90.146)
  
34,6%
Austriaci (4.480)
  
1,7%
Altri
  
4,4%
  • Istria: 387 174 pertinenti e 17 135 stranieri = 404 309
Consistenze percentuali
 
Croati (170.706)
  
42,2%
Italiani e Friulani (147.416)
  
36,5%
Sloveni (55.365)
  
13,7%
Altri
  
7,6%
  • Trieste: 190 913 pertinenti e 38 597 stranieri = 229.510
Consistenze percentuali
 
Italiani e Friulani (118.959)
  
51,9%
Sloveni (56.916)
  
24,8%
Austriaci (11.856)
  
5,1%
Altri
  
18,2%
  • Popolazione totale: 828 008 pertinenti e 66 560 stranieri = 894 568

Etnie (calcolate sul totale):

Trieste: 118 959 (51,83 %)
Istria: 147 416 (36,46 %)
Goriziano: 90 146 (34,57 %)
Trieste: 56 916 (24,79 %)
Istria: 55 365 (13,69 %)
Goriziano: 154 564 (59,27 %)
Trieste: 2 403 (1,04 %)
Istria: 168 116 (41,58 %)
Goriziano: 187 (0,07 %)
Trieste: 11 856 (5,16 %)
Istria: 13 279 (3,28 %)
Goriziano: 4 480 (1,71 %)
  • Stranieri: 66 560 (7,44 %)
Trieste: 38 597 (16,81 %)
Istria: 17 135 (4,23 %)
Goriziano: 10 828 (4,15 %)
  1. ^ Pasquale Cuomo, Il miraggio danubiano. Austria e Italia politica ed economia 1918-1936: Austria e Italia politica ed economia 1918-1936, FrancoAngeli, 23 novembre 2012, ISBN 978-88-568-5868-6. URL consultato il 6 ottobre 2016.
    «Ascoli introdusse anche i termini Venezia Tridentina e Tre Venezie riguardo a tutta l'area nord-orientale dell'Italia
  2. ^ a b Marina Cattaruzza, L'Italia e il confine orientale: 1866-2006, Il mulino, 2007, ISBN 978-88-15-11394-8. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  3. ^ a b Giorgio Federico Siboni, Il confine orientale: da Campoformio all'approdo europeo, Oltre, 2012, ISBN 978-88-97264-04-0. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  4. ^ Ruggiero Bonghi e Paolo Boselli, I discorsi di Ruggiero Bonghi per la Società Dante Alighieri, Di Stefano, 1º gennaio 1920. URL consultato il 15 febbraio 2016.
  5. ^ Denis Mack Smith, Cavour: Il grande Tessitore dell’Unità d’Italia, Giunti, 24 luglio 2013, ISBN 978-88-587-6113-7. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  6. ^ Mark Thompson, La guerra bianca. Vita e morte sul fronte italiano 1915-1919, Il Saggiatore, 14 luglio 2010, ISBN 978-88-6576-008-6. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  7. ^ Mario Cervi e Indro Montanelli, L'italia del millennio, Bureau, 16 ottobre 2013, ISBN 978-88-586-5588-7. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  8. ^ Angelo Tamborra, Cavour e i Balcani, ILTE, 1958. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  9. ^ Camillo Benso conte di Cavour, 1860-1861. Gli ultimi mesi, Roux e Favale, 1885. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  10. ^ Giuseppe Stefani, Cavour e la Venezia Giulia: contributo alla storia del problema adriatico durante il Risorgimento, F. Le Monnier, 1955. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  11. ^ Francisco Protonotari, Nuova antologia, 1866-78, 1956-01. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  12. ^ Giulio Cervani, Momenti di storia e problemi di storiografia giuliana, Del Bianco, 1993. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  13. ^ Giuseppe Garibaldi, Epistolario di Giuseppe Garibaldi, A. Brigola e comp., 1885. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  14. ^ Gaetano Salvemini, Opere, Feltrinelli, 1964. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  15. ^ Brix, Emil., Die Umgangssprachen in Altösterreich zwischen Agitation und Assimilation : die Sprachenstatistik in den zisleithanischen Volkszählungen, 1880 bis 1910, Böhlau, 1982, OCLC 654959730. URL consultato il 12 febbraio 2019.
  16. ^ Pasquale Cuomo, Il miraggio danubiano. Austria e Italia politica ed economia 1918-1936: Austria e Italia politica ed economia 1918-1936, FrancoAngeli, 23 novembre 2012, ISBN 978-88-568-5868-6. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  17. ^ A.a.v.v, I CATTOLICI ISONTINI NEL XX SECOLO: I. Dalla fine dell’800 al 1918., ISSRGORIZIA, 1º gennaio 1981. URL consultato il 16 febbraio 2018.
  18. ^ Brix, Emil., Die Umgangssprachen in Altösterreich zwischen Agitation und Assimilation : die Sprachenstatistik in den zisleithanischen Volkszählungen, 1880 bis 1910, Böhlau, 1982, p. 182, OCLC 654959730. URL consultato il 12 febbraio 2019.
  19. ^ Czoernig, Karl von, Die ethnologischen Verhältnisse des oesterreichischen Küstenlandes nach dem richtiggestellten Ergebnisse der Volkszählung vom 31. Dezember 1880. Mit einer ethnographischen Karte in 2 Blättern, von Carl Freiherrn von Czoernig, ..., F.H. Schimpff, 1885, p. 17, OCLC 457333531. URL consultato il 12 febbraio 2019.
  20. ^ Boris Gombač, Atlante storico dell'Adriatico orientale, Bandecchi & Vivaldi editori, Pontedera 2007, ISBN 978-88-86413-27-5
  21. ^ Atlante-dizionario del 1915 in Friuli Venezia Giulia - Regnicoli, su atlantegrandeguerra.it, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione in Friuli Venezia Giulia. URL consultato il 29 luglio 2024.
  22. ^ Spezialortsrepertorium der österreichischen Länder. Bearbeitet auf Grund der Ergebnisse der Volkszälung vom 31. Dezember 1910, VII. Österreichisch-Illyrisches Küstenland, Wien 1918, p. 66; Franco Cecotti, Mobilità dei confini e modelli migratori: il caso della Venezia Giulia, p. 3
  23. ^ K.K. Statistichen Zentralkommission, Österreichische Statistik, Die Ergebnisse der Volkszählung vom 31. Dezember 1910, su alex.onb.ac.at. URL consultato il 15 luglio 2024.
  24. ^ “Stranieri” venivano considerati gli di immigrati provenienti da altri paesi, che non avevano richiesto o che non avevano ancora conseguito la cittadinanza austriaca; circa il 70 % di essi erano sudditi del Regno d’Italia (italiani e friulani).

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