VII Giochi olimpici invernali
I VII Giochi olimpici invernali, noti anche come Cortina '56, si sono svolti a Cortina d'Ampezzo (Italia) dal 26 gennaio al 5 febbraio 1956. Furono la prima manifestazione olimpica tenutasi in una città italiana.
VII Giochi olimpici invernali | |||||||||||||||||||||
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Città ospitante | Cortina d'Ampezzo, Italia | ||||||||||||||||||||
Paesi partecipanti | 32 (vedi sotto) | ||||||||||||||||||||
Atleti partecipanti | 821 (687 - 134 ) | ||||||||||||||||||||
Competizioni | 24 in 6 sport | ||||||||||||||||||||
Cerimonia apertura | 26 gennaio 1956 | ||||||||||||||||||||
Cerimonia chiusura | 5 febbraio 1956 | ||||||||||||||||||||
Aperti da | Giovanni Gronchi | ||||||||||||||||||||
Giuramento atleti | Giuliana Minuzzo | ||||||||||||||||||||
Ultimo tedoforo | Guido Caroli | ||||||||||||||||||||
Stadio | Stadio olimpico del ghiaccio | ||||||||||||||||||||
Medagliere | |||||||||||||||||||||
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Cronologia dei Giochi olimpici | |||||||||||||||||||||
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Assegnazione
modificaIl conte Alberto Bonacossa con sua moglie Maria, d'accordo con le autorità sportive del tempo, incoraggiò l'Amministrazione comunale di Cortina d'Ampezzo a porre la propria candidatura per i Giochi olimpici invernali del 1944. Nella trentottesima sessione del CIO del 1939, tenutasi a Londra dal 6 al 9 giugno, la località ampezzana ottenne l'assegnazione battendo le altre candidature di Oslo e Montréal. Lo scoppio della seconda guerra mondiale stroncò tuttavia l'iniziativa.
Nel 1946 la FISI, convenuta a Milano, decise, con l'avallo della giunta comunale e del CONI, di riproporre la candidatura ampezzana per ottenere i VI Giochi olimpici invernali; la presentazione fu affidata a una delegazione condotta sempre dal conte Bonacossa. Cortina d'Ampezzo fu battuta di solo due voti da Oslo.
Alla terza candidatura, presentata durante la quarantatreesima sessione del CIO svoltasi a Roma il 27 aprile 1949, la Regina delle Dolomiti finalmente ottenne di poter organizzare i Giochi. La sua candidatura prevalse stavolta, molto nettamente, su quelle di Colorado Springs, Montréal e Lake Placid.
La città veneta tornerà a ospitare i Giochi 70 anni dopo, nel 2026.
Città | Paese | Round 1 |
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Cortina d'Ampezzo | Italia | 31 |
Montreal | Canada | 7 |
Colorado Springs | Stati Uniti | 2 |
Lake Placid | Stati Uniti | 1 |
Sviluppo e preparazione
modificaOrganizzazione
modificaL'organizzazione dei VII Giochi olimpici invernali venne affidata ad un comitato composto da membri del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e del governo italiano.[1] Nel 1952 alcuni componenti del comitato si recarono ad Oslo durante i VI Giochi olimpici invernali per raccogliere informazioni sulle infrastrutture necessarie per ospitare l'evento.[2] Cortina d'Ampezzo era un piccolo paesino di 6 000 abitanti e, per accogliere il notevole afflusso di persone previste, fu necessario costruire nuove strade, potenziare le linee elettriche e telefoniche, e migliorare la rete fognaria e idrica cittadina. Il paese era inoltre privo di uno stadio del ghiaccio e di una pista di pattinaggio di velocità, mentre le piste da sci, il trampolino per il salto con gli sci e la pista da bob erano in cattive condizioni.[3]
Il governo italiano stanziò un totale di 460 milioni di lire per i miglioramenti infrastrutturali. Il CONI si fece invece carico dei restanti costi, attingendo dal suo bilancio e sfruttando i soldi ricavati dalla vendita dei biglietti e anche dalle scommesse calcistiche locali. Il comitato organizzatore utilizzò anche sponsorizzazioni aziendali;[4] ad esempio, la FIAT disegnò l'auto ufficiale dei Giochi e l'Olivetti fornì le macchine da scrivere per i 400 giornalisti presenti all'evento.[5]
Sedi di gara
modificaPer i VII Giochi olimpici invernali sono stati utilizzati dieci impianti sportivi.[6] Tutte le strutture erano nuove, ricostruite o con tribune realizzate provvisoriamente per l'evento nella zona di arrivo degli atleti.
