Crepis vesicaria
La radichiella vescicosa (nome scientifico Crepis vesicaria L., 1753 ) è una pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Radichiella vescicosa | |
---|---|
Crepis vesicaria | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Eudicotiledoni |
(clade) | Eudicotiledoni centrali |
(clade) | Superasteridi |
(clade) | Asteridi |
(clade) | Euasteridi |
(clade) | Campanulidi |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cichorieae |
Sottotribù | Crepidinae |
Genere | Crepis |
Specie | C. vesicaria |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Sottoclasse | Asteridae |
Ordine | Asterales |
Famiglia | Asteraceae |
Sottofamiglia | Cichorioideae |
Tribù | Cichorieae |
Genere | Crepis |
Specie | C. vesicaria |
Nomenclatura binomiale | |
SPECIE L., 1753 | |
Nomi comuni | |
radicchiella a foglia di tarassaco | |
Sottospecie | |
vedi testo |
Etimologia
modificaL'etimologia del nome generico (Crepis) non è molto chiara. In latino Crèpìs significa pantofola, sandalo e i frutti, di alcune specie di questo genere, sono strozzati nella parte mediana ricordando così (molto vagamente) questo tipo di calzare. Inoltre lo stesso vocabolo nell'antica Grecia indicava il legno di Sandalo.[3]. L'epiteto specifico (vesicaria ) significa "con vesciche".[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito per la prima volta dal botanico Carl Linnaeus (1707-1778) nella pubblicazione " Species Plantarum" ( Sp. Pl. 2: 805 ) del 1753.[5]
Descrizione
modificaHabitus. La pianta di questa specie è una erbacea annuale o bienne (raramente perenne). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Altre forme biologiche sono: emicriptofita bienne (H bienn) o raramente emicriptofita scaposa (H scap). Gli steli contengono abbondante latice amaro.[6][7][8][9][10][3][11][12]
Fusto. I fusti di queste piante, lignificati alla base, sono generalmente eretti, più o meno ramosi; la pubescenza (se presente) è formata da peli ispidi. Se è presente una parte sotterranea, questa può essere fibrosa o legnosa. Le radici possono essere del tipo a fittone o secondarie da rizoma, spesso sono piuttosto grosse e profonde. L'altezza media delle piante varia da 1 a 8 dm.
Foglie. Le foglie si dividono in basali e cauline.
- Foglie basali: le foglie radicali sono sempre presenti e formano una rosetta basale; generalmente sono picciolate e sono pennatosette e con lobi e segmento apicale a forma ovata-astata. Dimensione delle foglie: larghezza 1 – 3 cm; lunghezza 8 – 15 cm.
- Foglie cauline: le foglie cauline, se sono presenti, sono progressivamente più piccole, a lamina intera e amplessicauli. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno.
Infiorescenza. L'infiorescenza è formata da numerosi capolini eretti. Ogni capolino è formato da un peduncolo che sorregge un involucro cilindrico formato da 2 serie di brattee o squame disposte in modo embricato e scalato, che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori ligulati. La forma delle brattee, disuguali fra le due serie (quelle interne sono più lunghe), può essere da lanceolata a lineare con margini continui oppure no; la superficie può essere glabra, tomentosa o setosa. Il ricettacolo è piano e ciliato. Diametro dei capolini: 2 cm. Dimensioni dell'involucro: larghezza 4 – 8 mm; lunghezza 8 – 14 mm.
Fiori. I fiori tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.
- */x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: le corolle sono formate da una ligula terminante con 5 denti (è la parte finale dei cinque petali saldati fra di loro). Il colore dei fiori è in prevalenza giallo (sul lato esterno sono rosa, purpurei o biancastri). La superficie può essere sia pubescente che glabra.
- Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[14] Le antere alla base sono prive di codette. Il polline è tricolporato.[15]
- Gineceo: lo stilo è filiforme. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti e ricurvi con la superficie stigmatica posizionata internamente (vicino alla base).[16] L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Il frutto consiste in un achenio chiaro o oscuro, cilindrico o fusiforme (non compresso), con varie coste (da 10 a 12), con la superficie trasversalmente tubercolata e sormontato da un corto becco (può essere assente). Il pappo è soffice (ma tenace) formato da peli semplici (non ramificati) di colore generalmente bianco (o bianco sporco quasi giallastro) disposti su più serie. In uno stesso capolino i frutti possono essere monomorfici (tutti uguali) oppure dimorfi (generalmente quelli interni differiscono da quelli più esterni o periferici).
Biologia
modifica- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Tassonomia
modificaLa famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[17], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[18] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[19]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][9][10]
Filogenesi
modificaIl genere di questa voce appartiene alla sottotribù Crepidinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Crepidinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è in posizione "centrale" vicina alle sottotribù Chondrillinae e Hypochaeridinae.[10]
La sottotribù è divisa in due gruppi principali uno a predominanza asiatica e l'altro di origine mediterranea/euroasiatica.[10] Da un punto di vista filogenetico, all'interno della sottotribù, sono stati individuati 5 subcladi. Il genere di questa voce appartiene al subclade denominato "Crepis-Lapsana-Rhagadiolus clade", composto dai generi Crepis L., 1753, Lapsana L., 1753 e Rhagadiolus Juss., 1789.[11] Dalle analisi Crepis risulta parafiletico (per cui la sua circoscrizione è provvisoria).[20]
Nella "Flora d'Italia" le specie italiane di Crepis sono suddivise in 4 gruppi e 12 sezioni in base alla morfologia degli acheni, dell'involucro e altri caratteri (questa suddivisione fatta per scopi pratici non ha valore tassonomico). La specie di questa voce appartiene al Gruppo 1 (gruppo con acheni dimorfi) e alla Sezione D " (il colore dei fiori è giallo; il ricettacolo è ciliato per peli molli).[12]
I caratteri distintivi per la specie di questa voce sono:[12][21]
- il ricettacolo è ciliato (è nudo e alveolato nella subsp. bivoniana);
- il colore dei fiori è giallo mentre sul lato esterno sono rosa, purpurei o biancastri (nella subsp. bivoniana i fiori sono completamente rosei, rossi o purpurei);
- gli acheni sono dimorfi (nella subsp. vesicaria gli interni sono lunghi 6 - 7 mm) oppure uniformi (subsp. hyemalis);
- le foglie all'apice dei denti possono essere brevemente mucronate;
- le brattee involucrali sono pubescenti per peli giallastri.
Sottospecie
modificaPer questa specie sono indicate le seguenti sottospecie:[2][11][12]
Sottospecie vesicaria
modifica- Nome scientifico: Crepis vesicaria subsp. vesicaria.
- Descrizione: (è la stirpe principale) queste piante presentano uno sviluppo estivo; il fusto è lungo, glabro o con pubescenza ragnatelosa, è inoltre molto ramoso-corimboso; la superficie delle foglie varia da glabre a ispide; i capolini variano da ovoidi a subsferici; le brattee involucrali esterne hanno delle forme ovate e bordi ialini; gli acheni sono dimorfi (dimensione: 6 – 7 mm): gli esterni chiari, gli interni colorati di bruno; il becco è lungo come il corpo. Dimensione dell'infiorescenza: 15 – 20 mm.
- Fioritura: da (maggio) giugno a luglio.
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Submediterraneo - Subatlantico.
- Distribuzione: in Italia questa sottospecie è comune e si trova su tutto il territorio. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia e Slovenia.[23] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo si trova in Europa mediterranea, Anatolia e Magreb.[2]
- Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono gli incolti, le vigne e lungo le vie. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere arido.[23]
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 1.200 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e in parte quello montano (oltre a quello planiziale).
- Fitosociologia.
