Alexander Godunov
Aleksandr Borisovič Godunov, anglicizzato in Alexander e detto Sasha (in russo Александр Борисович Годунов?; Sachalin, 28 novembre 1949 – West Hollywood, 16 maggio 1995), è stato un ballerino e attore sovietico naturalizzato statunitense.
Biografia
modificaNasce sull'isola di Sachalin da Boris Ilarionovič Godunov, un militare, e Lidia Nicholaevna Studentova, ingegnere ferroviario, dopo un fratello maggiore di nome Oleg; i genitori, entrambi di Leningrado, si trovano sull’isola per ragioni lavorative. Quando lui ha appena tre anni i genitori si separano e il padre abbandona la famiglia, così la madre si trasferisce coi figli a Riga, dove vivono dei parenti. La madre, per allontanarlo dall'influenza dei teppisti di strada e non farlo diventare uno di loro, gli fa frequentare corsi di danza classica. A 9 anni Aleksandr Godunov viene proposto per l'ingresso alla Riga Choreography School, e su circa 250 aspiranti risulta uno dei 12 bambini ammessi. Nel 1960 entra nella scuola un bambino di nome Michail Baryšnikov, detto Misha, con cui stringe amicizia al punto da andarci qualche volta a pesca insieme; sono due bambini estremamente talentuosi ma piccoli di statura, che destano preoccupazione poiché sembrano non poter crescere molto. Quando Godunov vede che Baryšnikov, rientrato dopo un anno di studio a Leningrado, lo ha superato in altezza, per la disperazione di non crescere cerca assurdi rimedi: seguendo dei consigli beve continuamente succo di pomodoro e dorme sul pavimento di legno senza materasso né cuscino. Da studente viene talvolta inserito nel Latvian National Ballet, e conclude la scuola nel 1966. Col diploma in tasca, Godunov si reca nella capitale Mosca per cercare di farsi ingaggiare dal prestigiosissimo corpo di ballo del Teatro Bol'šoj, ma viene giudicato immaturo; trova però un ingaggio nel corpo di ballo giovanile di Igor' Aleksandrovič Moiseev, e dopo il compimento dei 17 anni inizia improvvisamente a crescere davvero, fino a sorpassare l'1.90; diviene primo ballerino. Nel 1971 è il direttore artistico in persona, Jurij Grigorovič, a selezionarlo per il corpo di ballo del Teatro Bol'šoj, con uno stipendio di 98 rubli al mese; presto intreccia una relazione con la più esperta collega Lyudmila Vlasova, nata Markova, che per lui lascia il ricco marito, il rinomato ballerino e coreografo Stanislav Vlasov, e va a vivere nel suo piccolo appartamento; lei ottiene il divorzio in breve tempo, e già entro l’anno si sposano. Al Bol'šoj si rivela importante per Godunov anche l’incontro con il maestro di balletto Aleksej Ermolaev, ex primo ballerino, il quale gli insegna ad andare oltre la tecnica e a creare anche un aspetto drammatico con la propria personalità e la propria espressività; in questo modo lo fa appassionare alla recitazione, che diventa parte integrante delle sue performance. Inizia anche ad emergere il suo carattere fiero che mal sopporta l’austerità comunista: al Bol'šoj vogliono persino che si faccia tagliare i suoi capelli lunghi, ma lui sempre rifiuta. Nel 1973 l'étoile Majja Michajlovna Pliseckaja vuole Godunov come primo ballerino per Il lago dei cigni. A giugno il danzatore partecipa all'International Ballet Competition, che vede la giuria presieduta da Jurij Grigorovič, lo stesso direttore artistico del Bol'šoj: Godunov vince una medaglia d'oro. Lo stesso mese, con Majja Pliseckaja parte per la tournée di giugno-luglio-agosto del corpo di ballo del Bol'šoj negli Stati Uniti d'America, nazione di cui si innamora e in cui sogna di trasferirsi.
Nell'estate 1974 Godunov con il corpo di ballo del Bol'šoj compie una nuova tournée negli Stati Uniti d'America, raccogliendo elogi di pubblico e critica, troppi per il governo sovietico poiché poco prima, a giugno, l'amico Baryšnikov, in forza al Kirov Ballet di Leningrado, trovandosi in tournée in Canada aveva chiesto asilo politico, suscitando in lui grande invidia, e non aveva fatto più ritorno in patria; il regime teme che le sirene americane possano attrarre anche lui, perciò gli viene impedito di partecipare alle successive tournée, e con suo grande rammarico è costretto ad esibirsi soltanto in patria.[1][2][3][4]
La prima ballerina con cui Godunov danza più spesso è la Pliseckaja, ma anche con la moglie costituisce una nota coppia sul palcoscenico e nella vita; guadagnano prestigio al punto che lo Stato concede loro una limousine per andare a teatro. Nel 1976 riceve la medaglia di Artista d'Onore della RSFSR, ma in lui cova sempre il sogno americano, anche se non lo dice a nessuno. Nel 1978 è nel musical televisivo 31 giugno, nel quale appare anche la moglie. La sua frustrazione aumenta quando, in seguito a un litigio col direttore artistico Jurij Grigorovič, viene messo da parte, giungendo a non danzare anche per mesi, ed è tale da farlo persino dubitare delle proprie capacità coreutiche. Così, nel momento più difficile della sua carriera, non gli sembra vero che gli venga permesso di partecipare alla lunga tournée statunitense di agosto-settembre 1979, organizzata dalla Columbia Artists Management e dalla Nederlander Producing Company of America, come uno dei primi ballerini; alla tournée avrebbe partecipato anche sua moglie Lyudmila; in Godunov