Castello di Gabiano
Il castello di Gabiano è posizionato in maniera dominante sulla valle del Po, nella città di Gabiano, in provincia di Alessandria.
Castello di Gabiano | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Città | Gabiano |
Indirizzo | Via San Defendente, 2 |
Coordinate | 45°09′34.79″N 8°11′33.36″E |
Informazioni generali | |
Tipo | Castello |
Visitabile | Esternamente |
vedi Bibliografia | |
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Citato dalle fonti già nell'VIII secolo come cortem magnam nomine Gabianam, viene donato nel 1164 da Federico Barbarossa al Marchese Guglielmo II di Monferrato e, conteso nei secoli da vari casati, viene infine ceduto nel 1622, assieme al titolo di Marchese di Gabiano, dal duca Ferdinando Gonzaga[1] al nobile genovese Agostino Durazzo a saldo dei debiti contratti dalla corte di Mantova con la sua famiglia.
I restauri
modificaDopo un restauro ottocentesco, che ne cancella l'aspetto originario di fortificazione turrita, a partire dal 1907 il castello è oggetto di un attento intervento di ripristino commissionato dai proprietari, Giacomo Durazzo Pallavicini e Matilde Giustiniani, all'architetto parmense Lamberto Cusani (Parma 1877-1966) che opera una filologica ricostruzione del castello e del borgo medievale con i suoi fabbricati agricoli e vinicoli, traducendo con grande abilità gli insegnamenti di Alfredo d'Andrade, ideatore del noto castello e Borgo medievale nel parco del Valentino, costruito in occasione dell'Esposizione generale italiana del 1884.
Rimandi al modello torinese, si riscontrano nel vestibolo, nella cappella, nella sala da pranzo medievale e nella camera marchionale, i cui arredi vengono realizzati, su modello della camera da letto del castello Bonoris di Montichiari nel bresciano, dai fratelli Arboletti, noti intagliatori torinesi, già attivi nel borgo medievale.
Per le decorazioni del castello Cusani chiama da Parma gli scultori Dossena e Rossi e i pittori Tito Peretti e Latino Barilli. Quest'ultimo dipinge, tra il 1929 e il 1930, la cappella, la sala da gioco, la sala delle armi e la sala della cavalcata dove sono ritratti in abiti medievali i committenti, Matilde e Giacomo Durazzo.
Il restauro del castello, iniziato nel 1908 dal Marchese Giacomo Durazzo Pallavicini e portato a compimento nel 1935 dalla marchesa Matilde Durazzo Pallavicini dei principi Giustiniani, rimane un interessantissimo esempio di reinterpretazione medievale in chiave eclettica, tuttora conservata sia negli arredi interni in stile, sia nel parco circostante, di grande valenza paesaggistica.
Oggi l'opera prosegue con il nipote Giacomo Cattaneo Adorno, che, insieme a Emanuela e ai figli Filippo e Serena, ha condotto un'attenta ristrutturazione dell'ambiente, coniugando le attuali conoscenze dell'enologia con il rispetto della tradizione.
La produzione vinicola del castello di Gabiano
modificaGià premiato con medaglia d'oro all'Esposizione Universale del 1937 a Parigi, il Gabiano DOC si presenta oggi con una rinnovata struttura qualitativa dove la tradizione arricchita della nuova tecnologia piemontese, allinea la barbera ai più nobili rossi piemontesi. Il vino Gabiano è una DOC fra le più antiche e piccole d'Italia.
I marchesi Adorno sono impegnati in un'intensa produzione vitivinicola di qualità con un'azienda che si estende sul territorio di Gabiano per 260 ettari di cui 20 destinati a vigneto: la produzione vinicola privilegia le rese basse e l'imbottigliamento avviene solo nelle grandi annate per assicurare la migliore qualità dei vini.
Le vigne sono coltivate all'altezza ideale di 300 m, sui territori collinari bene esposti nei comuni di Gabiano e Moncestino, in provincia di Alessandria. Il tipo di coltivazione è denominato a “guyot basso”, con filari a gira poggio, seguendo le curve di livello della collina. I nuovi vigneti che si estendono attorno al castello, formando un suggestivo anfiteatro, sono coltivati a rittocchino. La coltivazione della vite prevede ancora molti interventi manuali per l'ottenimento della migliore qualità dell'uva, nel pieno rispetto dell'ambiente e del consumatore.
