Bruno Carloni (Isola Liri, 1920Bobrovskij, 3 agosto 1942) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Bruno Carloni
NascitaIsola Liri, 1920
MorteBobrovskij, 3 agosto 1942
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Reparto6º Reggimento bersaglieri
Anni di servizio1942
GradoSottotenente
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Russia
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume 2 (1942-1959)[1]
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Biografia

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Nacque a Isola Liri, provincia di Frosinone, nel 1920, figlio di Mario e Dionisia Baisi.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito, nel novembre 1940 iniziò a frequentare la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, da cui uscì nel marzo 1942 con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo, assegnato all'arma di fanteria, corpo dei bersaglieri.[2] Assegnato in servizio al 6º Reggimento bersaglieri, inquadrato nella 3ª Divisione celere "Principe Amedeo Duca d'Aosta", dopo aver frequentato la scuola di applicazione d'arma partì per raggiungere il suo reggimento in Unione Sovietica nel giugno dello stesso anno.[2] Assegnato alla 2ª Compagnia del VI Battaglione si distinse subito in combattimento a Vladimorovka il 12 luglio, quando sostituì alla testa della compagnia il proprio capitano rimasto ferito, e per questo fatto fu poi decorato con una Medaglia d'argento al valor militare.[3] Qualche giorno dopo il 6º Reggimento bersaglieri fu dislocato in un altro settore del Don, lungo la testa di ponte che da Satonskij giungeva fino a Bobrovskij, fino ad allora tenuto da un piccolo reparto tedesco.[3]

Il 2 agosto 1942 le truppe dell'Armata rossa, con l'appoggio di circa 40 carri armati,[N 1] attaccarono in direzione dei villaggi di Baskovskij e di Bobrovskij, raggiunti entrambi e superati a costo di pesanti perdite.[3] Le truppe sovietiche attaccarono poi quota 210 dove egli si trovava con i suoi uomini.[3] Mentre incitava i propri soldati, esponendosi dove più vi era pericolo, fu colpito da una raffica di mitragliatrice che lo uccise sul colpo. Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] Nel corso dell’azione trovarono la morte anche il tenente colonnello Enrico Rivoire decorato con Medaglia d'argento al valor militare, e Berardino Leoni decorato anch'egli con la Medaglia d’oro al valor militare.

Onorificenze

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«Giovanissimo ufficiale entusiasta e valoroso, già decorato di medaglia d’argento al valore militare “sul campo”. Durante l’accanito e sanguinoso combattimento, quando il nemico era riuscito a penetrare nelle linee, minacciando il fianco di un nostro battaglione, alla testa dei suoi si lanciava al contrassalto. Ferito ad un braccio rifiutava ogni soccorso e fasciatosi sommariamente, continuava con immutato slancio ricacciando l’avversario all’arma bianca. Mentre, ritto innanzi a tutti, difendeva a bombe a mano la posizione da rinnovati più furiosi assalti, una raffica di mitragliatrice lo abbatteva. Ai bersaglieri accorsi in suo aiuto rispondeva in un supremo sforzo sollevando in alto il piumetto : «Me l’ha donato mio padre, ditegli che l’ho portato con onore». Magnifica figura di soldato, che nella luce del sacrificio consacra ed esalta il fascino della più pura passione bersaglieresca. Fronte russo – Bobrowskij, 3 agosto 1942..[4]»
«Comandante di un plotone d’una compagnia Bersaglieri distaccata presso altra unità, si lanciava per primo all’assalto d’una munitissima trincea protetta da profondo reticolato, che superava strisciando per giungere più presto sul nemico che assaliva a bombe a mano, nonostante il vivace fuoco delle mitragliatrici avversarie. Visto cadere gravemente ferito il proprio capitano, assumeva il comando della Compagnia e, dopo aspra, accanita, lotta, conquistava la posizione, catturando armi e prigionieri. Wladimorowka, 12 luglio 1942

Annotazioni

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  1. ^ Si trattava di 24 carri pesanti T-34 e 16 leggeri T-26.

Bibliografia

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  • Gruppo Medaglia d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume secondo 1942-1959, Roma, Tipografia regionale, 1991.
  • Gino Papuli, Il labirinto di ghiaccio, Terni, Edizioni Thyrus Arrone, 1991.

Collegamenti esterni

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