matura una sola certezza: chiederà asilo politico e non tornerà più in patria. Le prime quattro settimane della tournée si svolgono a New York, con i balletti da rappresentarsi a Manhattan al Lincoln Center Theater, iniziando da martedì 1º agosto; la compagnia alloggia al Mayflower Hotel. Durante l'ultima delle quattro settimane, mercoledì 22 agosto Godunov si decide ad agire, anche se non riesce a isolarsi con sua moglie per consultarla e tentare di portarla con sé, e non si fida a parlare con lei telefonicamente per paura di essere intercettato; così, con in tasca appena 75 centesimi, accompagnato da alcune persone non identificate si reca negli uffici dell'immigrazione al 26 di Federal Plaza e richiede asilo politico. Viene così portato nella sezione newyorkese dello United States Immigration and Naturalization Service, all'interno dello stesso palazzo, dove enuncia la motivazione: in URSS era "frenato nella propria vita artistica"; avvisa inoltre che i sovietici cercheranno di rimpatriare immediatamente la moglie e collega, anch’ella membro della compagnia, contro la sua volontà e senza poterlo rivedere, la quale invece vorrebbe certamente restare in America con lui. Il direttore di sezione, avvocato George Vician, si prende un giorno per decidere, e il danzatore viene portato in una località segreta. Vician consulta telefonicamente gli U.S. Citizenship and Immigration Services di Burlington, nel Vermont, e gli Washington Headquarters Services del Dipartimento della Difesa, e ne ricava il parere che Godunov se costretto a tornare in Unione Sovietica avrebbe subito persecuzioni, perciò accetta la sua richiesta conferendogli un permesso di soggiorno per asilo politico della durata di un anno ma rinnovabile. Il giorno dopo, giovedì 23, Vician annuncia alla stampa l'avvenimento, e Godunov stesso dalla località segreta, essendosi anche tutelato con un avvocato di nome Orville H. Schell, rilascia al New York Times, attraverso ben due intermediari, la dichiarazione di voler "guardare avanti per espandere la mia esperienza e lavorare in nuovi ambiti della danza". William T. Shinn dello U.S. Foreign Service avvisa l’Ambasciata Sovietica a Washington, nella persona del vice ambasciatore Aleksandr Aleksandrovič Bessmertnych, che la moglie di Godunov secondo la legge non può lasciare la nazione finché non sia stata interrogata per determinare se anche lei voglia restare negli Stati Uniti o meno; poco dopo il console generale Vadim Ivanovič Kavalerov richiama riconoscendo il diritto statunitense a questa procedura. Nel frattempo i giornalisti telefonano al Mayflower Hotel per ottenere dichiarazioni da qualcuno responsabile del corpo di ballo, il quale parlando solo russo nega qualsiasi dichiarazione; è poi la produttrice esecutiva della Nederlander, Lillian Libman, attraverso un comunicato stampa, ad esprimere la prima dichiarazione della controparte: "totale sorpresa" e "grande rammarico" sia da parte dell'amministrazione del Teatro Bol'šoj che da quella dei produttori americani. I dettagli dell'avvenimento vengono infine divulgati alla stampa da Verne Jervis, portavoce della sede nazionale dello United States Immigration and Naturalization Service, nella capitale Washington. In serata la compagnia del Bol'šoj mette in scena come nulla fosse il balletto The Legend of Love, opera dello stesso direttore artistico Grigorovič musicata da Arif Məlikov, nella quale Godunov comunque non avrebbe dovuto danzare.
Nel pomeriggio di venerdì 24 per interrogare la ballerina, a Washington l'avvocato Jeffrey H. Smith, dell'Ufficio del Consigliere Generale del Dipartimento di Stato, ed Edward S. Hurwitz, un ufficiale del Foreign Affairs Office delegato a questioni con l'Unione Sovietica che parla un ottimo russo e può fare da interprete, si mettono in volo per New York. Ma come previsto da Godunov stesso e nonostante il comunicato in merito dato all'Ambasciata Sovietica, lo stesso pomeriggio Lyudmila Vlasova viene prelevata da otto uomini delle autorità diplomatiche sovietiche, portata al JFK International Airport e messa su un aereo di linea sovietico della Aeroflot (considerato esso stesso territorio sovietico a tutti gli effetti), un Ilyushin Il-62 ospitato al Gate 10 della Pan Am, il quale alle 17 sarebbe decollato diretto a Mosca, una partenza non anticipata che avrebbe dovuto far credere volontario il rientro in patria della ballerina. A bordo vi sono in totale 112 passeggeri: 68 sovietici, fra i quali 13 bambini, e 44 non sovietici, perlopiù statunitensi, fra i quali un gruppo di 35 avvocati invitati a Mosca da un gruppo di avvocati locali per un seminario sul sistema legale sovietico. Due ufficiali del Dipartimento di Stato accedono all'aeroplano per verificare la volontarietà del rientro in patria della danzatrice, e in un dialogo di circa 20 minuti lei, che è seduta in una zona del velivolo attorniata dagli otto uomini delle autorità sovietiche, dice loro: “Io amo mio marito, ma lui ha fatto la sua decisione di restare qui e io ho fatto la mia di andare”; ma ciò non basta agli americani, che chiedono lo sbarco della donna per accertare se tale volontarietà non è condizionata; i sovietici però rifiutano, e i due ufficiali scendono dall'aereo.
