Cingulopsidae

famiglia di molluschi gasteropodi della sottoclasse Caenogastropoda

Cingulopsidae Fretter & Patil, 1958 è una famiglia di molluschi gasteropodi della sottoclasse Caenogastropoda.[1]

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Cingulopsidae
Eatonina pulicaria
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
PhylumMollusca
SubphylumConchifera
ClasseGastropoda
SottoclasseCaenogastropoda
OrdineLittorinimorpha
SuperfamigliaCingulopsoidea
FamigliaCingulopsidae Fretter & Patil, 1958
Sinonimi

Coriandriidae F. Nordsieck, 1972
Eatoninidae Golikov & Starobogatov, 1975
Eatoniopsinae Ponder, 1965

Generi
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Etimologia

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Il nome della famiglia Cingulopsidae è stato introdotto nel 1958 da Fretter e Patil su prove anatomiche basate su una specie britannica minuta e comune che era stata precedentemente collocata nei Rissoidae con una varietà di nomi generici per la quale venne creato il nome Cingulopsis Fretter & Patil, 1958. Fretter e Patil misero provvisoriamente i Cingulopsidae nella Rissoacea.[2]

Descrizione

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Le conchiglia dei Cingulopsidae sono molto simili a quelle dei Rissoidae e Eatoniellidae, dai quali sono tuttavia distinguibili per altre caratteristiche morfologiche quali radula, opercolo e anatomia interna.[3]

Cingulopsidae hanno gusci minuti; una specie raggiunge 1,6 mm mentre il resto è inferiore a 1,3 mm. Le conchiglie sono semplici, largamente coniche, con circa due vortici teleoconch e di colore marrone. Non c'è scultura a parte fili a spirale estremamente sottili e linee di crescita assiali. L'ombelico può essere chiuso o aperto. Il labbro esterno è generalmente diritto. La protoconca è paucispirale, quasi liscia, senza vera scultura. L'opercolo è paucispirale, ovale, trasparente, corneo, con un piolo che nasce dal nucleo sulla superficie interna.[3]

La radula è taenioglossa; denti centrali con cuspidi da piccole a obsolete; denti laterali grandi; denti marginali interni lunghi, con cuspidi prominenti; denti marginali esterni di dimensioni moderate e uncinati o corti e triangolari. Radula assente nel genere Tubbreva.[3]

Testa non pigmentata o di colore da arancione a rosso-arancio. Testa con un paio di tentacoli semplici, da piuttosto corti a lunghi, con occhi sporgenti alla base esterna e muso bilobato. Piede semplice, con fessura mucosa longitudinale nella porzione metapodiale della suola, la ghiandola mucosa anteriore si apre supramarginalmente. Tentacoli metapodiali e palliali assenti.[3]

I sessi sono separati, il maschio è privo dell'organo genitale, il dotto palliale femminile è monaulico o diaulico. Uova deposte singolarmente in capsule, nessuna fase larvale libera in fase di sviluppo.[3]

I Cingulopsidae vivono in mari poco profondi in tutto il mondo anche se la maggior parte delle specie conosciute sembra essere centrata nell'emisfero meridionale.[3]

Poco si sa della storia fossile di questa famiglia perché pochi cingulopsidi fossili possono essere identificati con certezza a causa della mancanza di caratteri di conchiglia definitivi. Eatonina (Mistostigma) punctulum si trova nel Pliocene della California e la Pseudopisinna gregaria è conosciuta dal Pliocene dello Stretto di Bass, in Australia.[3]

Tassonomia

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Dieretostoma (fossile)
 
Pseudopisinna gregaria rugifera
 
Skenella porcellana
 
Tubbreva exigua

Storicamente questi gasteropodi erano inclusi nella superfamiglia Rissooidea. Le due famiglie, Cingulopsidae ed Eatoniellidae sono state incluse nella Rissooidea fino a quando Ponder (1988) ha distinto Cingulopsoidea (formata da Eatoniellidae, Cingulopsidae e Rastodentidae) e Rissooidea in un'analisi morfologica cladistica. Questi posizionamenti erano basati sui dati anatomici disponibili al momento. Il risultato è stato confermato in uno studio filogenetico del 2013 di Criscione e Ponder. Tale studio ha anche confermato che la famiglia Cingulopsidae è monofiletica ad eccezione della posizione incerta di Eatoniopsis[4] (oggi considerato sinonimo di Skenella Pfeffer, 1886).[5]

La famiglia è composta da sei generi riconosciuti di cui uno estinto:[1]

  1. ^ a b (EN) Cingulopsidae, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 4 febbraio 2021.
  2. ^ Ponder & Yoo, 1980Op. citata, pag. 2.
  3. ^ a b c d e f g Ponder & Yoo, 1980Op. citata, pag. 2-4.
  4. ^ Criscione & Ponder 2013Op. citata, pag. 1078-1080).
  5. ^ (EN) Eatoniopsis, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 4 febbraio 2021.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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