Bozza:Michele Cannaò

Michele Cannaò (Villa San Giovanni, 14 febbraio 1955) è un artista italiano.

Biografia

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Pittore, incisore, scultore, regista teatrale e organizzatore di eventi culturali, Cannaò è un artista di origini siciliane.
All’inizio degli anni Ottanta si trasferisce a Milano dove intraprende l’avventura interdisciplinare tra arti figurative e scultura, tra video-opera e teatro.
Nei primi anni del suo soggiorno milanese, approfondisce la tecnica dell’acquaforte nello studio del pittore Togo. Successivamente elabora una sua personale tecnica di incisione su linoleum.
Seguendo per quattro anni il lavoro di Dario Fo, nel 1987 fonda la Compagnia Teatrale La Credenza. Nello stesso anno è tra i fondatori di Free Book, la prima casa editrice che pubblica narrativa inedita digitalizzata.
Dal 1977 allestisce mostre in Italia e all’estero che, dal 2000, si intrecciano con performance teatrali e poetiche.
Ideatore di eventi d’Arte, Cannaò ha creato alcuni storici appuntamenti culturali in Italia, da Infesta a Kaló Neró al Museo del F.A.N.G.O.

La sua attività artistica - tra pittura, incisione, scultura e performance - procede per cicli che gli consentono di indagare temi come il dubbio, la sconfitta, il sacrificio, il dolore, la scelta, la lotta, l'errare.

La sua ricerca ha come capisaldi Amleto, Il Tempo, La Donna e I Nastri dell’Impossibile che risalgono ai primi anni Ottanta. Seguono Gli uccelli, la Taurophigìa, i Ritratti, Odisseo, La passione, Le 13 lune, i Prigioni, Le ragioni di un sogno, Quijote, L’umana condizione, fino a Francesco.

  • AMLETO
 
Michele Cannaò, Amleto. La paura (1981), olio su tela, cm 60x70

Emblema delle contraddizioni dell'intellettuale e delle sue scelte di campo: quale percorso l’intellettuale deve intraprendere per non perdersi inesorabilmente? È questa la domanda che si pone l'artista in questi anni.

  • IL TEMPO

Il Tempo è quella frazione di eternità in cui passato e presente si mescolano al futuro. Così capita che un bambino giochi a palla contro il muro di Berlino. Perché solo il gioco potrà farlo crollare. Capita anche che negli occhi di quel bambino l'artista incontri se stesso, seduto sulle rovine delle proprie origini. Capita che da lassù egli possa vedere come sarà fra cento anni e con quale paura guarderà se stesso bambino giocare a palla con la vita.

 
Michele Cannaò, Il Tempo (1984), olio su tela, cm 320x220
  • LA DONNA

La donna ha la capacità di mettersi in gioco, di affrontare il rischio di vivere. Sa aspettare il momento giusto per iniziare la sua danza al centro del palcoscenico. Sa guardare il destino dritto negli occhi.

 
Michele Cannaò, Forse ancora (1984), olio su tela, cm 320x220
  • I NASTRI DELL'IMPOSSIBILE

Nel 1984 Cannaò lavora alla situazione scenica de I Nastri dell'impossibile in cui Franco Parenti recita i versi di Antonio Porta mentre, dietro di lui, il pittore tende le immagini. L'opera è costituita da due grandi tele. Protagonisti un bambino, simbolo del futuro e il nastro di Moebius, disseminato nel dittico.
Il nastro di Moebius è il simbolo dell'impossibile che diventa possibile. Figura geometrica piana, è al contempo un solido: percorrendo i bordi della figura piana è possibile entrare al suo interno e quindi penetrare in un solido.

 
Michele Cannaò, I Nastri dell'Impossibile (1984), dittico, olio su tela, cm 200x500
  • GLI UCCELLI

Ciclo di opere su tela e su carta a cui lavora dal 2002 e a cui periodicamente torna. Agli olii, alle acqueforti e ai linoleum si aggiungono ben presto anche una serie di sculture. Sono uccelli rapaci, aquile guerriere, timide aquile madri.

 
Michele Cannaò, Il Signore degli Uccelli (1981), linoleum
 
Michele Cannaò, Aquila guerriera: Dolores (2005), olio su tela, cm 60x70
  • TAUROPHIGÌA

L'intreccio tra Pittura (spazio bidimensionale in cui nasce l'idea) e Teatro (spazio tridimensionale dove quell'idea può dar luogo a eventi reali in un tempo dato) conducono Cannaò, nel 1984, a un'opera composita, La Taurophigìa: un percorso incentrato sulla corrida e sul mito del Minotauro che si sviluppa in una serie di grandi tele, una video-opera (Sulle tracce del Mallimachi) e un'opera teatrale (Grandiosa corrida del Toro Arturo). Per sei anni vi attenderà indagando il labirinto attraverso Goya e Picasso, Eduardo e Fo.
Il toro è fuggito dalla corrida, dall'imposizione di difendersi. É bastato il gioco speculare di sguardi che nell'arena ha scambiato con il torero per farli confondere. E adesso lui, il toro, è fuori, a vivere vizi e virtù del suo carnefice: e balla, si ubriaca, danza, piange, si maschera, fa l'amore. Il toro si identifica col nemico da cui è fuggito: la mutazione è cominciata.

 
Michele Cannaò, In via Montenapo (1989), olio su tela, cm 150x220
  • RITRATTI

Questo ciclo raccoglie 66 opere su tela (cm 24x30) a olio o a carboncino, una galleria di volti realizzata dall'artista in occasione dei suoi 50 anni: tra i dipinti, dedicati a coloro che hanno segnato la sua vita, oltre ai tanti amici, compaiono, tra gli altri, Giulio Carlo Argan, Rossana Bossaglia, Vincenzo Consolo, Paolo Conte, Fabrizio De Andrè, Leo De Berardinis, Eduardo De Filippo, Dario Fo, Juan Gelman, Nanni Moretti, Enzo Moscato, Pablo Picasso, Mario Spinella, Vincent Van Gogh.

 
Michele Cannaò, Rossana Bossaglia (2005), olio su tela, cm 24x30
 
Michele Cannaò, Fabrizio De Andrè (2005), olio su tela, cm 24x30
  • ODISSEO

Questo ciclo racconta i viaggi di Ulisse, la tensione verso l’ignoto, l’attraversamento dello iato. L’incanto della conoscenza è rappresentato dal peregrinare di Odisseo, un eroe moderno che l'artista rilegge pittoricamente attraverso i versi dell’Odissea.

