La cava di Dinorwic (in inglese Dinorwic quarry), talvolta di Dinorwig, è una grande cava dismessa di ardesia, oggi sede del museo nazionale gallese dell'ardesia (Welsh National Slate Museum), situata tra i comuni di Llanberis e Dinorwig nel Galles del nord. In passato, è stata la seconda cava di ardesia più grande attiva nel Galles e nel mondo, superata solo dalla vicina cava di Penrhyn vicino a Bethesda.[1]

Cava di Dinorwic
Dinorwic quarry
Cava di Vivian, parte di quella di Dinorwic
Utilizzocava di ardesia
Epoca1787
Localizzazione
StatoRegno Unito (bandiera) Regno Unito
RegioneGalles
Dimensioni
Superficie283 000 
Amministrazione
Visitabilesi
Mappa di localizzazione
Map

Quando attiva, ricopriva circa 283 ettari costituiti da due sezioni principali con 20 gallerie ciascuna e una serie di sottosezioni ausiliari. Estesi sistemi tranviari interni collegavano le varie sezioni affrontando le pendenze naturali per trasportare l'ardesia tra le gallerie.[2]

 
Walter Warwick Vivian, proprietario della cava di Dinorwic, nel 1896

I primi tentativi commerciali volti a estrarre l'ardesia ebbero luogo nel 1787, quando una società privata ottenne un contratto di locazione dal proprietario terriero, Assheton Smith. Sebbene questi ebbe un discreto successo, lo scoppio della guerra con la Francia in epoca napoleonica, le tasse e i costi di trasporto limitarono lo sviluppo della cava. Una nuova collaborazione commerciale guidata da Assheton Smith avvenne alla scadenza del contratto di locazione nel 1809 e l'attività raggiunse l'apice dopo la costruzione di una strada per facilitare il trasporto di carri a Port Dinorwic nel 1824.[3] Al suo apice alla fine del XIX secolo, "quando si producevano all'anno 100000 tonnellate", Dinorwic forniva lavoro a più di 3000 operai ed era il secondo più grande produttore di ardesia a cielo aperto del paese. Sebbene nel 1930 i posti di lavoro scesero a 2000 impiegati, la produzione continuò fino al 1969.[3]

Estrazione dell'ardesia e sviluppo della cava

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La cava Dinorwic, che mostra le principali pendenze, mulini, livelli e tramvie, insieme alla ferrovia Padarn e alla ferrovia Dinorwic

La conformazione geologica dell'ardesia di Dinorwic è quasi verticale e si trova vicino alla superficie della montagna o sulla stessa, aspetto che poteva in teoria consentire di lavorarla in una serie di gallerie a gradini.[4] Tuttavia, quando cominciarono i lavori non si seguì un simile modus operandi. Prima dell'avvio dei lavori, si procedette a ripartire diversi settori: Adelaide, Allt Ddu, Braich, Bryn Glas, Bryn Llys, Chwarel Fawr, Ellis, Garrett, Harriet, Matilda, Morgan's, Raven Rock, Sofia, Turner, Victoria e Wellington.[5] Tale ripartizione perdurò per svariati anni, sicuramente fino alla metà degli anni trenta dell'Ottocento.

La ferrovia realizzata del 1824 generò dei problemi di trasporto: i prodotti delle cave superiori non furono intaccati più di tanto, ma le cave di Wellington, Ellis, Turner, Harriet e Victoria risultavano tutte al di sotto del livello della ferrovia. Il problema si risolse negli anni 1840, quando fu costruita la ferrovia al livello del lago e la cava iniziò ad assumere la forma odierna.[6]

La cava di Adelaide fu assorbita da Allt Ddu, cui seguì anche l'accorpamento di Chwarel Fawr e Chwarel Goch. Nella "Nuova Grande Cava", Raven Rock e Garret Quarries confluirono in un unico enorme sito, funzionando come una galleria aperta sul fianco di una collina, ai cui due livelli inferiori si accedeva tramite un tunnel. Le cave di Harriet, Morgans e Sofia sono ancora oggi identificabili come fossero separate, mentre invece Braich funse da tramite per i tre punti di estrazione maggiormente vicini.

