Bellium
Bellium L., 1771 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (Bellis lineage) e sottotribù Bellidinae.[1][2][3]
Etimologia
modificaIl nome del genere deriva dall'antico nome latino di "Bellis".[4]
Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Carl Linnaeus (1707-1778) nella pubblicazione " Mantissa Plantarum Altera. Generum editionis VI & specierum editionis II. Holmiae [Stockholm]" ( Mant. Pl. Altera 157) del 1771.[5]
Descrizione
modificaPortamento. Le specie di questo genere hanno un habitus di tipo erbaceo annuale o perenne. Sono piante più o meno acauli, senza un fusto vero e proprio: il peduncolo fiorale nasce direttamente dalla rosetta basale. Tutta la superficie è più o meno pelosa. La forma biologica prevalente è emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante erbacee (quasi cespitose) perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve con delle foglie disposte a formare una rosetta basale.[6][7][8][9][10]
Fusto. Il caule è eretto e molto breve, pressoché privo di foglie (fusto afillo), alla sommità della quale si trova l'infiorescenza. L'altezza di queste piante difficilmente supera i 50 cm.
Foglie. Le foglie sono disposte in modo alternato, e quasi sempre sono picciolate. Normalmente è presente solamente una rosetta basale. Raramente si possono avere alcune foglie alla base dello scapo. La lamina delle foglie è semplice e ampia con forme da ellittico-obovate a spatolate e ristrette (lungamente) verso il picciolo mentre la parte più larga è verso l'apice della foglia; altri tipi di foglia sono a lamina più o meno circolare, lievemente dentata (o crenulata) all'apice e percorsa da un nervo centrale. Non sono presenti ghiandole.
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono del tipo uniflora, composte da un unico capolino. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato con fiori eterogami. I capolini sono formati da un involucro, con forme da ampiamente campanulate a emisferiche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, con forme più o meno lanceolate, ottuse all'apice, con margini scariosi, ricoperte da una sottile e irregolare peluria e a consistenza erbacea (verdi), sono disposte in modo più o meno embricato (a volte affollato) su una serie. Il ricettacolo in genere è nudo ossia senza pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è emisferica/conica.
Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:
- fiori del raggio (esterni): sono femminili (fertili) e sono disposti su una sola serie; la forma è ligulata (zigomorfa);
- fiori del disco (centrali): sono più numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi.
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]
- Corolla:
- fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata (non è contorta); la ligula allargata può terminare con alcuni denti; il colore è bianco con sfumature rosate;
- fiori del disco: la forma è brevemente tubulare che nel lembo si apre in modo campanulato in 4 - 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma ampiamente triangolare; il colore è giallo.
- Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono troncate e sono lievemente auricolate (molto raramente sono speronate o hanno una coda); le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte e lanceolate; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[10][12]
- Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.[6] Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali e separate.[13] I due bracci dello stilo hanno una forma deltata e possono essere papillosi.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo; in alcune specie è presente un certo dimorfismo (gli acheni dei fiori del raggio differiscono dagli acheni dei fiori del disco);
- achenio: gli acheni hanno delle forme oblunghe-obovoidi; la superficie è setolosa; la parete dell'achenio è formata da celle contenenti rafidi ma prive di fitomelanina; il carpoforo normalmente è anulare; il frutto è indeiscente;
- pappo: il pappo è formato da 4 - 6 setole barbate o in alternanza da corte squame.
Biologia
modificaImpollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
Distribuzione e habitat
modificaLe specie di questo genere sono distribuite nel Mediterraneo (Baleari, Corsica, Sardegna, Sicilia, Cipro e Anatolia.[3]
Sistematica
modificaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]
Filogenesi
modificaLa tribù Astereae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) comprende circa 40 sottotribù. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi:[2]
- Basal grade: include alcuni generi isolati, il gruppo "South American-Oceania", alcune sottotribù africane e il gruppo dei generi legnosi del Madagascar.
- Bellis lineage: comprende le sottotribù eurasiatiche e una sottotribù africana.
- Aster lineage: include i generi asiatici di Asterinae e i principali gruppi dell'Australia e dell'Oceania.
- Baccharis lineage: include alcuni gruppi sudamericani.
- North American lineage: include la vasta gamma di sottotribù del Nordamerica, Messico e alcuni gruppi distribuiti nel Sudamerica.