 
Michele Cannaò, Fata Morgana (2006), olio su tela, cm 80x120
  • LA PASSIONE

Il tema della crocifissione ruota intorno alla tragedia di un uomo che viene crocifisso per la sua coerenza, per il coraggio di mettersi in gioco e di affrontare il proprio destino. Questo ciclo di opere nasce nel 2008 in seguito al sodalizio artistico di Cannaò con il poeta Guido Oldani, che in quello stesso periodo scrive il poemetto Il chiodo fisso.
Sollecitato dalla poesia di Oldani e dal film di Mel Gibson, The Passion of the Christ, Cannaò intreccia il lavoro pittorico sullla crocifissione di Cristo con il calvario che affronta Odisseo per tornare alla sua Itaca attraverso un viaggio di conoscenza: due viaggi, due calvarî che condurranno alla mostra Passione e Incanto.
Il ciclo della Passione con le 14 opere relative alle originarie 14 stazioni della Via Crucis, viene arricchito dalle grandi opere Morte di un messia viaggiatore, Tocca sempre a loro, dal grande trittico Per sempre lì, da diversi studi e disegni preparatori e numerose linoleografie.

 
Michele Cannaò, Per sempre lì (2013), olio su tela, cm 205x285
  • LE 13 LUNE

II titolo di questo ciclo di opere si deve alla particolare congiuntura astronomica - le tredici lune, appunto - che si manifesta solo sei volte in un secolo. Tradizione vuole che, in questi anni eccezionali, gli animi sensibili patiscano profondi affanni.
Su lunghi steli vengono fissati i racconti dorati della luna: rotte cosmiche, mappe ultraterrene per aiutare l'uomo a non perdersi nella notte.

 
Michele Cannaò, Installazione "Le 13 Lune" (2012)
  • I PRIGIONI

Ciclo di opere che si ispira ai Prigioni di Michelangelo, le sei sculture realizzate dal geniale artista rinascimentale per la tomba di Giulio II. Mentre i Prigioni di Michelangelo sono imprigionati dalla pietra da cui cercano di fuggire, quelli di Cannaò (disegni, carboncini, dipinti), prigionieri del buio, cercano la libertà nella luce.

 
Michele Cannaò, Energia d'aria, olio su tela
  • LE RAGIONI DI UN SOGNO

Fanno parte di questo ciclo le due grandi tele Le esequie della Luna e Lunaria, la prima ispirata all’opera di Lucio Piccolo, la seconda a quella di Vincenzo Consolo. Iconograficamente le due opere, insieme ai numerosi studi su carta e su tela preparatori, traggono ispirazione dai mostri che stanno a guardia di villa Palagonia a Bagheria: quelli di Lunaria come complici testimoni della follia degli uomini di fronte alla luna che cade in mille pezzi ai loro piedi; quelli delle Esequie, sotto i raggi benevoli della luna, avvertono i viandanti dei pericoli che la notte nasconde.

 
Michele Cannaò, Esequie della luna (2002), trittico, olio su tela, cm 120x240
  • QUIJOTE

Il ciclo conta oltre novanta opere, realizzate tra il 2015 e il 2016 intorno alla figura di don Chisciotte, al tema della follia, della fuga e dell’antieroe. Temi e figure retoriche indagate attraverso la pittura, l’incisione, la video-opera, il teatro, l'installazione e la poesia. Fanno parte del ciclo le grandi tele del polittico di Quijote (13 tele 220x110 cm), numerosi oli preparatori, e i Totem, moderni simulacri del culto della luna. Decine sono le incisioni su linoleum. Al monologo teatrale Quijote, scritto e interpretato da Cannaò, si affiancano brevi video-opere dedicate all'Hidalgo.

 
Michele Cannaò, Tela n. 13 Polittico del Quijote (2016), olio, acrilico, juta e collage su tela, cm 220x120
  • L’UMANA CONDIZIONE

Nelle due tele laterali, la punizione assoluta (Inferno), come la possibilità di riscatto (Purgatorio) sono rappresentati da un uomo che, nudo e triplicato, guarda oltre, o solo sta seduto e inane, o si slancia oltre il sogno. Al centro l’anelito alla luce perfetta (Paradiso).

 
Michele Cannaò, Allestimento Umana condizione (2023), trittico, olio su tela
  • FRANCESCO

San Francesco è simbolo della possibilità, laddove ogni tentativo di recuperare l’umanità perduta sembra vano. L'unica speranza passa attraverso la comunicazione, con gli animali, ma anche con gli uomini. Ma solo se l'uono sarà capace di un ineludibile gesto di umiltà.