- Dal punto di vista fitosociologico alpino Crepis vesicaria appartiene alla seguente comunità vegetale:[23]
- Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
- Classe: Stellarietea mediae
- Ordine: Sisymbrietalia
- Classe: Stellarietea mediae
- Per l'areale completo italiano Crepis vesicaria appartiene alla seguente comunità vegetale:[24]
- Macrotipologia: vegetazione erbacea sinantropica, ruderale e megaforbieti
- Classe: Artemisietea vulgaris Lohmeyer, Preising & Tüxen ex Von Rochow, 1951
- Ordine: Agropyretalia intermedii-repentis Oberdorfer, Müller & Görs in Müller & Görs, 1969
- Alleanza: Salvio-dactylion Ubaldi, Speranza & Tonioli in Ubaldi, 2003
- Ordine: Agropyretalia intermedii-repentis Oberdorfer, Müller & Görs in Müller & Görs, 1969
- Classe: Artemisietea vulgaris Lohmeyer, Preising & Tüxen ex Von Rochow, 1951
- Descrizione: l'alleanza Salvio-dactylion è relativa alle praterie emicriptofitiche mesofile con un macroclima temperato dell'Appennino settentrionale. In genere l'alleanza vegeta su prati da sfalcio a rinnovo incentrati su aree submontane e basso-montane. La specie dominante è Dactylis glomerata ma è anche abbastanza comune Arrhenatherum elatius. I prati di questa alleanza se abbandonati inaridiscono (per esaurimento di sostanze organiche e per una continua perdita della struttura iniziale del suolo dovuta alla lavorazione) e progressivamente avviene la sostituzione di questa cenosi con raggruppamenti formati da Brachypodium pinnatum e arbusti di Rosa canina, Crataegus monogyna e Juniperus communis con possibile evoluzione verso il querceto misto caducifoglio.[25]
- Specie presenti nell'associazione: Arrhenatherum elatius, Geranium dissectum, Tragopogon porrifolius, Lychnis flos-cuculi, Linum bienne, Bunium bulbocastanum, Campanula rapunculus, Crepis versicaria, Dactylis glomerata, Equisetum telmateja, Lychnis flos-cuculi, Potenitlla recta, Salvia haematodes, Tragopogon porrifolius e Viola tricolor.
- Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
- Numero cromosomico: 2n = 8 e 16.
Sottospecie hyemalis
modifica- Nome scientifico: Crepis vesicaria subsp. hyemalis (Biv.) Babc., 1941.
- Descrizione: è una pianta perenne alta da 8 a 20 cm; il portamento è rosulato; i fusti sono brevi, setolosi o quasi glabri, legnosi alla base e monocefali; le foglie superiori sono quasi assenti; le brattee con forme lanceolato-lineari e uno stretto margine ialino, sono ricoperte da densi peli ragnatelosi; gli acheni sono tutti uniformi: bruni con un becco ben visibile.
- Fioritura: da novembre a aprile (la fioritura è precoce).
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico.
- Distribuzione: in Italia questa sottospecie si trova in Sicilia.
- Numero cromosomico: 2n = 8.
Sottospecie taraxacifolia
modifica- Nome scientifico: Crepis vesicaria subsp. taraxacifolia (Thuill.) Thell., 1909.
- Descrizione: il ciclo biologico della pianta è annuo o bienne; il fusto è alto 2 - 6 dm molto ramoso-corimboso, a sezione angolosa e con setole patenti (può essere arrossato); tutte le foglie sono ispide, quelle cauline sono presenti e sono lineari; gli involucri sono cilindrici e molto lunghi; le brattee con forme lanceolato-lineari e uno stretto margine ialino; i fiori sono aranciati sul lato inferiore; gli acheni sono tutti uniformi: bruni con un becco ben visibile. Dimensione dell'infiorescenza: 20 – 25 mm.
- Fioritura: da (febbraio) maggio a settembre (novembre).
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Submediterraneo - Subatlantico.
- Distribuzione: in Italia questa sottospecie si trova al Nord e al Centro. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia, Svizzera e Austria. Sugli altri rilievi collegati alle Alpi è presente nella Foresta Nera, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale e Pirenei.[23] Nel resto dell'Europa e dell'areale del Mediterraneo si trova in Europa occidentale e Magreb.[2]
- Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono gli incolti, le colture e i prati e pascoli mesofili. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.[23]
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare fino a circa 2.000 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano (oltre a quello planiziale).
- Fitosociologia.
