Carro armato leggero

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Un carro armato leggero è un tipo di carro armato, usato generalmente nei ruoli di supporto di fuoco e ricognizione piuttosto che in combattimento vero e proprio. Molti eserciti non dispiegano più carri leggeri, altrimenti li usano solamente in ruoli quali carri aviolanciati o combattimento anfibio. Nei conflitti moderni, i carri leggeri combattono insieme ai carri da combattimento (MBT).

Il FIAT-Ansaldo L6/40.

Prima guerra mondiale

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Il Renault FT, il primo carro armato leggero e di concezione moderna.

Uno dei primi esempi fu il Renault FT francese della prima guerra mondiale, spesso identificato come il primo carro moderno della storia, in quanto aveva una torretta girabile e il motore montato posteriormente, al contrario degli altri modelli che erano formati da una "scatola" unica (come l'A7V)

Periodo interbellico

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Il Vickers 6-ton.

Durante il periodo interguerra uno dei pochi carri leggeri degni di nota fu il Vickers 6-Ton, poco usato in guerra, ma allo scoppiare della seconda guerra mondiale era il carro più comune dopo l'FT, in quanto fu prodotto da molti paesi sotto licenza, come in Polonia, o usato come base per altri carri, come in Italia o URSS.

Seconda guerra mondiale

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Nella seconda guerra mondiale furono più ampiamente usati, come i Panzer I e Panzer II tedeschi, usati nella prima parte del conflitto, mentre la maggior parte dei carri italiani e giapponesi erano leggeri, in quanto la produzione di grossi carri di buona fattura era abbastanza difficile o non voluto per vari motivi[1]. Fra gli alleati gli Stati Uniti d'America produssero l'M2 Light Tank dall'alto profilo e l'M3/M5 Stuart (soprannominato "Honey",cioè "Tesoro" o "Dolcezza" per la velocità massima raggiungibile di 60 km/h e la generalmente buona manovrabilità), usata da molti paesi alleati su tutti i fronti.

Guerra fredda

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L' FV 101 Scorpion.

Durante la guerra fredda la costruzione di carri leggeri continuò, ma soprattutto per compiti di ricognizione, o con capacità anfibie, come il PT-76 russo[2], con possibilità di aviolancio con paracadute o LAPES come l'M551 Sheridan americano[3]. Anche la Gran Bretagna passò dall'uso delle autoblindo per la ricognizione ai carri leggeri, con l'adozione dell'FV101 Scorpion.

Come per i veicoli della guerra fredda, oggi sono usati principalmente in ruolo esplorativo, o da nazioni senza le adeguate risorse finanziarie e tecniche per costruire MBT, anche se stanno venendo sostituite dai veicoli leggeri ruotati. Sono usati ancora prevalentemente in zone equatoriali e nel sud-est asiatico, dove possono manovrare più facilmente nella foresta pluviale, e dove corrono un minor rischio di impantanarsi. Una tendenza moderna è di creare veicoli senza equipaggio (cioè droni terrestri), per coprire i ruoli del carro leggero, come nel Gladiator TUGV.

Caratteristiche

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Tra le tre caratteristiche base dei veicoli corazzati, cioè mobilità, potenza di fuoco e protezione, i carri leggeri puntano soprattutto alla prima, poco alla protezione e, dipendendo dal veicolo, mediamente alla potenza di fuoco[4].

Alcune corazze sono avanzate, ma comunque troppo deboli da resistere un colpo anticarro a piena potenza, e in più, la superficie inferiore piatta utile alle capacità anfibie, è meno resistente alle mine di un pavimento a "V"[5].

In quanto alla potenza di fuoco, la piccola struttura non può portare un grosso cannone, quindi o questo è accorciato (come il cannone da 152 mm dell'M551 Sheridan), o il calibro deve venire ridotto (come il cannone da 76 mm del PT-76). Nel primo caso la portata è ridotta, nel secondo la potenza è insufficiente contro corazzature migliori. Forse l'armamento migliore è un razzo anticarro, che racchiude potenza e portabilità, che infatti è spesso usato su questi veicoli.

  1. ^ Tanks and armoured fighting vehicles, visual encyclopedia, Amber edizioni, di Robert Jackson, ISBN 978-1-906626-70-9
  2. ^ http://www.enemyforces.net/tanks/pt76.htm PT-76 a enemyforces.net
  3. ^ http://www.inetres.com/gp/military/cv/tank/M551.html M551 a inetres.com
  4. ^ Tanks, a cura di Christopher Foss, Crestline edizioni, ISBN 0-7603-1500-0
  5. ^ http://www.dodbuzz.com/2010/03/26/jsf-not-too-hot-for-carriers/ Archiviato il 5 novembre 2016 in Internet Archive. Dichiarazione del Gen. in comando dei Marines James Conway

Voci correlate

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