Legenda colori:
Impianti esistenti e in funzione (anche con cambio di utilizzazione successiva);
Impianti esistenti ma in disuso;
Impianti temporanei o edifici utilizzati a fini sportivi solo per l'evento;
Impianti demoliti successivamente all'evento;
Aree d'allenamento
modificaCittà | Impianto | Capacità | Sport |
---|---|---|---|
Cortina d'Ampezzo (Belluno) | Cristallo Palace Hotel[6][25] | - | Pattinaggio artistico[6] |
Miramonti-Majestic Hotel[6][25] | - | Pattinaggio artistico[6] | |
Bolzano | Fiera di Bolzano[6][25] | - | Hockey su ghiaccio[6] |
Pinzolo (Trento) | Pista del Lago di Nambino[6][25] | - | Pattinaggio di velocità[6] |
Simboli
modificaLa torcia
modificaLa torcia si basò sui modelli di quella che venne utilizzata per i giochi estivi di Londra 1948 e di Melbourne 1956.[26] La torcia era in metallo argentato, con una lunghezza di 47 centimetri, e fu disegnata da Ralph Lavers[26] e prodotta dalla E.M.I. Factories Ltd, High Dury Alloys Ltd.[27]
La staffetta olimpica
modificaIl CONI nominò una commissione per l'organizzazione della staffetta olimpica,[28] presieduta dal commendator Emanuele Bianchi.[28]
Per i giochi di Cortina la torcia non venne accesa come da tradizione a Olimpia in Grecia, ma bensì a Roma il 22 gennaio 1956 sulle scale del Campidoglio, nel luogo che fu la sede del Tempio Capitolino di Giove[26] e nella città che era stata da poco tempo scelta come sede dei giochi estivi del 1960.[29] Dapprima trasportata su un braciere sulle scale del Palazzo Senatorio, con primo tedoforo Adolfo Consolini, successivamente la fiaccola raggiunse in auto l'Aeroporto di Ciampino alla volta di Venezia,[26] scortata da cento motociclisti nel percorso sulle strade della capitale.[30] In attesa dell'aereo militare, la fiaccola sostò in un tripode appositamente realizzato all'interno dell'aeroscalo.[30]
Raggiunto il capoluogo veneto, dopo una cerimonia in piazza San Marco,[28] la fiaccola fu trasportata in gondola fino a Mestre,[26] passando tra l'altro attraverso il Canal Grande.[30] Da Mestre il tragitto della staffetta fu a piedi (con la prima frazione effettuata però su pattini a rotelle)[26][28] fino a Zuel, frazione di Cortina,[29] dopo un passaggio sulle strade di Treviso e Belluno,[30] dove si calcola che furono presenti ad assistere circa cinquantamila persone e dove sostò la torcia nelle notti rispettivamente del 23 e del 24 gennaio;[28] il tragitto veneto a piedi fu effettuato tramite frazioni con singolo tedoforo della lunghezza di un chilometro ciascuna in pianura, che diminuiva a cinquecento o settecento metri se vi era un tratto in salita.[30]
Da Zuel il percorso della torcia proseguì in sci fino alla località Rifugio Duca d'Aosta, portata da una pattuglia di sciatori alpini, sostandovi nella notte tra il 25 e il 26 gennaio.[29] La mattina successiva la torcia venne riaccesa e consegnata a Zeno Colò, che discese la pista olimpica in un percorso illuminato da razzi[26] e raggiungendo la città dei giochi, nella quale gli ultimi tedofori percorsero la strada centrale fino a raggiungere lo Stadio Olimpico del Ghiaccio,[30] dove Guido Caroli, ultimo tedoforo, effettuò un giro completo del campo di pattinaggio, sul quale erano già schierate le nazioni e gli atleti partecipanti ai Giochi, ed accese il tripode olimpico.[30]