- Dal punto di vista fitosociologico alpino Crepis vesicaria appartiene alla seguente comunità vegetale:[23]
- Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
- Classe: Stellarietea mediae
- Ordine: Sisymbrietalia
- Classe: Stellarietea mediae
- Per l'areale completo italiano Crepis vesicaria appartiene alla seguente comunità vegetale:[26]
- Macrotipologia: vegetazione delle praterie.
- Classe: Molinio-arrhenatheretea
- Ordine: Arrhenatheretalia elatioris
- Alleanza: Arrhenatherion elatioris
- Ordine: Arrhenatheretalia elatioris
- Classe: Molinio-arrhenatheretea
- Descrizione: l'alleanza Arrhenatherion elatioris fa riferimento a prati regolarmente falciati, almeno due volte l'anno (il loro abbandono conduce, spesso anche rapidamente, a fasi di incespugliamento), e concimati in modo non intensivo, su suoli relativamente profondi. Si tratta di comunità floristicamente ricche che sono distribuite dal fondovalle (alta pianura) ai 1000 (1500 m sui pendii soleggiati). L'alleanza Arrhenatherion elatioris è distribuita in Italia settentrionale, nell'Europa centrale atlantica e nelle aree alpine e caucasiche.[27]
- Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
- Numero cromosomico: 2n = 8.
Sottospecie bivoniana
modifica- Nome scientifico: Crepis vesicaria subsp. bivoniana (Soldano & F.Conti) Giardina & Raimondo, 2007 - Radichiella di Bivona.
- Descrizione: (è simile alla sottospecie vesicaria) la forma biologica è terofita scaposa (T scap), ma anche emicriptofita bienne (H bienn); i capolini sono raccolti in corimbi; i fiori sono completamente rosei, rossi o purpurei; il ricettacolo è nudo e alveolato.
- Fioritura: da aprile a luglio.
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico (Sicilia).
- Distribuzione: in Italia questa sottospecie si trova comunemente solo in Sicilia.[2]
- Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono gli incolti e i bordi delle vie.
- Fitosociologia: la sottospecie appartiene alla seguente comunità vegetale:[28]
- Macrotipologia: vegetazione delle praterie
- Classe: Molinio-Arrhenatheretea Tüxen, 1937
- Ordine: Cirsietalia vallis-Demonis Brullo & Grillo, 1978
- Alleanza: Plantaginion cupanii Brullo & Grillo, 1978
- Ordine: Cirsietalia vallis-Demonis Brullo & Grillo, 1978
- Classe: Molinio-Arrhenatheretea Tüxen, 1937
- Descrizione. L'alleanza Plantaginion cupanii è relativa ai pascoli e prati mesofili, pianeggianti e montani, ma anche ad ambienti sinantropizzati limitrofi; il substrato è siliceo con suoli più o meno profondi, argilloso-limosi derivati da rocce scistose con buona ritenuta idrica, non soggetti a sommersioni. L’alleanza è circoscritta alla Calabria e alla Sicilia; in particolare è caratterizzata dalla presenza di numerose specie endemiche della Sicilia.
- Macrotipologia: vegetazione delle praterie
- Numero cromosomico: 2n = 16.
Nota: questa sottospecie nella "Flora d'Italia" è indicata come Crepis bivoniana (Rchb.) Soldano et. F.Conti.
Altre sottospecie
modificaPer questa specie sono indicate ulteriori sottospecie non presenti in Italia:[2][11]
- Crepis vesicaria subsp. andryaloides (Lowe) Babc., 1939 - Distribuzione: Madeira (Macaronesia).
- Crepis vesicaria subsp. congenita Univ. Calif. Publ. Bot. 22: 860, 1947 - Distribuzione: Spagna.
- Crepis vesicaria subsp. myriocephala (Batt.) Babc., 1941 - Distribuzione: Magreb
- Crepis vesicaria subsp. proleptica Univ. Calif. Publ. Bot. 22: 860, 1947 - Distribuzione: Marocco
- Crepis vesicaria subsp. stellata (Ball) Babc., 1941 - Distribuzione: Magreb
Specie simili
modificaAltre specie appartenenti allo stesso gruppo/sezione:[21]
- Crepis aspromontana Brullo et al. - Radichiella dell'Aspromonte: le brattee involucrali sono pubescenti per peli nerastri; gli acheni interni sono lunghi da 2 a 8 mm e non sono alati.
