Carlo Baucardé
Carlo Baucardé talvolta citato come Boucardé (Firenze, 1825 – Firenze, 22 gennaio 1883) è stato un tenore italiano, di origine francese, che cantò nei maggiori teatri d'opera d'Italia e anche a Londra, Parigi, Madrid e New York. Viene ricordato per aver creato il personaggio di Manrico nell'opera Il trovatore di Giuseppe Verdi e quello di Poliuto nell'omonima opera di Gaetano Donizetti.
Biografia
modificaNacque in una famiglia di origine francese. Secondo fonti dell'epoca, sarebbe stato impiegato come cuoco presso la corte del Granduca di Toscana, dove venne prima notato il suo talento nell'arte culinaria e poi quello nel canto. Questo gli consentì di ricevere un'istruzione musicale.[1] La sua prima esibizione, a Firenze, risale al 1847 nel ruolo di Carlo ne Il bravo di Mercadante.[2] Tra il 1848 e 1850, cantò frequentemente a Napoli al Teatro di San Carlo, in tre opere di Verdi, tutte in prima esecuzione al teatro: I Lombardi alla prima crociata, nel ruolo di Arvino (1848), Macbeth nel ruolo di Malcolm (1849), e I masnadieri nel ruolo di Carlo (1849). Cantò anche alla prima esecuzione del Poliuto di Donizetti (1848) e nella prima esecuzione al San Carlo de La favorita nel ruolo di Fernando (1850).[3]
Debuttò a Londra, nel ruolo di Oronte, ne I Lombardi alla prima crociata, nella stagione di opera italiana del 1850 al His Majesty's Theatre. Durante la stagione interpretò anche il ruolo di protagonista ne I due Foscari di Verdi, ne I puritani di Bellini e in Lucrezia Borgia di Donizetti. Benjamin Lumley, direttore del Teatro Her Majesty's, scrisse di Baucardé:
«Nothing was expected, yet great results were achieved. With a charmingly sweet, but still robust voice of wonderful extension; with a style wherein the use of the falsetto was at once sparingly and judiciously employed, this young artist won easily upon a public accustomed to give a preference to natural gifts over the display of skill. Not that Baucarde was deficient in skill; on the contrary, his " school" was excellent. As an actor, he rose scarcely above mediocrity, but any deficiency in this respect was overlooked in the splendour of his "organ".»
«Non ci si aspettava nulla, ma sono stati raggiunti grandi risultati. Con una voce deliziosamente dolce, ma già robusta e di meravigliosa estensione; con uno stile in cui l'uso del falsetto veniva impiegato con parsimonia e giudizio, questo giovane artista ha conquistato facilmente un pubblico abituato a preferire i doni naturali all'esibizione delle abilità. Non che Baucardé sia carente in abilità; al contrario, la sua "scuola" è eccellente. Come attore, è stato appena al di sopra della mediocrità, ma qualsiasi carenza in questo senso è stata trascurabile nello splendore del suo "organo"»
Nel 1851 creò il ruolo del protagonista alla prima dell'opera Camoëns di Gualtiero Sanelli al Teatro Regio di Torino dove interpretò anche il ruolo di Gualtiero ne Il pirata di Bellini (1852), quello di Arturo Talbo ne I puritani (1852) e del duca di Mantova nel Rigoletto di Verdi (1852), ottenendo grande successo nel ruolo sia a Torino che altrove.[4] Verdi gli affidò il ruolo di Manrico nella prima esecuzione de Il trovatore, nonostante avesse, in precedenza, pensato di affidarlo al tenore Raffaele Mirate.[5] La prima al Teatro Apollo di Roma, il 19 gennaio 1853, fu un grande successo non solo per Verdi, ma anche per Baucardé. Il grande successo popolare divenne di gran lunga amplificato quando sostituì con la nota do acuto[6] l'originale sol nel finale della romanza "Di quella pira" durante una successiva rappresentazione del Trovatore a Firenze.[7] Cantò anche nel ruolo di Manrico alla prima di Parigi il 23 dicembre 1854 al Théâtre-Italien. Il mese seguente, interpretò, sempre al Théâtre-Italien, il ruolo del protagonista nella prima dell'opera oggi dimenticata, L'ultimo dei Clodovei di Pacini[3].