Per coordinare l'incidente diplomatico imminente, attorno alle 16 viene allertato nella capitale Washington il segretario di Stato facente funzione Warren Christopher, supplente del titolare Cyrus Vance (in vacanza). Nel frattempo a New York l'aeroplano con i suoi 112 passeggeri lascia il Gate 10 e si posiziona sulla via di rullaggio, ma Christopher, in contatto con il presidente Jimmy Carter in persona, ne ordina il blocco, operazione eseguita da un ufficiale italoamericano del Port Authority of New York and New Jersey Police Department, Carl DiRaimundo, ponendo davanti al velivolo la propria autovettura. Seguendo gli ordini trasmessi dalla torre di controllo, i piloti riportano il velivolo al Gate; vistisi bloccati, i sovietici fanno calare le tendine su tutti gli oblò, non comunicando però il motivo di questo trambusto ai passeggeri non sovietici. Christopher chiede di poter sentire il parere della donna senza la presenza di autorità sovietiche e preferibilmente dopo averla fatta sbarcare dal velivolo, e anche Godunov chiede di poter parlare liberamente con la consorte, onde poter capire le sue reali intenzioni, convinto che siano quelle di restare con lui. Il referente di Christopher nella controparte è l'incaricato d'affari sovietico a Washington Vladillen M. Vasev; in aeroporto a New York invece, nella sala di prima classe della Pan Am si installa come referente del governo statunitense l'agente diplomatico Donald F. McHenry. I sovietici rifiutano di far sbarcare la donna, dicendo che è lei stessa a non volerlo temendo che una volta a terra possa essere presa in custodia dalle autorità statunitensi, e negano agli statunitensi persino di salire sul loro aereo; essi poi ribattono chiedendo di poter parlare con Godunov, ma lui questo incontro lo farebbe solo assieme alla propria moglie, condizione che i sovietici rifiutano, perciò anche il ballerino rifiuta. Infine gli statunitensi propongono di attaccare all'aereo un manicotto d'imbarco per potersi incontrare con Lyudmila Vlasova, ma i sovietici non danno una risposta immediata. Lo stallo in aeroporto prosegue, e i passeggeri statunitensi passano il tempo cantando canzoni legate al football universitario o giocando a bridge, un passeggero sovietico addirittura offre fette di pane nero e pezzetti di salsiccia agli statunitensi vicini, finché e attorno alle 10 un passeggero statunitense, l'avvocato Mario J. Martínez di El Paso, nel Texas, ascoltando la sua radio portatile a transistor ne scopre il motivo, e diffonde la notizia fra i compatrioti, la quale passa di passeggero in passeggero; fra gli statunitensi monta una certa rabbia e frustrazione, ma quando qualcuno chiede delucidazioni alle autorità sovietiche sedute attorno alla Vlasova, quelli fanno finta di non comprendere la lingua inglese. Più tardi nella notte gli statunitensi invitano i passeggeri a scendere e a prendere altri aerei; i sovietici trasmettono il messaggio tramite l'altoparlante dell'aereo, invitando però in russo i cittadini sovietici a rimanere a bordo. Prima dell'alba di sabato 25, poco prima delle 4, si attua la procedura e i 44 passeggeri non sovietici scendono dall'aeroplano e vengono sistemati nel non lontano Travelodge International Hotel; per i rimanenti sovietici, la Pan Am si occupa di fornire dispositivi portatili di aria condizionata, per non far sì che venga usata quella dell'aereo, la quale brucerebbe carburante, e scatole contenenti cibarie, il tutto issato con un nastro trasportatore dato il divieto a chiunque di accedere al velivolo. Quello stesso mattino a Washington l’Ambasciata Sovietica chiede al Dipartimento di Stato statunitense di poter inviare una formale protesta; così, il portavoce Hodding Carter III convoca al Dipartimento l’addetto stampa sovietico Boris Davidov il quale illustra la protesta: delinquenti armati hanno minacciato la signorina Vlasova. A New York sempre in mattinata giunge in aeroporto Evgenij N. Makeyev, deputato rappresentante l'Unione Sovietica all'ONU, che con uno staff di alcuni uomini diviene il referente dei sovietici in loco, con la sala d'aspetto del Gate 10 che diviene il punto d'incontro tra statunitensi e sovietici per comunicarsi le proposte. Nel primo pomeriggio McHenry allenta la proposta statunitense: se la ballerina sbarca per essere interrogata, anche autorità sovietiche possono essere presenti. I sovietici però fanno una nuova proposta agli americani: la Vlasova potrebbe scrivere una lettera al marito spiegando le ragioni del suo volersene tornare a casa, ma McHenry non la giudica una prova sufficiente della sua volontarietà. Sull'aereo i passeggeri sovietici passano il tempo cantando, giocando a carte o a scacchi, qualcuno perfino improvvisa del cabaret; a questo punto i sovietici chiedono di far salire i giornalisti a documentare questo clima sereno a bordo e a intervistare la ballerina, ma McHenry rifiuta. Domenica 26 avviene un cambio del personale di volo, e in serata accettano di scendere anche 15 passeggeri sovietici; in tarda sera la compagnia del Bol'šoj vola a Chicago proseguendo così la propria tournée, avendo promosso il collega Leonid Kozlov come rimpiazzo di Godunov.[5][6][7][8][9]
