Altair Airlines era una compagnia aerea con sede a Filadelfia. È stata in servizio dal 1967 al 1982. Secondo il suo orario di sistema del 15 giugno 1982, il nome Altair è stato preso dalla prima stella di grandezza "Altairius" più luminoso nella costellazione "Aquila" (Aquila) da cui deriva il simbolo Blue Eagle della compagnia aerea.

Altair Airlines
StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Fondazione1967
Chiusura1982 (fallimento)
Sede principaleFiladelfia
SettoreTrasporto
Prodotticompagnia aerea
Compagnia aerea regionale
Codice IATAAK
Codice ICAOALT
Indicativo di chiamataALTAIR
Flotta9 (nel 1982)
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La compagnia aerea è stata fondata nel 1967 come una compagnia aerea pendolare che gestisce piccoli aerei gemelli a pistoni. Nel 1967, il principale azionista di Altair era Tristram Colket e aveva 587 dipendenti. Nel maggio 1970, Altair Airlines fu segnalata dal Civil Aeronautics Board per avere il più alto tasso di urti. Verso la fine degli anni settanta, Altair aveva introdotto i turboelica Nord 262 nella sua flotta, oltre ai turboelica Beechcraft 99.

Altair tentò di raggiungere una redditività sostenuta ritirando il suo aereo turboelica ed espandendo i suoi servizi passeggeri di linea verso nuove destinazioni lungo la costa orientale degli Stati Uniti in concomitanza con l'introduzione di una piccola flotta di Fokker F28 Fellowship e McDonnell Douglas DC-9-30; tuttavia, il reddito non è mai stato in grado di superare i debiti sostenuti. Nel novembre 1982, Altair doveva più di un milione di dollari in costi di carburante per aerei alla Gulf Oil Corporation che, dopo un lungo periodo di negoziazione, richiese un pagamento immediato. Altair aveva poca scelta se non quella di cercare protezione legale. Nel 1982, Altair ha presentato istanza di fallimento a causa dei suoi molti debiti. Il suo ultimo presidente fu Henry P. Hill. Molti dei dipendenti dedicati di Altair hanno trovato lavoro in altre compagnie aeree con strutture all'aeroporto internazionale di Philadelphia (PHL).


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Collegamenti esterni

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  • (EN) Altair Airlines, su airlinefiles.com. URL consultato il 18 luglio 2020.
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