Nonostante la sua popolarità in Italia, Baucardé fallì nell'impressionare positivamente il critico britannico Frances Minto Elliot, il quale sotto lo pseudonimo di "Florentia", descrisse così la sua interpretazione romana di Lucrezia Borgia del 1854:
«Boucarde is a fat and stupid Gennaro, the real and veritable "pescatore ignobile", and not the high-bred, unmistakable patrician Mario appears, even in his dingy dress. There is not a grain of romance about Boucarde, and his voice is no more comparable to Mario's silvery tones than his appearance. The fact is, he drinks like a fish, and is rapidly ruining a naturally fine organ. He made a good point in giving the words "Era mia madre, ah! misera", with an expression of deep pathos that brought down rounds of applause, and a particular kind of roar peculiar to a gratified Italian crowd, very savage and bloodthirsty to the ears, reminding one of revolutions and all kinds of horrors.»
«Boucarde è un Gennaro grasso e stupido, un vero "pescatore ignobile", e non il patrizio educato e e inconfondibile di Mario, anche nel suo costume squallido. Non c'è un granello di romanticismo in Boucarde e la sua voce non è più paragonabile ai toni argentei di Mario, così come il suo aspetto. Il fatto è che beve come un pesce e sta rapidamente rovinando un organo naturalmente raffinato. Ha ben pronunciato le parole "Era mia madre, ah! Misera", con un'espressione di pathos profondo che ha provocato applausi fragorosi e un particolare tipo di ruggito peculiare di una folla italiana gratificata, molto selvaggia e assetata di sangue per le proprie orecchie, ricordando una rivoluzione e ogni genere di orrori.»
Baucardé era sposato con il soprano Augusta Albertini (1827–1898), nota per il suo temperamento umorale, e cantò spesso con lei. Quando la propose per il ruolo di Mina, per la prima dell'opera Aroldo, nel 1857, Verdi scrisse al suo librettista Francesco Maria Piave:
«Intanto, ti dico per l'Albertini, no. Ne ho avuto abbastanza di suo marito e non voglio più avere a che fare coi matti.»
Dal 1859 al 1860, la coppia cantò all'Academy of Music di New York, ma non ebbe grande successo. A quel punto, Baucardé aveva iniziato la parabola discendente della carriera. Si ritirò dal palcoscenico nel 1863 e morì nella sua città natale, il 22 gennaio 1883.
Note
modifica- ^ a b Lumley (1864) p. 275
- ^ Lawrence (1999) p. 552
- ^ a b Casaglia
- ^ Rescigno (2001) p. 85
- ^ Phillips-Matz (1993) p. 308. Raffaele Mirate (1815-1885) aveva creato il ruolo del duca di Mantova nella prima esecuzione mondiale di Rigoletto.
- ^ La nota do due ottave più alta rispetto al do centrale.
- ^ Rescigno (2001) p. 86
- ^ Florentia (1854) p. 412
- ^ Lettera di Giuseppe Verdi a Francesco Maria Piave, 31 ottobre 1856, citata in Rescigno (2001) p. 86.
Bibliografia
modifica- GHerardo Casaglia, (2005). "Carlo Baucardé". L'Almanacco di Gherardo Casaglia.
- Florentia (1854). Diary of a first Winter in Rome – 1854, in The New Monthly Magazine, Vol. 101. Richard Bentley
- Vera Brodsky Lawrence (1999). Strong on Music: Repercussions, 1857-1862, 2nd Edition. University of Chicago Press. ISBN 0-226-47015-6
- Benjamin Lumley, (1864). Reminiscences of the Opera, Hurst and Blackett
- Mary Jane Phillips-Matz (1993). Verdi: A Biography. Oxford University Press. ISBN 0-19-313204-4
- Eduardo Rescigno, (2001). Dizionario verdiano. Biblioteca universale Rizzoli. ISBN 88-17-86628-8
Altri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su Carlo Baucardé
Collegamenti esterni
modifica- Leila Galleni Luisi, BAUCARDÈ, Carlo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 7, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1970.
- Carlo Baucardé, in Archivio storico Ricordi, Ricordi & C.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 44627327 · ISNI (EN) 0000 0000 0543 6429 · SBN MUSV005267 · Europeana agent/base/57034 · LCCN (EN) n2014062314 · BNF (FR) cb15620428s (data) |
---|