Al di sotto di quest'ultima posizione, le gallerie di Victoria e Wellington erano unite lungo il fianco della collina e proseguivano ancor di più verso il basso in due distinti percorsi: Wellington e Hafod Owen.[7] Ognuno conteneva inoltre diversi piccoli pozzi, alcuni al di sotto del livello lacustre della vicina massa d'acqua. L'attuale conformazione della cava è poco diversa da quella dell'epoca della Grande Guerra, salvo per quanto concerne alcuni dettagli minori. Di certo il groviglio di salite e discese dovette essere stato molto poco modificato fino alla chiusura.[7] La vicina cava di Marchlyn venne aperta negli anni trenta allo scopo di permettere l'accesso ad una sezione in cui la quota di ardesia ritrovata risultava superiore.[8]

Chiusura

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La cava fu chiusa nel luglio 1969, in concomitanza con il declino dell'industria e delle maggiori complicanze legate all'estrazione dell'ardesia.[2][4] Durante gli anni '50 e '60, le operazioni erano infatti diventate abbastanza ardue per via del fatto che, dopo 170 anni di perforamenti, si stavano verificando dei cedimenti strutturali dovuti a procedure incostanti di estrazione, il più eclatante dei quali avvenne nell'area di Garret nel 1966: in quell'anno la produzione cessò quasi del tutto. Si decise tuttavia che alcuni lavori finali potrebbero essere eseguiti rimuovendo alcuni dei rifiuti dalla caduta del Garret. Ciò comportò la creazione di una strada di accesso per i veicoli funzionali ad operare nelle cave più moderni attraverso alcuni percorsi per tir. La quantità di ardesia da allora prelevata si ridusse e la produzione si arrestò nel 1969.[4]

Su istruzione del curatore fallimentare fu organizzata un'asta pubblica, intesa a saldare alcuni debiti della cava. Le aste si sono svolte il 12 e il 13 dicembre 1969: nella pubblicità nazionale del banditore, riportata sul Guardian del 29 novembre 1969, si scriveva a proposito dell'evento: "[Riguarda] una vendita all'asta di macchine utensili e scorte, quattro locomotive Hunslet e accessori per motori e barche".[9] Le locomotive a cui si faceva riferimento, nei lotti 613–616, venivano chiamate "Dolbadarn", "Red Damsel", "Wild Aster" e "Irish Mail". Prima dell'inizio delle operazioni, fu annunciato che il Consiglio della contea di Gwynedd aveva emesso un ordine di conservazione per Gilfach Ddu e per molti oggetti al suo interno.

Dagli anni Settanta a oggi

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Il Museo dell'ardesia gallese situato a Gilfach Ddu

Dopo la chiusura della cava, Gilfach Ddu venne acquisito dall'allora consiglio della contea di Caernarfonshire, che ora affitta l'edificio al Museo nazionale e delle gallerie del Galles, oggi convertito nel Museo nazionale dell'ardesia.[10] L'attrezzatura della ferrovia interna della cava fu utilizzata per costruire la ferrovia lungo il lago Llanberis su parte del binario della ferrovia di Padarn.

La cava è stata in parte riutilizzata come parte della centrale elettrica di Dinorwig con impianti di accumulazione.

Molte delle locomotive Hunslet costruite per funzionare nella cava e nel porto sono state conservate su molte delle storiche ferrovie britanniche a scartamento ridotto. Più recentemente, nuove versioni di build della classe sono state costruite dalla Exmoor Steam Railway e da una nuova società Hunslet presso la Statfold Barn Railway.

Parte del film Willow venne girata nella cava in disuso nel giugno 1987, nello specifico su alcuni degli spiazzi inferiori accanto al sistema di stoccaggio. Anche Scontro tra titani è stato girato in parte presso la cava nel 2009.[11]

Le cave sono oggi meta per avventurose arrampicate su roccia e immersioni subacquee. Il Blue Peris Mountain Center, gestito dal Bedford Borough Council e dal Central Bedfordshire Council, conduce varie attività all'aperto nelle cave.

