Chiesa di Sant'Egidio (Parma)

La chiesa di Sant'Egidio è un luogo di culto cattolico dalle forme neoclassiche, situato in strada Chiesa di Eia a Eia, frazione di Parma, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Parma Baganzola-San Pancrazio.

Chiesa di Sant'Egidio
Facciata
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàEia (Parma)
Indirizzostrada Chiesa di Eia
Coordinate44°50′02.2″N 10°15′54.3″E
Religionecattolica di rito romano
Titolaresant'Egidio
Diocesi Parma
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzioneentro l'XI secolo
Completamentofine del XIX secolo

Il luogo di culto fu originariamente costruito in epoca medievale; la più antica testimonianza della sua esistenza risale al 1028, quando la cappella fu menzionata in un atto di vendita da parte di Ildegarda, moglie del longobardo Oddone.[1]

Nel 1230 la Capelle de Elio fu citata nel Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma tra le dipendenze della pieve di San Pancrazio.[2]

Nel 1354, nell'Estimo diocesano, fu menzionata per la prima volta la dedicazione della chiesa a sant'Egidio.[3][2]

Nel 1520 la cappella fu nominata tra le dipendenze del Capitolo della Cattedrale di Parma, ma entro il 1564 fu elevata a sede parrocchiale autonoma.[2]

Nel corso del XVIII secolo il piccolo tempio fu ampliato con la costruzione della navata destra; quella sinistra fu invece edificata soltanto alla fine del secolo successivo.[3][2]

Tra il 1960 e il 1969 il luogo di culto fu sottoposto ad alcuni lavori di ristrutturazione, col rifacimento delle pavimentazioni e l'aggiunta delle vetrate nelle due monofore absidali.[3]

Descrizione

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Facciata e lato nord
 
Presbiterio e lato nord

La chiesa si sviluppa su un impianto a tre navate, con ingresso a ovest e presbiterio a est.[3]

La simmetrica facciata a salienti, interamente intonacata come il resto dell'edificio, è scandita orizzontalmente in due parti da un sottile cornicione. Inferiormente si elevano su un alto zoccolo basamentale quattro lesene; nel mezzo è collocato l'ampio portale d'ingresso principale, inquadrato da una cornice; ai lati si aprono i due portali d'accesso secondari, incorniciati e sormontati da grandi oculi con cornici in mattoni. Superiormente lo spazio centrale è delimitato da due lesene; nel mezzo è posto un ampio rosone con cornice in laterizio; ai lati lungo gli spioventi del tetto si allunga un cornicione in lieve aggetto. A coronamento si staglia un frontone triangolare con cornice modanata.[3]

Dai fianchi dell'alta navata centrale aggettano i più bassi volumi delle navatelle; al termine del lato sinistro, si erge su due ordini, separati da una fascia marcapiano modanata, il campanile, accessibile attraverso un'apertura alla base e illuminato da una finestra con cornice mistilinea; la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso ampie monofore ad arco mistilineo, delimitate da lesene coronate da capitelli dorici; in sommità si eleva oltre il cornicione una lanterna a pianta ottagonale, illuminata da quattro finestre.[3]

All'interno la navata centrale, coperta da una volta a botte lunettata, è suddivisa dalle laterali, chiuse superiormente da una serie di volte a crociera, attraverso tre arcate a tutto sesto, rette da pilastri decorati con lesene doriche a sostegno del cornicione perimetrale di coronamento; al termine della navatella destra si trova la cappella del battistero, mentre sul lato opposto è collocata la sagrestia.[3]

Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall'arco trionfale a tutto sesto; l'ambiente, coperto da una volta a botte decorata con affreschi, accoglie l'altare maggiore a mensa in legno, aggiunto tra il 1970 e il 1980; sul fondo, ai lati dell'ancona tardo-settecentesca e dell'antico altare maggiore barocco marmoreo, si aprono due monofore ad arco a tutto sesto, chiuse da vetrate istoriate.[3][4]

La chiesa conserva alcune opere di pregio, tra cui un tronetto espositivo settecentesco, una copia della Madonna di San Girolamo, due quadri seicenteschi raffiguranti i Quindici misteri del Rosario e altri dipinti, rappresentanti Sant'Egidio, il Profeta Elia e la Sosta della Sacra Famiglia durante la Fuga in Egitto.[2][4]

  1. ^ Affò, pp. 300-301.
  2. ^ a b c d e Dall'Aglio, pp. 446-447.
  3. ^ a b c d e f g h Chiesa di Sant'Egidio "Eia, Parma", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato l'8 agosto 2018.
  4. ^ a b Cirillo, Godi, p. 262.

Bibliografia

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  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo secondo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
  • Giuseppe Cirillo, Giovanni Godi, Guida artistica del Parmense, I volume, Parma, Artegrafica Silva, 1986.
  • Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, I Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.

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