Antonio Bianchin

vescovo cattolico italiano (1936-1991)

Antonio Bianchin (Villorba, 11 settembre 1936Calcinaia, 22 gennaio 1991[1]) è stato un vescovo cattolico italiano.

Antonio Bianchin
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato11 settembre 1936 a Villorba
Ordinato presbitero29 giugno 1961
Nominato vescovo10 marzo 1987 da papa Giovanni Paolo II
Consacrato vescovo25 aprile 1987 dal cardinale Ugo Poletti
Deceduto22 gennaio 1991 (54 anni) a Calcinaia
 

Biografia

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Antonio Bianchin nacque a Villorba, in provincia e diocesi di Treviso, l'11 settembre 1936 da Bruno (1896-1976) e Teresa Foresto (1898-1979).

Formazione e ministero sacerdotale

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Compì gli studi secondari a Treviso.[2]

Il 29 giugno 1961 fu ordinato presbitero per l'arcidiocesi di Pisa. In seguito fu vicario parrocchiale a Riglione; assistente ecclesiastico del movimento studenti; vice-rettore del seminario; assistente ecclesiastico diocesano dell'Azione Cattolica,[3] direttore del pensionato universitario "G. Toniolo" e direttore spirituale del seminario dal 1975 al 1985 e parroco della parrocchia di San Giuseppe a Pontedera dal 1985 al 1987.[4]

Ministero episcopale

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Il 10 marzo 1987 papa Giovanni Paolo II lo nominò vescovo titolare di Vannida. Il 14 dello stesso mese il pontefice lo nominò assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica; succedette a Fiorino Tagliaferri, nominato vescovo di Viterbo. Ricevette l'ordinazione episcopale il 25 aprile successivo dal cardinale Ugo Poletti, vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma, co-consacranti l'arcivescovo metropolita di Pisa Alessandro Plotti e il vescovo di Viterbo, Acquapendente, Bagnoregio, Montefiascone, Tuscania e San Martino al Monte Cimino Fiorino Tagliaferri.

Secondo alcuni la sua nomina aveva lo scopo di contribuire ad allineare maggiormente l'associazione agli orientamenti che papa Giovanni Paolo II stava cercando di imprimere all'Azione cattolica in Italia.[5][6] In particolare, monsignor Bianchin è stato additato come un esponente della minoranza, a differenza del suo predecessore, Fiorino Tagliaferri, considerato vicino alle posizioni progressiste della presidenza di Alberto Monticone.[5]

Bianchin non ebbe successo nelle sue pressioni sui dirigenti laici, però fece sostituire tre assistenti di settore, don Ignazio Sanna, del settore giovani; don Francesco Vitari, dell'Azione Cattolica Ragazzi e don Paolo Rabitti.[7]

Colpito da un ictus a fine settembre del 1989, rinunciò all'incarico. Fu accolto nella canonica di Casciavola da don Gino Antoniolli, anch'egli presbitero di origini trevigiane incardinato nell'arcidiocesi di Pisa, che lo accudì fino agli ultimi giorni.[8]

Morì il 22 gennaio 1991, all'età di 54 anni, dopo un aggravamento delle sue condizioni di salute. È sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero di Villorba.

Genealogia episcopale

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La genealogia episcopale è:

  1. ^ Alla sequela: testimoni nella Chiesa e nell'AC, su azionecattolicapisa.it (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2021).
  2. ^ Il vescovo Antonio Bianchin nei ricordi di un villorbese, su Comunità di Villorba, 17 dicembre 2010. URL consultato il 1º marzo 2020.
  3. ^ Azione Cattolica di Pisa
  4. ^ La Chiesa | Parrocchia San Giuseppe - Pontedera, su parrocchiasangiuseppepontedera.it. URL consultato il 1º maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2020).
  5. ^ a b Giovanni Colombo, Rimosso il vescovo dell'Azione Cattolica, su Repubblica.it, 15 marzo 1987. URL consultato il 1º maggio 2020.
  6. ^ Dal vento del Concilio alla tabula rasa, su italialaica.it, 19 ottobre 2012. URL consultato il 1º maggio 2020.
  7. ^ Nuovo assistente generale dell'Azione cattolica: "fedele alla linea", Adista, n. 11/90.
  8. ^ Giuseppe Rizzo, Omelia nelle esequie di don Gino Antoniolli presiedute da Mons. Giuliano Brugnotto (PDF), su diocesitv.it, 3 gennaio 2022, p. 3. URL consultato il 26 gennaio 2022.

Collegamenti esterni

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