Esposizioni d'arte

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Numerose le mostre allestite in Italia e all'estero dopo il 1979 quando, giovanissimo, partecipa al prestigioso Premio Tavolozza d'oro di Messina.
Nel 1980 partecipa alla Rassegna nazionale di pittura e poesia al Museo delle Tradizioni Popolari di Roma.
Due anni dopo, nel 1982, gli viene assegnato il Premio Capuana a Milano.
Nel 1983 allestisce una personale al Salone delle esposizioni di Cagliari e partecipa alla Mostra internazionale Per la libertà di Genova.
Nel 1984 realizza la grande tela I nastri dell'impossibile in una performance poetica sui Navigli a Milano che ha come protagonista Franco Parenti.
Nel 1986 realizza Il toro Arturo, libro di incisioni su una favola di Angela Manganaro.
Nel 1988 allestisce la personale El Toro Arturo al Chimera Magazine di Milano.
Nel 1989, su invito del direttore Gianfranco Grechi, allestisce la mostra di incisioni Ubbro di pestali alla Biblioteca di Palazzo Sormani di Milano. Nel 1990 partecipa all’Esposizione internazionale libri d'artista, al Museo Villa Croce di Genova.
Dopo alcuni anni dedicati esclusivamente al teatro, nel 1994 torna a esporre con Luviatico, frammenti di luna per un viaggio, una mostra di 25 incisioni su linoleum su testi di Vincenzo Consolo, alla Libreria Garzanti di Milano.
Nel 1995, su invito della curatrice, la Storica dell'Arte Rossana Bossaglia, partecipa alla mostra 100 artisti per Milano, al Palazzo della Permanente di Milano. Nell’estate dello stesso anno allestisce la personale Kaló Neró, nei Chiostri del Monastero di San Placido Calonerò, nell’ambito della prima edizione dell'omonimo festival delle arti.
Dopo un periodo di intensa attività nell’organizzazione di eventi d’arte, nel 1999 la Provincia di Messina lo invita ad allestire l'antologica Labirinti, nel Salone degli Specchi di Palazzo dei Leoni di Messina. Il volume Labirinti, un catalogo ragionato della sua opera dal 1974 al 1999, ospita interventi di Rossana Bossaglia, Angela Manganaro e Michele Passalacqua.
Dopo le numerose collettive del 2000, nel 2001 si susseguono una serie di personali allestite a Milano. Tra le più importanti: Cor-ride, alla Galleria Sargadelos, Labirinti, al Circolo Bertolt Brecht, Luviatico, alla Galleria Ciovasso.
Del 2002 è la personale al Castello di Villata (VC) e l’Antologica Le ragioni di un sogno (opere dal 1982 al 2002) alla Cascina Grande di Rozzano (MI).
Nel 2003 viene allestita una sua personale al Castello Ruffo di Scaletta Zanclea (ME).
Del 2004 è la personale D'istinto, alla Galleria IsTinto di Milano.
Il 2005 è l’anno della mostra Ritratti che girerà l’Italia fino al 2006 (dal Castello di Villata-VC, a Satura di Genova, per concludersi all’Ente Mostra Petrosino-TP). A questa mostra itinerante si aggiunge la personale di incisioni Le ragioni di un sogno, realizzata a novembre alla Rocca Viscontea di Lacchiarella (MI) e a dicembre agli Archivi del ‘900 di Milano.
A maggio del 2006 inizia il percorso di Odisseo Scilla & Cariddi alla galleria Spazio Lattuada di Milano: lavoro su Ulisse, sull’errare nel suo doppio significato di sbagliare/viaggiare. La mostra Ritratti conclude il suo percorso a Pavia, a Santa Maria Gualtieri, in un allestimento curato da Francesca Porreca con il patrocinio del Comune. L’anno si chiude con la personale Ragioni e colori di un sogno, a Palazzo dei Congressi di Sirmione.
Nel 2007 viene realizzata la cartella di grafica Per Amore, con opere di Cannaò, Tano Santoro e Togo, esposta al Museo della Permanente di Milano e nel 2008 ai Musei Civici di Pavia. Segue la mostra Una Via Crucis, alla Rocca Viscontea di Pieve Emanuele e quindi al Museo della Permanente di Milano. Ancora la personale Teste di poeta, presso la casa editrice Mursia di Milano. Chiude l’anno la partecipazione alla mostra L’incisione italiana oggi presso il Gabinetto delle stampe di Bagnacavallo (RA).
Nel 2009 tutta la serie Teste di poeta, viene esposta al Tempio di Adriano, a Roma. Una sua opera entra a far parte della Collezione del Museo Parisi-Valle, Taccagno (VA). È uno dei protagonisti del progetto di Vittorio Ferri Domino insieme agli artisti Sonja Aeschlimann, Alvaro, Ignazio Moncada, Sara Montani, Susan Post, Augusto Sciacca e Togo. Partecipa alla collettiva Artisti che fanno grande la Sicilia a Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina (ME). Infine allestisce la personale Passione e Incanto allo Spazio Tadini di Milano con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia: in volume testi di Bruno Corà, Amedeo Anelli, Marco Dentici e Oldani. È inoltre invitato alla Biennale di Lodi curata da Gianmaria Bellocchio.
Nel 2010 allestisce la personale I luoghi del mito a cura del poeta Amedeo Anelli e partecipa alla collettiva Io, la poesia e l'acquaforte, presso il Centro dell'Incisione Alzaia Naviglio Grande di Milano.
Nel 2011 partecipa alla collettiva Fango nel cuore, opere del Museo del Fango, presso il Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina (ME). Segue la personale di incisioni Cannaò è incisivo? al Centro dell'Incisione Alzaia Naviglio Grande di Milano. Partecipa a Semina verbi, VII edizione della Mostra d'Arte Sacra curata da Amedeo Anelli presso il Museo Parrocchiale di Casalpusterlengo, e a Novecento Sacro in Sicilia, rassegna di maestri siciliani del XX sec. all'Albergo dei Poveri (Palermo). Infine allestisce la personale Lune d’agosto nel fango, presso il Genio Civile di Messina. Il 2011 è l'anno di Cannaò alla Biennale di Venezia. È presente alla Biennale di Venezia Cinema con il film di Marco Dentici Caldo Grigio caldo Nero dedicato alla tragedia del 1° ottobre 2009 e a quello che ne è conseguito tra cui il Museo del Fango creato da Cannaò. È invitato ad esporre 4 opere della sua Passione al Salone Italia della 54ma Biennale Internazionale d’Arte di Venezia curata da Vittorio Sgarbi e, sempre alla stessa Biennale, espone le 2 opere realizzate per il Domino, ideato da Vittorio Ferri, opera a più mani che nel 2013 si trasferirà negli Stati Uniti. Realizza l'opera di land art La Grande Scala per la “Montagna ad Arte”.
Nel 2012 gli viene assegnato a Roma il Premio Antonello per le sue importanti realizzazioni artistiche durante la sua trentennale attività. Partecipa alla mostra “Domino” alla Galleria San Carlo di Milano.
Nel 2013 allestisce la mostra Le 13 Lune alla Chie art gallery di Milano.
Nel 2014 è al GADAM di San Marco D'alunzio con la mostra Sguardi Incrociati, insieme a Togo.
Nel 2015 partecipa ad EXPO Milano con il suo Museo del F.A.N.G.O.- MUD Museum e allestisce la grande mostra Passione e Incanto prima al Castello di Milazzo e poi al Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina. Segue l’antologica Passioni al Castello di Montesegale (PV).
Nel 2016 realizza il SeMediSè+99, la grande installazione posta a Montesegale. È uno dei protagonisti della mostra Leonardo e i contemporanei a Palazzo Martinengo di Brescia. È invitato alla rassegna Pittori Milanesi al Museo di Gibellina e il museo acquisisce una sua opera.
Nel marzo del 2017 è invitato ad esporre alla 33ma edizione POU del Museum of Art di Kobe-Hyogo in Giappone e in giugno allestisce la personale Cannaò-Quijote al Castello di Montesegale (PV).
Nel 2018 realizza la personale di incisioni su linoleum L’ombra dell’Hidalgo al Centro dell’Incisione Alzaia Naviglio Grande di Milano.
Nel 2019 è invitato a esporre la sua opera nella mostra Michele Cannaò & POU Group Exhibition al Juichigatsu Art Gallery di Tokio. Nello stesso anno espone le oltre 80 opere del Don Quijote e le 13 lune nel Salone delle esposizioni d’arte contemporanea della Regione Lombardia a Milano.
Durante tutto il periodo del covid, realizza delle mostre virtuali, attraverso delle video-opere, vere e proprie mostre in movimento delle proprie opere e di quelle degli artisti del Museo del F.A.N.G.O.- MUD Museum.
Nel 2023 realizza un happenig presso il Castello di Montesegale sull’opera Umana condizione.
Tra marzo e aprile del 2024 allestisce la personale Cannaò-Passione nelle scuderie del Castello di Vigevano. Un’esposizione di dipinti, disegni, incisioni insieme alla realizzazione di una video-opera che ha fatto registrare la presenza di moltissimi visitatori.

