Afrasiab
Afrasiab (afrāsiyāb) (in persiano افراسياب) è una città dell'antica Sogdiana, coincidente con la parte più antica dell'odierna Samarcanda.[1] Il nome Afrasiab deriva da un mitico re ed eroe del Turan. La città fu chiamata anche Maracanda durante l'impero di Alessandro Magno.
Afrasiab | |
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Particolare di una decorazione murale di Afrasiab, rappresentante una parata di sacerdoti con animali sacrificali (vedi spiegazione dettagliata) | |
Civiltà | sogdiana |
Utilizzo | palazzo e città |
Epoca | reperti del VI-VIII sec. |
Localizzazione | |
Stato | Uzbekistan |
Località | Samarcanda |
Dimensioni | |
Superficie | 2 290 000 m² |
Mappa di localizzazione | |
Il sito
modificaSi tratta di una delle città più antiche nella storia culturale e politica della Sogdiana, assieme a Pendžikent e Varahša. I resti archeologici per i quali questo centro è noto appartengono al periodo compreso fra il VI e l'VIII secolo, epoca in cui, sotto il dominio eftalita e turco poi, raggiunse uno splendore eccezionale, testimoniato in maniera particolare dalla straordinaria produzione pittorica. I resti risalenti a questo periodo attestano che la città assunse una forma triangolare delimitata a nord dal fiume Sijab ed a est dal canale Obi Mashab. Sono state individuate quattro cinte murarie, diverse per forma e per datazione, tra le quali la costruzione più significativa è il Palazzo reale che ospitava i sovrani di Samarcanda. Il palazzo si caratterizzò per una lunga serie di camere quadrangolari, costruite con argilla e uno strato di intonaco sfruttato per le decorazioni. La stanza riservate alle udienze del sovrano risulta essere la più ricca di elementi pittorici e plastici, sia di derivazione storica, come la rappresentazione di ospiti provenienti dall'Asia, sia religiosa, come omaggi a varie divinità.
La nascita della città risale comunque a tempi antichissimi e fin dal I millennio a.C. esisteva un ampio insediamento urbano dotato di fortificazioni e fornito di un sistema di distribuzione delle acque. Intorno al V secolo a.C. la città fece parte dell'impero Achemenide, prima di finire sotto il regno di Alessandro Magno, poi sotto i Seleucidi, gli Eftaliti ed i turchi. Dall'VIII secolo la città si ritrovò sotto l'egemonia degli Arabi, conservando un ruolo di primo piano nelle arti e nella scienza.
Durante il periodo islamico, la città rifiorì a livello artistico e culturale nel periodo samanide e si contraddistinse per la presenza di una moschea impreziosita da pannelli a tema geometrico, di una prigione, di un palazzo fortificato, di una zona residenziale, di una commerciale e di una artigianale, di vasti giardini e bagni, di mulini ad acqua e di un mirabile acquedotto.
La città ebbe quindi una continuità abitativa dal I millennio a.C. al XIII secolo, epoca in cui venne distrutta dall'invasione mongola di Gengis Khan.
Il materiale più usato per le costruzioni è il mattone crudo, talvolta sostituito al mattone cotto.
Galleria d'immagini
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Plastico del sito
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Il sito
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Il cimitero di Afrasiab
Note
modifica- ^ Atlante di Archeologia, Utet, Torino, 1998, pag. 224
Voci correlate
modificaAltri progetti
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