Dopo oltre due giorni e mezzo di stallo, con la presenza di alcuni contestatori che fuori dall'aeroporto espongono cartelli scritti a mano con scritto Freedom for Russia e Free Ludmilla, alle 7:35 del mattino di lunedì 27 il Dipartimento di Stato riceve una telefonata dall'Ambasciata Sovietica di Washington: i sovietici accettano la proposta americana. In mattinata a Chicago la produttrice esecutiva della tournée Lillian Libman tiene una conferenza stampa; quando le viene chiesto come la troupe fosse rimasta colpita dalla defezione di Godunov, lei risponde che “negli ultimi giorni la troupe ha saltato più in alto e danzato più magnificamente che mai”. A New York nel pomeriggio, poco prima delle 15, un manicotto d'imbarco viene collegato all'ingresso dell'aereo sovietico. Una delegazione composta da sei uomini: Donald F. McHenry, l'avvocato Orville H. Schell, l'avvocato Jeffrey H. Smith, dell'Ufficio del Consigliere Generale del Dipartimento di Stato, due rappresentanti dello sportello Foreign Affairs Office del Dipartimento di Stato che si occupa di questioni con l'Unione Sovietica, Edward Hurwitz (che parla russo) e Martin Wenick, e un medico del Servizio di Salute Pubblica con il compito di verificare che la ballerina non sia stata sedata, sale le scale del manicotto; con loro vi è anche una donna, un'interprete simultanea dipendente sempre dal Dipartimento di Stato, la lituana Galina Tunik‐Rosniansky; Godunov è invece in disparte in un van della polizia. Per i sovietici salgono le scale del manicotto il deputato Evgenij N. Makeyev, il direttore e coreografo del corpo di ballo Jurij Grigorovič, un medico di nome Kirill Gargin, il console generale giunto da Washington Vadim Kavalerov, il suo rappresentante designato a New York Anatolij Myshkov, e un ufficiale dell'ONU non identificato. Pochi minuti dopo Lyudmila Vlasova esce dall'aereo e accede al manicotto e, sedutisi gli statunitensi ad un lato e i sovietici all'altro, iniziano la procedura. La ballerina appare amichevole e informale, e McHenry, incaricato di tenere il dialogo, tramite interprete le chiede se qualcuno l'ha minacciata, e lei risponde mettendosi in evidenza con ironia chiedendo a sua volta se a lui sembra che fosse stata minacciata; McHenry le chiarisce che non avrebbe dovuto per forza decidere quel giorno, che avrebbe anche potuto scendere, lasciar partire l'aereo e rimanere a pensare a quale decisione prendere, ma la ballerina rifiuta questa alternativa; afferma anche che non ha comunicato con suo marito da venerdì. McHenry le chiede allora se c'è qualcuno con cui vuole parlare, o qualcosa che vuole fare, ma lei in russo risponde semplicemente "no", e rinuncia infine a prendere dalla mano dello stesso McHenry una lettera scritta dal marito. Nonostante la presenza ingombrante dei diplomatici sovietici e del suo direttore di compagnia, in circa 25 minuti di conversazione con la donna viene accertata “un'atmosfera non coercitiva”, così all'aereo viene dato il permesso di partire per Mosca. A fine evento, nel manicotto viene fatto salire un fotografo della United Press International, Joel Landau, che a operazione conclusa segue la Vlasova nell'aeroplano, catturandone i sorrisi con gli altri passeggeri, e i loro brindisi all'ambita partenza con tazze di plastica. Mentre il decollo viene stabilito nuovamente per le 17, McHenry torna nella sala della Pan Am per chiamare Warren Christopher, aggiornandolo sugli eventi per circa cinque minuti, poi tiene una conferenza stampa davanti a un centinaio tra giornalisti e fotografi; durante essa l'avvocato Shell alla domanda se pensi che la ballerina avesse parlato liberamente si dichiara dubbioso, affermando di non poterlo dire con certezza, “dopotutto è un’attrice”; la conferenza stampa viene conclusa da McHenry con stretta di mano e pacche con il suo omologo Makeyev. Il velivolo ritorna ad essere un volo di linea, vengono così imbarcati una donna statunitense e un uomo peruviano. Ma un temporale molto forte causa un ulteriore ritardo, inizialmente quantificato in mezz'ora ma poi più duraturo, finché alle 18:39 il velivolo con i suoi 55 passeggeri si stacca finalmente da terra. Martedì 28, poco dopo le 10 del mattino dell’ora locale, la moglie di Godunov sotto una lieve pioggia atterra a Mosca, venendo accolta da sua madre in lacrime, da sua zia e suo nipote, da fiori e da uno stuolo di giornalisti. Un bollettino radio ne annuncia il ritorno e la TASS, l'agenzia di stampa governativa, emana un dispaccio che loda la vittoria sovietica sulla “provocazione delle forze speciali americane, che hanno fatto il massimo per far sì che Vlasova rifiutasse di tornare a casa". Circa due ore dopo la stessa TASS diffonde le dichiarazioni della ballerina, la quale avrebbe affermato che "il tentativo delle autorità americane di convincermi a non ritornare a casa è stato un atto di rude arbitrarietà, un atto di brutalità contro i passeggeri, donne e bambini. Coloro che hanno inscenato questa provocazione avevano un solo scopo: peggiorare le relazioni sovietico-americane”. Ancora quattro ore dopo la TASS emana un altro comunicato stampa, nel quale le autorità statunitensi vengono accusate di non aver fatto le domande durante le formalità d'imbarco e di aver invece pianificato uno scandalo anti-sovietico rumoroso e sensazionalistico intervenendo solamente con tutti i passeggeri a bordo; viene inoltre affermato che le autorità statunitensi avrebbero promesso alla Vlasova, se avesse accettato di rimanere, tutti i tipi di benefici, incluso il poter scambiare la cittadinanza sovietica con un passaporto statunitense immediato che le sarebbe stato portato direttamente sull’aereo e l'immediata cittadinanza statunitense; il comunicato continua dando “merito alla Vlasova di essere stata veloce nel vedere le sporche intenzioni dietro queste insistenti richieste, poiché non voleva trovarsi in una situazione simile a quella di suo marito, che era scomparso poco prima in circostanze che non sono ancora chiare”, e viene affermato che ella stessa ha considerato le azioni degli americani "arroganti e barbare", e che voleva che l’aereo, il suo equipaggio e i suoi passeggeri venissero lasciati liberi, e in questa sua "posizione di dignità ed elevato dovere civico" era pienamente supportata da tutti i passeggeri sovietici; infine la TASS rimarca che “è ironico che questo vero brigantaggio contro un gruppo di persone perfettamente innocenti abbia avuto luogo in una nazione dove certi ambienti continuano a sostenere libertà e difesa dei diritti umani”. La dichiarazione che Godunov sarebbe “scomparso in circostanze che non sono ancora chiare“, viene ribattuta a New York dall’avvocato Schell come “interamente errata”, spiegando la libera scelta del suo assistito e annunciando una conferenza stampa dello stesso Godunov per il mattino seguente.
