Bah Ndaw

politico maliano

Bah Ndaw (San, 23 agosto 1950) è un militare e politico maliano, è stato Presidente del Mali ad interim dal 25 settembre del 2020[1][2] al 26 maggio 2021[3].

Bah Ndaw

Presidente del Mali
ad interim
Durata mandato25 settembre 2020 –
26 maggio 2021
Vice presidenteAssimi Goïta
Capo del governoMoctar Ouane
PredecessoreAssimi Goïta (come Presidente del Comitato nazionale per la salvezza del popolo del Mali)
SuccessoreAssimi Goïta (ad interim)

Ministro della Difesa
Durata mandato28 maggio 2014 –
10 gennaio 2015
PresidenteIbrahim Boubacar Keïta
Capo del governoMoussa Mara
PredecessoreSoumeylou Boubèye Maïga
SuccessoreTiéman Hubert Coulibaly

Dati generali
Partito politicoIndipendente
ProfessioneMilitare
Bah Ndaw
SoprannomeLe Grand
NascitaSan, 23 agosto 1950
Dati militari
Paese servitoMali (bandiera) Mali
Forza armata Force aérienne de la République du Mali
SpecialitàPilota militare
Anni di servizio1973 - 2012
GradoColonnello
GuerreGuerra in Mali
BattaglieGolpe maliano del 2021
Comandante di
Studi militariÉcole militaire interarmes (EMIA) a Koulikoro
Altre caricheDirettore dell'ufficio per i veterani di guerra
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Biografia

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[4] Ndaw è nato nel 1950 a San, in Mali. È entrato a far parte delle forze armate maliane come volontario nel 1973 e nello stesso anno si è laureato presso l'École militaire interarmes (EMIA) a Koulikoro. Nel 1974 fu inviato in Unione Sovietica per ricevere un addestramento sugli elicotteri.

Attività militare

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Nel 1977 Ndaw entrò a far parte della Malian Air Force. A un certo punto Ndaw servì come aiutante di campo del presidente maliano Moussa Traoré. Si è dimesso da questo incarico nel 1990 per protestare contro l'interferenza della moglie di Traoré negli affari di governo. Sotto il presidente Alpha Oumar Konaré, Ndaw è stato vice capo di stato maggiore dell'aeronautica militare maliana tra il 1992 e il 2002. Nel 1994 si è laureato all'École de guerre di Parigi, Francia. Nel 2003 Ndaw è diventato capo di stato maggiore della Malian Air Force. Durante la sua carriera è stato anche vice capo di stato maggiore della Guardia nazionale del Mali. Dal 2008 fino al suo pensionamento nel 2012 è stato a capo dell'Ufficio per gli affari dei veterani e le vittime di guerra. Si ritirò con il grado di colonnello maggiore.

Ministro della Difesa

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Il 28 maggio 2014 Ndaw è succeduto a Soumeylou Boubèye Maïga come ministro della Difesa sotto il presidente Ibrahim Boubacar Keïta. Durante il suo mandato ha firmato un accordo di difesa con la Francia. Ha anche lavorato a una riorganizzazione delle forze armate maliane. Quando il primo ministro Modibo Keïta è subentrato a Moussa Mara nel gennaio 2015, Ndaw ha lasciato l'incarico, presumibilmente per non essere d'accordo con alcune condizioni riguardanti l'integrazione degli ex combattenti disertori stipulate dal Trattato di Algeri (2015).

Presidente del Mali

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Il 21 settembre 2020, dopo il colpo di Stato di poche settimane prima, Ndaw è stato nominato presidente da un gruppo di 17 elettori e Assimi Goïta vicepresidente. Il loro governo ad interim dovrebbe essere alla guida del paese per un periodo di 18 mesi dopo il colpo di stato maliano del 2020.[5] Un portavoce del leader politico-religioso Mahmoud Dicko ha elogiato la sua nomina a presidente.[5] Anche i leader dell'M5-RFP, attivi dalle proteste del Mali del 2020, hanno dato il loro sostegno.

Dopo aver ufficialmente assunto l'incarico il 25 settembre 2020,[6] Ndaw ha dichiarato che avrebbe combattuto contro la corruzione, le frodi elettorali e il rispetto degli accordi internazionali precedentemente stipulati.[6] Ha anche indicato che avrebbe continuato la lotta contro le forze terroristiche e avrebbe impedito gli abusi sui civili da parte delle forze armate maliane.[7][8] Dopo la sua nomina, Jean-Claude Brou, presidente della Commissione della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS), ha affermato che l'ECOWAS avrebbe revocato l'embargo contro il Mali solo se un primo ministro civile fosse stato nominato da Ndaw.[6][8] Il 28 settembre Ndaw nominò primo ministro Moctar Ouane.[9]

Il 24 maggio 2021 viene arrestato dai militari insieme al primo ministro Moctar Ouane durante un nuovo colpo di Stato, venendo entrambi obbligati a rassegnare le proprie dimissioni.[10] L'indomani il presidente delle UN, António Guterres, ha chiesto il loro immediato rilascio.[11] Il 26 maggio Ndaw ha annunciato le dimissioni.[3]

Il 27 agosto 2021, Bah N'daw è stato rilasciato dagli arresti domiciliari.[12]

  1. ^ Mali, Bah Ndaw entra in carica, su africarivista.it.
  2. ^ Mali. La transizione del neo presidente Bah Ndaw tra sanzioni ECOWAS e nuovo governo civile, su notiziegeopolitiche.net.
  3. ^ a b (EN) Mali's president, prime minister resign after arrests by military, su aljazeera.com. URL consultato il 26 maggio 2021.
  4. ^ (EN) Mali: Who is Bah N’Daw, the new transitional president?, su The Africa Report.com, 25 settembre 2020. URL consultato il 26 novembre 2020.
  5. ^ a b (EN) Bah Ndaw named Mali's interim president, colonel named VP, in Al Jazeera (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2020).
  6. ^ a b c (EN) Mayeni Jones, Mali coup: Bah Ndaw sworn in as civilian leader, in BBC News, 25 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2020).
  7. ^ Mali swears in interim president Bah Ndaw to lead transitional government, in France 24, 25 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2020).
  8. ^ a b (EN) Tiemoko Diallo, Retired colonel sworn in as Mali interim president after coup, in Reuters, 25 settembre 2020. URL consultato il 25 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2020).
  9. ^ (EN) Former Mali Foreign Minister Moctar Ouane named transitional PM, in Al Jazeera, 27 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2020).
  10. ^ (EN) Mali: President, prime minister arrested in 'attempted coup', su Deutsche Welle, 25 maggio 2021. URL consultato il 25 maggio 2021.
  11. ^ (EN) UN calls for immediate release of Mali President Bah Ndaw, su BBC, 25 maggio 2021. URL consultato il 25 maggio 2021.
  12. ^ (FR) Mali : levée des restrictions pour Bah N’Daw et Moctar Ouane, su jeuneafrique.com. URL consultato il 27 agosto 2021.

Altri progetti

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