Centro M.T. Abraham per le arti visuali

Il Centro M.T. Abraham per le arti visuali è un'istituzione artistica senza scopo di lucro. La sede principale si trova a Parigi, in Francia, mentre le sue collezioni sono conservate a Ginevra, in Svizzera. Il centro venne fondato dopo la morte di Mansur Tamir Abraham, avvenuta nel 1999, dai suoi discendenti. Scopo dichiarato del centro è di sensibilizzare il pubblico verso il Modernismo, l'Impressionismo e l'Arte moderna russi ed europei raccogliendo pezzi che possono essere concessi in prestito al solo scopo di esposizione e studio da parte delle istituzioni pubbliche.

Il centro sostiene esposizioni che incoraggiano l'apprezzamento e la comprensione dell'arte, la sua storia, il contesto ed i significati. Le esposizioni sponsorizzate dal Centro sono accompagnate da programmi istruttivi per bambini e giovani, condotti da artisti, insegnanti, ed da altri professionisti dell'arte. Inoltre fornisce anche sostegno ai giovani artisti e studenti in Studi Judaici.[1]

Nel 2011 il Centro possedeva oltre 300 pezzi di opere d'arte create da più di 50 artisti, principalmente di opere sul Modernismo europeo e russo della fine del XIX e XX secolo. Il centro possiede almeno un'opera di Salvador Dalí, Natal'ja Gončarova, Mikhail Larionov, Lazar Lissitzky, Kazimir Severinovič Malevič, Henri Rousseau, Vladimir Tatlin, and Vladimir Titov.[1] Inoltre è presente una collezione completa di sculture di Edgar Degas, da lui cedute in prestito a istituzioni quali la Galleria nazionale d'arte di Sofia, in Bulgaria, il Museo dell'arte di Tel Aviv in Israele,[2][3][4] e l'Istituto Valenciano di Arti Moderne.[5][6][7][8][9]

 
Mansur Tamir Abraham
 
Abraham's George Medal.

L'organizzazione venne fondata nel 2004 dalla famiglia di Mansur Tamir Abraham. Nato il 27 aprile 1912, a Men, in Yemen, durante il periodo dell'occupazione inglese. Divenne un'autorità dell'Ordine della legge africano ed asiatico, e, per il suo lavoro gli fu assegnata la George Medal inglese. Abraham era anche un meticoloso ed avido collezionista d'arte, per lo più alle opere d'arte russe ed europee occidentali. Molti dei pezzi che aveva collezionato erano considerati di scarsa importanza, a quei tempi. Abraham morì il 9 gennaio 1999 all'età di 86 anni.[1]

Nel 2004 i suoi figli e nipoti costituirono le sue raccolte nel Centro M.T. Abraham per le arti visuali, un'organizzazione senza scopo di lucro. L'attuale presidente è il sig. Amir Gross Kabiri.

Collezioni

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Nel 2011 il Centro possiede oltre 300 pezzi di opere d'arte create da più di 50 artisti, con messa a fuoco della collezione sul Modernismo europeo e russo della fine del XIX e XX secolo. I movimenti di questo periodo trattati sono fra gli altri l'Impressionismo, il Postimpressionismo, il Costruttivismo, il Cubismo, il Cubo-futurismo, il Neo-primitivismo, il Rayonismo, il Suprematismo ed il Futurismo.[1] Segue un elenco parziale degli artisti che prendono parte alla collezione:

[1][2][3][4][5][6][7][8][9]

  1. ^ a b c d e Home, M.T. Abraham Center for the Visual Arts. URL consultato il 10 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2011).
  2. ^ a b Degas' Plastic Work Displayed at Bulgarian National Gallery, in Novinite, 2 settembre 2010. URL consultato il 10 dicembre 2011.
  3. ^ a b Rare Degas sculpture exhibit opens in Bulgaria, in The Independent, 4 settembre 2010. URL consultato il 10 dicembre 2011.
  4. ^ a b Greer Fay Cashman, Grapevine: The French connection, in The Jerusalem Post, 23 marzo 2010. URL consultato il 10 dicembre 2011.
  5. ^ a b Esculturas de Edgar Degas en el IVAM de Valencia, in Sobre Valencia, 3 febbraio 2011. URL consultato il 6 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2012).
  6. ^ a b Las esculturas de Edgar Degas (Spanish), IVAM, 3 marzo. URL consultato il 6 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2011).
  7. ^ a b All Sculptures by Edgar Degas on Display in Havana, in Cuba Headlines, 19 dicembre 2010. URL consultato il 20 dicembre 2011.
  8. ^ a b Gil Goldfine, The complete sculptures of Edgar Degas, in The Jerusalem Post, 26 marzo 2010. URL consultato il 10 dicembre 2011.

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