Autarchismo

filosofia politica
Disambiguazione – Se stai cercando il concetto di autosufficienza economica di uno Stato, vedi Autarchia.
Disambiguazione – Se stai cercando la capacità degli enti pubblici di curare i propri interessi attraverso un'attività avente la stessa natura e gli stessi effetti della titolarità di pubbliche potestà, nella specie svolgendo una funzione amministrativa, vedi Autogoverno.
Disambiguazione – Se stai cercando la corrente filosofica cirenaica, cinica, stoica, scettica ed epicurea, parzialmente antesignana dell'autarchismo, vedi Autarchia (filosofia).

L'autarchismo è una filosofia politica che promuove i principi dell'individualismo, l'ideologia morale della libertà individuale e dell'autosufficienza. Rifiuta il governo obbligatorio e sostiene la sua eliminazione, a favore dell'autogoverno di se stessi con l'esclusione del dominio da parte di altri.

Robert Lefevre (1911-1986), un "auto-proclamato autarchista"[1] riconosciuto come tale da Murray Rothbard,[2] distinse l'autarchismo dall'anarchia, la cui economia credeva comportasse interventi contrari alla libertà ed in contrasto con il suo stesso laissez-faire economico e con i principi della scuola austriaca.[3] L'anarchia sembrava a LeFevre contraddittoria, in quanto propugnerebbe "un individualismo scintillante e brillante" ma, al contempo, sosterrebbe "una sorta di procedura per interferire con i processi del libero mercato"[3].LeFevre pose la premessa fondamentale dell'autarchismo all'interno dello stoicismo di filosofi come Zenone di Cizio, Epicuro e Marco Aurelio, che ha sintetizzato nel credo "Controlla te stesso".[4]

Unendo queste influenze, LeFevre arrivò alla filosofia autarchista: "Gli stoici forniscono il quadro morale; gli epicurei, la motivazione; i prasseologi, la metodologia. Propongo di chiamare questo pacchetto di sistemi ideologici autarchia, perché autarchia significa autogoverno".[4] LeFevre affermò inoltre che "il ponte tra Spooner e gli autarchici moderni è stato costruito principalmente da persone come H. L. Mencken, Albert Jay Nock e Mark Twain".[3]

Il biografo di Ralph Waldo Emerson (1803-1882) Robert D. Richardson descrisse l'anarchia di Emerson come "'autarchia', regolarsi da sé".[5][6] Philip Jenkins ha affermato che "le idee emersoniane hanno sottolineato la liberazione individuale, l'autarchia, l'autosufficienza e l'autogoverno e si sono opposte strenuamente alla conformità sociale".[7]

  1. ^ Book Review: Robert LeFevre: Truth Is Not a Half-way Place by Carl Watner, su fee.org.
  2. ^ (EN) Murray Rothbard, The Betrayal of the American Right, su Mises Institute, 18 agosto 2014. URL consultato il 20 aprile 2020.
  3. ^ a b c (EN) Autarchy Versus Anarchy. In RAMPART JOURNAL OF INDIVIDUALIST THOUGHT (1965), su Fair Use Repository, 1965. URL consultato il 20 aprile 2020.
  4. ^ a b (EN) Autarchy. In RAMPART JOURNAL OF INDIVIDUALIST THOUGHT (1966), su Fair Use Repository, 1966. URL consultato il 20 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2018).
  5. ^ (EN) Ralph Waldo Emerson, The Essential Writings of Ralph Waldo Emerson, Random House Publishing Group, 30 settembre 2009, ISBN 978-0-307-41991-0. URL consultato il 20 aprile 2020.
  6. ^ Richardson, Robert D., 1934-, Emerson : the mind on fire : a biography, [Pbk. ed., 1996], ISBN 978-0-520-91837-5, OCLC 44959543. URL consultato il 20 aprile 2020.
  7. ^ Philip Jenkins, A history of the United States, New York : St. Martin's Press, 1997, p. 108. URL consultato il 20 aprile 2020.

Voci correlate

modifica