Cagiva Mito
La Cagiva Mito è una motocicletta sportiva disponibile nella cilindrata di 50 e 125 cm³, prodotta dalla casa motociclistica varesina Cagiva dal 1990 al 2012.
Cagiva Mito | |
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Modello "Eddie Lawson" della Mito prima serie | |
Costruttore | Cagiva |
Tipo | Stradale sportiva |
Produzione | dal 1990 al 2012 |
Sostituisce la | Cagiva Freccia |
Modelli simili | Aprilia AF1, RS Derbi GPR Racing Gilera SP, Crono, GFR e SC Honda NSR Yamaha TZR Suzuki RG Gamma Laverda Navarro |
Storia e versioni
modificaLa Mito 50
modificaLa Mito 50 venne prodotta dal 1997 al 2002 andando a sostituire la Cagiva Prima; la differenza principale tra le due moto consiste nel propulsore, prodotto dalla stessa Cagiva sulla Prima (stesso motore dell'enduro Cocis), prodotto dalla Derbi nella Mito. Ciò ha comportato anche una diversa posizione della corona (a sinistra anziché a destra) e di entrambi i dischi freno.
Esteticamente le moto differiscono per via di una piccola feritoia sulla parte bassa della carena della Mito per far rientrare l'espansione e soprattutto l'aggiunta di pedane passeggero e maniglie sotto il codone, dovute all'omologazione biposto.
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La Mito 125
modificaLa Mito 125 viene presentata il 18 maggio del 1990 come evoluzione della Cagiva Freccia; con il modello precedente la Mito prima serie condivideva il propulsore a sette marce, opportunamente rivisto e migliorato.
Esteticamente invece le moto erano molto diverse: inizialmente la Mito a causa della carenza di porzioni della carenatura, fu presentata in versione naked, con telaio e motore in vista e specchietti tondi montati sul manubrio, successivamente venne prodotto un kit di conversione per renderla carenata (rendendola una race replica della Cagiva C589)[1]. Tuttavia dalla metà del 1991 venne resa finalmente disponibile una versione carenata, in linea con le concorrenti Aprilia AF1, Yamaha TZR, Gilera SP e Honda NSR 125.
La Mito Denim
modificaNel 1991 venne prodotta una versione in edizione limitata, la Mito Denim, con livrea bianca e blu. Gli esemplari previsti erano inizialmente 301, ma la produzione venne in seguito estesa a 501 unità; ogni moto fu dotata di una targhetta identificativa rivettata sulla piastra di sterzo superiore, recante un numero progressivo, Introvabili le prime 10 prodotte, il primo lotto da 300 unità è oggi oggetto da collezione.
La Mito "Racing"
modificaDurante la prima serie vennero presentati dei modelli rivisti nel gruppo termico e nell'impianto di scarico, nel 1991 venne prodotta la versione Lucky Explorer con livrea bianca e rossa ispirata alla Cagiva Elefant guidata da Edi Orioli, campione della Parigi-Dakar nel 1990. Nel 1992 venne invece presentata una livrea replica di quella della moto di Eddie Lawson, pilota Cagiva nella Classe 500 del Motomondiale.
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La Mito II
modificaNel 1992 la Mito subì un aggiornamento della ciclistica, dove vennero adottate forcelle Marzocchi a steli rovesciati da 40 mm, una nuova pinza freno anteriore a quattro pistoncini di maggior diametro ed una pompa freno Brembo maggiorata, la carenatura venne aggiornata con l'inserimento di un pannello che chiudeva la carena nella parte sottostante il radiatore, nel 1993 con la versione Mito II: Replica a partire dal numero di matricola 8P017547, si hanno le nuove carene, che a seconda della replica vennero forate ai lati in modo più o meno marcato.
Venne rivisto anche il motore per garantire una erogazione più fluida, sebbene a costo di prestazioni leggermente inferiori.
Le livree disponibili erano due: la Lucky Explorer, molto simile a quella utilizzata sulla Mito prima serie, una inedita colorazione rossa con decalcomanie nere e oro ed i cerchi di colore bianco. Nel 1993 la livrea Lucky Explorer venne ulteriormente modificata, la maggior differenza fu che, le tabelle portanumero, da gialle passarono a essere di colore nero, anche i cerchi tornano ad essere di neri. Successivamente nel 1994 vi si aggiunsero la replica John Kocinski rossa e bianca e la Evoluzione nera e arancio, denominata Evolution of a Myth [2].
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La Mito Ev
modificaNel 1994 il design della moto venne stravolto: il designer Sergio Robbiano del Centro Ricerche Cagiva scelse di riproporre le linee della Ducati 916 da lui disegnata; da notare che all'epoca la Ducati era controllata da Cagiva ed il direttore del CRC era Massimo Tamburini, sviluppatore di varie moto della Casa di Borgo Panigale.
Nacque così la Mito Ev, alla quale erano stati apportati numerosi e consistenti miglioramenti rispetto alle due serie precedenti.
La strumentazione viene ridisegnata, dotandola tra l'altro di una spia di segnalazione della riserva; i due fari ora vengono utilizzati per scopi differenti, uno per l'abbagliante e l'altro per l'anabbagliante (ormai una consuetudine nel mondo delle moto) con due luci di posizione e lampadine alogene al posto delle incandescenti.
La ciclistica viene migliorata tramite l'impiego di un ammortizzatore di sterzo; vengono inoltre ridisegnate l'airbox e l'espansione. Infine viene adottato un carburatore Mikuni da 35 mm in luogo del Dell'Orto da 28 mm.
