Caproni Vizzola F.5

aereo da caccia Caproni Vizzola
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Il Caproni Vizzola F.5 fu un aereo da caccia monomotore monoplano ad ala bassa progettato dall'ingegnere Fabrizi[1] dell'ufficio tecnico dell'azienda italiana Caproni e prodotto negli stabilimenti della consociata Caproni Vizzola di Vizzola Ticino, presso Varese, alla fine degli anni trenta.

Caproni Vizzola F.5
Un Caproni Vizzola F.5 di pre-serie
Descrizione
Tipoaereo da caccia
Equipaggio1
CostruttoreItalia (bandiera) Caproni Vizzola
Data primo volo19 febbraio 1939
Utilizzatore principaleItalia (bandiera) Regia Aeronautica
Esemplari14
Altre variantiCaproni Vizzola F.5bis
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza7,90 m
Apertura alare11,30 m
Altezza3,00 m
Superficie alare17,60
Carico alare131,6 kg/m²
Peso a vuoto1 818 kg
Peso max al decollo2 238 kg
Capacità combustibile248 kg
Propulsione
Motoreradiale Fiat A.74 RC.38
Potenza840 CV (kW) a 3 800 m
Prestazioni
Velocità max496 km/h a 4 750 m
Velocità di crociera483 km/h a 5 550 m
Velocità di salitaa 4 000 m in 3 min 32 s
a 6 000 m in 6 min 3 s
Corsa di decollo194 m
Atterraggio229 m
Autonomia444 km
Tangenza9 500 m
Armamento
Mitragliatrici2 Breda-SAFAT calibro 12,7 mm
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Realizzato in una piccola serie venne utilizzato dalla Regia Aeronautica.

Storia del progetto

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Nel 1936, il Ministero dell'aeronautica emise una specifica per la fornitura di un aereo da caccia per poter dotare la Regia Aeronautica di una nuova generazione di velivoli in sostituzione di pari ruolo progettati il decennio precedente, come il Fiat C.R.20.

Il Concorso Caccia Intercettore Terrestre, questa la designazione ufficiale, venne diviso in due gruppi distinti, il I (primo) che riguardava i progetti in configurazione alare biplana al quale vennero presentati i Fiat C.R.42 e Caproni Ca.165, ed il II (secondo) che prevedeva un progetto monoplano al quale risposero 6 aziende aeronautiche con i modelli AUSA AUT 18, IMAM Ro.51, Fiat G.50, Macchi M.C.200, Caproni Vizzola F.5 e Reggiane Re.2000. Le due differenti configurazioni vennero valutate in due distinti gruppi omogenei con prove comparative ad opera di diversi piloti collaudatori che si alternavano, come consuetudine, sui vari modelli per saggiarne le caratteristiche e metterle in relazione tra loro.

L'F.5, sviluppato sul progetto preliminare effettuato dall'ingegner Fabrizi, dovette essere affidato all'ing. Ripabelli, affiancato successivamente dall'ingegner Baldassarri, per la sopraggiunta morte del primo a causa di un incidente di volo. Il progetto prevedeva una costruzione mista abbinata al motore radiale A.74 e due mitragliatrici Breda-SAFAT calibro 12,7 mm, questi ultimi previsti dalle specifiche del concorso. Il prototipo venne realizzato nel corso del 1938 e venne portato in volo per la prima volta sul campo d'aviazione di Vizzola Ticino il 19 febbraio 1939 ai comandi del pilota collaudatore Giuseppe Pancera, anche se la data del primo volo ufficiale è datata 15 luglio 1940.

Durante le prove comparative il modello si rivelò esente da difetti, tra l'altro a differenza di altri non soffrendo nemmeno di autorotazione, ed in alcuni valori anche superiori alla concorrenza ma a causa di un ritardo nello sviluppo rispetto alle proposte Fiat e Macchi gli vennero preferiti i modelli da loro presentati. Nonostante ciò il progetto venne ritenuto degno di essere sviluppato e venne emesso un ordine di fornitura per 12 esemplari di pre-serie ventilando la possibilità di un successivo ordine di 200 unità, successivamente non confermato. All'epoca la Regia Aeronautica aveva abbandonato l'orientamento fino ad allora seguito (caccia equipaggiati con motore radiale) ed era interessata a caccia con motore in linea di oltre 1.000 CV.

Quando si rese disponibile il Daimler-Benz DB 601 tedesco, analogamente a quanto realizzato con gli altri caccia italiani a motore radiale già in servizio, si adattò al motore tedesco la cellula dell'F.5 per realizzare il nuovo F.5bis, approfittandone altresì per inserire alcune modifiche migliorative alla cellula . L'aereo, diversamente dai suoi concorrenti (Macchi M.C.202 e Reggiane Re.2001), non fu avviato alla produzione in serie e rimase a livello di prototipo.

Gli F.5 costruiti furono concentrati nell'inverno 1942-1943 alla 300ª Squadriglia del 167º Gruppo Autonomo Intercettori dell'Aeroporto di Littoria per la 3ª Squadra aerea, dove rimasero come caccia notturni per buona parte della guerra, al 9 luglio 1943 ne erano disponibili ancora 10, di cui 5 efficienti e pronti al volo e 5 in riparazione. Non furono però particolarmente incisivi durante i combattimenti aerei di quei mesi, che avrebbero richiesto aerei più veloci (soprattutto nella velocità ascensionale) e meglio armati, per poter confrontarsi con i bombardieri pesanti Boeing B-17 Flying Fortress e Consolidated B-24 Liberator.

Versioni

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F.5
2 prototipi e 11 esemplari di serie, equipaggiati con un motore radiale Fiat A.74 RC.38.
F.5bis
un esemplare (MM 5932) equipaggiato con un motore Daimler-Benz DB 601 e costruzione a cellula mista.

Utilizzatori

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  Italia

Bibliografia

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  • Emilio Brotzu, Gherardo Cosolo (a cura di), Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale Vol.2, Caccia-Assalto Vol.2, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, pp. 25-30.
  • (EN) David Donald (ed.), The Encyclopedia of World Aircraft, Leicester, UK, Blitz Editions, 1997, ISBN 1-85605-375-X.
  • (EN) William Green, Gordon Swanborough, The Complete Book of Fighters, New York, Smithmark Publishing, 1994, ISBN 0-8317-3939-8.
  • (EN) Jonathan Thompson, Italian Civil and Military Aircraft, Los Angeles, California, Aero Publishers Inc., 1963, ISBN 0-8168-6500-0.

Pubblicazioni

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  • Fabrizi-5 un intercettore dalla breve carriera, in Aerofan, vol. 2, n. 9, 1979, pp. 54–58.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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