Infatti a Manhattan il mattino di mercoledì 29, Godunov presso l'associazione New York City Bar tiene la propria conferenza stampa; il suo inglese è buono, ma ottiene comunque come interprete d'eccezione l'insigne letterato Joseph Brodsky. Godunov innanzitutto ringrazia le autorità statunitensi per i loro tremendi sforzi e si scusa per l'inconveniente che ha causato a così tante persone, ribadendo che il voler vivere negli Stati Uniti è stata una sua libera scelta, dovuta esclusivamente a ragioni artistiche, precisamente il poter danzare in modo più frequente di quello che viene concesso in Unione Sovietica, e il poter anche avere uno sviluppo artistico, poiché in patria non avrebbe nemmeno potuto lavorare con i coreografi di altre nazioni; e dichiara che è proprio quello che vuole fare, affermando di essere pieno di salute e di energia. Riguardo a sua moglie, Godunov afferma che al momento della defezione non aveva potuto contattarla, e che ormai essendo giunto il momento del coprifuoco, ovvero del rientro obbligato per i ballerini, se fosse ritornato a consultarla non avrebbe più potuto uscire dall'hotel; dice inoltre che in passato fra di loro avevano parlato dei ballerini sovietici che avevano lasciato la nazione, e che se dopo la sua defezione lui e la moglie avessero potuto incontrarsi e parlarsi non si sarebbero separati; però ribadisce anche che finché la consorte si trova a Mosca non si esprime sul fatto se anche lei volesse fare defezione o meno; afferma comunque di sperare di rivederla. La conferenza stampa, disturbata da alcune affermazioni sarcastiche di Iona Andronov, corrispondente del settimanale sovietico Literaturnaja Gazeta, dura circa tre quarti d'ora. A Los Angeles, domenica 16 settembre dopo l'ultima esibizione allo Shrine Auditorium altri due ballerini della compagnia del Bol'šoj, proprio Leonid Kozlov, il rimpiazzo di Godunov, e sua moglie Valentina Kozlova, seguono l'esempio facendo chiamare da un intermediario la polizia, la quale il mattino seguente li scorta di nascosto fuori dall'hotel per chiedere poi asilo politico.[10][11][12][13][14]
A New York Godunov diviene primo ballerino dell'American Ballet Theatre; la prima ballerina è Cynthia Gregory, sua grande ammiratrice, la quale aveva sperato che abbandonasse l'Unione Sovietica per poter ballare con lui. Godunov deve fronteggiare i ritmi frenetici della compagnia statunitense (poche prove ed esibizioni quasi tutte le sere), che lo paga 5.500 dollari la settimana, ma poi vi si adatta, e capisce che essere sul palcoscenico è la cosa migliore per lui. Sempre nel 1979, trovandosi a cena in un locale, nota al tavolo a fianco l'interior designer sua coetanea Loree Rodkin seduta con l’imprenditore Victor Drai; socializza con lei e nasce una relazione, che lei chiude presto per l'abitudine del ballerino di fumare e bere molto. Restano però in buoni rapporti, e Godunov, nonostante lei faccia tutt'altro, le chiede dato che non vuole più essere la sua ragazza di diventare la sua manager poiché sogna di diventare attore cinematografico. Nel giugno del 1980 Godunov danza nella José Limón Dance Company allo Spoleto Festival USA, a Charleston, in South Carolina.
A settembre del 1980 diventa direttore artistico dell'American Ballet il connazionale e vecchio amico Michail Baryšnikov. In questo periodo Godunov si riconcilia telefonicamente con la moglie, tanto che lei nel 1981 inizia la procedura burocratica per poterlo raggiungere; ma Godunov capisce che negli Stati Uniti la moglie avrebbe avuto una terribile nostalgia e che le sarebbe mancata troppo la madre, e riconosce che fece bene a tornare a Mosca. Egli invece, pur avendo momenti di malinconia per non poter più rivedere la sua patria, la sua famiglia e sua moglie, inizia a provare felicità nel vivere a New York, la sente la propria città, e gradualmente inizia anche a pensare in inglese. Sempre nel 1981, ad un party conosce l'attrice e modella Jacqueline Bisset; inoltre, seguendo la sua passione per la recitazione, inizia a studiarla con Stella Adler, e si iscrive ai corsi di dizione e canto della Juilliard School, pensando che anche se non dovesse essere preso in alcun film, tutto ciò gli servirebbe comunque per migliorare la propria espressività nella danza; trova anche un'addetta stampa, di nome Evelyn Shriver. Godunov viene inoltre ricercato da varie compagnie come primo ballerino ospite, e lui fissa a 10.000 dollari il suo cachet per questo; a fine luglio danza in Italia, allo Sferisterio di Macerata, in Le Corsaire, con l'étoile francese Ghislaine Thesmar. Circa sei mesi dopo averla conosciuta, inizia con Jacqueline Bisset una solida relazione, che lo porta più volte a trascorrere brevi periodi da lei a Los Angeles. Viene ingaggiato come primo ballerino ospite anche dall'Alvin Ailey American Dance Theatre: Alvin Ailey ha coreografato su musica di Keith Jarrett un balletto “pas de deux” appositamente per lui e per la propria prima ballerina Judith