La sezione della cava di Vivian ha sia sezioni di arrampicata che di immersioni. Sott'acqua la visibilità è generalmente buona, con profondità che vanno dai m ai 18, una piattaforma situata a m, oltre a edifici allagati, barche, un furgone e un giardino degli gnomi.[12]

Trasporto

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La pendenza del trasportatore Vivian, completata nel 1873 e restaurata nel 1998. Il rullo corrono su binari con scartamento larghi 1676 mm

Il collegamento originale tra la cava e il porto della compagnia a Y Felinheli era costituito dalla ferrovia Dinorwic, una linea a scartamento di 610 mm ultimata nel 1824. Questa fu progettata per il passaggio di carri trainati cavalli e si dimostrò presto inadeguata a gestire il traffico generato dalla cava.[13] I membri della famiglia Spooner intrapresero una serie di indagini volta a tracciare dei percorsi alternativi, il cui risultato è stata la costruzione di una nuova ferrovia, detta di Padarn, inaugurata nel 1848: realizzato con uno scartamento di 1,219 mm, funse da principale collegamento di trasporto della cava fino alla chiusura nel 1961.[2]

Tranvie

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Il primo utilizzo delle ferrovie presso la cava avvenne intorno al 1800, quando entrarono in funzione le prime tranvie interne: per ultimarle si sfruttarono i cavalli e la manodopera degli operai. Per i successivi settant'anni, il sistema tranviario crebbe fino a raggiungere il punto in cui era richiesta una trazione più potente. Le prime locomotive a vapore comparse erano piccole e verticali a caldaia oltre che fornite dalla compagnia De Winton di Caernarfon. Nel 1870 fece il suo debutto la prima locomotiva fornita dalla Hunslet Engine Company alla cava e presto si assicurò quasi il monopolio dei trasporti a Dinorwic.[2]

Tra il 1935 e il 1949 la cava acquisì 22 trattori ferroviari leggeri a combustione interna da utilizzare sui piani: la metà di essi erano nuovi, l'altra di seconda mano. Il tasso di usura fu più veloce di quello delle locomotive a vapore e, quando la cava chiuse nel 1969, ne sopravvissero solo tre.[13]

Lo scartamento effettivo tra i binari a Dinorwic era di 578 mm, come nella vicina Penrhyn, ma leggermente più stretta delle linee pubbliche della Ffestiniog Railway o della North Wales Narrow Gauge Railway larga 597 mm.[13]

Locomotive

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Le prime locomotive a vapore usate dalla cava erano costruite dalla De Winton & Co., ma dal 1870 la cava acquistò la maggior parte dei mezzi ferroviari nuovi dalla Hunslet Engine Company di Leeds.[13] Costruiti appositamente, tali locomotive non furono classificate inizialmente come Hunslet, in quanto dopo il 1886 questi rientrarono in una delle tre classi appositamente costruite:[14]

  • Alice;
  • Port: più grande e progettato principalmente per lavorare a Port Dinorwic, anche se Michael non fu mai impiegato.
  • Tram o Mills: svolse attività di smistamento sulla linea tranviaria Padarn–Peris, che collegava i mulini della cava alla ferrovia di Padarn per il trasporto a Port Dinorwic.
Nome originale/numero Nome successivo Immagine Costruttore Data d'acquisto Data di vendita Noti
Wellington De Winton 1870 circa 1898
Harriet De Winton 1874 pre 1895
Peris De Winton 1875 pre 1895
Victoria De Winton 1876 pre 1895
Padarn De Winton 1898 circa ?
Dinorwic Charlie   Hunslet 1870 dal 1919
George Minstrel Park Hunslet 1877 dal 1919
Louisa   Hunslet 1877 dal 1989
Sybil W. G. Bagnall 1906 ? Progetto di restauro in corso presso la ferrovia leggera del Lancashire occidentale
No.70 Andrew Barclay Sons & Co. 1931 1962
Elidir Avonside Engine Company 1933 1966
Velinheli   Hunslet 1886 1965 Classe Alice
Oggi conservato presso la ferrovia Launceston Steam
Alice King of the Scarlets   Hunslet 1889 1965 Classe Alice

Conservato presso la ferrovia Statfold Barn

Enid Red Damsel in seguito Elidir   Hunslet 1889 1969 Classe Alice
No.1 Rough Pup   Hunslet 1891 1968 Classe Alice

