La Anjubault era un'industria meccanica francese con sede a Parigi, attiva nella costruzione di locomotive a vapore di modeste dimensioni, in prevalenza destinate ai cantieri per la costruzione di linee ferroviarie.

Anjubault
StatoFrancia (bandiera) Francia
Forma societariaSocietà anonima
Fondazione1855 a Parigi
Fondata daAuguste Anjubault
Chiusura1868
Sede principaleParigi
SettoreMetalmeccanica
ProdottiLocomotive a vapore

La morte del fondatore Auguste Anjubault, dopo soli quindici anni di attività, decretò la cessione dell'azienda[1] alla Corpet-Louvet, che si specializzò a sua volta nella produzione di locomotive a scartamento metrico soprattutto per le ferrovie secondarie della Francia.

Settori di attività

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Locomotiva Anjubault PO n. 8

Le prime due locomotive prodotte, progettate da Jean-Claude-Républicain Arnoux con la supervisione di Jean-Jacques Meyer erano denominate l'Yvette e l'Orge e dotate del rodiggio 1A1n2t (tipo 111), così come la terza, la le Florian, una 020: si trattavia di macchine realizzate con lo scartamento atipico di 1.751 mm del cosiddetto "sistema Arnoux". Il committente di tale prima fornitura era la Compagnie de Paris à Orsay di Jean-Claude-Républicain Arnoux, che le impiegò sulla propria "ligne de Sceaux", nella banlieue di Parigi. Le Anjubault numero 1, 2 e 3 furono consegnate rispettivamente nell'aprile, agosto e ottobre 1855. A causa dello scarso successo economico del servizio le tre unità furono cedute nel 1867, previa modifica, alla Compagnie du chemin de fer de Paris à Orléans[2].

La produzione principale della Anjubault era incentrata sulle locomotive a due assi tipo 020 a scartamento normale, sebbene non mancassero esemplari a 1.672 mm e altre destinati a binari industriali con scartamenti ridotti di 1209, 1100, 1000 e 900 mm. In totale, più di 121 locomotive Anjubault[3] uscirono dalle officine parigine durante i 15 anni di attività dell'azienda.

La maggior parte delle unità erano macchine da cantiere consegnate ad imprese di lavori pubblici, che in tale epoca erano impegnate nella costruzione di ferrovie in tutta la Francia. Non mancarono tuttavia locomotive tranviarie, sia per il mercato locale, come nel caso dell'esemplare consegnato alla tranvia di Villiers[4], sia per quelli esteri. Numerose locomotive furono infatti destinate all'esportazione, grazie a commesse in India, Italia, Spagna e Svizzera o a imprese industriali quali la Compagnia delle miniere di Béthune, la Wendel et compagnie, le fucine di Chatillon, la compagnia mineraria di Liévin e quella di Anzin.

 
La Ramgotty nel 2010 a Nuova Delhi
 
Locomotiva Léonito nel 2013

Nel 1862 quattro locomotive Anjubault a scartamento 1209 mm furono consegnate alla Nalhati-Azimganj Railway Indes[5] e numerate 69, 70, 73 e 74.

Una di esse, ceduta nel 1892 alla East Indian Railway, venne in seguito adattata allo scartamento di 1.676 mm e venduta nel 1951 al Comune di Calcutta per la trazione dei treni di rifiuti e utilizzata fino al 1962. Recuperato e restaurato nel 1974, tale esemplare fu battezzato Ramgotty Mukherjee, dal nome del primo direttore della Nalhati-Azimganj[5], ed è esposto presso l'India National Rail Museum di Nuova Delhi[6].

Per le Strade Ferrate Romane la Anjubault fornì nel 1863 una locomotiva-tender a quattro ruote accoppiate e cilindri esterni inclinati (numero di fabbrica 93) che fu immatricolata come 10001[7].

La società esercente la tranvia Cremona-Ostiano (TCO) aveva fatto ricorso al mercato dell'usato acquistando fra le altre una locomotiva Anjubault di tipo tranviario[8], successivamente ceduta alle Tramvie Provinciali Cremonesi e infine alla Società Nazionale Ferrovie e Tramvie[9].

Consegnata il 2 maggio 1865 alla Léon Cappa pour Minas de Reunion, l'esemplare 105 dotato di scartamento 1.672 mm[3], poi passato alla Compañía de los ferrocarriles de Madrid a Zaragoza y Alicante (MZA) con il n. 612 e infine alla RENFE, è anch'esso conservato con il nome di Léonito quale locomotiva monumento lungo l'avenida Libertad[10] a Cordova[11].

Un analogo esemplare denominato Santa Rita, numero di fabbrica 103, poi MZA 611 e infine RENFE 020.0211, fu consegnato alla medesima compagnia mineraria il 17 settembre 1864[3].

La fondazione dell'impresa scaturì dall'incontro[12] degli ingegneri Jean-Claude-Républicain Arnoux e Jean-Jacques Meyer con Auguste Anjubault[13], imprenditore allora trentacinquenne, in un momento particolarmente dinamico per la storia delle ferrovie.

Anjubault[14] (1820-1868) costruttore meccanico, fondò dunque nel 1855 una società per la costruzione di macchine a vapore, principalmente locomotive, la cui officina e ufficio sorgevano al numero 4 di rue Keller, indirizzo al quale lo stesso Anjubault era domiciliato.

