Caterina de Julianis
Caterina de Julianis (Napoli, 1670 circa – 1742) è stata una scultrice italiana.
Biografia
modificaAllieva di Gaetano Zummo, artista siciliano alle dipendenze del Granduca di Toscana, fu esponente della tradizione napoletana dei teatrini,[1] che contribuì a diffondere in Spagna.[2] Abile ceroplasta, si distinse per le sue sculture di bambini in cera colorita e per soggetti lugubri,[3] come i cimiteri con cadaveri,[4] tema ricorrente nella Napoli dell'epoca, e una cruenta immagine di un malato di sifilide.[5] Si cimentò inoltre nella creazione di fiori di seta al naturale.[3] Nella sagrestia della Chiesa di San Severo al Pendino si trovavano sei delle sue opere in cera, quali due Madonne col Bambino in posizioni diverse, un Ecce Homo a mezza figura, un San Domenico disputante con gli albigesi, una Santa Rosa da Lima e l'interno di un cimitero con dei cadaveri.[6] Altre sue opere sono presenti nella Chiesa di Santa Maria Succurre Miseris ai Vergini[3] e nella Basilica dell'Immacolata.[7] Suoi sono anche 4 composizioni in cera, esposte in altrettanti scarabattoli dell'epoca, custodite nella Basilica di Maria SS. Immacolata di Catanzaro, in Calabria: l’Adorazione dei Pastori, l’Adorazione dei Magi, Memento mori e la Deposizione di Cristo [8].
A lei sono attribuiti un Ecce Homo in bassorilievo lavorato in cera presente nella Chiesa dei Girolamini,[9] una testa dell'Addolorata nella Chiesa di Santa Rosa a Regina Coeli[10], a Napoli, e un Cristo morto nel Castello Baronale di Acerra.[11] Sua potrebbe essere inoltre una testa del Salvatore nella Chiesa della Purificazione di Maria altrimenti detta La Candelora.[12]
Note
modifica- ^ (EN) The Golden age of Naples : art and civilization under the Bourbons, 1734-1805, Detroit Institute of Arts, 1981, p. 300.
- ^ (ES) Rosario Camacho Martínez, Eduardo Asenjo Rubio e Belén Caldéron Roca (a cura di), Creación artística y mecenazgo en el desarrollo cultural del Mediterráneo en la Edad moderna, p. 357.
- ^ a b c 2 Opuscoli storici su le arti, e professori dipendenti dal disegno ne' luoghi che oggi formano il regno di Napoli, tipografia del Giornale enciclopedico, 1820, p. 199.
- ^ Bernardo de Dominicis, Vite dei pittori scultori ed architetti napoletani, Trani, 1846, p. 467.
- ^ (EN) Harold Samuel Stone, Studies in Intellectual History, vol. 73, New York, Brill, 1997, p. 241.
- ^ Nobile 1863, p. 498.
- ^ (EN) Anthony Pereira, Historical guide to southern Italy, New York, Jupiter Books, 1984, p. 106.
- ^ Alessandro Novoli, A Catanzaro le bellissime cere di Caterina de Julianis, art. del 15 aprile 2018, in Famedisud.it
- ^ Luigi Catalani, Le chiese di Napoli. Descrizione storica ed artistica dell'architetto Luigi Catalani, vol. 1, Napoli, Tipografia fu Migliaccio, 1845, p. 76.
- ^ Nobile 1863, p. 491.
- ^ Gaetano Caporale, Dell'agro acerrano e della sua condizione sanitaria. Ricerche fisiche statistiche topografiche storiche di Gaetano Caporale, Cottau, 1860, p. 379.
- ^ Nobile 1863, p. 577.
Bibliografia
modifica- Gaetano Nobile, Descrizione della città di Napoli e delle sue vicinanze divisa in 30 giornate, 1863.
Collegamenti esterni
modifica- Gennaro Borrelli, DE JULIANIS, Caterina, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 36, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1988.
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