Conservato presso il museo ferroviario di Narrow Gauge

No.2 Cloister   Hunslet 1892 1962 Classe Alice
conservato presso la ferrovia Statfold Barn
The First Bernstein Hunslet 1892 1967 Classe Alice
The Second Covercoat   Hunslet 1898 1964 Classe Alice
Wellington George B. Hunslet 1898 1965 Classe Alice
Oggi presso la ferrovia del lago Bala[15]
No.3 Holy War   Hunslet 1902 1968 Classe Alice
No.4 Alice   Hunslet 1902 1972 Classe Alice
No.5 Maid Marian
(talvolta Covertcoat)
  Hunslet 1903 1966 Classe Alice
No.6 Irish Mail   Hunslet 1903 1969 Classe Alice
conservata presso la ferrovia leggera del Lancashire occidentale
No.7 Wild Aster ora Thomas Bach   Hunslet 1904 1969 Classe Alice
Oggi è attivo presso la ferrovia del lago Llanberis Lake
No.1 Lady Joan   Hunslet 1922 1967 Classe Port
No.2 Dolbadarn Hunslet 1922 1969 Classe Port
Michael   Hunslet 1932 1965 Classe Port

Conservata presso la ferrovia Statford Barn

Vaenol Jerry M   Hunslet 1895 1967 Classe Tram/Mills
Oggi visibile nella collezione Hollycombe Steam
Port Dinorwic Cackler Hunslet 1898 1966 Classe Tram/Mills
  1. ^ R. Merrymaking Jones, The North Wales quarrymen, 1874-1922, University of Wales Press, 1981, p. 1, ISBN 0-7083-0776-0.
  2. ^ a b c d (EN) Douglas Corlett Carrington e T.F. Rushworth, Slates to Velinheli: The Railways and Tramways of Dinorwic Slate Quarries, Llanberis and Llanberis Lake Railway, Maidaid Marian Locomotive Fund, 1973, pp. 20-30.
  3. ^ a b (EN) North Wales Quarrying Museum, Gwynedd, H.M. Stationery Office, 1975, p. 11, ISBN 978-01-16-70328-6.
  4. ^ a b c (EN) Eryl Crump, 30 moments that shocked North Wales: Closure of Dinorwic Quarry, su dailypost.co.uk, 20 aprile 2013. URL consultato il 29 marzo 2021.
  5. ^ (EN) An old photograph showing workers at Dinorwic (Dinorwig) slate, su alamy.com. URL consultato il 29 marzo 2021.
  6. ^ (EN) Terry Breverton, Wales' 1000 Best Heritage Sites, Amberley Publishing Limited, 2010, p. 94, ISBN 978-14-45-62013-8.
  7. ^ a b (EN) Dinorwig '69: End of the line for one of the largest slate quarries in the world, su museum.wales. URL consultato il 29 marzo 2021.
  8. ^ (EN) Università di Glasgow, Papers from the Geological Department, Glasgow University, vol. 27, Jackson, Son & Company, 1967, p. 12.
  9. ^ Thair Shaikh, Woman is 22nd diver since 1994 to die in north Wales quarry, su The Guardian, 12 marzo 2007.
  10. ^ (EN) National State Museum, su museum.wales. URL consultato il 29 marzo 2021.
  11. ^ (EN) Clash of the Titans to be filmed at Llanberis quarry, su dailypost.co.uk, 18 giugno 2009.
  12. ^ (EN) Nicholas Hobley, Vivian Quarry - Llanberis slate, su planetmountain.com. URL consultato il 29 marzo 2021.
  13. ^ a b c d (EN) Trevor M. Thomas, Wales: Land of Mines and Quarries, in Geographical Review, vol. 46, n. 1, Taylor & Francis, Ltd, gennaio 1956, pp. 59-81, DOI:10.2307/211962.
  14. ^ (EN) The Railway Magazine, vol. 137, IPC Business Press Limited, 1991, pp. 51-52.
  15. ^ (EN) Hunslet Company to work on 1898 Hunslet loco, su The Railway Magazine, vol. 151, IPC Business Press, 2005.

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