Angina di Prinzmetal

chiamata anche angina variante è una forma di angina, essa descrive una sindrome dolorosa, nata senza alcuna precedente correlazione a stress o sforzo della persona
Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

L'angina di Prinzmetal (o angina variante) è una forma di angina pectoris, ovvero è una sindrome dolorosa retro-sternale che si presenta a riposo e ciclicamente, a differenza dell'angina stabile (o da sforzo) che si presenta dopo attività fisica. Tale sindrome è causata da un vasospasmo delle arterie coronarie che causa una sofferenza al tessuto cardiaco. In particolare è dovuta alla contrazione della muscolatura liscia delle arterie coronarie che induce un minor afflusso sanguigno al cuore.

Angina di Prinzmetal
Specialitàcardiologia
Eziologiavasospasmo
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM413.1
ICD-10I20.1
MeSHD000788
MedlinePlus000159
Sinonimi
Sindrome di Prinzmetal-Massumi
Angina variante
Angina vasospastica
Eponimi
Myron Prinzmetal
Rashid A. Massumi

Myron Prinzmetal (1908 - 1987) fu il primo a descrivere tale manifestazione nel 1959 insieme a dei collaboratori, trovando forti dolori al torace.[1]

Epidemiologia

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Rispetto alle altre forme di angina (come l'angina stabile) si mostra in età più giovanile, si riscontra maggiormente nei fumatori, colpisce maggiormente nelle ore notturne sino al primo mattino.[2]

Eziologia

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Durante anni di studio si è dimostrato che tale angina viene provocata da uno spasmo coronarico, occlusivo o subocclusivo, che a sua volta crea un'improvvisa e transitoria diminuzione del diametro di un ramo coronarico epicardico, tale restringimento è indipendente da forme di malattia delle coronarie dell'individuo. Raramente si manifesta dopo un intervento chirurgico e come effetto di alcuni farmaci (5-fluorouracile e ciclofosfamide).[3]

Fattori di rischio

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  • fumo
  • alcool
  • combinazione contracettivi-fumo
  • cocaina
  • 5-fluoracile

Sintomatologia

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Fra i sintomi e segni clinici che caratterizzano tale angina possiamo ritrovare un forte dolore cardiaco quasi sempre riscontrato quando la persona si trova a riposo e non sotto stress. Inoltre si ritrovano sincope e presenze di aritmie. Gli episodi di ischemia durano 2-10 minuti, potendo recidivare a breve termine. Tipicamente compaiono nelle ore notturne o nella prima mattina. In un quarto dei casi ci può essere associazione con sforzo, durante o successivamente.

In alcuni pazienti si notano:

  • fasi fredde: gli episodi di angina scompaiono per un certo lasso di tempo;
  • fasi calde: elevata frequenza degli episodi.

Diagnostica

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L'angina variante si presenta all'ECG standard con sopraslivellamento del tratto ST, indicativo di ischemia transmurale. Talvolta non si ha il sopraslivellamento, ma durante l'angina si notano onde T positivizzate, rispetto alle onde T negative di base, fenomeno chiamato "pseudonormalizzazione".

In caso non si riesca a documentare un'angina con ECG standard, si può adoperare l'ECG dinamico, test da sforzo (solitamente negativo in realtà) o test provocativo.

Terapia

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La somministrazione di nitrati nelle forme classiche di angina permette di ottenere notevoli risultati; in questa specifica tipologia di angina tale cura aiuta a prevenire l'ischemia miocardica, se si esegue una vasodilatazione coronarica diretta. I betabloccanti, invece, sono controindicati nel trattamento dell'angina di Prinzmetal[4]. Come profilassi vengono usati farmaci calcio-antagonisti.

  1. ^ M. Prinzmetal, R. Kennamer, R. Merliss, T. Wada, N. Bor, Angina pectoris I. A variant form of angina pectoris: Preliminary report (abstract), in The American Journal of Medicine, vol. 27, n. 3, settembre 1959, pp. 375-388, DOI:10.1016/0002-9343(59)90003-8. URL consultato il 16 settembre 2024.
  2. ^ Ogawa H. Yasue H. Oshima S, Circadian variation of plasma fibrinopeptide. A level in patients with variant angina, in Circulation, vol. 80, 1989, p. 1617.
  3. ^ Eugene Braunwald, Malattie del cuore (7ª edizione) p.1266, Milano, Elsevier Masson, 2007, ISBN 978-88-214-2987-3.
  4. ^ British National Formulary, Vol 58, pg 88, 2009.

Bibliografia

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Voci correlate

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