 
Incisione raffigurante un impianto realizzato con il sistema Arnoux

In occasione dell'Esposizione Universale di Parigi del 1855 Anjubault presentò l'Orge, una locomotiva mista articolata sistema Arnoux a quattro cilindri e quattro ruote motrici indipendenti idonea al servizio su linee di montagna e destinata alla Compagnie de chemin de fer de Paris à Orsay per la ferrovia Sceaux-Orsay, costruita sotto la direzione di Jean-Jacques Meyer[15].

Alla successiva edizione dell'esposizione, tenutasi nel 1867, Anjubault presentò una locomobile destinata all'impiego in agricoltura.

Alla morte di Auguste Anjubault, avvenuta nel 1868[16], Lucien Corpet (1848-1889), giovane ingegnere proveniente dalla École Centrale des Arts et Manufactures, assunse la direzione dello stabilimento e, non avendo lasciato il fondatore dei successori, acquistò lo stesso facendo costruire, a fianco del suo domicilio al 117 di avenue Philippe-Auguste, una nuova officina di maggiori dimensioni della precedente. Il trasloco delle attività avvenne nel 1870, proseguendo la produzione con il marchio Corpet-Louvet per ulteriori diciotto anni.

  1. ^ (EN) The Industrial Railway Record, su irsociety.co.uk, vol. 3, 27 capitolo 1: A general survey, 1969. URL consultato il gennaio 2016.
  2. ^ La Vie du Rail, n. 94, 1952.
  3. ^ a b c Sébastien Jarne, Rassegna non esaustiva delle produzioni Anjubault e Corpet (DOC), su demophile1.free.fr, 30 giugno 2003. Il periodo di transizione provocato dal decesso di Anjubault e la cessione dell'impresa a Lucien Corpet, avvenuta fra il 1866 e il 1867 rende difficile l'attribuzione certa all'uno e all'altro produttore.
  4. ^ Walter Hefti, Dampf-Strassenbahnen, Birkhäuser Verlag, Basilea, 1984, ISBN 978-3-7643-1536-8, p. 165.
  5. ^ a b National Rail Museum, su irfca.org. URL consultato il gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  6. ^ Immagine della locomotiva Ramgotty presso il museo di Nuova Delhi (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2009)..
  7. ^ Album delle locomotive, Strade Ferrate Romane, Firenze, Litografia Benelli, 1 marzo 1878. Indice consultabile su Trenidicarta.it..
  8. ^ Albertini & Cerioli, 1994, pp. 27-28.
  9. ^ Mario Albertini, Claudio Cerioli, Trasporti nella Provincia di Cremona - 100 anni di storia, 2ª ed., Cremona, Editrice Turris, 1994, pp. 27-28, ISBN 88-85635-89-X.
  10. ^ Andalucía. URL consultato il gennaio 2016.
  11. ^ La locomotiva Léonito è citata sulla lista delle macchine preservate stabilita nell'ambito del IV congresso di storia ferroviaria tenutosi a Malaga nel settembre 2006.
  12. ^ (FR) Jacques-Eugène Armengaud (Ainé), Notices sur les machines locomotives envoyées à l'exposition universelle. Parzialmente consultabile su Google books..
  13. ^ (FR) Jean Tardy, Les oubliés du Père Lachaise, 2010, pp. 11-13. Parzialmente consultabile su Google books..
  14. ^ Proposta per l'assegnazione della Légion d'honneur (PDF), su archivesnationales.culture.gouv.fr. URL consultato il gennaio 2016.
  15. ^ M. Armengaud e A. Morel, Publication industrielle des machines, outils et appareils les plus perfectionnés et les plus récents employés dans les différentes branches de l'industrie française et étrangère: Notices sur les machines locomotives envoyées à l'exposition universelle, Parigi, 1858. Parzialmente consultabile su Google books..
  16. ^ Descrizione della tomba, su jlmaillet.free.fr. URL consultato il gennaio 2016.

Bibliografia

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  • (FR) Louis Figuier, Les merveilles de la science ou description populaire des inventions modernes, machine à vapeur - bateaux à vapeur - locomotive et chemins de fer - locomobiles - machine électrique - paratonnerres - pile de volta - électro-magnétisme, Furne, Jouvet et cie, Parigi, 1867. Parzialmente consultabile su Google books..
  • (FR) Jules Gaudry, Traité élémentaire et pratique de la direction, de l'entretien et de l'installation des machines à vapeur fixes, locomotives, locomobiles et marines: à l'usage des propriétaires d'usine à vapeur, mécaniciens et agents-réceptionnaires, Victor Dalmont editore, Parigi, 1857. Parzialmente consultabile su Google books..
  • (FR) Harsh Vardhan e Joydeep Dutta, Trains of fame and locos with a name: partie 3, Indian Steam Railway Society, FNRM quarterly newsletter No. oo5, primavera 1999, ISRS Steam (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016)..
  • (FR) Lucien Maurice Vilain, Un siècle (1840-1938) de matériel et traction sur le réseau d'Orléans (PO): la ligne de Sceaux et plan des locomotives, Vincent Fréal, Parigi, 1970.
  • (FR) Jean Tardy, 2 - Anjubault Auguste 1820-1868, 65e div, in Les oubliés du Père Lachaise – Abécédaire non exhaustif, Parigi, L'Harmatan, 29 marzo 2010, pp. 11-13, ISBN 978-2-296-11817-1.

Voci correlate

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