Calunnia (divinità)
Calunnia era una divinità minore del pantheon greco e romano.
Considerata una divinità malefica, era onorata dagli Ateniesi sotto il nome di Diabolé (Διαβολὴ), da cui è derivato il nome di "Diavolo" dato al Demonio, padre della menzogna e della calunnia. I Greci le innalzarono altari e offrivano dei sacrifici affinché non facesse loro alcun male[1].
Per rappresentare la calunnia, il pittore Apelle, dipinse una donna molto bella e ben vestita, con sembiante fiero e adirato; con la sinistra teneva una fiaccola accesa e con la destra trascinava per i capelli un giovane, l'Innocenza, avanzando verso un re con delle orecchie lunghissime che stava seduto le tendeva la mano, con a fianco due figure che gli sussurravano nelle orecchie: il Sospetto e l'Ignoranza[2].
Sulla base della descrizione di Luciano di Samosata della tavola di Apelle, Raffaello ha dipinto il quadro della Calunnia. La stessa descrizione ispirò Sandro Botticelli per la sua Calunnia.
Note
modifica- ^ F. S. Villarosa, Dizionario mitologico-storico-poetico, vol. I, Napoli, Tipografia Nicola Vanspandoch e C., 1841, p. 32.
- ^ Girolamo Pozzoli, Dizionario d'ogni mitologia e antichità, vol. I, Milano, Batelli & Fanfani, 1809, p. 357.