Campo di concentramento di Kerestinec
Il campo di concentramento di Kerestinec fu un campo di concentramento in uso nello Stato Indipendente di Croazia (NDH) durante la seconda guerra mondiale.[1][2]
Campo di concentramento di Kerestinec campo di concentramento | |
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Stato | ![]() |
Stato attuale | ![]() |
Coordinate | 45°46′28″N 15°49′02″E |
Attività | 31 marzo - 14 luglio 1941 |
Gestito da | Ustascia |
Detenuti | |
Storia
modificaSeconda guerra mondiale
modificaPrima dello scoppio della seconda guerra mondiale, il governo del Regno di Jugoslavia costruì una prigione nei pressi di Kerestinec, situata nel castello di Erdödy a Sveta Nedelja e la utilizzò per la detenzione dei prigionieri politici.[3] Nel marzo 1941, alla vigilia dell'invasione delle forze dell'Asse, fu arrestato e internato a Kerestinec un gran numero di intellettuali di sinistra provenienti da Zagabria.
Poche settimane dopo l'invasione, la prigione fu occupata dalle autorità del neonato Stato indipendente di Croazia.[3] I prigionieri furono segregati in base alla loro etnia, con il campo diviso in sezioni "serbo-jugoslave", "ebraiche" e "comuniste".[3] In seguito all'Operazione Barbarossa, il Partito comunista jugoslavo diede vita a un movimento di resistenza che sarebbe poi confluito nell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia.
Il regime Ustascia rispose uccidendo alcuni prigionieri tenuti a Kerestinec. Il 9 luglio 1941 fu giustiziato il primo gruppo, che comprendeva Božidar Adžija, Otokar Keršovani e Ognjen Prica. Il Partito Comunista reagì a sua volta organizzando un'evasione improvvisata. Il 13 luglio, le guardie furono sopraffatte e tutti i prigionieri rimasti riuscirono a fuggire, ma il tentativo si rivelò mal organizzato e senza coordinamento: la maggior parte dei prigionieri, tra cui August Cesarec, fu catturata rapidamente e fucilata nei boschi di Maksimir e Dotrščina.
Secondo Novecento
modificaLa base missilistica dell'ex esercito jugoslavo (JNA) di Kerestinec è stata occupata dall'esercito croato nel 1991.[2][4] La base è stata utilizzata durante la guerra d'indipendenza croata, dal novembre 1991 al maggio 1992, come campo di prigionia per ospitare i soldati del JNA, i volontari serbi e anche i civili, comprese le donne. Il comandante Stjepan Klaric partecipò e incoraggiò quattro membri dell'esercito croato a usare la tortura, sia fisica che psicologica, contro i prigionieri:[1][4] in totale, 34 persone furono coinvolte per aver inflitto sofferenze e molestie quotidiane, aggressioni e stupri.[2][4]
Cinque uomini furono processati con l'accusa di tortura fisica e psicologica contro 34 detenuti e di aver abusato sessualmente dei prigionieri, sia uomini che donne, nell'arco di tempo che va dal dicembre 1991 al 25 maggio 1992.[5] Nel 2012, Klaric fu condannato a tre anni e mezzo di carcere, mentre Viktor Ivancin, ex guardia del campo, fu condannato a due anni di carcere; per Drazen Pavlovic, Zeljko Zivec e Goran Strukelj la condanna fu a un anno di carcere.[5] La Corte suprema della Croazia annullò la sentenza nell'aprile 2014 per istituire un nuovo processo;[2][6] questo secondo processo si concluse con sentenze ancora più severe: Klarić fu condannato a otto anni di carcere e i suoi subordinati Ivancin, Pavlovic, Strukelj e Zivec rispettivamente a cinque, tre, due e un anno e mezzo di carcere.[2][6]
Note
modifica- ^ a b (HR) Strava u Kerestincu - Krvavi dvorac: Trudnica je pobacila od šoka i straha, in Večernji list. URL consultato il 19 febbraio 2016.
- ^ a b c d e (EN) Kerestinec, su snv.hr.
- ^ a b c Megargee, White, p. 67
- ^ a b c (SR) Podignuta optužnica za "Kerestinec", B92, 23 novembre 2011. URL consultato il 19 febbraio 2016.
- ^ a b Boris Pavelic, Minimum Sentences for Kerestinec Crimes, su BalkanInsight, BIRN, 1º novembre 2012.
- ^ a b Sven Milekic, Kerestinec Prison Torturers ‘An Embarrassment to Croatia’, su BalkanInsight, BIRN, 25 marzo 2016.
Bibliografia
modifica- Geoffrey P. Megargee e Joseph R. White, The United States Holocaust Memorial Museum Encyclopedia of Camps and Ghettos, 1933–1945, Volume III: Camps and Ghettos under European Regimes Aligned with Nazi Germany, Indiana University Press, 2018, ISBN 978-0-25302-386-5.
Altri progetti
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