Ahmed Gaid Salah
Ahmed Gaid Salah (in arabo أحمد قايد صالح?; in berbero ⴰⵃⵎⴷ ⵇⴰⵉⴷ ⵚⴰⵍⵃ; Aïn Yagout, 13 gennaio 1940 – Algeri, 23 dicembre 2019) è stato un militare e politico algerino, dal 2004 fino alla sua morte capo di stato maggiore nell'Esercito Nazionale Popolare. Dal 2013 è stato anche Vice Ministro della Difesa Nazionale e nel 2019 Ministro.
Ahmed Gaid Salah | |
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Ahmed Gaid Salah nel 2006 | |
Capo di Stato Maggiore del People's National Army | |
Durata mandato | 3 agosto 2004 – 23 dicembre 2019 |
Predecessore | Mohamed Lamari |
Successore | Saïd Chengriha |
Ministro della Difesa | |
Durata mandato | 3 aprile 2019 – 23 dicembre 2019 |
Predecessore | Abdelaziz Bouteflika |
Successore | Abdelmadjid Tebboune |
Vice Ministro della Difesa | |
Durata mandato | 15 settembre 2013 – 23 dicembre 2019 |
Ahmed Gaid Salah | |
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Nascita | Aïn Yagout, 13 gennaio 1940 |
Morte | Algeri, 23 dicembre 2019 |
Luogo di sepoltura | Cimitero di El-Alia, Algeri |
Dati militari | |
Paese servito | Algeria |
Forza armata | Esercito Nazionale Popolare |
Arma | Artiglieria |
Anni di servizio | 1957 - 2019 |
Grado | Tenente generale |
Battaglie |
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Nell'ambito delle proteste di massa del 2019 contro il regime ("Hirak"), spinse a dimettersi il presidente Abdelaziz Bouteflika, a cui era stato vicino e di cui aveva inizialmente sostenuto il quinto mandato. Successivamente i manifestanti gli chiesero di lasciare il potere, che aveva di fatto ereditato. Il suo periodo di potere fu caratterizzato dall'arresto di centinaia di oppositori e dalle epurazioni di alti esponenti del regime. Respinse anche l'avvio dell'esecutivo, rappresentato da Abdelkader Bensalah e Noureddine Bedoui, limitò la circolazione dei manifestanti e vietò la bandiera Amazigh.
Morì pochi giorni dopo l'insediamento del nuovo presidente Abdelmadjid Tebboune, eletto in un ballottaggio contestato che Gaïd Salah aveva spinto ad organizzare.
Biografia
modificaAhmed Gaïd Salah nacque il 13 gennaio 1940 (o cinque anni prima, secondo alcune fonti)[1]) ad Aïn Yagout.[2][3] Aveva sei fratelli, tra cui Abdelmadjid (1935-2019),[4] e una sorella.[5]
Secondo la sua biografia ufficiale,[6] all'età di 17 anni è stato "maquisard" durante la guerra d'Algeria nella storica Armata di Liberazione Nazionale (ALN)[7][3] e si diplomò all'Accademia di artiglieria militare di Vystrel (URSS).[7]
Carriera
modificaIl percorso militare di Ahmed Gaïd Salah, comprende poche gloriose gesta d'armi, sia come "maquisard" sia come capo militare: le regioni sotto il suo comando militare durante la lotta al terrorismo islamista erano zone calme. Tuttavia, progrediva a poco a poco nella gerarchia militare ed era considerato vicino alle truppe che visitava frequentemente.[8][3]
Partecipò nel 1968 alla campagna mediorientale in Egitto contro Israele.[9] Nel 1994, durante la Guerra Civile, fu nominato Comandante delle Forze di Terra.[3]
Presidenza di Bouteflika
modificaBouteflika lo mantenne nelle sue funzioni di comandante nel 2003 quando stava per essere rimosso dal generale Lamari.[10] Il 3 agosto 2004, fu nominato Capo di Stato Maggiore dell'Esercito.[11] La sua nomina da parte del presidente Bouteflika mirava a sostituire Mohamed Lamari che esercitava una forte influenza e non era vicino a Bouteflika.[8][3] Nel 2013 Gaïd Salah venne nominato viceministro della Difesa[3] in sostituzione di Abdelmalek Guenaizia.
