Anna Mazza
Anna Mazza (Afragola, 28 febbraio 1937 – Acerra, 25 settembre 2017[1]) è stata una mafiosa italiana, esponente di primo piano della camorra.
Biografia
modificaSoprannominata «vedova nera della camorra» o anche "'a Signora" (la Signora), è stata la prima donna in Italia ad essere condannata per reati d'associazione mafiosa. Dopo la morte del marito, Gennaro Moccia, ucciso negli anni Settanta, durante la guerra con i clan rivali dei Magliulo e dei Giugliano, che coi Moccia si contendevano il controllo del territorio, prese in mano le redini del clan ramificandolo e sviluppandolo non solo sul territorio campano. Il racket è una delle prime fonti di guadagno per l'intero clan, comunque attualmente attivo.
Il primo figlio, Luigi Moccia, considerato il colletto bianco[2] del clan, è stato condannato all'ergastolo nel 2004. L'ergastolo è stato poi annullato per vizio di forma[2] nel 2005. Nel 2011 è stato nuovamente arrestato a Roma (Parioli), per violazione degli obblighi in qualità di sorvegliato speciale[3][4]. Riarrestato nel settembre del 2020, è stato scarcerato il mese successivo.
Il secondo, Angelo Moccia, detto Enzo, inizialmente condannato all'ergastolo, poi commutato in 30 anni di reclusione conseguentemente alla sua dissociazione, è stato scarcerato nel 2015 e successivamente riarrestato nel settembre del 2020[5].
Un altro ancora, tale Bruno Moccia, secondo un atto di sindacato ispettivo del senatore Battaglia[6], risulterebbe coinvolto in alcune vicende, tra cui quella del possesso delle chiavi della villa comunale di Afragola.
A una figlia, Teresa, è stato invece arrestato il marito, Filippo Iazzetta, in seguito a un'operazione della DIA del 2010[7] a seguito delle indagini sulla produzione del film Un camorrista perbene.
Il quarto ed ultimo figlio maschio, tale Antonio Moccia, scagionato dall'accusa di essere il mandante dell'omicidio di Mariano Bacio Terracino[8], omicidio divenuto tristemente celebre per la diffusione l'11 maggio 2009 ad opera della Procura Antimafia di Napoli, è anch'egli gravato da precedenti penali per associazione camorristica.
Nell'agosto 1985 viene emesso un ordine di carcerazione della Procura Antimafia di Napoli per associazione di stampo mafioso nei confronti di Luigi Moccia, Andrea Autiero, Michele Martellone, Raffaele Della Corte e Vincenzo Esposito, considerati il braccio armato del boss Luigi Moccia. Secondo recenti ricostruzioni, il clan Moccia avrebbe avuto l'incarico da altri clan di deligittimare le dichiarazioni del pentito Pasquale Galasso[9], che aveva fatto arrestare Luigi, uno dei quattro figli del vecchio boss.
Morte
modificaÈ morta il 25 settembre 2017 ad Acerra, in seguito a un ictus.[1]
Note
modifica- ^ a b Chiara Marasca, Morta Anna Mazza, la «vedova nera» della camorra di Afragola, in Corriere del Mezzogiorno, 25 settembre 2017. URL consultato il 25 settembre 2017.
- ^ a b Ergastolo annullato al boss Moccia - InterNapoli.it Archiviato il 22 giugno 2007 in Internet Archive.
- ^ In manette Moccia, capoclan della Camorra - Luigi Moccia, camorra, afragola, roma, parioli, clan - liberoquotidiano.it Archiviato il 23 gennaio 2011 in Internet Archive.
- ^ CAMORRA: PRESO IL BOSS LUIGI MOCCIA - Primo Piano - New Bigol Press Agency - Cronaca, informazione, giornalismo, formazione Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.
- ^ Dissociazione per evitare ergastolo e recidiva: il caso del presunto ex camorrista Angelo Moccia, su ilgiornaleditalia.it. URL consultato il 3 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2020).
- ^ Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00641
- ^ Camorra: Arrestati 60 esponenti del clan Moccia, su adnkronos.com. URL consultato il 20 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2010).
- ^ Il delitto del video choc Riesame annulla ordinanza - Napoli - Repubblica.it
- ^ Identificato l'assassino del video-choc
Bibliografia
modifica- Roberto Saviano, Gomorra, collana Strade blu, Arnoldo Mondadori Editore, 2006, p. 331, ISBN 88-04-55450-9.