Capra di Natale
La capra di Natale o il caprone di Natale (in svedese: julbock; in norvegese: julebukk; in finlandese: joulupukki o olkipukki) è una figura del folclore natalizio scandinavo: un tempo portatore di doni[1][2][3] e rappresentata nei travestimenti delle persone[1][2][4][5], è diventata in seguito una diffusa decorazione (solitamente in paglia) del periodo.[1][3][6]
Origini e storia
modificaLa capra era considerata un simbolo di fertilità della terra e un portafortuna.[1][7]
Nella mitologia nordica, questa figura si ritrova nelle due capre di nome Tanngnjóstr e Tanngrisnir, che trainavano il carro del dio Thor.[1][2] Anche altre divinità erano associate alla figura della capra.[1]
Anticamente era anche usanza macellare una capra per Natale.[1][2] La presenza della paglia nella tradizione si rifà invece al covone lasciato per Capodanno dagli antichi Romani e, in senso cristiano, si ritrova nella paglia che fa da culla a Gesù.[8]
Nelle antiche saghe scandinave, la capra di Natale era menzionata come una figura demoniaca, che d'estate si nascondeva nelle montagne e che, durante l'Avvento, si aggirava nei villaggi, fino ad introdursi nelle abitazioni il giorno della Vigilia.[1] Tra le leggende che vengono tramandate, vi è quella di una ragazza che aveva accanto una capra di Natale in paglia, che assunse ben presto le sembianze del diavolo.[6]
Nel 1731, venne emanato in Svezia un decreto che proibiva alcune tradizioni natalizie, tra cui quella delle raffigurazioni dello julbock.[8]
A partire dal XIX secolo, si diffuse in Scandinavia la tradizione che prevedeva che i bambini girassero di casa in casa interpretando canti natalizi, accompagnati da una persona vestita di paglia e raffigurante un caprone.[2][4][5] Una delle più antiche attestazioni di questa tradizione risale al 1870.[8]
L'usanza di girare travestiti da capra fu introdotta dagli emigranti norvegesi negli Stati Uniti, segnatamente nel Midwest.[4]
Un'altra antica usanza era quella di nascondere per gioco una figura in paglia o in rami di abete raffigurante una capra nel giardino del vicino.[1][2]
La tradizione del caprone di Natale come portatore di doni è stata soppiantata dalla figura del moderno Babbo Natale/Santa Claus: tuttavia, è ricordata, per associazione di idee, nel nome con cui questa figura viene chiamata in finlandese, ovvero joulupukki.[9]
Tradizioni moderne
modificaLa capra di Natale di Gävle
modificaA Gävle, in Svezia, viene realizzata dal 1966 una capra in paglia dell'altezza di circa 13 metri e del peso di 3,5 tonnellate, che, dopo qualche giorno, viene data alle fiamme.[1][10]
La tradizione nella cultura di massa
modifica- Alla tradizione è dedicata una fiaba dello scrittore Zacharias Topelius intitolata Julbocken.[2]
- La tradizione è il soggetto del canto natalizio svedese, scritto nel 1913 da Alice Tegnér Julbocken, originariamente pubblicato come poesia dal titolo En jul när mor var liten.[2][8][11]
Note
modifica- ^ a b c d e f g h i j (DE) Die Geschichte des Julbock, su Schwedenstube. URL consultato il 13 dicembre 2021.
- ^ a b c d e f g h Julbocken – Il Caprone di Natale, su Diario Nordico, 24 dicembre 2013. URL consultato il 13 dicembre 2021.
- ^ a b (DE) Der schwedische Julbock, su Elchburger.de. URL consultato il 13 dicembre 2021.
- ^ a b c Gerry Bowler, p. 202.
- ^ a b Jan de Vries, Bd. II, p. 303.
- ^ a b Clement A. Miles, p. 162.
- ^ (SV) Halmbockens historia, su Halmbocken.se. URL consultato il 13 dicembre 2021.
- ^ a b c d (SV) Så blev bocken jultomte, su Populär Historia. URL consultato il 13 dicembre 2021.
- ^ Gerry Bowler, p. 201.
- ^ Graziella Siciliani, TRADIZIONI DI NATALE - La capra di Gävle in Svezia: il vero nemico sono i vandali incendiari, su Il Mamilio.it, 10 dicembre 2019. URL consultato il 13 dicembre 2021.
- ^ (SV) Julbocken, su Julsånger. URL consultato il 13 dicembre 2021.
Bibliografia
modifica- Gerry Bowler, Dizionario universale del Natale [The World Encyclopedia of Christmas], ed. italiana a cura di C. Corvino ed E. Petoia, Newton & Compton, Roma, 2004
- Clement A. Miles, Storia del Natale [Christmas in Ritual and Tradition Christian and Pagan], ed. italiana a cura di Laura Mazzolini e Gessica Cirenei, Odoya, 2009
- Jan de Vries, Altgermanische Religionsgeschichte, De Gruyter, Berlin, 1956-1957
Voci correlate
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