Presenza nei musei

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Sue opere compaiono in prestigiose collezioni private e musei, tra cui:

  • Museo delle tradizioni popolari, Roma
  • Museo di Maccagno (VA)
  • Museo della Permanente, Milano
  • Museo di Gibellina (TP)
  • Museo del F.A.N.G.O.
  • Fondazione Castellini, Milano
  • Biblioteca Sormani, Milano
  • Kunsthistorisches Institut, Firenze
  • Museo arte moderna e contemporanea “Antonello da Messina”, Messina
  • Collezione d’Arte di Gualtieri Sicaminò (ME)
  • GADAM di San Marco D’Alunzio (ME)
  • Museo Castello di Montesegale (PV)
  • Museum of Art di Hyogo (Giappone)
  • Repertorio digitale dell’incisione italiana contemporanea di Bagnocavallo (RA)
 
Copertina dell'opera teatrale "Diario di Eva", pubblicata da Free Book

Determinante sarà per l'artista l’incontro con Dario Fo, a metà degli anni Ottanta. Dopo aver seguito la messa in scena di alcune opere del futuro Premio Nobel, Cannaò decide di fondare, nel 1987, la Compagnia Teatrale La Credenza. La compagnia mette in scena numerose opere teatrali scritte da Cannaò o dai membri della stessa compagnia che è autonoma non solo per la presenza di numerosi attori (Celso Bollini, Paolo Brandolini, lo stesso Cannaò, Enzo Moriello, Paola Ruggero, Liliana Terranova), ma per tutta la filiera della realizzazione teatrale, dalla scrittura alla regia, dai costumi al trucco, dalla scenografia alle musiche di Luca Mastroserio.
Tra le numerose opere teatrali rappresentate: Net-work net-work, No parking, Sfrattaglie, oltre a un’originale versione del Pinocchio di Collodi, uno spettacolo apprezzato da migliaia di spettatori sia piccoli che grandi per le originali soluzioni sceniche.
Nel 1988 mette in scena la performance El Toro Arturo al Chimera di Milano e Diario di Eva, opera inedita di Dario Fo con adattamento di Cannaò e Maria Manganaro. Firma nello stesso periodo la sua prima video-opera Sulle tracce del Mallimachi.
Nel 1989 realizza una nuova edizione dello spettacolo Diario di Eva, in tournée in Sicilia.

 
Performance di Michele Cannaò

Nel 1991, insieme a Luigi Ceccato, mette in scena Mythologìa. Il 2 novembre dello stesso anno fonda lo Studio La Credenza di Milano, un laboratorio dedicato anche al teatro, dove si tengono corsi di scrittura teatrale, incontri con i teatranti più famosi ed è possibile assistere a prove aperte di diverse giovani compagnie teatrali.
L’anno dopo, nel 1992, mette in scena Grandiosa Corrida alla Chiesa degli Angioli di Milano.
Nel 1993 firma la regia de La donna parlante, opera di teatro-cabaret scritta da alcuni allievi del corso di teatro da lui tenuto. A seguire realizza Sciampuina, performace pittorico-teatrale dedicata a Luigi Pasotelli, messa in scena presso l’Umanitaria di Milano. Nello stesso anno è impegnato in una tournée teatrale in Piemonte e Lombardia.
Nel 1994 mette in scena La croce del Sud, opera scritta a quattro mani da Cannaò e dalla scrittrice Nuccia Cesare.
Nel 1996 realizza Catarsi su testi di Vincenzo Consolo.
Dopo la tournée in Sicilia del 1997, nel 1998 mette in scena una nuova versione del Diario di Eva con l’attrice Tiziana Ferranda che entra a far parte della Compagnia teatrale. Sempre nello stesso anno porta sul palcoscenico la prima stesura dell’opera Issa est dedicata al padre.
Dal 2000 in poi tutte le mostre allestite sono accompagnate da performance teatrali e dalla creazione di video-opere.

Organizzazione di eventi culturali

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Cannaò ha creato numerosi storici eventi culturali in Italia. A partire dal 1987, anno che lo vede tra i fondatori di Free-Book, il periodico computerizzato che, per primo in Italia (e non solo) pubblica narrativa inedita su floppy disk, da un’idea di Liliana Bucellini e Marcello Correra, con la direzione di Angela Manganaro.
Segue Infesta, nelle due edizioni milanesi del 1988 e del 1989.
Tra il 1991 e il 1995 dà vita allo Studio La Credenza, laboratorio permanente delle Arti, con le Nottate d’Arte e Fiumi d’inchiostro, la fiera della piccola editoria italiana.
Nel 1992 fonda Arte Net, rivista trimestrale delle Arti, diretta da Angela Manganaro, che indaga la connessione tra teatro, musica, cinema, letteratura e arti visive.
Tra il 1995 e il 2007 organizza in Sicilia una serie di eventi d’arte: realizza sei edizioni del Festival delle Arti Kaló Neró e negli stessi anni fonda e dirige il Piccolo Teatro della Scaletta.
Nel 2001, insieme ad Angela Manganaro cura Civiltà e culture del Mediterraneo: La Sicilia al Circolo Bertolt Brecht di Milano con tre appuntamenti, su Federico II, Leonardo Sciascia e Lucio Piccolo, con Giovanni Raboni, Sergio Palumbo, Roberto Moro, Francesco Piscopo, Gianluigi Falabrino e Alberto Cavicchi.
Dal 2007 al 2013 è dirigente del Museo della Permanente di Milano.
Nel 2009, rispondendo ai tragici eventi che hanno colpito la Sicilia Orientale, crea e dirige il Museo del Fango-MUD Museum e nel 2011 progetta la Montagna ad Arte.
Nel 2015 partecipa ad EXPO Milano con il MUD Museum creando una serie di incontri di prestigio nello spazio riservato al museo. Sarà Direttore artistico del Castello di Montesegale (PV) dal 2015 al 2020, dove allestirà una serie di esposizioni nazionali e internazionali tra cui la mostra Dal Sol Levante alla Terra del Sole con opere di artisti giapponesi e del Museo del Fango. Trasferisce al Castello di Montesegale (PV) il Mud Museum che tornerà a Messina solo nel 2022, a Forte Petrazza, su richiesta della Fondazione di Comunità.