Riepilogo delle principali località attraversate dal percorso della staffetta:
Data | Località |
---|---|
22 gennaio 1956 | Roma, Ciampino |
23 gennaio 1956 | Venezia, Mestre, Treviso |
24 gennaio 1956 | Belluno |
25 gennaio 1956 | Zuel |
26 gennaio 1956 | Cortina d'Ampezzo |
I Giochi
modificaPartecipanti
modificaAi Giochi presero parte 821 atleti, dei quali 134 donne e 687 uomini, in rappresentanza di 32 paesi.[31] L'Unione Sovietica, la Bolivia e l'Iran parteciparono per la prima volta ai Giochi olimpici invernali; la Bolivia fu quindi la prima nazione interamente tropicale a partecipare ad un'edizione dei Giochi invernali. Corea del Sud, Liechtenstein e Turchia ritornarono a prendere parte ai Giochi dopo la loro assenza all'edizione del 1952, mentre Argentina, Danimarca, Nuova Zelanda e Portogallo, che avevano partecipato nel 1952, non furono presenti.[32] Gli atleti della Germania Ovest e della Germania Est gareggiarono insieme come Squadra Unificata Tedesca, secondo un accordo che sarebbe continuato anche per le due successive edizioni.[33]
In elenco i paesi partecipanti in ordine alfabetico (tra parentesi il numero di atleti per delegazione):[32]
- Australia (8)
- Austria (66)
- Belgio (6)
- Bolivia (1)
- Bulgaria (7)
- Canada (37)
- Cecoslovacchia (41)
- Cile (4)
- Corea del Sud (4)
- Finlandia (34)
- Francia (37)
- Giappone (10)
- Gran Bretagna (45)
- Grecia (3)
- Iran (4)
- Islanda (8)
- Italia (79) (paese ospitante)
- Jugoslavia (17)
- Libano (3)
- Liechtenstein (8)
- Norvegia (51)
- Paesi Bassi (8)
- Polonia (53)
- Romania (20)
- Spagna (14)
- Squadra Unificata Tedesca (75)
- Stati Uniti (74)
- Svezia (68)
- Svizzera (61)
- Turchia (6)
- Ungheria (2)
- Unione Sovietica (67)
Discipline
modificaIl programma dei VII Giochi olimpici invernali prevedeva 24 eventi in 8 discipline (raggruppate in 4 sport).[34][35] Rispetto al programma dei Giochi olimpici invernali del 1952, furono apportate delle modifiche alle competizioni di sci di fondo: vennero aggiunte due gare, la staffetta 3x5 km femminile e la 30 km maschile, mentre la 18 km maschile fu sostituita dalla 15 km.[36]
Sport | Disciplina | Maschile | Femminile | Misti | Totali | |
---|---|---|---|---|---|---|
Bob | Bob | 2 | 2 | |||
Hockey su ghiaccio | Hockey su ghiaccio | 1 | 1 | |||
Pattinaggio su ghiaccio | Pattinaggio di figura | 1 | 1 | 1 | 3 | |
Pattinaggio di velocità | 4 | 4 | ||||
Sci | Sci alpino | 3 | 3 | 6 | ||
Sci nordico | Combinata nordica | 1 | 1 | |||
Salto con gli sci | 1 | 1 | ||||
Sci di fondo | 4 | 2 | 6 | |||
Totale (8 discipline) | 17 | 6 | 1 | 24 |
Calendario degli eventi
modifica● | Cerimonia di apertura | ● | Competizioni | ● | Finali | ● | Cerimonia di chiusura |
Sport | Gennaio - Febbraio 1956 | Finali | ||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | ||
Cerimonia d'apertura | ● | |||||||||||
Bob | ● | ● | ● | ● | 2 | |||||||
Combinata nordica | ● | ● | 1 | |||||||||
Hockey su ghiaccio | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 1 | |||
Pattinaggio di figura | ● | ● | ● | ● | ● | 3 | ||||||
