Azienda italiana petroli Albania

L'Azienda Italiana Petroli Albania (AIPA)[1][2][3], talvolta indicata come Azienda Italiana dei Petroli Albanesi[4], fu una società controllata dalle Ferrovie dello Stato e dall'AGIP e fu attiva dal 1925[5] al 1943.

Azienda italiana petroli Albania
StatoItalia (bandiera) Italia
Fondazione1925
Chiusura1943
GruppoFS (fino al 1940)
Agip (dal 1940)
Settoreenergia
Prodottipetrolio
Dipendenti1.500 (1937)

Il petrolio albanese

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Le prime ricerche petrolifere in Albania vennero iniziate durante la prima guerra mondiale da tecnici italiani, francesi e britannici.

Le concessioni di sfruttamento vennero ottenute dalla Anglo-Persian Oil Company nella zona della Malacastra, poi dalla Standard Oil of New York e dal Syndacat Franco-Albanais[6] in altre zone. Le Ferrovie dello Stato furono i primi concessionari italiani nel 1925 (R. decreto legge 8 luglio 1925, N. 1301[7]), con 46.000 ettari[6], cui si unirono altri 117.000 ettari nel 1926.[5]

La concessione del Devoli

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AIPA nacque come gestione speciale autonoma[7][3] alle dipendenze dell'Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato.

Nel complesso AIPA aveva una concessione di 164.000 ettari[6] in tre regioni: sulla costa, nella valle della Vojussa e lungo il corso del fiume Devoli.[8] Proprio in quest'ultima regione, nella zona di Cucciova (ribattezzata Petrolia), si ebbero i primi pozzi attivi. Nel 1933, la società aveva già perforato 40 pozzi in quattro diverse zone.[5]

Fu costruito un oleodotto di 74 km[2] per portare il petrolio al porto di Valona.

Nel 1935 la produzione ammontava a 13.000 metri cubi, saliti a 110.000 nei primi dieci mesi del 1938.[9]

Nel 1937 l'AIPA impiegava circa 1.500 operai albanesi, oltre alla dirigenza italiana.[10]

Nel 1939, ultimo anno prima della guerra, la produzione raggiunse le 200.000 tonnellate.

Nel 1940[7], con il RDL 580/1940 avvenne il passaggio dell'AIPA all'Azienda Generale Italiana Petroli (AGIP).

Qualità del petrolio albanese

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Il petrolio albanese trovato dall'AIPA aveva una forte dose asfaltica ed un tenore di zolfo assai elevato, per cui si prestava male alla raffinazione, che inizialmente avveniva negli impianti di Marghera e Fiume[2]; per poterlo utilizzare al meglio, l'AIPA studiò, in collaborazione con il Politecnico di Milano, la possibilità di sottoporlo a processo di idrogenazione con buoni risultati. Venne così costituita la società Azienda nazionale idrogenazione combustibili (Anic) la quale creò lo stabilimento di Bari appositamente per lavorare il petrolio estratto dalla concessione albanese, mentre lo stabilimento di Livorno avrebbe dovuto lavorare le ligniti toscane. In questo modo, AIPA era in grado di coprire il 30% del fabbisogno energetico nazionale italiano di benzina e petrolio.

  1. ^ Cartoline aziendali conservate presso il Museo Fisogni
  2. ^ a b c L'automobilismo in Italia, Consociazione Turistica Italiana, 1938.
  3. ^ a b La guida italiana del petrolio. Annuario deː La rivista italiana del petrolio, agg. 1º agosto 1937.
  4. ^ Decio Cinti, Il petrolio nella civiltà contemporanea, collana Biblioteca del popolo, Sonzogno, 1938.
  5. ^ a b c Cesare Alimenti, La questione petrolifera italiana, Einaudi, 1937.
  6. ^ a b c Eliana Passega, Donde viene e donde va il petrolio, Zanichelli, 1940.
  7. ^ a b c A.I.P.A. - L’iniziativa industriale italiana in Albania - 1935-1943, su Albania News, 7 luglio 2019. URL consultato il 14 gennaio 2022.
  8. ^ Eliana Passega, Donde viene e dove va il petrolio, Zanichelli, 1940.
  9. ^ Silvio Gai, La conquista del petrolio, Editrice "Trasporti e Lavori Pubblici", Roma, 1939.
  10. ^ L'Azienda Italiana dei petroli in Albania nella vallata del Devoli, su Archivio Storico Luce. URL consultato il 14 gennaio 2022.

Bibliografia

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  • Albania C.T.I. ed. 1940
  • Calendario Atlante de Agostini, Novara ed. 1942
  • Mauro Canali, Mussolini ed il petrolio iracheno, Einaudi, Torino 2007
  • delpt.unina.it (PDF). URL consultato il 13 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).