INFESTA

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Alla fine degli anni Ottanta, di fronte a giovani compagnie teatrali che lamentano la mancanza di pubblico e ai critici che denunciamo la carenza di proposte teatrali interessanti, Cannaò mette a punto una kermesse di spettacoli di giovani artisti in due nottate non-stop.
È il 1988 quando nasce la prima edizione di Infesta alla Sala dell'Acqua Potabile di Milano. Con un unico biglietto il pubblico ha la possibilità di vedere oltre dieci spettacoli in una nottata: dal teatro al jazz, dal cabaret agli artisti di strada, dalla poesia alla video-opera e alla pittura, dall'editoria indipendente alla danza.
Un timbro sul dorso della mano è il passaporto per entrare e uscire in libertà dalla sala dalle cinque del pomeriggio (con spettacoli per bambini) alle cinque del mattino del giorno dopo.

 
Articolo del Corriere della Sera su Infesta

La manifestazione attira l'attenzione di un pubblico numeroso e di diversi quotidiani a tiratura nazionale, da La Repubblica al Corriere della Sera, da Il Giorno a Il Giornale e l'Unità. La Notte riserva a Infesta due pezzi, uno nell'edizione del giorno l'altro in quella notturna.
In scena Danio Manfredini, Claudia De Lorenzo, Cannaò, Cooper Terry, Gianandrea Villa, Andrea Mazza, il Teatro dell'Aleph, La società di turismo interno, Enzo Fabbrucci, Raouf Ben Yaghlane, il Teatro Officina, il Tuwat, Marina Merati e Filarmonica clown.
L'anno successivo, a settembre, l'happening viene ripetuto col titolo di Infestate Milano replicando il successo di pubblico e di critica. È realizzato al Centro Bonola di Milano ad ingresso gratuito, con il patrocinio del Comune di Milano. Anche questa volta sono in programma oltre venti spettacoli, dalle sei del pomeriggio alle sei del mattino del giorno dopo. Tra gli artisti invitati le compagnie teatrali Banda Magnetica, la Società di turismo interno, la Credenza, Coltelleria Einstein, Monica Mioli, Ruggero Cara, numerosi artisti di strada e performer di poesia e di videopittura, cabaret con Flavio Oreglio e Gianni & Carlotta, spettacoli di danza del ventre con i Salwa, concerti di musica contemporanea, jazz, e blues con artisti come Aida o Cooper Terry.

STUDIO LA CREDENZA

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Il 2 novembre del 1991 viene inaugurata la sede milanese dello Studio La Credenza in Piazza Prealpi: Michele Cannaò e Angela Manganaro dirigono il "Laboratorio Permanente delle Arti" dove, fino al 1994, hanno luogo le "Nottate d'Arte" fatte di appuntamenti con pittura e video-opera, letteratura e teatro, poesia e scultura. Ben presto La Credenza si trasforma in un porto di mare per teatranti che trovano un luogo dove fare le ultime prove prima della messa in scena, poeti in cerca di ascolto, giovani in cerca di stage teatrali o di pittura, scrittori che discutono delle loro ultime opere.
Nel febbraio del 1994 lo Studio ospita una mostra di piccoli editori dal titolo "Fiumi d'inchiostro" con la presentazione di tre libri al giorno. Dal giugno del 1996, lo Studio La Credenza ha due sedi: a Milano, in P.zza Prealpi e a Scaletta Zanclea (ME) nel Palazzotto Ruffo-Piccolo Teatro della Scaletta.

  • Nottate d'arte

Per le stagioni 1991-92 Michele Cannaò cura la direzione artistica delle Nottate d'arte: ogni sabato, dalle nove di sera alle tre del mattino, lo Studio apre le sue porte al pubblico per incontri con scrittori, kermesse di poesia, performance teatrali, confronti con gli artisti che nello spazio espongono le loro opere. L’ingresso è libero e il pubblico sempre più numeroso.
Molti gli artisti e gli intellettuali ospiti delle Nottate d'arte, tra questi: Vincenzo Consolo, Leo De Berardinis, Maurizio Cucchi, Mario Spinella, Aziz Elhihi, Danilo Fernandez, Fausta Squatriti, Rossana Bossaglia, Donatella Bisutti, Liliana Bucellini, Florestano Vancini, Gianfranco Grechi, Mario Santagostini, William Griffiths, Patrick Paufert, Umberto Fiore, Jorge Nancuncheo, Lucia Vasini, Coltelleria Einstein, Scene Art Production e Marco Martinelli.

  • Fiumi d'Inchiostro

Allo Studio viene anche realizzata la fiera della piccola editoria italiana Fiumi d’Inchiostro, con la direzione di Angela Manganaro. Durante la fiera, si susseguono presentazioni di libri e incontri con autori, editori e critici letterari. Decine di piccoli editori incontrano un pubblico desideroso di acquistare libri, conoscere autori, assistere alle letture inedite di Cannaò, discutere durante le presentazioni. Per un mese intero il pubblico ha la possibilità di fermarsi a leggere con tranquillità dei libri e poi comprarli o semplicemente di abbandonarli negli scaffali.

 
Michele Cannaò, La Zanclea (lato A), terracotta. La moneta del Libero Paese della Croce del Sud
 
Michele Cannaò, La Zanclea (lato B), terracotta
  • Libero Paese della Croce del Sud

Nel 1994, allo Studio La Credenza, Cannaò, insieme ad amici artisti e intellettuali, fonda il "Libero Paese della Croce del Sud". In Italia si sente parlare di "nuova repubblica" e di "nuovo che avanza" ma nulla cambia e anche il mondo dell'arte resta asservito a un "mercato" governato da "grandi fratelli" potentissimi. Nasce così l'idea di prendere le distanze dall'idea di nazione: mutuando lo spirito dal surrealismo e dalla patafisica, in data 16 aprile 1994, viene fondato il "Libero Paese della Croce del Sud" che ha una sua carta costituzionale, una bandiera e una moneta, la Zanclea. Dopo sarebbero venute le libere Ambasciate, i Viali del Sorriso, i Monumenti all'Utopia, i Parchi degli Incontri, i Vicoli della Poesia, le Strade del Teatro per proteggere il diritto di sognare e costruire castelli in aria che durano nei secoli. Si tratta ovviamente di una provocazione artistica che, in prima battuta, produrrà l'opera teatrale “La Croce del Sud”, scritta da Nuccia Cesare e Cannaò, che ne cura anche la regia e la recita insieme a Tiziana Ferranda.

KALÓ NERÓ

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Kaló Neró, Terra delle Belle Acque, così i Greci chiamavano quella parte della Sicilia Orientale dove attraccavano per fare rifornimento di acqua. Così Cannaò battezza nel 1995 l'appuntamento d'arte che crea d'estate in Sicilia: teatro, musica, arte e convegni in luoghi d'arte della provincia di Messina abbandonati da anni, privi di un progetto che li valorizzi. Richiamare l'attenzione del grande pubblico su questi luoghi è l'obiettivo del festival. Sua è la direzione di tutte le edizioni.

