Battaglia di Peshawar (1001)
La battaglia di Peshawar fu combattuta il 27 novembre 1001[1] tra l'esercito ghaznavide di Mahmud di Ghazna e l'esercito shāhī di Jayapala. Jayapala, sconfitto e preso prigioniero, si immolò su una pira funeraria per l'umiliazione della sconfitta. Questa fu la prima fra le più importanti battaglie dell'espansione ghaznavide nel subcontinente indiano.
Battaglia di Peshawar parte della conquista musulmana dell'India | |
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Data | 27 novembre 1001 |
Luogo | Peshawar |
Esito | Vittoria ghaznavide |
Modifiche territoriali | Peshawar e il Punjab conquistati dai Ghaznavidi. |
Schieramenti | |
Comandanti | |
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Contesto
modificaNel 962 Alp Tigin, un ghilman turco al servizio dei samanidi che era diventato comandante dell'esercito del Grande Khorasan, si impadronì di Ghazni e vi si insediò come sovrano. Uno dei successori di Alp Tigin, Abū Manṣūr Sabuktigīn, iniziò una forte espansione del suo dominio: dapprima conquistò Kandahar, quindi entrò in conflitto il regno shāhī[2]. Il sovrano shāhī Jayapala attaccò Sabuktigīn, ma fu sconfitto[3]: Laghman fu saccheggiate e Kabul e Jalalabad furono annesse ai territori ghaznavidi. Nel 997 salì al trono di Ghazni Mahmud, che fece voto di invadere l'India ogni anno finché non fosse riuscito a conquistare le terre del nord[4]. Nel 1001 arrivò nei pressi di Peshawar con un gruppo scelto di 15000 cavalieri e un nutrito corpo di ghazi e afghani[2].
La battaglia
modificaUn resoconto della battaglia tra ghaznavidi e shāhī è stato fornito da Al-Utbi nel Tarikh Yamini[5]. Secondo Al-Utbi, Mahmud, una volta raggiunta Peshawar, piantò la sua tenda fuori dalla città. Jayapala evitò inizialmente lo scontro in attesa di rinforzi e Mahmud decise di attaccare. Jayapala mosse infine la sua cavalleria e i suoi elefanti per affrontare l'avversario, ma il suo esercito fu decisamente sconfitto[6].
Secondo le fonti, Jayapala e i membri della sua famiglia furono fatti prigionieri e furono tolti loro i preziosi ornamenti personali, tra cui una collana di grande valore appartenente Jayapala. La stima delle perdite fra gli indù varia fra i 5000 e i 15000 morti[6][7], mentre i prigionieri sarebbero stati cinquecentomila. A giudicare dagli ornamenti personali tolti agli indù e al fatto che furono fatti prigionieri anche migliaia di bambini, sembra chiaro che l'esercito di Jayapala non fosse preparato alla battaglia[8].
Conseguenze
modificaJayapala fu legato e fatto sfilare in trionfo; per il rilascio dei membri della sua famiglia fu pagato un grosso riscatto. Jayapala sentì la sconfitta come una grande umiliazione e in seguito si costruì una pira funeraria, la accese e si gettò nel fuoco[9].
Mahmud conquistò la regione superiore dell'Indo e nel 1009 sconfisse il figlio di Jayapala, Anandapala nella battaglia di Chach. In seguito conquistò Lahore e Multan, ottenendo così il controllo del Punjab[2].
Note
modificaBibliografia
modifica- (EN) Satish Chandra, Medieval India: From Sultanat to the Mughals-Delhi Sultanat (1206–1526) - Part 1, Har-Anand Publication Pvt Ltd, 2004.
- (EN) Henry Miers Elliot, The History of India, as Told by Its Own Historians. The Muhammadan Period, Trubner and Co., 1869.
- (EN) Susan Wise Bauer, The History of the Medieval World: From the Conversion of Constantine to the First Crusade, W. W. Norton & Company, 2010.
- (EN) Pradeep Barua, The State at War in South Asia, University of Nebraska Press, 2006.
- (EN) George Roos-Keppel e Qazi Abdul Ghani Khan, Translation of the Tarikh-i-Sultan Mahmud-i-Ghazvani, Anglo-Sanskrit Press, 1906.
- (EN) S.R. Bakshi, S. Gajrani e Hari Singh, Early Aryans to Swaraj, vol. 6, Sarup & Sons, 2005.