In età classica, con il termine Amardi, noti anche come Mardi, venivano indicate alcune popolazioni stanziate tra gli altopiani iranico e armeno e l'Anatolia interna.

Fonti antiche

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Erodoto cita Amardi, Macroni, Mari, Moschi, Mossineci e Tibareni come abitanti della XIX satrapia, stabilita da Dario I di Persia, situata a sud-est del Ponto Eusino e delimitata verso sud dall'alta catena montuosa dei monti Moschici. Erodoto afferma che la satrapia fruttava 300 talenti di tasse e che i suoi abitanti possedevano un equipaggiamento bellico formato da elmi in legno, scudi e piccole lance con lunghe punte.[1] In un altro passaggio, invece, li elenca tra le tribù che abitavano tra la Susiana e la Perside. Nearco riporta un'informazione simile, descrivendo i Mardi, i Susiani, gli Uxii e gli abitanti dell'Elimaide come popoli montani dediti al saccheggio e al nomadismo.[2][3]

Nella Geografia, Strabone, invece, collocava i Mardi a sud del mar Caspio,[4][5][6] nei pressi del fiume Amardos, in un territorio coincidente con le moderne regioni iraniane del Gilan e del Mazandaran.[7][8]

Identificazione ed etimologia

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Da un punto di vista archeologico, sono stati attribuiti agli Amardi i reperti ritrovati nel sito di Marlik e risalenti all'età del ferro.[7]

Sulla base delle fonti antiche, si è dedotto che gli Amardi potessero essere una popolazione di lingua iranica,[9] poiché veniva affermato che fossero imparentati a popolazioni scitiche quali i Dahai, i Saci e i Saspiri.[10]

Queste considerazioni hanno indotto a formulare l'ipotesi che l'etnonimo Mardi possa derivare dall'antico termine iranico antica per "uomo" (in persiano antico 𐎶𐎼𐎫𐎡𐎹, martiya).[3] Secondo Richard N. Frye il termine persiano antico Amard, o Amui in medio persiano, sarebbe alla radice del nome della città di Amol,[11] la quale era la capitale della Tapuria sotto la dinastia sasanide, che governò l'Impero persiano tra il III e il VII secolo.

  1. ^ Erodoto, Storie, lII.
  2. ^ (EN) John Eadie, Early Oriental History, Comprising the Histories of Egypt, Assyria, Persia, Lydia, Phrygia, and Phoenicia, Griffin, 1852, p. 276.
    «mardi.»
  3. ^ a b (EN) John Eadie, Early Oriental History, Comprising the Histories of Egypt, Assyria, Persia, Lydia, Phrygia, and Phoenicia, Griffin, 1852, ISBN 9780848207410.
  4. ^ (EN) Compact Bible atlas with gazetteer, Baker Book House, 1979, p. 7, ISBN 9780801024320.
  5. ^ (EN) William Smith, Dictionary of Greek and Roman Geography, vol. 1, Little, Brown & Company, 1854.
  6. ^ (EN) Indo-iranica, vol. 2, Iran Society, 1947, p. 21.
  7. ^ a b Negahban, Ezat O., Marlik: The Complete Excavation Report, UPenn Museum of Archaeology, 1995, p. 321, ISBN 9780924171321.
  8. ^ (EN) Wright, John Henry, A history of all nations from the earliest times, Lea Brothers, 1905.
  9. ^ (EN) iranicaonline.org, http://www.iranicaonline.org/articles/iran-v2-peoples-pre-islamic. URL consultato il 7 agosto 2017.
  10. ^ (EN) Edwin Norris, Memoir on the Scythic Version of the Behistun Inscription, Harrison and Sons, 1853.
  11. ^ (EN) Richard N. Frye, Proceedings of the Second European Congress of Iranian Studies, ISMEO, p. 188.

Bibliografia

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