- Crepis setosa Haller fi. - Radichiella cotonosa: le brattee involucrali sono pubescenti per peli giallastri; gli acheni interni sono lunghi da 3 a 5 mm e non sono alati.
- Crepis vesicaria L. - Radichiella vescicosa: le brattee involucrali sono pubescenti per peli giallastri; gli acheni interni sono lunghi da 6 a 8 mm e tutti non sono alati.
- Crepis foetida L. - Radichiella selvatica: gli acheni interni sono lunghi 10 - 20 mm con un becco allungato e tutti non sono alati.
- Crepis insularis Moris et De Not. - Radichiella di Capraia: simile a C. foetida, ma le dimensioni sono più ridotte; i fusti sono decisamente semplici e monocefali.
Sinonimi
modificaSono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]
Sottospecie andryaloides
- Barkhausia comata Lowe
- Barkhausia dubia Lowe
- Barkhausia hieracioides Lowe
- Crepis andryaloides Lowe
- Crepis comata Banks & Sol. ex Lowe
- Crepis dubia F.Schultz
Sottospecie bivoniana
- Barkhausia bivonana Rchb.
- Barkhausia purpurea Biv.
- Crepis bivonana Soldano & F.Conti
- Crepis purpurea (Biv.) Steud.
Sottospecie hyemalis
- Barkhausia hiemalis Spreng.
- Barkhausia hyemalis Biv.
- Crepis hyemalis (Biv.) M.Talavera
- Crepis taraxacifolia var. hyemalis (Biv.) Ces., Pass. & Gibelli
Sottospecie myriocephala
- Barkhausia floribunda Pomel
- Crepis floribunda Pomel
Sottospecie stellata
- Barkhausia hirsuta Pomel
- Crepis hirsuta Pomel
- Crepis stellata (Ball) M.Talavera
- Crepis taraxacifolia subsp. stellata Ball
Sottospecie taraxacifolia
- Barkhausia decumbens Gren. & Godr.
- Barkhausia hackelii Colmeiro
- Barkhausia haensleri Boiss. ex DC.
- Barkhausia heterocarpa Boiss.
- Barkhausia intybacea (Brot.) DC.
- Barkhausia laciniata Lowe
- Barkhausia nicaeensis Link ex Spreng.
- Barkhausia numidica Pomel
- Barkhausia praecox Rchb.
- Barkhausia raphanifolia Chev. ex Steud.
- Barkhausia recognita (Hall.f.) DC.
- Barkhausia reflexa C.Presl
- Barkhausia scariosa Rchb.
- Barkhausia taraxacifolia Spreng.
- Barkhausia taraxacifolia (Thuill.) DC.
- Crepis biennis Lapeyr.
- Crepis cinerea Desf.
- Crepis decumbens Loscos & J.Pardo
- Crepis hackelii Lange
- Crepis haenseleri F.Schultz
- Crepis heterocarpa Nyman
- Crepis intybacea Brot.
- Crepis laciniata F.Schultz
- Crepis muricata Viv. ex Coss.
- Crepis numidica Pomel
- Crepis polymorpha Pourr.
- Crepis praecox Balb.
- Crepis recognita Haller f.
- Crepis rubialis Juss. ex DC.
- Crepis rubicaulis Pers.
- Crepis ruderalis Boucher
- Crepis rutilans Lacaita
- Crepis scabra Willd.
- Crepis scariosa Willd.
- Crepis taraxacifolia Thuill.
- Crepis taraxacifolia Willd.
- Crepis taraxifolia Thuill.
- Crepis taurinensis Willd.
- Crepis tectorum Vill.
- Crepis vesicaria subsp. haenseleri (Boiss. ex DC.) P.D.Sell
- Crepis vesicaria var. rutilans (Lacaita) P.D.Sell
- Crepis vesicaria var. taraxacifolia (Thuill.) B.Boivin
- Hieracium rubrostrium Vuk.
