CANT 13

bombardiere CRDA

Il CANT 13 era un bombardiere leggero e ricognitore anfibio monomotore biplano realizzato dall'azienda italiana Cantieri Aeronautici e Navali Triestini (CANT) negli anni venti e rimasto a livello di prototipo.

CANT 13
Descrizione
Tipobombardiere/ricognitore
anfibio
Equipaggio2
ProgettistaRaffaele Conflenti
CostruttoreItalia (bandiera) CRDA
Data primo volo1925
Esemplari2
Sviluppato dalCANT 6
Dimensioni e pesi
Lunghezza10,0 m
Apertura alare14,68 m
Peso a vuoto1 800 km
Propulsione
Motoreun Lorraine-Dietrich 12 Db
Potenza400 CV (294 kW)
Prestazioni
Velocità max195 km/h
Tangenza4 600 m
Armamento
Mitragliatrici2 × Lewis calibro 7,7 mm
Bombe100 kg

i dati sono estratti da Museo della Cantieristica [1]

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Sviluppo

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Nel 1925 il Ministero dell'aeronautica emise una specifica per la fornitura di un nuovo velivolo anfibio per equipaggiare unità navali della Regia Marina. Al concorso partecipò la CNT con un progetto affidato all'ingegner Raffaele Conflenti.

Impiego operativo

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I due esemplari realizzati vennero valutati dalla Regia Aeronautica ma a causa del mutamento dei piani dello Stato Maggiore non venne decisa alcuna produzione in serie, tuttavia vennero impiegati operativamente dalla Regia Marina per almeno i due anni successivi.

Descrizione tecnica

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Il CANT 13 era un velivolo dall'aspetto convenzionale realizzato interamente in legno, monomotore biposto caratterizzato dalla configurazione alare biplana e carrello retraibile.

La scafo presentava un abitacolo aperto a due posti affiancati con un passaggio interno che permetteva al secondo membro dell'equipaggio di raggiungere le due postazioni difensive, anteriore e posteriore, dotate entrambe di una mitragliatrice. Posteriormente terminava in una coda dall'impennaggio monoderiva.

La configurazione alare era biplana con ali di uguale misura, collegate tra loro da una coppia di montanti per lato integrati da tiranti in cavetto d'acciaio, con la superiore dotata di alettoni e caratterizzate dalla possibilità di ripiegarle all'indietro.

Il carrello d'atterraggio era retraibile grazie ad un meccanismo comandato dal pilota.

La propulsione era affidata ad un motore Lorraine-Dietrich 12 Db, un 12 cilindri a V raffreddato a liquido in grado di erogare una potenza pari a 400 CV (294 kW) abbinato ad un'elica bipala a passo fisso e collocato tra le due ali sopra lo scafo su un castello tubolare centrale di supporto.[2]

Utilizzatori

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  Italia
operò con un esemplare assegnato alla Regia Marina.
  1. ^ CANT.13 (...) - Scheda tecnica, in Museo della cantieristica, http://www.archeologiaindustriale.it/index_it.php. URL consultato il 2 mag 2010 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  2. ^ CANT.13 in Museo della cantieristica.

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