Pattinaggio di velocità | ● | ● | ● | ● | 4 | |||||||
Salto con gli sci | ● | 1 | ||||||||||
Sci alpino | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 6 | |||||
Sci di fondo | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 6 | |||||
Cerimonia di chiusura | ● | |||||||||||
Finali | 0 | 2 | 3 | 2 | 3 | 3 | 3 | 4 | 2 | 1 | 1 | 24 |
Cerimonia di apertura
modificaLa cerimonia di apertura dei VII Giochi olimpici invernali si svolse giovedì 26 gennaio 1956 allo stadio olimpico del ghiaccio, dove erano stati aggiunti dei posti a sedere temporanei per aumentare la capienza complessiva fino a 14 000 persone. Dopo la parata degli atleti, aperta come da tradizione dalla delegazione greca e chiusa dalla delegazione italiana, l'allora presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi dichiarò ufficialmente aperti i Giochi. Il pattinatore di velocità Guido Caroli entrò quindi nello stadio con la torcia olimpica e accese il braciere. Il giuramento olimpico fu pronunciato da Giuliana Chenal Minuzzo, che divenne la prima atleta donna ad effettuare il giuramento nella storia dei Giochi olimpici.[37] Durante la cerimonia venne suonato per la prima volta l'inno olimpico di Michał Spisak, che era stato ufficialmente riconosciuto come tale al congresso del CIO di Parigi del 13 giugno 1955 (nel 1958 verrà tuttavia sostituito dell'inno olimpico di Spyridon Samaras).[38]
Risultati
modificaMedagliere
modificaPosizione | Paese | Totale | |||
---|---|---|---|---|---|
1 | Unione Sovietica | 7 | 3 | 6 | 16 |
2 | Austria | 4 | 3 | 4 | 11 |
3 | Finlandia | 3 | 3 | 1 | 7 |
4 | Svizzera | 3 | 2 | 1 | 6 |
5 | Svezia | 2 | 4 | 4 | 10 |
6 | Stati Uniti | 2 | 3 | 2 | 7 |
7 | Norvegia | 2 | 1 | 1 | 4 |
8 | Italia | 1 | 2 | 0 | 3 |
9 | Squadra Unificata Tedesca | 1 | 0 | 1 | 2 |
10 | Canada | 0 | 1 | 2 | 3 |
11 | Giappone | 0 | 1 | 0 | 1 |
12 | Ungheria | 0 | 0 | 1 | 1 |
Polonia | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Totale | 25 | 23 | 24 | 72 |
Protagonisti
modifica- Guido Caroli (Italia, Pattinaggio di velocità): fu l'ultimo tedoforo, durante l'ultimo tratto inciampò su un cavo, ma riuscì a mantenere accesa la fiamma olimpica.
- Giuliana Minuzzo (Italia, sci alpino): fu la prima donna nella storia delle Olimpiadi a pronunciare il giuramento olimpico a nome di tutti gli atleti partecipanti.
- Toni Sailer (Austria, sci alpino): si aggiudicò tutte e tre le medaglie d'oro in palio nelle gare maschili di sci.
- Lamberto Dalla Costa e Giacomo Conti vinsero l'unico oro del medagliere azzurro, precedendo l'altra coppia azzurra Eugenio Monti-Renzo Alverà.
Note
modifica- ^ Findling e Pelle 1996, p. 258
- ^ Comitato olimpico nazionale italiano 1956, p. 117-118
- ^ Findling e Pelle 1996, pp. 259-260
- ^ Comitato olimpico nazionale italiano 1956, p. 156
- ^ Judd 2008, p. 27
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w (EN) Official Report 1956, su digital.la84.org.
- ^ a b c d e f Tribune provvisorie per l'evento.
- ^ Discesa libera femminile e slalom gigante femminile. cfr. Canalone, Cortina d'Ampezzo
- ^ Slalom speciale maschile e slalom speciale femminile. cfr. Col Drusciè, Cortina d'Ampezzo
- ^ Dal 2004 l'impianto è denominato Pista olimpica Eugenio Monti.
