Chiesa di San Francesco (San Gimignano)
La ex chiesa di San Francesco è un edificio situato in via San Giovanni a San Gimignano, in provincia di Siena.
Ex chiesa di San Francesco | |
---|---|
Facciata | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Località | San Gimignano |
Coordinate | 43°27′56.27″N 11°02′34.19″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Arcidiocesi | Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino |
Sconsacrazione | 1782 |
Stile architettonico | romanico |
Inizio costruzione | XII secolo |
Demolizione | 1787 |
La chiesa di San Francesco è, tra gli edifici cosiddetti "minori" della Valdelsa, quello che più di ogni altro si avvicina ai modelli stilistici del romanico pisano-lucchese, anche se mediati da artisti locali di formazione volterrana[1]. L'edificio è databile al secondo decennio del XIII secolo.
Storia
modificaNacque come spedale gerosolimitano intitolato a san Giovanni. Si hanno notizie della sua esistenza fin dal primi anni del XIII secolo[2]. Nel 1221 è citato un sacerdos Johannes hospitalis S.Johannis[2], nel 1231 un tale mastro Arrigo divenne frate gerosolimitano e la sua vestizione avvenne in questa chiesa[3]; tra il 1251 e il 1259 è documentato un Melior frater seu hospitalarius sancti Johannis Hierosolimitani, rector ecclesie Sancti Johannis dicti Hospitalis, sitae Sancto Gimignano in burgo Sancti Johannis[4].
Come tante altre istituzioni similari anche questo ospedale ricevette numerosi lasciti testamentari[2][5] che andarono a formare un notevole patrimonio immobiliare[6]. Lo spostamento del tracciato della via Francigena dal percorso di collinare a quello di fondovalle[3] causò una crisi progressiva e irreversibile per san Gimignano ma l'ospedale mantenne intatte le sue rendite tanto che nel 1314 risulta che il grano raccolto superava le 60 moggia[7], nel 1332 un suo frate comprò una casa nel castello di San Gimignano[8] e nel 1356 venne esentato dal pagamento delle tasse su sole 20 lire[9].
I frati dell'ospedale andarono ricoprendo, nel corso del XIV secolo, importanti incarichi:il 23 ottobre 1321 frate Gregorio di Penna fu nominato gran priore del ordine che aveva sede nella chiesa di Pisa[8]; nel 1334 all'interno della chiesa si riunì il consiglio della corporazione dell'Arte della Lana[1] e inoltre vi vennero sepolti alcuni membri dell'ordine quali padre Bernardo d'Arezzo morto il 5 ottobre 1342 e Giovanni Moronti e le loro lastre tombali sono ancora conservate all'interno[10].
Grazie alle buone rendite, ancora superiori alle 50 moggia di grano, nel 1448 l'istituto commissionò a Sano di Pietro una tavola per decorare un altare interno[1][11]. Il 16 febbraio 1480 il rettore venne cacciato dall'ordine per motivi sconosciuti ma si provvide a nominarne subito il successore perché: questa mansione di S. Giovanni ed Jacopo non resti senza il suol Governatore[3]. Nel XVI secolo la chiesa divenne una commenda sotto il patronato della famiglia Buondelmonti[7]. Era il primo segno della decadenza; l'ospedale nel corso del XVI secolo divenne sempre più povero e nel 1553 fu assegnato ai frati francescani che ne cambiarono la dedicazione[12].
Nell'anno 1576 risulta che la ecclesia S.Johannis in qua manent fratres S. Francisci ordinis conventualium disponeva solo di tre frati e di un converso[1]. Il declino continuò costantemente nei secoli successivi[7] tanto che nel 1782 il convento venne soppresso e nel 1787 la chiesa fu venduta e venne acquistata da un certo Salvatorelli il quale come primo atto la demolì, lasciando intatta solo la facciata[1].
Ai primi del XX secolo la facciata è stata consolidata e restaurata e nel 1996 è stata ripulita da tutte le erbacce che la deturpavano[1].
Descrizione
modificaLa chiesa originariamente era costituita da una semplice aula priva di abside. Dopo la demolizione settecentesca è rimasta solo la facciata della quale non si conosce l'altezza originaria.
Facciata
modificaLa facciata è conservata solo fino al primo ordine e presenta una galleria cieca di cinque fornici a tutto sesto, all'interno di quello più grande si apre il portale.
Ogni arcata è realizzata con conci di travertino e poggia su una colonna molto esile sempre in travertino; le colonne sono coronate da un capitello ungulato con collarino a tondino e con l'abaco modanato in maniera varia. Ai lati del portale al posto delle foglie dei capitelli ci sono due teste umane insieme a dei motivi vegetali. Le colonne presentano alla base due tondini collegati da un guscio, la stessa soluzione usata nel duomo di Pisa[1].
