Chiesa di San Nicolò alla Kalsa
La chiesa di San Nicolò alla Kalsa o «dei Latini» era un luogo di culto ubicato in Piazza Santo Spirito, presso Porta Felice, nel centro storico della città di Palermo.[1]
Chiesa di San Nicolò alla Kalsa | |
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Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Palermo |
Religione | cattolica |
Titolare | San Nicola di Mira |
Arcidiocesi | Palermo |
Inizio costruzione | 1306 |
Demolizione | 1823 e seguenti |
Storia
modificaLa chiesa di San Nicolò alla Kalsa o «dei Latini» o «dei Franchi» si distingueva dalla remota chiesa di San Nicolò la Carruba o «dei Greci», luogo di culto rito greco.[2]
Epoca aragonese
modifica- 1306, Datazione dei primi documenti per la richiesta di costruzione della Cappella del Santissimo Crocifisso patrocinata dalla famiglia di Giovanni I Chiaramonte.[3][4]
- 1338, È documentata la costruzione della Cappella Chiaramonte presso la Cappella del Santissimo Crocifisso per seppellire i membri della famiglia Chiaramonte.[2] La tradizione vuole che il Crocifisso sia stato plasmato da Nicodemo e San Luca, condotto in Sicilia da Sant'Angelo Carmelitano nel 1220, per essere donato a Francesco Staufer de Antiochia e alla cattedrale nel 1311 da Manfredi I Chiaramonte, conte di Modica.[5]
- 1399, La chiesa è menzionata in un documento di conferimento da Bonifacio IX ed è utilizzata come riferimento topografico per la localizzazione di possedimenti in molte volontà testamentarie.[6]
- XV secolo, Il cappellone è patrocinato dalla famiglia Imperatore.[7]
- XV secolo, La chiesa è comunicante con l'Ospedale di San Bartolomeo.[8] I cappellani della parrocchia amministravano i sacramenti ai degenti infermi dell'attiguo nosocomio.
Epoca spagnola
modificaTommaso Fazello fornisce una delle prime descrizioni del tempio.[6]
Nel 1581, nell'ottica di prolungare la strada del Cassaro dalla chiesa di Santa Maria di Porto Salvo fino a Porta Felice si rese necessario atterrare diversi fabbricati.[9]
- 1654 - 1660, Restauri. La facciata è rivolta ad occidente, i lavori di perfezionamento trasformarono le venti colonne in pilastri, l'interno fu arricchito di stucchi e dorature. Il prospetto è dedicato all'Immacolata Concezione, sono presenti le statue raffiguranti Sant'Andrea Apostolo e San Giacomo Minore, Sant'Ambrogio e Sant'Agostino d'Ippona, San Gregorio Magno e San Girolamo, in cima alla cuspide è collocata la statua di San Nicola di Mira.[6]
Epoca borbonica
modificaL'interno era ripartito in tre navate per mezzo di sedici colonne e sedici archi, vanta un cappellone nella zona absidale con altare maggiore e coro.[7] Nelle navate laterali erano addossate otto cappelle, quattro per parete:[10]
- Cappella della Madonna con Bambino. Ultimo manufatto prossimo al cornu evangelii recante bassorilievi.[10]
- Cappella del Crocifisso. Manufatto collocato sulla navata destra vicino al cappellone.[10]
- Cappella di Sant'Andrea. Manufatto collocato sulla navata destra adiacente al precedente, ambiente adibito ad oratorio.[10]
La chiesa è altrimenti documentata come Cappella Regia e Cappella degli Inquisitori.[10]
- 1823, La costruzione fu danneggiata dal terremoto di Pollina del 5 marzo e successivamente rasa al suolo al fine di creare l'attuale piazza Santo Spirito.
- XIX secolo, L'edicola di bottega gaginiana raffigurante l'Incoronazione della Vergine è stata assemblata nella terza cappella della navata destra della chiesa di Santa Maria della Catena.
- XVI secolo, Madonna tra Santi, dipinto di Giuseppe d'Alvino, opera custodita nella Galleria regionale della Sicilia di «Palazzo Abatellis».
Compagnia del Santissimo Sacramento di San Nicolò alla Kalsa
modificaOratorio
modifica- 1573, Costruzione del nuovo oratorio. Nel cappellone è documentato un quadro di Giovanni Francesco Barbieri detto il «Guercino» attorniato da statue in stucco della Fede e della Carità,[7] alle pareti le decorazioni ad ornamento delle finestre con coppie di statue, opere di Giacomo Serpotta raffiguranti gli Apostoli.[12]
L'oratorio fu perfezionato e abbellito nel XVII secolo.[13]
Ospedale di San Bartolomeo
modificaFontana del «Cavallo Marino»
modificaDopo il terremoto di Pollina del 5 marzo 1823 le macerie del tempio ingombrarono la spianata per decenni. Abbattuti i ruderi, nell'area fu riassemblata una scultura di Ignazio Marabitti: la Fontana del Cavallo Marino, manufatto proveniente dal giardino di palazzo Ajutamicristo.
Note
modifica- ^ a b Gaspare Palermo Volume secondo, pp. 3.
- ^ a b Gaspare Palermo Volume secondo, pp. 6.
- ^ Gaspare Palermo Volume secondo, pp. 5.
- ^ Pagina 173, Agostino Inveges, "La Cartagine Siciliana" [1], Libri uno, due e tre, Palermo, Giuseppe Bisagni, 1651.
- ^ Gioacchino di Marzo, pp. 554.
- ^ a b c Gaspare Palermo Volume secondo, pp. 7.
- ^ a b c Gaspare Palermo Volume secondo, pp. 9.
- ^ Gaspare Palermo Volume primo, pp. 97.
- ^ Gaspare Palermo Volume primo, pp. 97 e 98.
- ^ a b c d e Gaspare Palermo Volume secondo, pp. 10.
- ^ Gaspare Palermo Volume secondo, pp. 12.
- ^ Gaspare Palermo Volume secondo, pp. 15.
- ^ Gaspare Palermo Volume secondo, pp. 13.
Bibliografia
modifica- (IT) Gaspare Palermo, Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo, vol. 2, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
- Emanuela Garofalo, Vincenza Garofalo, Laura Barrale, Un enigma architettonico tra storia, disegno e ricostruzioni: la chiesa di San Nicolò alla Kalsa a Palermo, in XIX Congreso Internacional de Expresión Gráfica Arquitectónica (2-4 de junio de 2022), Cartagena: Universidad Politécnica de Cartagena, 2022, pp. 207-210
Voci correlate
modifica- Chiesa di San Nicolò la Carruba o «dei Greci»