 
Spettacolo teatrale a Kalò Nerò

La 1ª edizione di Kaló Neró del 1995 al Castello Ruffo di Scaletta Zanclea (sec. XIII) e al Monastero Benedettino di San Placido Calonerò (sec. XIV-XV) ha un programma ricco di eventi: la performance teatrale “Il toro Arturo”, il convegno “L’arte di vivere l’arte”, diversi Concerti di jazz e di musica classica realizzati a cura del Conservatorio “Corelli” di Messina, lo spettacolo teatrale “La Croce del Sud”, una mostra d’arte di maestri contemporanei, la performance poetica “Magna Curia”.

 
Spettacolo musicale a Kalò Nerò

La 2ª edizione di Kaló Neró del 1996 al Palazzotto Ruffo di Scaletta Zanclea (ME) inizia con l’inaugurazione del Piccolo Teatro della Scaletta nel Palazzotto per concludersi con la Premiazione della 1ma edizione del Premio Letterario Zanclea, ideato da Angela Manganaro, riservato esclusivamente alle opere di narrativa e di poesia inedite o edite da piccole case editrici italiane. Due mesi di attività con performance poetico-letterarie, una mostra di monete federiciane, il concorso di fotografia subacquea "Kaló Neró Mare", la mostra d'Arte contemporanea "Contrasti e trasparenze", diversi incontri d'arte con critici, artisti, registi e attori dal titolo "I fuochi dell'arte per il III millennio", un convegno su "La scuola poetica di Federico II".
Con la 3ª edizione di Kaló Neró del 1997 il festival approda a Santa Teresa di Riva (ME), a 15 km da Taormina in quella che Cannaò battezzerà "Masseria Re Enzo" del Professor Enzo Pugliatti, un composito complesso settecentesco a due piani al centro di un profumato giardino di limoni in cui viene allestito il palcoscenico con una platea di 250 posti. Le mostre vengono realizzate nei grandi magazzini al piano terra dell'edificio.

 
Spazio riservato ai libri a Kalò Nerò

Oltre 36 gli eventi: concerti di musica classica (Tiziana Caminiti, Gianni Renzo, David Carfì, Quartetto Bozza, Trio Martin), di musica contemporanea e jazz (Gruppo Cilio Moncada Maltese, December Thirty Jazz Trio, Giovanni Renzo Trio, Francesco Di Gangi), opere teatrali (Enzo Moscato, Compagnia La Credenza, Totò Omnis, Pubblico Incanto, Cannaò-Caspanello, Compagnia Spiro Scimone e Francesco Sframeli, Gianni Moschella e G. Eleonori, le Compagnie Segnali di Fumo e Segnale Mosso), cabaret, mostre d'arte contemporanea (di Antonio Freiles e Fausta Squatriti), la 2° edizione del Premio Letterario Zanclea e una rassegna di video-opere d'autore a cura di Valentina Valentini, studiosa romana di arti performative e videoarte.
Anche la 4° (1998) e la 5° edizione (1999) vengono realizzate alla Masseria Re Enzo con mostre e spettacoli di teatro, musica, danza e video.
La 6° e ultima edizione del Festival del 2007 viene organizzata al Circolo Umberto Fiore di Briga Marina (ME).

PICCOLO TEATRO DELLA SCALETTA

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Michele Cannaò con Enzo Moscato al Piccolo Teatro della Scaletta

Nel 1996 lo Studio La Credenza sbarca in Sicilia. Così, per volontà del Principe Antonio Ruffo della Scaletta, alla sede di Milano si aggiunge quella di Scaletta Zanclea (ME) nel Palazzotto Ruffo. Architetto e uomo di cultura, il Principe Ruffo vede nella 1ª edizione di Kaló Neró la possibilità di valorizzare culturalmente non solo il Castello Ruffo, donato dal nonno all'Amministrazione Comunale di Scaletta Zanclea, ma anche tutta la zona della Terra delle Belle Acque. Da qui la sua decisione di restaurare il Palazzotto Ruffo di Scaletta Zanclea (ME) e metterlo a disposizione di Cannaò al fine di creare un Centro d'arte che vede il suo fulcro nel Piccolo Teatro della Scaletta, un luogo di incontro tra pubblico e artisti, oltre che luogo di studi e di esposizioni del patrimonio artistico della zona attraverso mostre e convegni. Al Piccolo Teatro vengono realizzate delle stagioni teatrali e vari incontri tra il pubblico e autori, attori e registi. Il Palazzotto diventerà la casa di teatranti, musicisti italiani e stranieri, scrittori e attori. Da qui passeranno, tra gli altri: Enzo Moscato, Valeria Moriconi, I Broncoviz con Maurizio Crozza e Carla Signoris, Lina Sastri, Renato Carpentieri, Ninni Bruschetta e Donato Castellaneta (Pupetto).

