Assedio del Commissariato di Viareggio

L'assedio del Commissariato di Viareggio è stata una sommossa contro la polizia di stato che ebbe luogo a Viareggio il 3 febbraio 1967 a seguito di atti di brutalità poliziesca durante una manifestazione studentesca, che si colloca nell'ambito della contestazione giovanile e che anticipa i successivi moti del Sessantotto.

Assedio del Commissariato di Viareggio
parte della contestazione giovanile
Data3 febbraio 1967
LuogoCommissariato di Viareggio (all'epoca in via Battisti)
CausaBrutalità poliziesca
Esito
  • Termine pacifico della protesta
  • Trasferimento del commissario
  • Rilascio dei fermati
Schieramenti
Polizia di Stato Manifestanti in sciopero
  • Studenti delle scuole superiori di Viareggio
  • Studenti universitari di Pisa
  • Lavoratori (Camera del Lavoro, Associazione commercianti)
  • Simpatizzanti e attivisti di sinistra
  • Comandanti
    Commissario Antonio Di MambroMilziade Caprili e altri rappresentanti studenteschi
    Perdite
    un agente feritodiversi manifestanti feriti
    Voci di sommosse presenti su Wikipedia

    Mattina

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    La mattina del 3 febbraio 1967 un corteo di circa 1000 studenti delle scuole superiori di Viareggio manifesta contro la riforma proposta da Luigi Gui. La polizia segue il corteo e ad un certo punto quattro agenti malmenano uno studente causando piccoli tafferugli durante i quali un agente viene ferito. Calmatasi la situazione, il corteo riparte e, una volta giunto di fronte al commissariato, alcuni agenti prelevano l'allora studente Milziade Caprili, che era uno dei capi della manifestazione studentesca. Gli studenti inscenano un sit-in per ottenerne il rilascio, ma la polizia li carica. Si innesca una sassaiola e le cariche causano diversi feriti, tra i quali alcuni politici e sindacalisti locali che si sono uniti ai manifestanti, e ci sono vari fermi. La situazione viene riportata alla calma dall'intervento di alcuni professori che mediano con la polizia per il rilascio dei fermati. Il corteo si disperde.

    Pomeriggio

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    La locale Camera del Lavoro proclama lo sciopero in solidarietà agli studenti e l'Associazione commercianti chiede ai propri aderenti di chiudere le attività in segno di sostegno ai manifestanti. Il sindaco stesso prende parte alla riunione che si svolge presso la Camera del lavoro. Un nuovo corteo composto da diverse migliaia di studenti, lavoratori e studenti universitari provenienti da Pisa si reca di fronte al commissariato ponendolo in stato di assedio. In città vengono inviati i reparti mobili e intervengono i questori di Lucca e Pisa i quali si impegnano per una soluzione pacifica della manifestazione promettendo il trasferimento del commissario. Gli ultimi manifestanti vengono dispersi intorno alle 23 con bombe lacrimogene.

    Il Commissario Antonio Di Mambro viene trasferito ad altro incarico. I fatti vengono discussi in un consiglio comunale e in uno provinciale straordinari. Vengono effettuate delle interrogazioni parlamentari degli onorevoli Francesco Malfatti (PCI), Maria Eletta Martini e Loris Biagioni (DC)[1][2].

    Milziade Caprili, già membro della Federazione Giovanile Comunista Italiana all'epoca dei fatti, intraprese in seguito la carriera politica.

    Bibliografia

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    Voci correlate

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