Civitas stipendaria
Una civitas stipendaria, il cui significato era "stato o comunità tributaria", era il tipo più comune di città e comunità locali sotto il governo romano.
Ogni provincia romana comprendeva numerose comunità di differente status. Insieme alle colonie romane o ai municipia, i cui residenti detenevano la cittadinanza romana o la cittadinanza latina, una provincia era in gran parte costituita da comunità autogovernatesi di nativi (peregrini), distinte tra loro a seconda del livello di autonomia ad esse riconosciuto: le civitates stipendariae erano quelle con il grado di autonomia più basso, dopo le civitates foederatae ("stati alleati") che erano legate a Roma da un trattato formale (foedus), e le civitates liberae ("stati liberi"), a cui erano garantiti specifici privilegi.[1] Le civitates stipendariae erano di gran lunga le più comuni tra le tre — per esempio, nel 70 a.C. in Sicilia vi erano ben 65 città di questo tipo, un numero di gran lunga maggiore alle 5 civitates liberae e alle 2 foederatae[2] — e fornivano la maggior parte delle entrate di una provincia.[3]
Note
modifica- ^ Eilers 2010, p. 274; Mousourakis 2007, p. 210 (nota 2).
- ^ Eilers 2010, p. 274.
- ^ Mousourakis 2007, p. 210 (nota 2).
Bibliografia
modifica- Claude Eilers, Local Government, Roman, in Michael Gagarin (a cura di), The Oxford Encyclopedia of Ancient Greece and Rome, Oxford University Press, 2010, pp. 273–275, ISBN 9780195170726.
- George Mousourakis, A Legal History of Rome, Routledge, 2007, ISBN 9780415408936.