MUSEO del F.A.N.G.O.- MUD MUSEUM: dal fango possono nascere i fiori

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Si chiama Museo del Fango perché dal fango è nato e dal fango ha tratto la sua linfa vitale. Il 1° ottobre 2009, nel giro di qualche ora, una bomba d’acqua spazza via i villaggi nella zona sud di Messina, seminando distruzione e 37 morti. I politici parlano subito di dislocare gli abitanti dei villaggi sommersi dal fango, in una parola lo sgombero totale e definitivo delle zone colpite. Con un colpo di spugna sarebbe stata cancellata la microstoria di centinaia di persone. Troppo costoso fare vivere i superstiti in sicurezza nei luoghi in cui erano nati.
A questo punto Cannaò decide di presidiare il territorio con l’arte chiamando a raccolta gli artisti per opporsi al disegno di cancellare la storia di quei luoghi: da qui nasce l’idea di creare in quella terra un Museo del Fango fatto di dipinti, sculture, filmati, poesie, racconti e quanto dell’arte potesse costituire argine culturale alla “smemoratezza”, all’incuria, all’abbandono, alla corruzione, alla bruttezza. Non a caso F.A.N.G.O. (l'associazione che presiede il Museo) è anche l'acronimo di Fondazione Artisti Nutrimento Grande Opera per nutrire quella grande opera, quel progetto, secondo cui - sostiene Cannaò citando Dostoevskij – “la bellezza salverà il mondo", ma solo se avremo occhi per vederla. L’intento del Museo quindi è quello di avvicinare il pubblico all’arte, fargli vedere la bellezza.
All’appello rispondono molti artisti, poeti, scrittori, fotografi e musicisti che donano un loro lavoro. Tra questi, fin dall’inizio, Dario Fo, Togo, Marco Dentici, Giulio Cavalli, Antonio Moncada, Roberto Piumini, Domenico Cacopardo.
Le opere raccolte dal Museo non sono incentrate solo sull’alluvione del 1° ottobre ma sulla sicurezza e l’ambiente. Un museo che non “museifica” ma realizza un’interazione con il pubblico anche con il suo sito web (www.museodelfango.it).
Il primo nucleo della raccolta conta più di cento opere che vengono esposte in una mostra al Palazzo Duchi di Santo Stefano di Taormina dal 30 gennaio al 13 febbraio 2010, a qualche mese dalla tragedia. Ancora prima però, nell’imminenza del disastro, Cannaò realizza un happening al Museo della Permanente di Milano chiamando a raccolta alcuni amici artisti con le loro opere dedicate alle vittime di quella tragedia.
Da questo momento il museo farà casa ovunque possa creare un evento culturale, con una mission precisa: Cultura=Legalità=Sicurezza. Tenere sempre alta l'attenzione sulle realtà a rischio – non solo a Messina, non solo in Sicilia - è uno degli obiettivi dei vari eventi che a partire dal giorno dell'alluvione sono stati realizzati, in attesa che il Museo divenga anche fisicamente una pinacoteca.
Fin da subito inizia una collaborazione molto stretta tra il capo del Genio Civile di Messina, l’ingegnere Gaetano Sciacca, e Cannaò, direttore del Museo. Da un lato il Genio Civile lavora con le proprie risorse umane (quindi senza addebiti ulteriori sulle casse della Regione) alla messa in sicurezza del territorio attivando un circuito virtuoso di appalti a seguito di gare aperte a tutte le piccole ditte della zona con un controllo ferreo di tempi e di budget, dall’altro Gaetano Sciacca si avvale della consulenza, a titolo gratuito, del direttore artistico del Museo del Fango per coniugare la sicurezza con la bellezza attraverso l’arte: nasce il progetto della “Montagna ad Arte”, un percorso di opere d’arte nei territori messi in sicurezza.
Senza una sede fissa, viene adottata la strategia della guerriglia artistica: creare eventi su arte e sicurezza dell’ambiente, provocare interventi, mettere in sinergia tutte le forme d’arte, creare laboratori, avvicinare i giovani all’arte. E non tirarsi indietro quando c’è da dare un giudizio duro su quegli amministratori la cui trascuratezza compromette la sicurezza dei cittadini. È con questo spirito che è stato creato il Premio Zanclea d’oro (per quei cittadini che si sono distinti per la cura e l’attenzione all’ambiente e alla gente) che ha come contr'altare il Premio Pezzo di Fango, riservato a coloro che hanno messo a repentaglio la sicurezza dei cittadini e la salute dell’ambiente). Il premio è assegnato in base al voto dei cittadini.
Il Museo è una realtà che si muove anche in una dimensione internazionale: nell’estate del 2013 ospita nella sua sede di Forte Petrazza (Messina) Arte dal Sol Levante all’isola del sole, una inedita mostra di artisti Giapponesi che per l’occasione vengono in Italia realizzando un evento straordinario di interrelazione tra due culture, quella siciliana e quella giapponese.
Al Museo è stato riservato uno spazio a EXPO Milano 2015: già dal dicembre 2013 il suo nome è diventato Museo del Fango-Mud Museum (dove Mud oltre a significare fango è anche un acronimo di Memory - Unruliness - Discipline).
Alla fine del 2015, in un’atmosfera sempre più difficile, se non di aperta ostilità per i cambiamenti veicolati dal Museo, Cannaò decide che per il Museo del Fango-Mud Museum è giunto il momento di lasciare la Sicilia. Il Museo approda così a Montesegale, in provincia di Pavia, nel castello di proprietà di Ruggiero Jannuzzelli, mecenate e uomo di cultura.
Solo nel 2022, su richiesta della Fondazione di Comunità, il Mud Museum torna in Sicilia, stabilendo la sua sede a Forte Petrazza di Messina. Qui organizzerà alcune mostre con le opere del Museo e dei corsi di grafica riservati agli operatori della Fondazione. Programmerà dei corsi di grafica rivolti ai giovani e progetterà il Giardino della Memoria, dedicato a quegli esseri speciali che hanno dato il loro contributo all’umanità.

  • La Montagna ad Arte

Il progetto della “Montagna ad Arte" prevede un percorso artistico con installazioni di grandi opere d’arte nei territori messi in sicurezza dopo il disastro ecologico del 1° ottobre 2009, nella riviera ionica della provincia di Messina, con l’obiettivo di farne una delle più imponenti opere di land art italiane: sono previste 37 grandi opere, ciascuna dedicata ad ognuna delle 37 vittime della tragedia.
Di queste, ne sono state installate tre: La Grande Scala di Michele Cannaò, a Giampilieri in contrada Lumbri (aprile 2012), L’albero della vita, il grande trittico firmato da Togo, Militti e Galipò situato nel villaggio di Molino (agosto 2012), Notte di San Lorenzo di Sara Teresano, a Scaletta Zanclea, nel dicembre dello stesso anno.

Bibliografia

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Numerosi i cataloghi che accompagnano le mostre, molti dei quali sono concepiti come luogo di riflessione sui temi trattati dalle esposizioni.

  • Kalό Nerό, la terra delle belle acque (1995), a cura di Angela Manganaro con interventi di Rossana Bossaglia, A. Manganaro, Michele Passalacqua. E un’intervista di M. Cannaò e A. Manganaro a Vincenzo Consolo.
  • Luviatico, frammenti di luna per un viaggio (1994), 7 incisioni su testi di Vincenzo Consolo.
  • Labirinti (1998), con interventi di Rossana Bossaglia, A. Manganaro, Michele Passalacqua.
  • Le ragioni di un sogno (2002), interventi di Rossana Bossaglia, Alberto Cavicchi, A. Manganaro.
  • Per Amore, punto - Cannaò-Gelman, Santoro-Loi, Togo-Oldani (2006), a cura di Angela Manganaro.
  • Per Rossana Boscaglia (2005), presentazione di Susanna Zatti.
  • Ventipiucento, gli anni della Permanente (2006), presentazione di Luigi Sansone.
  • Passione e incanto (2009), interventi di Amedeo Anelli, Bruno Corà, Marco Dentici, A. Manganaro, Guido Oldani, Melina Scalise e Francesco Tadini.
  • Biennale d’Arte di Lodi (2009), a cura di Gianmaria Belloccio.
  • Pittori della Permanente di Milano (2009), a cura di Luca Pietro Nicoletti.
  • Via crucis (2010), con testi Amedeo Anelli, Gianmaria Belloccio, Guido Oldani.
  • Novecento sacro in Sicilia (2010), a cura di Giovanni Bonanno.
  • Domino (2012), a cura di Vittorio Ferri.
  • ComproMissioni (2012), intervento di Angela Manganaro.
  • Passione (2015), interventi di Andrea Filoramo, Marco Dentici, A. Manganaro, Antonio Moncada, Giuseppe Morgana, Guido Odani.
  • Di-segno in-segno (2015), a cura di Sartori.
  • Passione-La zattera (2015), con versi di Guido Oldani.
  • Leonardo da Vinci e i contemporanei (2016), intervento di Stefano Brenna.
  • Quijote (2017), interventi di Valeria Egidi Morpurgo, Ruggiero Jannuzzelli, Angela Manganaro, Felicia Lo Cicero, Guido Oldani.
  • L’occhio nel segno (2018), testo di Paolo Bellini.
  • Don Quijote e le 13 lune (2019), a cura di Angela Manganaro, interventi di Giovanni Castaldi, Martina Corgnati, Chiara Gatti, Ruggiero Jannuzzelli.
  • Cannaò-PASSIONE (2024), con testi di Angela Manganaro e poesie di Simone Cattaneo Martini.