D'accordo con la famiglia Bouteflika, fu tra coloro che ottennero il pensionamento nel 2015 del leader del potente dipartimento di intelligence e sicurezza (DRS) Mohamed Mediène.[12][3] Più in generale, Gaïd Salah sovrintese alla trasformazione dell'esercito, che era indipendente dal potere politico e arbitro del gioco politico, in un esercito più riservato sulle questioni politiche e sotto il controllo del potere politico civile.[13] Secondo le rivelazioni di WikiLeaks, era "forse l'ufficiale più corrotto dell'apparato militare".[14]
Il 6 dicembre 2017, secondo i giornalisti Christian Chesnot e Georges Malbrunot, il presidente francese Emmanuel Macron, durante la sua visita ad Algeri, ancor prima della sua intervista con il presidente Bouteflika, comandante supremo delle forze armate, avrebbe chiesto di incontrare di persona Gaïd Salah per discutere di questioni militari. Questa richiesta era contraria al protocollo poiché nominalmente Bouteflika era il leader supremo dell'ANP, ma Macron ottenne comunque soddisfazione.[15][16]
"Uomo forte" dell'Algeria
modificaPresentato come un caro amico di Saïd Bouteflika[7] o addirittura con una “inesauribile lealtà al presidente”,[11] sostenne la rielezione di Abdelaziz Bouteflika nel 2014.[7] Con la malattia di Bouteflika, diventò il principale attore del regime e il suo rappresentante nei media.[8] Inizialmente appoggiò la candidatura del presidente uscente per un quinto mandato, prima di adottare un discorso conciliante, annunciando il sostegno dell'esercito al popolo algerino[3] durante le manifestazioni svolte in Algeria nel 2019.
Suo genero, Abdelghani Zaalane, è stato ministro dei trasporti da maggio 2017 a marzo 2019. Durante la crisi legata alla candidatura di Abdelaziz Bouteflika alle elezioni presidenziali del 2019, Zaalane venne nominato responsabile della campagna elettorale di Bouteflika[17][18] all'inizio del 17 marzo. In agosto Zaalane finì in custodia cautelare per un caso di corruzione.[19]
Il 26 marzo 2019, Gaïd Salah "suggerì" al Consiglio costituzionale di dichiarare l'incapacità di Bouteflika per motivi di salute attraverso l'articolo 102 della Costituzione.[3] Questa dichiarazione venne considerata come una netta rottura tra i leader dell'Esercito popolare nazionale e il “clan Bouteflika”.[20][21]
Il 27 marzo, Saïd Bouteflika, Athmane Tartag, Mohamed Mediène e Louisa Hanoune si incontrarono in una residenza militare per elaborare un piano che portasse al licenziamento di Gaïd Salah e al mantenimento di Bouteflika in cambio della nomina di un nuovo Primo Ministro incaricato di curare la transizione in base ad una promessa fatta a metà marzo. Dopo aver esitato sul nome del primo ministro, Saïd Bouteflika e Mediène scelsero, nel corso di un secondo incontro, l'ex presidente della Repubblica Liamine Zéroual, che declinò, dopo aver accettato, invocando motivi di salute.[22]
Meno di una settimana dopo il “suggerimento” di Gaïd Salah, la presidenza annunciò il 1º aprile le future dimissioni di Abdelaziz Bouteflika. Si dimise il giorno dopo, il 2 aprile.[23] Poche ore prima dell'annuncio ufficiale delle dimissioni del presidente, Gaïd Salah aveva chiesto che fosse “applicata immediatamente” la procedura costituzionale che consentiva la destituzione del capo dello Stato.[23][3] Era quindi l'uomo forte del paese.[24] In nome di un'operazione "mani pulite", Ahmed Gaïd Salah giustificò l'arresto di oligarchi e membri del clan Bouteflika, tra cui Saïd Bouteflika, Rédha Kouninef e i suoi fratelli, i generali Mohamed Mediène e Athmane Tartag, ma anche di alcuni degli oppositori del regime come l'uomo d'affari Issad Rebrab, leader del gruppo "Cevital" e patron della stampa di opposizione con i quotidiani Liberté e El Khabar, arrestato nell'ambito di un'indagine doganale.[25] Fu arrestata anche la politica Louisa Hanoune. Il 19 giugno, Gaïd Salah esortò i manifestanti a non issare la bandiera berbera, aggiungendo che le forze di sicurezza avevano ricevuto ordini per impedire di farlo.[26]
