Alfa Romeo 902AU e 902AS
Il 902AU ed il 902AS sono stati due modelli di autobus prodotti dall'Alfa Romeo dal 1950 al 1958.
Alfa Romeo 902AU e 902AS | |
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Descrizione generale | |
Costruttore | Alfa Romeo |
Tipo | Autobus |
Produzione | dal 1950 al 1958 |
Sostituisce | Alfa Romeo 901A |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 11 m |
Altre caratteristiche | |
Versioni | Urbano, interurbano, Gran Turismo |
Della stessa famiglia | Alfa Romeo 900 |
Assi | 2 |
Storia
modificaIl modello nasceva come erede del 901A, realizzato dall'Alfa in collaborazione con la Casaro dal 1948, e che aveva patito alcune anomalie meccaniche, in particolare al cambio[1].
A fine 1950 entrò in produzione il 902A, evoluzione del 901A, sempre realizzato dalla Casaro con la sua monoscocca Tubocar costruita su licenza statunitense ma con motore derivato dal camion 900[2]. I "Tubocar" furono prodotti sino al 1951, anno in cui furono approntati i primi prototipi della versione 902AS, realizzata dai Cantieri Riuniti dell'Adriatico di Monfalcone con un telaio a struttura reticolare prodotto su disegni e brevetti della Sicca di Vittorio Veneto (noto come "Siccar", da cui la "S" nella sigla)[3]. La produzione in serie iniziò l'anno successivo, nelle versioni urbana, Gran Turismo, interregionale, postale, e con diverse misure di passo: le meccaniche partivano dagli stabilimenti milanesi del Portello verso Monfalcone, dove erano montate sui telai, e quindi rientravano in Alfa per il collaudo finale[4].
Altra azienda ad utilizzare la meccanica 902A fu la Sirio di Novara, che realizzò una serie di autobus noti come "Super Bus" che si distinguevano per il cofano motore sporgente[5].
Carrozzerie ed esemplari prodotti
modificaLa sola versione costruita per l'ATM di Milano fu quella urbana, che venne carrozzata dai Cantieri Riuniti dell'Adriatico. Furono prodotti 58 esemplari, radiati entro il 1978[6]. La carrozzeria era unica nella sua categoria: era infatti assemblata in pannelli ad incastro.
Altre aziende ad acquisire i 902AS furono la Lazzi (con carrozzerie Ambrosini, De Simon o Varesina)[7], mentre il 902A "Super Bus" fu acquistato dalla AGITA e dalla SOMETRA[5].
Sono stati realizzati 52 gruppi meccanici per i 902A Tubocar[8] e 396 per i 902AS[9].
Caratteristiche tecniche
modificaIl motore installato era un Diesel tipo 1606 posizionato posteriormente[10]. I cilindri erano sei. L'alesaggio e la corsa erano, rispettivamente, 120 mm e 140 mm, che portavano la cilindrata totale a 9.495 cm3. La potenza erogata era di 130 CV a 2.000 giri al minuto.
Sui "Tubocar" il telaio era una monoscocca; sui 902AS "Siccar" e sui 902 "Super Bus" il telaio era reticolare.
L'alimentazione era a gasolio. Il cambio era meccanico a quattro marce con riduttore, mentre il volante era posizionato centralmente (a sinistra sui "Super Bus").
Note
modifica- ^ Salvetti, op. cit., p. 200
- ^ Salvetti, op. cit., p. 202
- ^ Salvetti, op. cit., p. 203
- ^ Salvetti, op. cit., p. 206
- ^ a b Salvetti, op. cit., p. 217
- ^ Stefano Alfano, Roberto Costa, Trasporti a Milano. Il parco veicoli di ATM Milano dalle origini ad oggi. Volume primo - i veicoli su gomma, a cura degli autori, Cividate al Piano (BG), 2016, ISBN 979-12-200-1048-1, p. 40
- ^ Salvetti, op. cit., pp. 210, 212, 218
- ^ Di cui parte utilizzati per trasformare i 901A in 902A e altri per ricambi: Salvetti, op. cit., p. 413
- ^ Salvetti, op. cit., p. 411
- ^ Salvetti, op. cit., pp. 358-359
Bibliografia
modifica- Stefano Salvetti, L'altra Alfa, Fucina Editore, Milano, 2014, ISBN 978-88-88269-38-2
Collegamenti esterni
modifica- Gli autobus Alfa Romeo su “alfasport.net”, su alfasport.net. URL consultato il 28 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2014).