Hanno scritto di lui

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Testate giornalistiche: Affari, Archivio, Centotreatri, Centonove, Il Corriere del Mezzogiorno, Il Corriere della Sera, Famiglia Cristiana, Free Book, Grafica d’Arte, Il Giornale di Sicilia, Il Giornale, Il Giornale dell’Arte; Il Giorno, Il Cittadino, Il Sabato, Illustrazione Italiana, L’Isola, L’Occhio nel Segno, L’Osservatore Romano, L’Unità, La Gazzetta del Sud, La Gazzetta Jonica, La Notte, La Repubblica, La Sicilia, La Tribuna, L’Osservatore Romano, Metro, Panorama, Radio Popolare, RAI Tre, RTP, Smemoramda, Società Civile, Telelombardia, Televidei RAI, TuttoMilano, ViviMilano.

Giornalisti, ctitici e intellettuali: Amedeo Anelli, Daniela Airoldi, Lucio Barbera, Paolo Bellini, Giorgio Bocassi, Giovanni Bonanno, Vincenzo Bonaventura, Rossana Bossaglia, Stefano Brenna; Liliana Bucellini, Daniela Cacciola, Donata Canuti, Aldo Caserini, Maria Paola Cavallazzi, Alberto Cavicchi, Giovanni Chirieleison, Fausto Cicciò, Giovanna Cirino, Bruno Corà, Martina Corgnati, Luigi Corvi, Ivan Croce, Marco Dentici, Gianluigi Falabrino, Andrea Filloramo, Fiorella Fumagalli, Chiara Gatti, Gabriella Giannice, Felicia Lo Cicero; Antonio Lombardo, Serena Manfrè, Angela Manganaro, Franco Manzoni, Anna Mazzaglia, Chiara Miccoli, Francesco Miuccio, Luciano Moia, Valeria Egidi Morpurgo; Guido Oldano, Domenico Pagliuca, Giusi Parisi, Michele Passalacqua, Francesca Porreca, Emanuele Rigano, Marino Rinaldi, Melina Scalise, Giorgio Seveso, Mario Spinella, Francesco Tadini, Andrea Trimarchi, Piero Urso, Pietro Valerio, Manuela Vento, Timothy Verdon, Susanna Zatti.

Incontri

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L’incontro con alcuni artisti e intellettuali ha influenzato l'opera di Cannaò in maniera profonda.
Così l’incontro a metà degli anni Ottanta con Mario Spinella, scrittore e intellettuale, espressione di quella intellighenzia milanese che accoglieva i giovani e che da essi riusciva a trarre linfa vitale. E, qualche anno dopo, il rapporto con Giulio Carlo Argan che incontrava tutte le volte che si recava a Roma. Con lui Cannaò ha intessuto un rapporto anche epistolare in cui argomentavano di arte e di cultura in tempi in cui la cultura cominciava a latitare dai discorsi degli artisti per essere sostituita da mercato e quotazioni.
Il rapporto con Rossana Bossaglia, un’affermata storica dell’arte attenta al lavoro di un giovane artista. Un rapporto unico perché unica era Rossana Bossaglia, un'intellettuale arguta e profondamente colta. Scriverà diversi pezzi dedicati al lavoro di Cannaò, da quando si sono conosciuti fino alla sua morte avvenuta l’8 luglio del 2013.
Con Gianluigi Falabrino, giornalista e scrittore, con cui Cannaò ha intessuto un rapporto di stima reciproca e grande empatia culturale a partire dai primi anni del 2000 fino alla morte del giornalista.
Con Dario Fo, conosciuto nel ‘77 a Messina e poi frequentato in tutti gli anni milanesi fino al 2009, anno in cui Fo gli dona una gouache per il Museo del Fango.
Il rapporto di grande stima con il Principe Antonio Ruffo che sarà suo mecenate nelle attività intorno al Castello Ruffo e al Piccolo Teatro della Scaletta.
L’amicizia con lo scenografo Marco Dentici con il quale nasce il progetto della messinscena di Passione e Dis-Incanto.
Il rapporto di collaborazione con Gaetano Sciacca, capo del Genio Civile di Messina, che consentirà la realizzazione di una prima parte della Montagna ad Arte.
L’incontro con Don Luigi Ciotti (e con Libera) con cui condivide l’impossibilità di accettare che un guado, per quanto impervio, non si possa attraversare.
La frequentazione con Vincenzo Consolo che darà il via ai trittici della Ragione di un sogno.
Il rapporto con il poeta Guido Oldani con il quale darà una voce “rivoluzionaria” alla gestione triennale del Museo della Permanente (2008/2010).
Il sodalizio con il poeta e scrittore Simone Cattaneo Martini da cui scaturirà la collaborazione per la mostra Quijote e 13 lune del 2019 al Salone delle esposizioni di Regione Lombardia fino all'ultima mostra Cannaò-Passione nel Castello Visconteo di Vigevano.
Il legame di stima ed amicizia con Ruggiero Jannuzzelli, imprenditore e mecenate, che gli affiderà la direzione artistica del Castello di Montesegale (2015/2020).

È uno dei protagonisti dell’articolo “A Milano non c’è nebbia” di Silvana Pepe e Toto Roccuzzo con le foto di Moreno Gentili su L'Illustrazione italiana, anno 116, n. 52, aprile 1988.

Altri progetti

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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Michele Cannaò

Collegamenti esterni

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