Il 30 luglio, Gaïd Salah, invitando a non "perdere altro tempo", respinse le misure di pacificazione concesse dal capo di Stato ad interim, Abdelkader Bensalah, definendole "dettami" e "idee velenose", al pari della semplificazione del sistema di sicurezza.[27] Come in precedenti occasioni, Gaïd Salah insinuò che quegli appelli erano idee veicolate dalla “banda” decaduta.[28] Il 26 agosto, attaccò i fautori di una transizione, e respinse l'idea di convocare elezioni legislative anticipate per modificare la Costituzione.[29]
Il 2 settembre, chiese la convocazione dell'elettorato per il 15 settembre. Respinse una modifica totale della legge elettorale[30] e attaccò gli oppositori della sua proposta, parlando di “congiura di alcuni partiti contro la patria e il popolo” e denunciando “la critica e la denigrazione”.[31] La settimana successiva affermò che il ballottaggio si sarebbe svolto entro il “tempo fissato”,[32] poi definì gli oppositori delle “orde”.[33]
Il 15 settembre, come richiesto dal capo dell'esercito, Bensalah convocò le elezioni presidenziali, fissandone la data al 12 dicembre.[34] Il 18 settembre, Gaïd Salah chiese di bloccare gli ingressi nella capitale dalle altre province.[35] Il 15 ottobre, accusò i manifestanti di essere pagati con “denaro sporco” e minacciò di perseguire penalmente coloro che avessero tentato di interrompere lo svolgimento del voto o di incitare gli elettori a boicottarlo.[36] Difese anche la controversa legge sugli idrocarburi.[37] Il 30 ottobre, ribadendo che le elezioni presidenziali si sarebbero svolte nella data prevista, respinse ogni richiesta di rilascio dei manifestanti in carcere.[38]
In seguito all'investitura del nuovo Presidente eletto, Abdelmadjid Tebboune, il 19 dicembre, il nuovo Capo dello Stato gli conferì eccezionalmente la Medaglia dell'Ordine al Merito Nazionale al grado di "Sadr", "in segno di riconoscimento per il suo impegno e la sua ruolo in questo delicato periodo che ha permesso di rispettare la Costituzione e di preservare la sicurezza dei cittadini, del Paese e delle istituzioni della Repubblica”.[39]
Morte
modificaGaid Salah ebbe un infarto la mattina del 23 dicembre 2019 e fu ricoverato d'urgenza in un ospedale militare di Algeri, dove morì poche ore dopo. Aveva 79 anni.[40][41][42] La sua ultima apparizione pubblica risaliva a quattro giorni prima, quando ricevette l'Ordine Nazionale al Merito dal presidente Abdelmadjid Tebboune.[43] Dopo il suo funerale, fu sepolto il 25 dicembre 2019 nel cimitero di El-Alia, ad Algeri.[44][45]
Riconoscimenti
modifica- Collare dell'Ordine Nazionale al Merito (Algeria)
- Medaglia dell'Ordine al Merito Militare (Algeria)
- Medaglia al valore (Algeria)
- Medaglia al coraggio (Algeria)
- Medaglia d'Onore (Algeria)
- Medaglia di longevità e servizio esemplare (Algeria)
- Medaglia per la partecipazione alle guerre in Medio Oriente 1967 e 1973 (Algeria)
- Commendatore dell'Ordine della Repubblica di Tunisia
Note
modifica- ^ (FR) Entre vice et vertu, Ahmed Gaïd-Salah souffle le chaud et le froid, in Le Matin d'Algerie, 2 maggio 2019. URL consultato il 23 dicembre 2019.
