Buscheto

architetto italiano

Buscheto (Pisa, XI secoloXII secolo) è stato un architetto italiano.

Biografia

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Noto anche come Busketo o Buschetto, si sa molto poco di lui, figlio del giudice cavalier Giovanni. Le documentazioni storiche attestano la sua presenza come procuratore della Canonica e come membro dell'Opera del Duomo di Pisa.

A lui, quindi, vennero affidati i lavori di costruzione del Duomo di Pisa, iniziati nel 1064 sp e che in data 1110 egli era ancora in vita, come riportato da alcuni documenti conservati negli archivi dell'Opera della Primaziale Pisana.

Tenendo conto della vita media di una persona del XII secolo, Buscheto iniziò giovanissimo la sua carriera di architetto, e probabilmente il Duomo fu la sua unica opera. Pare però [1] che tutto il complesso monumentale, a parte il Campo Santo rientri in un suo progetto originario e poi proseguito da altri autori dopo la sua morte, tra i quali Diotisalvi e Rainaldo. Non va dimenticato, comunque, che nel 1100 il coro e la zona absidale furono già completati, che la cattedrale fu consacrata, seppur ancora incompleta, nel 1118 e che il completamento della struttura fu eseguito intorno alla metà del secolo.

Il suo nome, o soprannome, è di presumibile origine greca e lui stesso era di probabile origine bizantina, forse armena.[2] L'influenza dell'arte di quei luoghi la si può vedere chiaramente nello stile particolarissimo del romanico che lui dette alla cattedrale.

Busketus, tentando una traduzione del nome, potrebbe significare colui che ha i buoi. Probabilmente perché disponeva delle macchine che tali animali azionavano e di cui si servì nel suo lavoro. L'epitaffio posto sulla facciata del Duomo, dove riposano le sue spoglie, lo ricorda per l'appunto come un magister cum machinis.

L'opera progettata da Buscheto amalgamò motivi paleocristani (cinque navate con fulcro la zona centrale e prospettive longitudinali estese), con elementi della scuola lombarda (loggette esterne), bizantini (archi interni rialzati e cupola ben visibile dall'esterno), siriaci (cupola ovoidale), orientaleggianti (archeggiatura diffusa) e islamici (arconi sorreggenti la cupola).[3]

La lapide che accompagna la tomba, un sarcofago di epoca romana, e che lo elogia come nuovo Dedalo riporta le seguenti parole:

BUSKET. IACET HIC QUI MOTIB. INGENIORÛ
DULICHIO FUR PREVALUISSE DUCI
MENIB. ILIACIS CAUTUS DEDIT ILLE RUINÂ
HUIUS AB ARTE VIRI MENIA MIRA VIDES
CALLIDITATE SUA NOCUIT DUX INGENIOS.
UTILIS ISTE FUIT CALLIDITATE SUA
NIGRA DOM. LABERINTHUS ERAT TUA DEDALE LAUS E.
AT SUA BUSKETÛ SPLENDIDA TEMPLA PROBANT
N. HABET EXÊPLÛ NIVEO DE MARMORE TÊPLÛ
QUOD FIT BUSKETI PRORSUS AB INGENIO
RES SIBI COMISSAS TEMPLI CÛ LEDERET HOSTIS
PROVIDUS ARTE SUI FORTIOR HOSTE FUIT
MOLIS ET IMMENSE PELAGI QUAS TRAXIT AB IMO
FAMA COLUMNARUM TOLLIT AD ASTRA VIRUM
EXPLENDIS A FINE DECEM DE MENSE DIEBUS
SEPTEMBRIS GAUDENS DESERIT EXILIUM

QD VIX MILLE BOÛ POSENT IUGA IUNCTA MOVE ET QUOD VIX POTUIT PER MARE FERRE RATIS

BUSKETI NISU QD ERAT MIRABILE VISU DENA PUELLARÛ TURBA LEVABAT ONUS
 

Galleria d'immagini

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  1. ^ * Sergio Costanzo, Recinti sacri, 2008
  2. ^ Vasari lo dice "greco":N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, Dizionario di architettura, Torino, Einaudi, 1981, voce Buscheto.
  3. ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol.II, p. 496

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