Charles-Jean Avisseau
Charles-Jean Avisseau (Tours, 25 dicembre 1795 – 6 febbraio 1861) è stato un ceramista francese.
Biografia
modificaCharles-Jean Avisseau è stato un protagonista della rinascita dell'arte ceramica in Turenna.[1] L'emozione suscitata in lui dalla scoperta dell'arte di Bernard Palissy, la varietà e la lucentezza dei suoi smalti, come la ricchezza della sua decorazione, sono all'origine della sua vocazione che si ispira al vena naturalistica.[1] Sotto il nome della scuola di Tours erano raggruppati ceramisti che lavoravano con lui o nella stessa zona.[1]
Charles-Jean Avisseau era figlio di un tagliapiastrelle e di un vasaio, di cui fu allievo fino al 1816, quando il mestiere di vasaio appassionò il giovane Avisseau, che fece l'apprendistato in una fabbrica di faenza a Saint-Pierre-des-Corps,[2]dove imparò il disegno e l'arte della maiolica.[3][4][5]
Nel 1825 entrò come maestro nella fabbrica di ceramiche del barone de Bezeval a Beaumont-les-Autels, dove vide un piatto del vasaio rinascimentale Bernard Palissy, che avrebbe ispirato il suo lavoro.[2][4][5]
Nel 1843, dopo quindici anni di lavoro, trovò una soluzione per la fusione degli smalti colorati ad alta temperatura, metodo che non era stato più sviluppato dai tempi di Palissy.[3][4]
Nel 1843, Avisseau fondò a Tours una piccola fabbrica di famiglia specializzata nella produzione in pezzi nello stile del grande ceramista francese del XVI secolo Bernard Palissy,[6][2]ma contraddistinte da una peculiare grande decorazione.[3]
Nella sua produzione, Avisseau imitò anche lo stile dell'epoca di Enrico II di Francia.[3][4]
Le sue nuove creazioni, quali piante e animali di smalti color piombo, coniugavano l'interesse romantico nelle cose del passato e il naturalismo già diffuso in Francia intorno al 1840, ma soprattutto Avisseau è stato il primo a riscoprire Palissy.[6] Ricostruendo i processi tecnici di Palissy, Avisseau diede il suo contributo al rinnovamento della ceramica artistica in Francia.[6]
Anche se Avisseau è stato criticato per essere un imitatore di Palissy, le sue opere si dimostrarono libere invenzioni dello stile di Palissy.[6]
Per riprodurre i colori naturali dei suoi modelli, Avisseau sperimentò seguendo l'esempio di Palissy, dei smalti di piombo colorato con ossidi di metallo differente a seconda del colore, ossido di ferro per smalti gialli, ossido di manganese e cobalto per blu, ossido di rame per i verdi, ossidi di ferro e il manganese per i marroni.[6]
Tuttavia la tavolozza di Avisseau risultò più grande di quella di Palissy, i suoi smalti furono più luminosi, inoltre le piante e gli animali vennero modellati direttamente in argilla.[6] La fauna e la flora locali furono eseguiti in tutti i dettagli e rappresentati nel loro ambiente naturale; ad esempio le peculiarità dell'epidermide degli animali e del fogliame sono ottenuti grazie ad un meticoloso lavoro di recupero dell'impasto con piccoli strumenti che ne sottolineano i dettagli.[1]
Tutti i pezzi di Avisseau portano la sua firma con o senza il suo monogramma. [6]
Avisseau ottenne premi e riconoscimenti in Francia e in Inghilterra in numerose mostre e si distinse per l'integrità morale di non accettare le offerte di non firmare le sue opere, di modo che potessero passare per antiche.[3]
Dopo la sua morte, il 6 febbraio 1861, il suo lavoro fu proseguito dal figlio Édouard.[3]
Note
modifica- ^ a b c d (FR) AVISSEAU Charles-Jean, su mba.tours.fr. URL consultato il 12 marzo 2019.
- ^ a b c (EN) Charles Jean Avisseau, su findagrave.com. URL consultato il 12 marzo 2019.
- ^ a b c d e f le muse, I, Novara, De Agostini, 1964, p. 480.
- ^ a b c d Avisseau, Jean Charles, su sapere.it. URL consultato il 12 marzo 2019.
- ^ a b (FR) Plat en faïence – Charles Jean Avisseau (PDF), su chartres.fr. URL consultato il 12 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2018).
- ^ a b c d e f g (FR) Charles, Jean Avisseau [collegamento interrotto], su musees-occitanie.fr. URL consultato il 12 marzo 2019.
Bibliografia
modifica- Daniela Di Castro e Roberto Valeriani, Il valore delle porcellane europee, Umberto Allemandi Editore, 1985.
- T. Emiliani e E. Emiliani, Tecnologia dei Processi Ceramici, Faenza, Società Editrice Ceramurgia s.r.l., 1982.
- G. P. Emiliani e F. Corbara, Tecnologia Ceramica "Le Materie Prime", I, Faenza, Gruppo Editoriale Faenza Editrice S.p.A., 1999.
- G. P. Emiliani e F. Corbara, Tecnologia Ceramica "Le Lavorazioni", II, Faenza, Gruppo Editoriale Faenza Editrice S.p.A., 1999.
- G. P. Emiliani e F. Corbara, Tecnologia Ceramica "Le Tipologie", III, Faenza, Gruppo Editoriale Faenza Editrice S.p.A., 2001.
- (EN) John Fleming e Hugh Honour, Bernard Palissy, in The Penguin Dictionary of the Decorative Arts, 1977.
- (EN) Marshall P. Katz, Portuguese Palissy Ware: A Survey of Ceramics from Caldas da Rainha, 1853–1920, 1999.
- (FR) Christine Lahaussois, La céramique, Massin, 2000.
- (DE) P. Rada, Die Technik der Keramik, Dausien, 1989.
- (EN) Hanna Rose Shell, Casting Life, Recasting Experience: Bernard Palissy's Occupation between Maker and Nature, Project MUSE, 2004.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Charles-Jean Avisseau
Controllo di autorità | VIAF (EN) 74785266 · ISNI (EN) 0000 0001 1575 2297 · CERL cnp01377302 · ULAN (EN) 500121671 · LCCN (EN) n2003001491 · GND (DE) 124446183 · BNF (FR) cb144693924 (data) |
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