Chiesa di San Giorgio Martire (San Giorgio di Piano)

Chiesa di San Giorgio Martire
Stato	Italia
Regione	Emilia-Romagna
Località	San Giorgio di Piano
Indirizzo	via Libertà 56 ‒ San Giorgio Di Piano (BO)
Coordinate	44°38′48.26″N 11°22′32.07″E
Religione	cattolica di rito romano
Titolare	San Giorgio Martire
Arcidiocesi	Bologna
Architetto	Giuseppe Brighenti; Vincenzo Brighenti; Elbino Riccardi
Stile architettonico	neoclassico
Inizio costruzione	1829
Completamento	1867

La chiesa di San Giorgio Martire è la parrocchiale di San Giorgio di Piano, in città metropolitana ed arcidiocesi di Bologna^[1]; fa parte del vicariato di Galliera.

Storia

Le prime attestazioni di una chiesa a San Giorgio risalgono al X secolo^[1]; nell'XI secolo è menzionata come parrocchiale e nel 1114 come pieve^[1]^[2]. Grazie ad un disegno del Cinquecento sappiamo che questa pieve, la quale aveva quindici filiali, era a due navate ed in stile romanico e che aveva pure un campanile^[1]. La facciata subì un rifacimento probabilmente tra Sei ed il Settecento^[1]. Nel 1772 la torre campanaria subì un intervento di ammodernamento e, nel 1837, fu dotata di un nuovo concerto di campane^[1]. Nel 1829 la pieve medievale venne parzialmente demolita per far posto alla nuova chiesa - progettata da Giuseppe e Vincenzo Brighenti -, i cui lavori di edificazione, tuttavia, s'interruppero nel 1833 a causa della mancanza di fondi; furono ripresi nel 1865 su disegno di Elbino Riccardi e portati a termine nel 1867^[1]. Nel 1881 il campanile fu restaurato con il contributo della Compagnia di San Luigi^[1]. Tra il 1942 ed il 1945 Mario Roversi eseguì le decorazioni interne della parrocchiale, la quale subì un generale intervento di restauro tra il 1966 ed il 1984^[1]. Il terremoto dell'Emilia del 2012 provocò dei danni all'edificio, che venne ristrutturato negli anni seguenti^[1].

Interno

Opere di pregio conservate all'interno della chiesa, che è a tre navate, sono una tela raffigurante la Beata Vergine con il Bambino e San Giorgio, opera seicentesca di Antonio Randa, e una copia del Battesimo di Gesù del Verrocchio, realizzata da Mario Roversi^[3].