Ciapaiev (in russo Чапаев?, Čapaev) è un film del 1934 diretto da Georgij Vasil'ev e Sergej Vasil'ev.

Ciapaiev
Boris Babočkin (il ribelle Ciapaiev) in una scena del film
Titolo originaleЧапаев
Čapaev
Lingua originalerusso
Paese di produzioneUnione Sovietica
Anno1934
Durata93 minuti
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Genereguerra
RegiaGeorgij Vasil'ev, Sergej Vasil'ev
SoggettoDmitrij Furmanov (romanzo), Anna Furmanova
SceneggiaturaGeorgij Vasil'ev, Sergej Vasil'ev
Casa di produzioneLenfilm Studio
Distribuzione in italianoCinelatina (1961)
FotografiaAleksandr Ksenofontov, Aleksandr Sigaev
MusicheGavriil Popov
ScenografiaIsaak Machlis
TruccoAnton Andžan
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Produzione

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Distribuzione

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Il film venne distribuito in Unione Sovietica il 7 novembre 1934.

Per la distribuzione sul suolo italiano si dovette attendere la fine della seconda guerra mondiale, in occasione della partecipazione alla Manifestazione Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia il 2 settembre 1946. Ebbe una limitata distribuzione cinematografica nel 1947, proiettato in lingua originale coi sottotitoli italiani. Venne ridistribuito in una edizione doppiata in italiano nel 1961.

Il film preferito di Stalin

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È ritenuto essere il film preferito da Stalin. L'esaltazione del socialismo e la sua politica capace di straordinarie qualità di dominio e comando che permea la pellicola, la fecero particolarmente apprezzare al politico sovietico.

Critica

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«[...] Ciapaiev occupa un posto onorato nella storia del cinema russo, dove secondo il giudizio di Pudovkin e altri grandi maestri del muto, rappresenta un classico del realismo socialista. E della sua lunga fortuna popolare, quasi di un Viva Villa! sovietico, fa fede anche l'utilizzazione fattane durante la guerra di Spagna, a ricreazione e stimolo dei combattenti repubblicani. Oggi Ciapaiev, pur sotto la patina del cimelio, conserva la sua carica eloquente, lascia vedere le molle vigorose della sua retorica. La povertà dei mezzi con cui fu girato si confà alla sua rozza epica, come il suo andamento bozzettistico, di scene militari collegate da una figura, risponde alla drammatica improvvisazione d'una guerra rivoluzionaria, uscita dalle zolle con la severità d'una nemesi. Si vede il condottiero anche nei suoi difetti, ma generosi e via via corretti da un commissario del popolo in veste tra di mentore e di coro. Ciapaiev non è un uomo di parole e di ragioni, ma di fatti e d'istinti, e anche quando sembra indirizzato a prendere una cantonata, la sua grande anima popolare lo salva in tempo. Soprattutto gli autori ne hanno sottolineato il magnetismo (d'una qualità che vorremmo dire garibaldina), con sfumature anche comiche e dialoghi affabilmente grulli. Il personaggio, ben calzato dall'attore Boris Baboskin dai puri baffi biondi, si accampa con energia in un film che ha notevoli pregi di montaggio (specie nella scena della battaglia), un finale mitologicamente ambiguo, nel quale non è ben chiaro se l'eroe soccomba a una vile imboscata nemica (per intanto minaccia ed esulta come un vincitore), e un gusto plastico per il volto e l'immagine umana, ravvicinata per primi piani, che ancora risente della tecnica del muto.»

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