Jamison, intitolato Spell (Incantesimo), rievocante la sacerdotessa voodoo ottocentesca Marie Laveau; Spell va in scena unicamente per il galà di apertura stagionale giovedì 3 dicembre, al New York City Center. Poi nel 1982, in seguito a uno scontro con Baryšnikov, Godunov viene allontanato dall'American Ballet Theatre, con la scusa che, dovendo tagliare i costi e passando la compagnia al praticare soprattutto danza moderna, non ci sarebbero stati sufficienti ruoli per lui, avendo egli un repertorio limitato alla danza classica; Godunov dichiara invece che lo hanno buttato via come una buccia di patata, e che era Baryšnikov che lo limitava. Nel frattempo con la moglie, a distanza e di comune accordo, poiché lei intendeva sposare il basso Yuriy Statnik, stipula il divorzio, rimanendo comunque in amichevole contatto telefonico.[15][16][5][11][17]
Rimasto senza compagnia, Godunov decide di fondarne una propria, chiamandola Alexander Godunov & Stars; ingaggiata come prima ballerina l'esperta italoamericana Eleanor D'Antuono, va in tournée. In questo periodo viene realizzato su di lui dalla PBS il documentario televisivo Godunov: The World to Dance In, che va in onda nella serata di mercoledì 2 marzo 1983. Nello stesso anno è il protagonista danzante di due spot televisivi per l'azienda giapponese di abbigliamento Intermezzo. Poi, non trovando più alcuna soddisfazione nel danzare, decide di chiudere la compagnia per lasciare la danza e fare l’attore. Rappresentato dall'ex fidanzata Loree Rodkin come agente, dalla business manager Arlyne S. Medann e dalla medesima addetta stampa Evelyn Shriver approda perciò a Hollywood, con la decisione di rifiutare qualunque ruolo inerente alla danza. Compra un appartamento con vista sull'oceano, come aveva sempre sognato; ma presto, sentendo l'appartamento vasto e vuoto, va a convivere da Jacqueline Bisset. A settembre, per i 39 anni della compagna, Godunov la raggiunge in Messico sul set di Sotto il vulcano, portandole una grande torta al cioccolato. La coppia diviene famosa anche nel circuito della vita mondana.
A Los Angeles Godunov continua a studiare recitazione, questa volta al Loft Studio con i coniugi William Traylor e Peggy Furie, ma non riesce a trovare ruoli, così non può far altro che ritornare alla danza classica, diventando insegnante alla Lichine Ballet Academy, della connazionale Tatiana Riabouchinska vedova Lichine, a Beverly Hills; con l'arrivo del 1984 il ballerino filippino El Gabriel, un associato dell'accademia che è docente di danza all'Università della California - Irvine, lo porta a tenere una master class di balletto nell'ateneo, durante la quale si dimostra un gran motivatore non parco di sorrisi d'incoraggiamento e battute. Godunov organizza poi una nuova compagnia di danza per una tournée estiva in Sudamerica, tournée che però salta per problemi finanziari. Il giorno seguente a questa brutta notizia riceve però una telefonata dall'ufficio casting del regista Peter Weir: il regista era rimasto impressionato dal documentario della PBS, e gli vuole offrire il ruolo di un amish nel film Witness - Il testimone, con protagonista Harrison Ford, convocandolo per colazione il mattino seguente. Godunov si presenta molto nervoso all'incontro, che però si risolve semplicemente in un “ci vediamo in Pennsylvania”, ovvero dove sarebbe stato girato il film, senza bisogno di fare alcun provino; Godunov, per non venir meno alla disciplina e alla preparazione della danza classica pretende comunque di effettuare un provino filmato, che ottiene; Witness, il suo primo film americano, viene girato da fine aprile a fine giugno. Sempre nel 1984 danza da ospite in alcune compagnie, fino a un’esibizione a Detroit, alla fine della quale dice alla compagna Jacqueline Bisset: “hai visto la mia ultima performance“, anche se nella serata di domenica 17 febbraio 1985, periodo in cui il film Witness sta riscuotendo grande successo nelle sale cinematografiche, torna brevemente a danzare, con Cynthia Gregory al Radio City Music Hall di New York, nello show benefico Night of 100 Stars 2. Nel marzo 1985 la coppia Bisset-Godunov diviene oggetto di un servizio della rivista People, apparendovi anche in copertina, nel numero in edicola lunedì 1º aprile. A fine mese Godunov torna sul set, a New York e a Lattingtown, per la commedia Casa, dolce casa?, con Tom Hanks, nel ruolo di un direttore d'orchestra, restando impegnato fino a inizio agosto. Nel frattempo in URSS è in realizzazione il film propagandistico Reys 222, di Sergej Mikaėljan, ispirato alla defezione del ballerino sovietico, che esce in ottobre e ottiene grande successo. Lunedì 13 gennaio 1986 Godunov tiene una seconda master class all'Università della California - Irvine, mentre nella serata di venerdì 4 marzo il film Witness vince il premio Oscar alla miglior sceneggiatura originale. Sempre nel 1986, assieme alla compagna e a delle ballerine appare nello spot televisivo spagnolo dello spumante Freixenet.
