Costantino Angelo Ducas
Costantino Angelo Ducas (in greco Κωνσταντίνος Ἂγγελος Δούκας?, Kōnstantinos Angelos Doukas; 1170 circa – dopo il 1192/1193) era un usurpatore che tentò di rovesciare suo cugino, l'imperatore bizantino Isacco II Angelo, nel 1192/1193.
Costantino Angelo Ducas | |
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Usurpatore dell'Impero Bizantino | |
In carica | 1192/1193 |
Predecessore | Isacco II Angelo |
Successore | Isacco II Angelo |
Nascita | 1170 circa |
Morte | dopo il 1192/1193 |
Dinastia | Angeli |
Padre | Isacco Angelo Ducas |
Madre | sconosciuta |
Biografia
modificaNato nel 1170 circa, Costantino Angelo Ducas era figlio di Isacco Angelo Ducas, quindi nipote di Costantino Angelo e cugino di primo grado dell'imperatore bizantino Isacco II Angelo (1185-1195, 1203-1204)[1]. Non si conosce il nome o l'origine della madre[2].
Nel 1192-1193, Isacco II lo nominò comandante della flotta (doux tou stolou) e governatore di Filippopoli, un'area che allora subiva la rivolta dei Bulgari e dei Valacchi[2][3]. Lo storico contemporaneo Niceta Coniata lo descrive in modo positivo, notando che era in grado di addestrare bene le sue truppe e di ottenere la loro fedeltà, e che, sebbene fosse naturalmente impetuoso "alla maniera dei cuccioli di leone", era anche disposto ad ascoltare e a farsi frenare dai consigli dei veterani più esperti posti sotto il suo comando[2][3]. Costantino riuscì a contenere le incursioni dei ribelli contro la regione di Filippopoli e Berrhoe, tanto che i ribelli "si acquattavano perché avevano paura di lui e furono presi dal panico più alla sua vista che a quella dell'imperatore"[2][3].
Il successo sul campo di battaglia, però, incoraggiò Costantino, che iniziò a puntare a usurpare il trono. Iniziò a contattare i suoi comandanti subordinati e altri uomini di spicco della regione e si fece proclamare imperatore[3][4]. Immediatamente partì con i suoi sostenitori per Adrianopoli, sede del cognato, il Grande domestico d'Occidente, Basilio Vatatzes. Evidentemente fiducioso che Vatatzes si sarebbe unito a lui, Costantino inviò in anticipo delle lettere per informare il cognato delle sue azioni. Vatatzes, tuttavia, bollò le azioni di Costantino come una follia e rifiutò di unirsi a lui[3][4]. L'usurpatore raggiunse Neoutzikon, al confine tra le province di Filippopoli e Adrianopoli, ma lì i suoi stessi sostenitori lo catturarono e lo fecero prigioniero. I seguaci di Costantino lo consegnarono all'imperatore, sostenendo di essere stati costretti a sostenere la sua usurpazione contro la loro volontà. Alla fine, solo Costantino fu punito, venendo accecato[4][5]. Secondo Coniata, questo atto incoraggiò molto i ribelli bulgari, che temevano l'abilità di Costantino e preferivano di gran lunga che l'inefficace Isacco II rimanesse sul trono, se possibile, per sempre[6][7]. Non si conosce il destino successivo di Costantino, né se si sia sposato e abbia avuto una prole[8].
Note
modifica- ^ Varzos 1984, pp. 847–848.
- ^ a b c d Varzos 1984, p. 848.
- ^ a b c d e Magoulias 1984, p. 239.
- ^ a b c Varzos 1984, p. 849.
- ^ Magoulias 1984, pp. 239–240.
- ^ Magoulias 1984, p. 240.
- ^ Varzos 1984, pp. 849–850.
- ^ Varzos 1984, p. 850.
Bibliografia
modifica- (EN) Niceta Coniata, O City of Byzantium, Annals of Niketas Choniatēs, traduzione di Harry J. Magoulias, Wayne State University Press, 1984, ISBN 978-0-8143-1764-8.
- (EL) Kōnstantinos Varzos, Η Γενεαλογία των Κομνηνών (PDF), Vol. B, Salonicco, Centre for Byzantine Studies, 1984, OCLC 834784665. URL consultato il 9 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2021).