- Hieracium taraxacifolium E.H.L.Krause
- Lagoseris intybacea Hoffmanns. & Link
- Lagoseris raphanifolia Link
- Lagoseris taraxacifolia Rchb.
- Lagoseris taraxacifolia Steud.
- Lepidoseris recognita (Hall.f.) Fourr.
- Lepidoseris taraxacifolia Fourr.
- Rhynchopappus cinereus Dulac
Sottospecie vesicaria
- Barkhausia leucorhodia Rchb.
- Barkhausia macrophylla Spreng.
- Barkhausia taraxacoides Rchb.
- Barkhausia vesicaria Spreng.
- Crepis bicolor Rchb.
- Crepis macrophylla Desf.
- Crepis raphanifolia Willd.
- Crepis reflexa Guss.
- Crepis taraxacoides Desf.
- Hapalostephium macrophyllum D.Don
- Lagoseris taraxacoides Rchb.
- Lagoseris taraxacoides Link
Usi
modificaÈ una specie commestibile: sia le foglie che i boccioli fiorali possono essere consumati crudi, in insalata, oppure lessi, conditi con olio limone o saltati in padella con olio ed aglio. Si può utilizzare, da sola o mista ad altre erbe, per fare ripieni di frittate o tortini di verdure, con ricotta e formaggi.[29]
Note
modifica- ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
- ^ a b c d e f g World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 23 gennaio 2022.
- ^ a b Motta 1960, vol.1 pag. 767.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 23 gennaio 2022.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 23 gennaio 2022.
- ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
- ^ Strasburger 2007, pag. 860.
- ^ Judd 2007, pag.517.
- ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag.183.
- ^ a b c d Funk & Susanna 2009, pag. 350.
- ^ a b c d Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
- ^ a b c d Pignatti 2018, vol.3 pag. 1104.
- ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
- ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
- ^ Judd 2007, pag. 523.
- ^ Judd 2007, pag. 520.
- ^ Strasburger 2007, pag. 858.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
- ^ Yin et al. 2021.
- ^ a b Pignatti 2018, vol.4 pag. 906.
- ^ a b Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 83.
- ^ a b c d e f g h Flora Alpina, Vol. 2 - p. 682.
- ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. Crepis vesicaria. URL consultato il 25 gennaio 2022.
- ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 34.2.3 ALL. SALVIO-DACTYLION UBALDI, SPERANZA & TONIOLI IN UBALDI 2003. URL consultato il 28 settembre 2017.
- ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. Crepis taraxacifolia. URL consultato il 25 gennaio 2022.
- ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org, p. 56.2.1 ALL. ARRHENATHERION ELATIORIS KOCH 1926. URL consultato il 3 febbraio 2016.
- ^ Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato il 24 gennaio 2022.
- ^ Crepis vesicaria L. (PDF), su Piante spontanee in cucina. URL consultato il 18 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2016).
Bibliografia
modifica- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Seconda edizione., Bologna, Edagricole, 2018.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- Alfonso Susanna et al., The classification of the Compositae: A tribute to Vicki Ann Funk (1947–2019, in Taxon, vol. 69, n. 4, 2020, pp. 807-814.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina., Bologna, Zanichelli, 2004.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
- Ze-Huan Wang, Norbert Kilian, Ya-Ping Chen & Hua Peng, 12 March 2020 Sinoseris (Crepidinae, Cichorieae, Asteraceae), a new genus of three species endemic to China, one of them new to science, in Willdenowia, vol. 50, n. 1, 2020, pp. 91-110.
- Zhi-Jian Yin, Ze-Huan Wang, Norbert Kilian, Ying Liu, Hua Peng & Ming-Xu Zhao, Mojiangia oreophila (Crepidinae, Cichorieae, Asteraceae), a new species and genus from Mojiang County, SW Yunnan, China, and putative successor of the maternal Faberia ancestor, in Plant Diversity, Giugno, 2021.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Crepis vesicaria
- Wikispecies contiene informazioni su Crepis vesicaria
Collegamenti esterni
modifica- Crepis vesicaria Royal Botanic Gardens KEW - Database