Mercoledì 4 marzo 1987 Godunov diventa cittadino statunitense, in una cerimonia officiata dal giudice Robert L. Carter che vede il conferimento della cittadinanza a 189 persone; all'uscita dichiara ai giornalisti di voler andare a celebrare l'evento “con un hamburger ripieno di caviale, certamente un po’ di champagne e anche un po’ di scotch”, e con una telefonata alla madre. In estate rifiuta il ruolo del conte Dracula in Waxwork - Benvenuti al museo delle cere, poi andato a Miles O'Keeffe, ma in seguito ad un party viene notato dal produttore Joel Silver, il quale lo avvicina e gli propone la parte del terrorista Karl in Trappola di cristallo, di John McTiernan; leggendo il giorno seguente la sceneggiatura inviatagli da Silver, Godunov la apprezza ma non si trova soddisfatto del suo personaggio, perciò si incontra in seguito con lo stesso Silver per ampliarne lo spessore drammaturgico con una storia di background. Il film si gira dall'inizio di novembre dello stesso 1987, e Godunov dà vita a scene d’azione memorabili duellando con Bruce Willis; concluse le riprese a inizio marzo 1988, Trappola di cristallo esce a luglio ed è un grande successo, il settimo film più visto dell’anno. Dopo questo ruolo, che gli dà grande popolarità, Godunov viene categorizzato come cattivo a causa dell'espressione truce e decisa e dei suoi capelli lunghi, perciò si fa molto selettivo, rifiutando svariate sceneggiature di film che per lui non hanno un significato, specialmente quelle che lo vedrebbero nel ruolo di qualcuno che non fa altro che sparare al protagonista e a personaggi innocenti; e continua ad esserlo nonostante le critiche a questa selettività provenienti dalla sua addetta stampa, la quale lo gestisce da Nashville, essendovisi trasferita per occuparsi di artisti di musica country. A causa di questa frustrazione personale, Godunov aumenta il suo tabagismo ma soprattutto il suo alcolismo, rifornendosi solitamente allo storico negozio terner's liquor store, sul Sunset Blvd, adiacente al noto locale per concerti the viper room; il problema diviene preoccupante al punto che la compagna lo prega varie volte di farsi curare; Godunov però rifiuta, e trova conforto in sempre più frequenti telefonate all'ex moglie in Unione Sovietica, divenute quotidiane e con promesse di incontrarla in qualche modo. Sempre nel 1988 propone a Jacqueline Bisset di sposarlo e avere figli, ma lei rifiuta e dopo oltre sette anni mettono fine alla relazione, restando comunque in buoni rapporti. A causa della difficoltà ad avere ruoli, Godunov, che vive solo in un appartamento nel complesso residenziale delle Shoreham Towers, a West Hollywood, ancora una volta non può far altro che ritornare alla danza classica, insegnandola con più frequenza sempre alla Lichine Ballet Academy; nell'accademia è una presenza disponibile e cordiale, anche se il suo aspetto austero spaventa i gattini lì presenti. Nell'agosto 1990 il corpo di ballo del Teatro Bol'šoj, in tournée statunitense, staziona a Los Angeles, e lui viene invitato al ricevimento in onore di esso; nell'occasione viene accompagnato da Jacqueline Bisset, questa volta nelle vesti di amica. Dopo circa tre anni di inattività cinematografica annegata nell'alcool, accetta il ruolo da coprotagonista nell'horror avventuroso The Runestone (1991), e il ruolo di Scarabis (il cattivo) in Waxwork 2 - Bentornati al museo delle cere (1992). In questo periodo ha una breve storia segreta con la già impegnata Elizabeth Montgomery. Nel 1993 riprende per una sola scena il ruolo amish di Witness in Genitori cercasi, di Rob Reiner, e interpreta il primo di tre spot pubblicitari a cadenza annuale della birra Labatt Ice Beer; il film Genitori cercasi esce a luglio dell'anno seguente, il 1994, e viene stroncato dalla critica. Giunti dal Bol'šoj i ballerini coniugi Alla Khaniashvili e Vitaly Artiushkin, Godunov si offre di far loro sia da coach di danza alla Lichine Ballet Academy che da insegnante di lingua inglese, per pura amicizia. Nell'aprile 1995 in Ungheria conclude le riprese da coprotagonista del suo ultimo film, l'action The Zone, a fianco di Robert Davi e Ben Gazzara. Nell'occasione si reca a Riga, dove può riabbracciare la mamma dopo quasi 16 anni.
Tornato a Los Angeles, Godunov, 45 anni, decide di affidare la cura dei problemi di alcolismo al proprio medico curante Maurice Levy, il quale lo pone sotto il controllo saltuario di un’infermiera, che lo sente per l’ultima volta lunedì 8 maggio; viene visto per l’ultima volta alla Lichine Ballet Academy lunedì 15 maggio. Non riuscendo a farsi rispondere al telefono, nella tarda mattinata di giovedì 18 l'infermiera riesce ad entrare nell'appartamento di Godunov, e lo trova morto nel salotto; la donna telefona ai soccorsi, e dei paramedici giungono poco prima di mezzogiorno, non potendo però che constatare il decesso. Giungono in seguito gli uomini dello sceriffo, ed è il sergente Italoamericano Robert Minutello, detto Bob, a divulgare alla stampa i dettagli del decesso. Si suppone che Godunov sia morto da due giorni, e non si ritiene necessario praticare un'autopsia. Il giorno successivo, venerdì 19, è il medico dell'artista, dottor Maurice Levy, a redigere il certificato di morte, indicando la causa come “alcolismo cronico”. Il corpo viene successivamente cremato, e le ceneri sparse nell’Oceano Pacifico; a Mosca viene posto un piccolo cenotafio al cimitero Vvedenskoe, con incisa la frase “sei sempre con noi”.[18][19][20][21][22][23][24][25][26]
Nel luglio 1997 Jacqueline Bisset, trovandosi a Mosca per il Festival cinematografico internazionale di Mosca, chiede al ballerino Andris Liepa di aiutarla ad incontrare “la moglie di Sasha”, di cui lui al tempo della loro relazione le parlava sempre. L'incontro con Lyudmila Vlasova ha luogo in un locale; dopo un abbraccio, le due donne conversano con interprete lo stesso Liepa, e l'attrice si rende conto che la moglie era l'unica donna che Godunov avesse mai amato.[21]
Filmografia
modifica- Moscow Fantasy (Московская фантазия), regia di Natalia Ryzhenko (1971), cortometraggio
- Anna Karenina (Анна Каренина), regia di Margarita Pilichina (1974)
- 31 giugno (31 июня), regia di Leonid Kvinikhidze (1978)
- Witness - Il testimone (Witness), regia di Peter Weir (1985)
- Casa, dolce casa? (The Money Pit), regia di Richard Benjamin (1986)
- Trappola di cristallo (Die Hard), regia di John McTiernan (1988)
- The Runestone, regia di Willard Carroll (1991)
- Waxwork 2 - Bentornati al museo delle cere (Waxwork II: Lost in Time), regia di Anthony Hickox (1992)
- Genitori cercasi (North), regia di Rob Reiner (1994)
- The Zone (The Dogfighters), regia di Barry Zetlin (1995)
Doppiatori italiani
modificaNelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Alexander Godunov è stato doppiato da:
- Massimo Rinaldi in Witness - Il testimone, Casa, dolce casa?