- ^ Ristrutturato per l'evento e successivamente nel 1981, l'impianto è chiuso dal 2008. Nome attuale "Pista olimpica Eugenio Monti".
- ^ Pista del Bob, Ronco, Cortina d'Ampezzo
- ^ Slalom gigante maschile. cfr. Pista Ilio Colli, Pian della Bigontina, Cortina d'Ampezzo
- ^ Discesa libera maschile. cfr. Pista Olimpia, Gillardon, Cortina d'Ampezzo
- ^ Prova di sci fondo. cfr. Stadio della Neve, Cortina d'Ampezzo
- ^ Stadio della Neve, Cortina d'Ampezzo
- ^ a b c d Stadio del Ghiaccio, Cortina d'Ampezzo
- ^ Attualmente è uno stadio destinato al tennis. cfr. CAMPI DA TENNIS A.R. APOLLONIO
- ^ Campi da Tennis
- ^ Stadio Romano e Armando Apollonio, Cortina d'Ampezzo
- ^ Ricostruito per l'evento, in sostituzione di un trampolino in legno, e chiuso dal 1990.
- ^ Prova di salto con gli sci. cfr. Trampolino Italia, Cortina d'Ampezzo
- ^ Trampolino Italia, Cortina d'Ampezzo
- ^ Pista di Misurina, Misurina
- ^ a b c d Impianto utilizzato provvisoriamente a fini sportivi.
- ^ a b c d e f g Cortina d'Ampezzo 1956 La torcia.
- ^ AL TORCIA OLIMPICA.
- ^ a b c d e Report ufficiale (PDF).
- ^ a b c Da Roma a Cortina itinerario.
- ^ a b c d e f g Da Roma a Cortina immagini.
- ^ (EN) Comitato Olimpico Internazionale, Cortina d'Ampezzo 1956, su olympic.org. URL consultato il 19 agosto 2024 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2010).
- ^ a b Comitato olimpico nazionale italiano 1956, p. 50-69
- ^ (EN) Bill Mallon e Ove Karlsson, IOC and OCOG Abbreviations for NOCs (PDF), in Journal of Olympic History, maggio 2004, pp. 25-28. URL consultato il 19 agosto 2024 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2010).
- ^ Comitato olimpico nazionale italiano 1956, p. 583-688
- ^ (EN) 1956 Winter Olympics, su olympedia.org. URL consultato il 19 agosto 2024 (archiviato il 19 agosto 2024).
- ^ (EN) Cross Country Skiing at the 1956 Winter Olympics, su olympedia.org. URL consultato il 19 agosto 2024 (archiviato il 19 agosto 2024).
- ^ Comitato olimpico nazionale italiano 1956, p. 573
- ^ (EN) 125 Years of the Olympic Anthem, su isoh.org. URL consultato il 19 agosto 2024 (archiviato il 19 agosto 2024).
Bibliografia
modifica- (IT, EN) Comitato olimpico nazionale italiano, VII Giochi olimpici invernali. Rapporto ufficiale/VII Olympic Winter Games. Official Report (PDF), Roma, Società grafica romana, 1956. URL consultato il 18 febbraio 2011 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2006).
- (EN) John E. Findling e Kimberly D. Pelle, Historical Dictionary of the Modern Olympic Movement, Westport, Greenwood Publishing Group, 1996, ISBN 0-313-28477-6.
- (EN) Ron C. Judd, The Winter Olympics, Seattle, The Mountaineers Books, 2008, ISBN 978-1-59485-063-9.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su VII Giochi olimpici invernali
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Sito ufficiale, su olympics.com.
- Gian Paolo Ormezzano, Olimpiadi invernali: Cortina d'Ampezzo 1956, in Enciclopedia dello Sport, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002-2005.
- (EN) Cortina d’Ampezzo 1956 Olympic Winter Games, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Sito del CONI: Cortina 1956, su coni.it (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2007).
- (EN, FR) Sito del CIO: Cortina 1956, su olympic.org.
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