- ^ (FR) Biographie du chef d'État-Major, su mdn.dz.
- ^ a b c d e f g h i j (FR) Algérie: le général Gaïd Salah, personnage clé et ancien fidèle, in Le Point, 2 aprile 2019. URL consultato il 3 aprile 2019.
- ^ (FR) Algérie: Mort du frère de Ahmed Gaid Salah, in Les archives d'Observ'Algérie. URL consultato il 25 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2019).
- ^ (FR) Le témoignage et le rêve prémonitoire de la sœur de Gaid Salah (vidéo), su dia-algerie.com. URL consultato il 25 dicembre 2019.
- ^ (FR) Qui était le général algérien Ahmed Gaïd Salah?, su Franceinfo, 23 dicembre 2019. URL consultato il 25 décembre 2019.
- ^ a b c d (FR) Farid Alilat, Algérie: Gaïd Salah, Amar Saadani et la succession de Bouteflika, in Jeune Afrique, 16 giugno 2015.
- ^ a b c (FR) Madjid Zerrouky, Le général Gaïd Salah, homme du sérail, voix et visage du pouvoir algérien, in Le Monde. URL consultato il 19 marzo 2019.
- ^ (FR) Ait Seddik Baha, Le défunt Ahmed Gaid Salah: un moudjahid au riche parcours au service de l'ANP et de l'Algérie, in Aps Dz. URL consultato il 25 agosto 2020.
- ^ (FR) Dix choses à savoir sur Ahmed Gaïd Salah, chef de l’état-major de l’armée algérienne, in Jeune Afrique, 15 marzo 2018. URL consultato il 20 aprile 2019.
- ^ a b (FR) Farid Alilat, Algérie: Ahmed Gaïd Salah, un fidèle du président, in Jeune Afrique, 14 marzo 2016.
- ^ (FR) Louise Dimitrakis, Algérie: le courant ne passe plus entre Tartag et Gaïd Salah, in Mond Afrique, 5 febbraio 2016. URL consultato il 16 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2016).
- ^ (FR) Algérie: l’armée soutiendra-t-elle Bouteflika, ou basculera-t-elle du côté des manifestants?, in Le Monde, 19 marzo 2019. URL consultato il 3 aprile 2019.
- ^ (FR) Au lendemain de la mort de Gaïd Salah: Les réactions de la presse internationale [collegamento interrotto], su elwatan.com, 25 dicembre 2019. URL consultato il 4 gennaio 2020.
- ^ (FR) Révélations. Le jour où Emmanuel Macron avait convoqué Ahmed Gaid Salah à... Alger, in Algérie Part, 11 marzo 2022. URL consultato il 30 aprile 2022.
- ^ (FR) Les secrets de la politique d'Emmanuel Macron au Moyen-Orient, in Challenges, 13 gennaio 2022. URL consultato il 30 aprile 2022.
- ^ (FR) Michaël Béchir Ayari, En Algérie, la rue met le pouvoir face à ses contradictions, in International Crisis Group, 7 marzo 2019.
- ^ (FR) Mort de Gaïd Salah, homme fort du pouvoir algérien devenu la bête noire des manifestants, in Le Monde, 23 dicembre 2019. URL consultato il 25 dicembre 2019.
- ^ (FR) Algérie: deux anciens ministres placés en détention préventive, in Le Figaro. URL consultato il 5 agosto 2019.
- ^ (FR) En Algérie, une rupture franche entre l’armée et Abdelaziz Bouteflika, in Le Monde, 26 marzo 2019. URL consultato il 3 aprile 2019.
- ^ (FR) Algérie: l’armée réitère son appel à déclarer Bouteflika inapte, in Le Monde, 30 marzo 2019. URL consultato il 3 aprile 2019.
- ^ (FR) Adlène Meddi, Ce que révèle le «procès du siècle»: les 7 derniers jours de Bouteflika, in Le Point. URL consultato il 27 settembre 2019.
