Attilio Cubeddu
Attilio Cubeddu (Arzana, 2 marzo 1947[1]) è un criminale italiano, che fece parte dell'Anonima sequestri. È inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia[2].
Biografia
modificaNato ad Arzana nel 1947[1], noto fin da giovanissimo alle forze dell'ordine per i suoi numerosi precedenti penali, prese parte ai sequestri Rangoni Machiavelli e Bauer in Emilia-Romagna, messi a segno entrambi nel 1983, e al sequestro Peruzzi, messo a segno in Toscana nel 1981, e si diede alla latitanza. Arrestato nell'aprile del 1984 a Riccione, fu condannato a 30 anni di carcere[3].
In carcere si comportò da detenuto modello, riuscendo a ottenere numerosi permessi premio; durante uno di questi permessi, concessogli nel gennaio del 1997 con rientro previsto per il 7 febbraio, non tornò però al carcere di Badu 'e Carros di Nuoro e si diede alla latitanza[4], rimanendo coinvolto nel sequestro di Giuseppe Soffiantini (fu il custode dell'ostaggio) e nell'omicidio del poliziotto dei Nocs Samuele Donatoni, reati per i quali è stato condannato a 30 anni per il primo, ma assolto in via definitiva nel dicembre 2017 per il secondo[4]. Venne fortemente sospettato (anche se mai formalmente incriminato) anche per il sequestro di Silvia Melis, rapita a Tortolì, in Ogliastra, nel 1997[4].
Dal 1998 è ricercato in campo internazionale, anche se all'epoca si fece strada l'ipotesi che fosse morto, forse ucciso da Giovanni Farina, un suo complice, per non dividere il denaro del riscatto per il sequestro Soffiantini[5][6].
Le indagini per la cattura
modificaNel 2012 il procuratore Domenico Fiordalisi ha riaperto le indagini sul latitante Cubeddu, convinto che in realtà non sia morto e si nasconda insieme alla famiglia nel suo territorio, l'Ogliastra, protetto da molti fiancheggiatori[7].
Note
modifica- ^ a b Attilio Bolzoni, L'ULTIMO BANDITO /1, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 1º luglio 2012. URL consultato il 17 luglio 2019 (archiviato il 30 marzo 2019).
- ^ Direzione centrale della Polizia Criminale - Programma Speciale di Ricerca - CUBEDDU ATTILIO (PDF), su interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 17 luglio 2019 (archiviato il 3 agosto 2018).
- ^ I latitanti più pericolosi in Italia/1. Il boss Messina Denaro e il criminale Cubeddu, su tp24.it. URL consultato il 17 luglio 2019 (archiviato il 30 dicembre 2018).«Arrestato nell'aprile del 1984 a Riccione, fu condannato a 30 anni di carcere.»
- ^ a b c Attilio Cubeddu, l'inafferrabile: è fra i tre superlatitanti dopo la cattura di Di Lauro, su unionesarda.it, L'Unione Sarda, 5 marzo 2019. URL consultato il 17 luglio 2019 (archiviato il 5 marzo 2019).«Cubeddu, arzanese dell'Anonima sequestri sarda, è fuggito dalla giustizia nel gennaio del 1997 quando, approfittando di un permesso premio per il suo comportamento esemplare dietro le sbarre di Badu 'e Carros, non vi fece più rientro. Sono passati 22 anni da quel giorno e del latitante arzanese non c'è traccia.»
- ^ Giovanni Maria Bellu, Cubeddu è già morto, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 24 maggio 2000. URL consultato il 16 luglio 2019 (archiviato il 14 gennaio 2018).
- ^ Insieme a Farina nel sequestro Soffiantini, su lanuovasardegna.it, La Nuova Sardegna, 13 giugno 2012. URL consultato il 16 luglio 2019 (archiviato il 16 luglio 2019).
- ^ Caccia aperta al super latitante Cubeddu Battute a tappeto le campagne di Arzana, su unionesarda.it, L'Unione Sarda, 12 giugno 2012. URL consultato il 16 luglio 2019 (archiviato il 6 marzo 2019).
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Attilio Cubeddu
Collegamenti esterni
modifica- http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=19970211&Categ=16&Voce=3&IdArticolo=165134[collegamento interrotto]
- Direzione centrale della Polizia Criminale - Programma Speciale di Ricerca - CUBEDDU ATTILIO (PDF), su interno.gov.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 17 luglio 2019 (archiviato il 27 marzo 2016).
- Cubeddu non uccise l'ispettore dei Nocs Donatoni, su lanuovasardegna.it, La Nuova Sardegna, 19 dicembre 2017. URL consultato il 17 luglio 2019 (archiviato il 22 dicembre 2017).
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