Nelle antiche cantine sotto il castello, prendono avvio i variegati processi di vinificazione: già alla svinatura, i prodotti ottenuti vengono “assemblati” secondo la tradizione del casato, costituendo le basi per i vini Gabiano, Rubino, Barbera e Grignolino, che vengono poi affinate ed invecchiate, sia in botti piccole che in grandi barrique.
Il labirinto
modificaIl labirinto del castello di Gabiano costituisce uno dei rarissimi esempi documentati nell'ambito dei giardini storici del Piemonte. La sua importanza è dovuta non solo alla sua rarità, ma anche al periodo storico in cui fu realizzato ovvero gli anni Trenta del Novecento, periodo in cui l'ormai affermato gusto paesaggistico si integrava con giardini formali posti nelle immediate vicinanze della residenza, ma mai con le forme di un labirinto.
Il labirinto di Gabiano evoca il ritorno al passato e si colloca nell'ambito del progetto di restauro affidato dalla marchesa Matilde Giustiniani all'architetto parmigiano Lamberto Cusani. L'ubicazione del labirinto nel cuore del parco enfatizza il contrasto tra le linee rigide e geometriche dell'impianto e il parco naturale che lo circonda, richiamando il concetto medievale di selva come labirinto naturale (parco) e labirinto come selva artificiale dove la natura è rigorosamente manipolata e controllata dall'uomo.
Note
modifica- ^ Andrea Carpi, 35 borghi imperdibili lungo il Po, Torino, 2018.
Bibliografia
modifica- P. Torriti, La Galleria del Palazzo Durazzo Pallavicini a Genova, Genova 1967
- G. Capelli, Gli architetti del primo Novecento a Parma, Parma 1975
- F. Conti, G.M. Tabarelli, Castelli del Piemonte, Tomo II: Alessandria e Asti, Novara 1978
- M.P. Marzocchi, G. Pesci, V. Vandelli, Liberty in Emilia, Modena 1988
- L. Calvo (a cura di), Statuti del Comune di Gabiano Monf., Gabiano Monferrato 1989
- B. Zilocchi, M. Iotti, Gli anni del Liberty a Parma architetture dal 1900 al 1925, Parma 1993
- Gli Archivi Pallavicini di Genova, Atti della Società Ligure di Storia Patria, Vol. XXXIV (CVIII), fasc. I, Genova 1994
- Il Palazzo Durazzo Pallavicini, Milano 1995
- A. Petrucciani, D. Puncuh, Giacomo Filippo Durazzo (1729 – 1812) Il bibliofilo e il suo “cabinet de livres”, Genova 1996
- Esposizione Generale Italiana Torino 1884. Catalogo Ufficiale della Sezione Storia dell'Arte. Guida illustrata al Castello Feudale del Secolo XV, ristampa anastatica, Torino, 1997
- O. Raggio, Storia di una passione. Cultura aristocratica e collezionismo alla fine dell'ancien régime, Venezia 2000
- M. Centini, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità dei castelli del Piemonte, Roma 2001
- V. Comoli (a cura di), Monferrato un paesaggio di castelli, Alessandria 2004
- M.P. Ruffino, Un'eco della sintesi neogotica del Borgo Medievale di Torino: il mobilio dei fratelli Arboletti, in A. Bani, P. Boifava, S. Lusardi (a cura di), Gaetano Bonoris (1861 - 1923) e il castello di Montichiari. Architettura neogotica tra Lombardia e Piemonte, Atti delle giornate di studio, Montichiari 26 e 27 marzo 2004, Brescia 2006
- D. Romagnoli, B. Zilocchi, Medioevo e restauro nell'opera di Lamberto Cusani, architetto e restauratore parmigiano, in M. G. Muzzarelli (a cura di), Neomedievalismi. Recuperi, evocazioni, invenzioni nelle città dell'Emilia Romagna, Bologna 2007
- S. Barisione, Castello di Gabiano, Genova 2009
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