Il portale presenta un architrave e delle semplici mensole convesse e un arco estradossato poggiante su mensole aggettanti decorate, con una semplice modanatura quella di sinistra e con una testa di ariete quella di destra, e più volte ricassato con una bordatura all'intradosso realizzata mediante la raffigurazione di una corda d'ancora. Nella lunetta monolitica è scolpita a rilievo una Croce di Malta a otto punte.
Tutto il paramento è fatto con travertino chiaro e sono visibili due fasce orizzontali e parallele di gabbro che percorrendo tutta la parete di fondo della galleria danno un effetto di profondità. Il coronamento è in conci di travertino scolpiti a stiacciato con dei motivi raffiguranti rosette a cinque punte, palme, giunchi intrecciati e anelli del tutto simili a quelli visibili nella pieve di Cèllole, nella badia di Conèo e nella Abbazia di Isola[1].
Note
modifica- ^ a b c d e f g h AA.VV. , Chiese medievali della valdelsa, pag.174.
- ^ a b c AA.VV. , Chiese medievali della valdelsa, pag.173.
- ^ a b c Storia della terra di san Gimignano, pag.438.
- ^ Gli spedali dell'antica Diocesi di Volterra, pag. 107.
- ^ Nel 1251 ebbe luogo una permuta di terre a favore di questa chiesa. Nel 1299 Palmerino fu Pietro donò tutti i suoi beni all'ospedale con l'obbligo di celebrare messa nella chiesa del suddetto, AA.VV. , Chiese medievali della valdelsa, pag.175 nota 7
- ^ Giusti-Guidi 1942, pag. 201 n.3022.
- ^ a b c Fiumi 1961, pag. 223.
- ^ a b Gli spedali dell'antica Diocesi di Volterra, pag. 108.
- ^ Giachi 1786, pag. 594.
- ^ Targioni Tozzetti, Volume VIII, pag. 215-217.
- ^ Targioni Tozzetti, Volume VIII, pag. 218.
- ^ Targioni Tozzetti, Volume VIII, pag. 213.
Bibliografia
modifica- Giovanni Targioni Tozzetti, Relazioni d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della toscana. Volume VIII, Firenze, Stamperia Granducale, 1775.
- Anton Filippo Giachi, Saggio di ricerche storiche sopra lo stato antico e moderno di Volterra dalla sua origine fino ai giorni nostri, Firenze, Tipografia Pellegrini, 1786.
- Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.
- Luigi Pecori, Storia della terra di San Gimignano, Firenze, Tipografia Galileiana, 1853.
- Antonio Canestrelli, Architettura medievale a Siena e nel suo antico territorio, Siena, Tipografia Sordomuti, 1904.
- Michele Cioni, La Valdelsa: guida storico-artistica, Firenze, Lumachi, 1911.
- Fedor Schneider, Regestum volaterranum: Regesten der Urkunden von Volterra (778-1303), Roma, E. Loescher & Co., 1907.
- Mario Salmi, Architettura romanica in Toscana, Milano-Roma, Bestetti&Tumminelli, 1927.
- Pietro Toesca, Storia dell'arte italiana. Il Medioevo, Torino, UTET, 1927.
- Mario Battistini, Gli spedali dell'antica Diocesi di Volterra, Pescia, Tipografia Franchi, 1932.
- Paolo Guicciardini, Antiche strade della Valdelsa, Firenze, Tipografia Classica, 1939.
- Pietro Guidi, Martino Giusti, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1295-1304, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942.
- Enrico Fiumi, Storia economica e sociale di San Gimignano, Firenze, Olschki editore, 1961.
- Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche in Valdelsa, Firenze, Salimbeni, 1968.
- Paolo Cammarosano, Vincenzo Passeri, I Castelli del Senese, Siena, Monte dei Paschi, 1976.
- Jole Vichi Imberciadori, San Gimignano dalle belle torri, San Gimignano, Boldrini.
- Renato Stopani, Storia e cultura della strada in Valdelsa nel medioevo, Poggibonsi, Centro Studi Romei, 1986.
- Franco Cardini, Alta Val d'Elsa: una Toscana minore?, Firenze, SCAF, 1988.
- Renato Stopani, La Via Francigena. Una strada europea nell'Italia del medioevo, Firenze, Le Lettere, 1988.
- Renato Stopani, Le vie di pellegrinaggio nel medioevo Gli itinerari per Roma, Gerusalemme, Compostella, Firenze, Le Lettere, 1991.
- AA. VV., Chiese medievali della Valdelsa. I territori della via Francigena tra Siena e San Gimignano, Empoli, Editori dell'Acero, 1996, ISBN 88-86975-08-2.
- AA. VV., Il Chianti e la Valdelsa senese, Milano, Mondadori, 1999, ISBN 88-04-46794-0.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla ex chiesa di San Francesco a San Gimignano
Collegamenti esterni
modifica- Fonte: scheda nei "Luoghi della Fede", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.