- ^ a b (FR) Algérie: le président Abdelaziz Bouteflika a officiellement remis sa démission, in Le Monde, 2 aprile 2019. URL consultato il 3 aprile 2019.
- ^ (FR) Analyse. Jusqu’où ira Gaïd Salah, le nouvel homme fort en Algérie?, in Courrier international. URL consultato l'8 aprile 2019.
- ^ (FR) Atmane Tazaghart, Algérie: l'étrange purge du général Salah, in Marianne, 3 maggio 2019. URL consultato il 6 maggio 2019.
- ^ (FR) Drapeau berbère: Gaïd Salah joue avec le feu, in Al HuffPost Maghreb. URL consultato il 20 giugno 2019.
- ^ (FR) Algérie: l'armée rejette "catégoriquement" toute exigence "préalable" au dialogue, in Le Point, 30 luglio 2019. URL consultato il 30 luglio 2019.
- ^ (FR) Gaïd Salah torpille l’action de l’instance nationale de dialogue, in Al HuffPost Maghreb, 31 luglio 2019. URL consultato il 31 luglio 2019.
- ^ (FR) En Algérie, violente charge du général Gaïd Salah contre les partisans d’une transition démocratique, in Le Monde, 27 agosto 2019. URL consultato il 27 agosto 2019.
- ^ (FR) Algérie: la date de la présidentielle devra être annoncée le 15 septembre (armée), in Le Point, 2 settembre 2019. URL consultato il 3 settembre 2019.
- ^ (FR) Algérie: l'armée veut une élection présidentielle avant la fin de l'année, su RTBF Info, 2 settembre 2019. URL consultato il 3 settembre 2019.
- ^ (FR) Gaid Salah garde le cap sur la Présidentielle et charge les contradicteurs de ce choix, in Al HuffPost Maghreb. URL consultato il 12 settembre 2019.
- ^ (FR) Après l’arrestation de Karim Tabbou, la pression s’accroît sur les figures de l’opposition en Algérie, in Le Monde. URL consultato il 14 settembre 2019.
- ^ (FR) La présidentielle en Algérie fixée au 12 décembre, in Le Point. URL consultato il 15 septembre 2019.
- ^ (FR) Algérie: après l'annonce d'une élection, l'armée durcit le ton, in Le Point. URL consultato il 19 settembre 2019.
- ^ (FR) Algérie: l'armée accuse des manifestants d'être payés par de "l'argent sale", in L'Orient-Le Jour. URL consultato il 15 ottobre 2019.
- ^ (FR) Pour Gaid Salah, l'Algérie est sur "la bonne voie", in Al HuffPost Maghreb. URL consultato il 15 ottobre 2019.
- ^ (FR) Crise. En Algérie, la tension monte d’un cran entre le pouvoir et les manifestants, in Courrier international. URL consultato il 1º novembre 2019.
- ^ (FR) Le Président Tebboune décerne la médaille de l'ordre de mérite national du rang "Sadr" à Bensalah et Gaid Salah, su algerie1.com.
- ^ (FR) Ait Seddik Baha, Décès du général de corps d'armée Ahmed Gaïd Salah, in Aps Dz.
- ^ (FR) Ahmed Gaïd Salah hospitalisé, un proche annonce son décès, in Radio M, 23 dicembre 2019. URL consultato il 17 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 23 dicembre 2019).
- ^ (EN) Algeria's powerful military chief Ahmed Gaid Salah dies, in France 24, 23 dicembre 2019.
- ^ (AR) شاهد آخر ظهور لرئيس أركان الجيش الجزائري قبل وفاته, in Al Arabiya, 23 dicembre 2019.
- ^ (EN) Algeria buries military chief, de facto ruler amid protests, in Associated Press, 25 dicembre 2019. URL consultato il 25 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2020).
- ^ (EN) Lamine Chikhi, Hundreds of thousands turn out to mourn Algeria's powerful army chief, in Reuters, 25 dicembre 2019. URL consultato il 26 dicembre 2019.
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