Nel 1995 viene prodotta la Lucky Explorer Replica, con livrea rossa e nera ripresa dalla moto del neo campione della Sport Production Valentino Rossi. Nello stesso anno viene riproposta la colorazione Evoluzione già utilizzata sulla Mito II.
L'anno successivo viene introdotta la patente A1, che impone ai 125 una potenza massima di 11 kW. Alla Mito a piena potenza verrà perciò affiancata una versione depotenziata tramite l'adozione di una nuova espansione, l'utilizzo di un cambio a sei rapporti ed il ritorno al carburatore da 28 mm. Sempre nel 1996 viene presentata la livrea Lucky Explorer replica della Elefant guidata da Arcarons nel Rally Dakar del 1995.
Nel 1999 la versione a piena potenza della Mito Ev esce di produzione lasciando il posto alla sola versione depotenziata, omologata Euro I ed inizia con la matricola ZCG8P00AB*V000001. Viene realizzata anche una livrea monocromatica rossa con cerchi a sei razze più larghi, i quali escludono misure alternative per gli pneumatici.
Da qui in poi la Mito Ev non subisce particolari cambiamenti: dal 2003 la Mito Ev adotta l'omologazione Euro II a partire dal numero di matricola ZCGN300AB*V000001 e il 30 Settembre 2005 il sistema d'accensione Kokusan viene soppiantato da uno della Ducati Energia a partire dalla matricola ZCGN300AB5V014219. Esce infine di produzione nel 2007, sostituita dalla nuova versione SP525.
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La Mito SP525
modificaLa Mito SP525, in vendita dal 2008 a partire dal numero di matricola ZCGN300AB8V000001, è l'ultima evoluzione della Mito. Il design ricalca quello dell'ultima Cagiva utilizzata nel Motomondiale, la C594 guidata da John Kocinski nella stagione 1994 con il numero 11.
L'adozione di un carburatore elettronico gestito da una centralina dedicata (sviluppata in collaborazione con Dell'Orto) ha permesso alla Mito di poter essere omologata Euro III. Tale centralina monitora vari parametri (tra cui grado di apertura della ghigliottina, giri motore, temperatura del motore e dell'ambiente) ed interviene regolando la quantità d'olio e di benzina nella miscela, la fasatura d'accensione, il regime d'apertura della valvola di scarico e altre variabili.
Dal 2012 la produzione della Cagiva Mito è stata sospesa per concentrare tutte le risorse sulla MV Agusta F3 (la Cagiva è infatti sotto il controllo della MV Agusta). Finora non sono state rilasciate dichiarazioni né in merito ad una definitiva uscita di scena della Mito né di un suo ritorno in produzione.
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Mito 500
modificaLa Cagiva nel 2006 e 2008 presentò una nuova motocicletta su base Mito, prima sulle linee della EV, poi sulle linee della SP 525, che si differenziava solo per la propulsione, in quanto equipaggiata con motore quattro tempi 500 cm³ della Husqvarna, con una potenza di 60 CV, coppia massima di 50 N·m ed un peso dichiaratodi soli 133 kg, ma non vennero mai messe in produzione.[3][4][5]
Le competizioni
modificaLa Cagiva Mito fin dal suo debutto partecipò al Campionato italiano Sport Production, ma solo dal 1991 vennero presentate le versioni allestite di fabbrica come SP[6]: vennero infatti prodotte svariate versioni ad uso esclusivo per le competizioni, oltre ad una serie di kit di conversione da installare sulle Mito omologate strada per renderle pronto gara.[7][8]
In sella ad una Mito II fece il suo esordio il futuro pluri-campione del mondo Valentino Rossi; la stessa moto fu messa all'asta sul popolare sito eBay da "Lusuardi Claudio & C" nei primi mesi del 2005, con annesso un certificato di autenticità firmato da Rossi stesso. Venne venduta il 19 aprile 2005 a 22.600,00 €.[9]
Note
modifica- ^ Rewind, Cagiva Mito 125 '90: semplicemente... mitica!
- ^ Evo of a Myth, su 125stradali.com.
- ^ Eicma 2006: Cagiva Mito 500
- ^ Would you buy a Cagiva Mito 500?
- ^ Passate da EICMA: quando la Cagiva svelò la Mito maggiorata
- ^ Cagiva Mito SP. Mai nome più azzeccato
- ^ Cagiva Mito SP
- ^ Manuale ricambi Mito SP '95 800081920
Manuale kit SP Mito Ev Racing '01 8000A1063 - ^ repubblica.it "All'asta la numero Uno di Valentino Rossi", pc-facile.com "La prima moto di Valentino Rossi venduta all'asta"
Bibliografia
modifica- Manuali d'officina e utente della Cagiva Mito
- Motociclismo ottobre 1993 nº10
- InMoto luglio 2003 nº7
- EuroMoto febbraio 2008 nº2
- Valentino Rossi "Pensa se non ci avessi provato", editrice "Mondadori"
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cagiva Mito
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su cagiva.it. URL consultato il 10 luglio 2006 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2007).
- Mitoclub, su mitoclub.com.
- Epoca. 125 Stradali. La Cagiva Mito, su moto.it, www.moto.it, 9 dicembre 2014. URL consultato il 19 dicembre 2014.
- Cagiva Mito storia e fine produzione, su motoblog.it.