- Luca Biagini in Trappola di cristallo
- Luca Sandri in Casa, dolce casa? (ridoppiaggio)
Note
modifica- ^ (EN) Clive Barnes, Ballet: Strong Bolshoi Company, Big/ Little Bonus, in The New York Times, 27 giugno 1973. URL consultato il 13 giugno 2024.
- ^ magnumSuper, Alexander Godunov, Alexey Yermolayev, 3 febbraio 2010. URL consultato il 12 dicembre 2024.
- ^ (EN) Anna Kisselgoff, Aleksandr Galunov, Bolshoi Dancer With a Difference, in The New York Times, 18 settembre 1974. URL consultato il 13 giugno 2024.
- ^ numberonefilmfan, AGODUNOV INTERVIEW, 18 aprile 2012. URL consultato il 4 gennaio 2025.
- ^ a b (EN) World Ballet Day: Alexander Godunov, 1949 - 1995, su L.A. Dance Chronicle, 2 ottobre 2018. URL consultato il 3 gennaio 2025.
- ^ (EN) U.S. Halts Soviet Airliner to Ask If Dancer's Wife Is Going Freely (Published 1979), 25 agosto 1979. URL consultato il 2 gennaio 2025.
- ^ Soviet Ballerina Flies Back Home, Leaving Her Defector Husband in U.S., su washingtonpost.com.
- ^ STANDOFF CONTINUES AS U.S. AUTHORITIES BLOCK SOVIET PLANE, su nytimes.com.
- ^ (EN) Russian Shares Bread With Americans on Plane as Officials Debate, in The New York Times, 26 agosto 1979. URL consultato il 23 febbraio 2025.
- ^ Quelli che scapparono dall’URSS, in ilpost.it, 30 novembre 2011. URL consultato il 23 gennaio 2016.
- ^ a b (EN) John Gruen, A.-Lexander Godunov e With His Look of A. Pre-Raphaelite Angel Posing As A. Punk-Rock Idol, THE WORLD OF GODUNOV, in The New York Times, 6 settembre 1981. URL consultato il 3 gennaio 2025.
- ^ (EN) Eric Pace, Godunov, Bolshoi Dancer, Defects to U.S., in The New York Times, 24 agosto 1979. URL consultato il 14 giugno 2024.
- ^ Godunov Says Defection Was for Artistic Reasons, su nytimes.com.
- ^ (EN) Anthony Austin Special to The New York Times, Soviet Dancer Is Hailed as a Heroine in Moscow, in The New York Times, 29 agosto 1979. URL consultato il 3 gennaio 2025.
- ^ (EN) GODUNOV LEAVING TROUPE. URL consultato il 1º gennaio 2025.
- ^ Edizione 1981, su Sferisterio - Macerata Opera Festival. URL consultato il 2 gennaio 2025.
- ^ (EN) Anna Kisselgoff, DANCE: FESTIVE WORKS AT ALVIN AILEY GALA, in The New York Times, 5 dicembre 1981. URL consultato il 13 gennaio 2025.
- ^ La biografia di Alexander Godunov, su comingsoon.it, comingsoon.it. URL consultato il 23 gennaio 2016.
- ^ Godunov! Badunov! TV Premiere, su washingtonpost.com.
- ^ (EN) Diane Haithman, COVER STORY : Lost in America : Alexander Godunov wanted to make it in the movies without drawing on his fame in ballet; now he's another struggling actor, su Los Angeles Times, 8 settembre 1991. URL consultato il 31 dicembre 2024.
- ^ a b (EN) Viola, Alexander Godunov and Jacqueline Bisset love story, su Beauty will save, 10 luglio 2012. URL consultato il 1º gennaio 2025.
- ^ (EN) Chris Pasles, GODUNOV SHOWS HOW AT UCI, su Los Angeles Times, 14 gennaio 1986. URL consultato il 12 gennaio 2025.
- ^ (EN) Alexander Bratersky, A Whirlwind's Wife Looks Back, su The Moscow Times, 24 giugno 1995. URL consultato il 2 gennaio 2025.
- ^ The Bobbie Wygant Archive, Alexander Gudonov for "Die Hard" 1988 - Bobbie Wygant Archive, 1º giugno 2020. URL consultato il 1º gennaio 2025.
- ^ (EN) David, Whatever happened to... Alexander Godunov?, su Entertainment.ie, 29 novembre 2015. URL consultato il 1º gennaio 2025.
- ^ (EN) Alexander Godunov, su Celebrity Deaths: Findadeath. URL consultato il 1º gennaio 2025.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- Alexander Godunov, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) Alexander Godunov, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Alexander Godunov, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Alexander Godunov, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
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