Il genere Bellium (insieme alla sottotribù Bellidinae) è incluso nel lignaggio "Bellis lineage". Bellidinae fa parte dell'areale eurasiatico. Da un punto di vista filogenetico il genere Bellium è strettamente collegato al genere Bellis e insieme formano un gruppo monofiletico ("gruppo fratello") all'interno della sottortribù Bellidinae. I due generi si sono diversificati dal gruppo delle Astereae, e quindi hanno colonizzato il bacino del Mediterraneo da circa 7 - 3 milioni di anni fa.[17]
Alcuni Autori a questi due generi aggiungono il genere Bellidiastrum Less. (attualmente considerato un sinonimo del genere Osmitopsis Cass.[18] - Il genere Osmitopsis e incluso nella sottotribù Osmitopsidinae della tribù Anthemideae); insieme formano il "Bellis group" (l'altro gruppo della sottotribù è "Galatella group").[2]
Il cladogramma seguente, tratto dallo studio citato e semplificato, mostra una possibile configurazione filogenetica del lignaggio evidenziando la struttura del genere Bellium.[9]
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I caratteri distintivi del genere sono:[10]
- le brattee dell'involucro è mono-seriato;
- il pappo è formato da un anello interno di setole e un anello esterno di scaglie.
Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 18.[10]
Elenco delle specie
modificaQuesto genere ha 5 specie:[3]
- Bellium artrutxense P.Fraga & Rosselló
- Bellium bellidioides L.
- Bellium crassifolium Moris
- Bellium minutum L.
- Bellium nivale Req.
Specie della flora spontanea italiana
modificaNella flora spontanea italiana sono presenti le seguenti specie:[19][20]
- 1A: il ciclo biologico delle piante è annuale; l'altezza varia da 1 a 5 cm; i capolini hanno un diametro di 0,3 - 0,7 cm con 7 - 10 brattee; le ligule sono poco più lunghe delle brattee;
- Bellium minutum L. - Pratolina minima: l'altezza massima della pianta è di 1 - 5 cm; il ciclo biologico è annuo; la forma biologica è terofita scaposa (T scap); il tipo corologico è Centro Mediterraneo nesicolo; l'habitat tipico sono i suoli pietrosi, le rupi e le rocce costiere (ambiente nesicolo); in Italia si trova in Sicilia.
- 1B: il ciclo biologico delle piante è perenne; l'altezza varia da 3 a 20 cm; i capolini hanno un diametro di 0,8 - 2,5 cm con oltre 10 brattee; le ligule sono più lunghe delle brattee;
- Bellium bellidioides L. - Pratolina spatolata: la pianta è stolonifera; le foglie sono spatolate larghe 3 - 10 mm; le brattee sono lunghe circa 3 mm; l'altezza massima della pianta è di 2 - 15 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros); il tipo corologico è Ovest Mediterraneo nesicolo; l'habitat tipico sono i pascoli, i suoli pietrosi, le rupi e le rocce costiere (ambiente nesicolo); in Italia si trova raramente in Sardegna fino ad una quota di 2.000 m s.l.m..
- Bellium crassifolium Moris - Pratolina delle scogliere: la pianta non è stolonifera; le foglie sono spatolate o orbicolari più larghe di 10 mm; le brattee sono lunghe più di 3 mm; l'altezza massima della pianta è di 10 - 20 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr); il tipo corologico è Endemico; l'habitat tipico sono le rupi costiere; in Italia si trova raramente in Sardegna fino ad una quota di 500 m s.l.m..
Note
modifica- ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
- ^ a b c Nesom 2020.
- ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 13 gennaio 2024.
- ^ Motta 1960, Vol.1 pag.283.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 13 gennaio 2024.
- ^ a b Pignatti 1982, vol.3 pag. 26.
- ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
- ^ a b Judd 2007, pag.517.
- ^ a b c Funk & Susanna 2009, p. 612.
- ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, p. 303.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 15 febbraio 2012.
- ^ Judd 2007, pag. 522.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
- ^ Fiz-Palacios et al 2011.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 15 gennaio 2024.
- ^ Pignatti 2018, vol.3 pag.759.
- ^ Pignatti 2018, vol.4 pag.853.
Bibliografia
modifica- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione., Bologna, Edagricole, 2018.
- Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
- Jennifer R. Mandel, Rebecca B. Dikow, Carolina M. Siniscalchi, Ramhari Thapa, Linda E. Watson and Vicki A. Funk, A fully resolved backbone phylogeny reveals numerous dispersals and explosive diversifications throughout the history of Asteraceae, in PNAS, vol. 116, n. 28, 2019, pp. 14083-14088.
- Caifei Zhang, Chien-Hsun Huang, Mian Liu, Yi Hu, Jose L. Panero, Federico Luebert, Tiangang Gao, Hong Ma, Phylotranscriptomic insights into Asteraceae diversity, polyploidy, and morphological innovation, in JIPB, vol. 63, n. 7, 2021, pp. 1273-1293.
- Guy L. Nesom, Revised subtribal classification of Astereae (Asteraceae) (PDF), in Phytoneuron, vol. 53, 2020, pp. 1-39.
- Omar Fiz-Palacios & Virginia Valcarcel, Imbalanced diversification of two Mediterranean sister genera (Bellis and Bellium, Asteraceae) within the same time frame, in Plant Systematics and Evolution, vol. 295, 2011, pp. 109-118.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bellium
- Wikispecies contiene informazioni su Bellium
Collegamenti esterni
modifica- Bellium Royal Botanic Gardens KEW - Database